Disgaea 4: A Promise Revisited

Ai tempi di Playstation 2 si affacciò sul mercato, silenziosa e senza pretese, una software house molto particolare. Nippon Ichi era il suo nome, e in realtà era dal 1994, con il Super Nintendo, che ha debuttato. Tuttavia, i giochi da essa prodotti non hanno mai sfondato particolarmente, e il suo primo reale successo commerciale fu, su PS2, un ottimo rpg tattico chiamato La Pucelle Tactics. Da lì iniziò a destare l’interesse dei videogiocatori, i quali si convinsero totalmente della bravura di questa Software House grazie al suo capolavoro: Disgaea, titolo tattico e strategico con un’enorme mole di contenuti, che permetteva di usare il cervello e allo stesso tempo “farmare a bestia” in un ambito in cui tantissimi personaggi potevano giungere addirittura sino al livello 9999. Tra boss segreti impossibili e livelli di difficoltà al limite della possibilità umana, Disgaea ha conquistato milioni di persone, e da lì ha ottenuto seguiti, remake, porting e quant’altro, mentre Nippon Ichi comunque ha continuato a sfornare anche nuovi titoli senza adagiarsi sugli allori di quel nome ormai conosciuto.
Il 24 Febbraio del 2011 esce, per Playstation 3, il quarto capitolo della famosa serie. Come è però, ormai, abitudine, esso ha ricevuto un porting migliorato per console portatile, in questo caso per PS Vita. Vediamo insieme di cosa si tratta.

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Ti devi spaventareeeee!

Protagonista di Disgaea 4, è un vampiro, di nome Valvatorez. Costui abita nell’Ade, che funge anche da prigione del Makai (il Netherworld, come lo conosciamo noi), ed è un addestratore di Prinny. Quando le anime dei malvagi e dei furfanti arrivano infatti nell’altro mondo sotto forma di Prinny, è Valvatorez a insegnar loro come si comporta un bravo servitore dell’aldilà. Tuttavia, il nostro vampiro non è visto di buon occhio dai suoi colleghi: questo perché ha gettato al vento tutto il suo orgoglio da Signore delle Tenebre rifiutandosi di bere sangue (e preferendo invece continuamente sardine), fino a quando non avrà, per sua promessa, spaventato a morte una ragazza, Artina, conosciuta 400 anni prima. Peccato però che costei è già morta. Valvatorez sarà costretto a mangiare sardine per il resto della sua esistenza?

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Novità e cambiamenti

È piuttosto probabile che tutti quelli che stanno leggendo questa recensione abbiano una certa familiarità con la saga di Disgaea. Se così non fosse, consigliamo a tutti voi di leggere la nostra recensione di Disgaea 3, che spiegherà per filo e per segno lo stile di gioco di questa famosa serie. Le caratteristiche di Disgaea 4 infatti non si discostano dal predecessore, a parte per gli sprite dei personaggi completamente ridisegnati in HD, abbandonando una grafica ormai ben superata. In ogni caso, tornano anche ottime caratteristiche dal passato: per esempio il Gargoyle come personaggio giocabile direttamente dal primo Disgaea, ma anche ottime aggiunte fatte nel terzo capitolo e che sono state scelte vincenti, come il Tower Attack che permette di mettere letteralmente a torre uno sopra all’altro tutti i nostri personaggi per farli attaccare a ripetizione, oppure la possibilità di trasformare i personaggi mostro in potenti armi da equipaggiare agli umani. Tra i vari livelli poi, come negli ultimi episodi di Disgaea, potremo anche entrare in speciali mondi all’interno dei nostri equipaggiamenti così da aumentarli di potenza, dove potremo anche catturare nemici per torturarli e ottenere ricompense speciali. Novità particolare, poi, è quella di poter customizzare a nostro piacimento un’intera area di gioco, con png a noi congeniali ed edifici utili, così da creare una sorta di nostra base completamente personalizzata dove potenziare le nostre abilità e curarci; ma oltre a ciò quello che farà felici gli “smanettoni” è una modalità in cui il nostro gruppo, sotto veste di pirati spaziali, potrà invadere i mondi di altri giocatori su internet al nostro stesso livello, così da sfidarli e ottenere i loro oggetti, anche se purtroppo la squadra avversaria sarà gestita da una IA e non ci sarà mai un vero e proprio scontro tra due giocatori.

Detto ciò, solitamente le conversioni di Disgaea da console casalinga a portatile portano sempre netti miglioramenti e aggiunte, e anche questo caso non fa eccezione. Innanzitutto sono presenti all’interno del gioco tutti i DLC che erano stati resi disponibili su PS3, quindi tutti i personaggi extra provenienti dagli altri Disgaea e giochi della Nippon Ichi. Oltre a ciò avremo un intero nuovo scenario su Artina e Valvatorez chiamato Time Leap Episode, un nuovo livello di magia chiamato Peta Magic (precedentemente introdotto in Disgaea 2), nuovi personaggi giocabili, svariate modifiche al sistema di gioco (come un aumento degli oggetti che si possono tenere in inventario) ma anche svariate meccaniche che erano state introdotte in Disgaea D2 (come il magazzino di innocenti per conservarne in quantità, o la possibilità di corrompere i membri del senato anche con soldi oltre che con oggetti).

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La porca figura dell’HD

Come già detto precedentemente, Disgaea 4 fece un enorme passo avanti rispetto ai predecessori. Abbandonati infatti gli sprite SD della PS2, che furono tenuti erroneamente anche nel terzo capitolo, in questo gioco i personaggi sono tutti ridisegnati in maniera davvero piacevole, in alta definizione, e il tutto si avvale anche di un nuovo motore grafico. Il character design dei personaggi in questo modo viene valorizzato, ma il feeling del classico Disgaea non viene distorto grazie ad una interfaccia sempre identica a un tempo. Purtroppo anche alcuni difetti vengono mantenuti, come i movimenti un po’ legnosi degli eroi o una telecamera birichina che non ci fa sempre vedere ciò che ci serve a causa delle sue angolazioni. Il comparto audio invece non ha punti deboli, grazie a musiche sempre azzeccate e divertenti da ascoltare, e grazie ad un doppiaggio disponibile sia in inglese che in giapponese, così come i fan desiderano sempre.

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[signoff icon=”quote-circled”]Disgaea 4: A Promise Revisited, è un porting per PS Vita dell’ottimo titolo per Playstation 3. Il gioco, di per sè, è lunghissimo, impegnativo, divertente, ironico, colorato, folle al punto giusto, così come ci insegnano anche tutti gli altri esponenti della serie. Gli amanti della Nippon Ichi o dei giochi di ruolo tattici in generale non possono lasciarselo scappare, