Deadpool – Deadpool

Quando durante la scorsa Gamescom avemmo l’occasione di vedere per la prima volta Deadpool le emozioni furono molteplici. Sia gli occhi di un Marvel addicted, sia quelli di un comunissimo videogiocatore non potevano restare apatici dinanzi a questa innovativa formula videoludica: per il primo settore ritrovarsi il mercenario chiacchierone in un videogioco era praticamente l’ultimo passo verso la definitiva rottura della quarta dimensione, che spiegheremo più avanti per i non addetti ai lavori, mentre per la seconda categoria finalmente si poteva assistere a qualcosa di decisamente fuori dal normale e dagli schemi consuetudinari. 

Deadpool, ricordiamolo sempre, è un personaggio inventato dalla Marvel, frutto di un esperimento genetico molto simile a quello di Wolverine, del quale il Nostro è dichiarata nemesi. Inserito come outsider in molti degli Universi Marvel, a partire dagli X-Men, nei quali Deadpool sovente ha provato a entrare, il mercenario di recente ha avuto anche una serie tutta sua a fumetti, lanciata poco più di un anno fa per dare ulteriore spazio a un personaggio che si appresta a rinnovare il roster della Casa delle Idee in maniera più che positiva. Ma la particolarità di Deadpool è proprio nella rottura della quarta dimensione, di cui parlavamo sopra: egli sa di essere una finzione, sa di essere in un fumetto, in un videogioco e, ci auguriamo, anche in un film pertanto sfrutta questa sua cognizione di causa decisamente a proprio favore.

L’idea di realizzare un videogioco su Deadpool, quindi, parte proprio da lui ed è da qui che la nostra esperienza col il titolo distribuito da Activision incomincia. Nella nostra prova su strada abbiamo avuto la possibile di testare dapprima un capitolo dell’avventura, che fa da introduzione alle nostre capacità e potenzialità, e una delle sfide della modalità Challenge, in tre diversi gradi di difficoltà. 

Deadpool, la storia e la spada

Non ci dilungheremo troppo sulla trama, che verrà meglio affrontata in sede di recensione anche per comprenderne meglio lo sviluppo, ma ci limitiamo a specificare che il leitmotiv dell’intera vicenda è la necessità di Deadpool di farsi conoscere attraverso un nuovo medium: il videogioco. Il copione, però, non è di suo gradimento, pertanto riscrive tutta la sceneggiatura a modo suo interpretandola come meglio crede. Il successo dell’intera produzione sta proprio nelle decisioni del personaggio, impegnato in tutte le pratiche più stupide possibili ironizzando su ogni sua condizione. Provate a mangiare una fetta di pizza mantenendo la maschera in viso, oppure andate a sedervi sul WC per un classico bisogno fisiologico di prima mattina e avrete a vostra disposizione delle gag degne del personaggio Marvel. 

Dal punto di vista del gameplay ci troviamo dinanzi a un action frenetico e che può dare soddisfazione a tutti gli amanti del genere: non pensate, ovviamente, di avere tra le vostre mani un Devil May Cry o un Bayonetta con un personaggio Marvel, ma orientatevi di più verso un hack’n’slash farcito di numerose armi, sia bianche che da fuoco, e le abilità di un personaggio Marvel, che annovera come unico superpotere della sua intera carriera la capacità di rigenerarsi. “Non ci facciamo male, quindi puoi lanciarti”. Un concetto chiave dell’intera esperienza.

Inizierete l’avventura armati solo di un tipo di pistola e delle vostre katane, con la possibilità di sbloccare altri oggetti già durante la prima missione raccogliendo non solo i soldi lasciati cadere dai vari nemici, ma anche appropriandovi dei classici oggetti disseminati nel corso del livello e di colorazione diversa: rossa, blu e gialla a seconda della quantità della ricompensa. Non vi sono molti enigmi, anzi in realtà non ne abbiamo trovati nel primo capitolo, ma le potenzialità di combattimento di Deadpool regalano non poche soddisfazioni, anche grazie alla difficoltà posta in essere da alcuni avversari e dal contrattacco, realizzabile con O su PlayStation 3 e con B su Xbox360: lo stesso comando, tra l’altro, serve per il teletrasporto, una mossa di evasione immediata ed efficace in combattimenti concitati. In caso, poi, di situazioni molto sostenute avremo la possibilità di affidarci al Momentum, una raccolta di abilità che abbiamo potuto testare soltanto per la prima di esse. Siamo dinanzi a una barra dell’energia che si andrà a ricaricare ogni volta che porterete a termine una combo o stenderete un avversario: acquisirete la possibilità di sferrare un attacco di mischia per sbarazzarvi di tutti i nemici attorno a voi in un sol colpo. Una mossa che deve essere giostrata e gestita al meglio per evitare di essere sprecata: dosate, insomma. 

Il resto degli attacchi saranno lasciati ai tasti di azione con un colpo più veloce e meno potente e uno più potente, ma meno veloce. Al tasto X o A sarà dato il compito del salto o del doppio salto, che potrà essere sfruttato anche per scavalcare pareti grazie alle abilità da felino di Deadpool, come piace definirle a egli stesso. Infine ai dorsali resterà il compito di sparare con le armi da fuoco: il puntamento, se il dorsale sinistro verrà tenuto premuto, sarà automatico, altrimenti potrete anche divertirvi a cercare l’headshot da voi, così da rendere molto più interessante l’esperienza. Un ultimo appunto essenziale è legato all’energia del personaggio: trattandosi di una figura immortale viene difficile immaginare un Deadpool morente. L’escamotage è stato facilmente trovato: il Nostro si ricaricherà dopo un momento di stasi, come accade in moltissimi videogiochi non solo di questa generazione, ma nel caso in cui dovesse subire un sanguinamento continuo e quindi ricevere numerosi colpi cadrà al suolo costringendovi a morire. Non abbiamo avuto modo di assistere a un Game Over durante la prova dell’avventura in sé, quindi non sappiamo ancora da dove si riprenderà l’esperienza, ma siamo sicuri che in sede di recensione, con l’aumentare della difficoltà, avremo modo di testare al meglio anche quest’aspetto.

Deadpool, la sfida e la pistola

Terminato il primo livello di test dell’avventura ci siamo cimentati nel test delle Challenge. L’unica a disposizione ci metteva dinanzi alla necessità di uccidere tutte le ondate di nemici che ci avrebbero assaliti in tre minuti. Se il livello bronzo è risultato essere fin troppo semplice è stato quello argento che ci ha messo più in difficoltà: oltre a gruppi di nemici decisamente fomentati e difficili da fronteggiare, alcuni di essi presentavano anche attacchi diversi dai classici colpi di pistola o di scariche elettriche. Ammettiamo, quindi, che la difficoltà si è fatta sentire e diverse volte la sfida si è conclusa con una sconfitta per aver superato il tempo prestabilito dalla stessa. Insomma una palestra complessa che può rivelarsi un’aggiunta più che interessante all’end game fornendo un qualcosa in più a un Beat ‘em up il cui più grande pericolo è quello di trasformarsi in monotono. 

Deadpool, il futuro e le voci

Tirando le somme per quel po’ che abbiamo potuto vedere Deadpool è un prodotto che si presenta impregnato di fan service: il successo del titolo passa necessariamente dalla figura del personaggio, che oltre a rompere la quarta dimensione può davvero rompere gli schemi del mercato videoludico. La oramai stantia produzione videoludica ha bisogno di una scossa e proprio il mercenario chiacchierone può farcela andando a inserirsi nell’Olimpo delle novità videoludiche di spessore offrendo una sceneggiatura impegnata e più che soddisfacente e una profondità ludica che si distacca, finalmente, dai classici e noiosi cliché dell’eroe greco dedito alla salvezza del mondo intero. Stavolta non ci sono belle donne da salvare né un mondo in pericolo, ma semplicemente una lotta contro la noia per un personaggio che, altrimenti, rimaneva a casa a grattarsi le parti intime con la canna della pistola mentre guardava il telegiornale in televisione. Salvate il mercenario Deadpool e lui salverà voi.

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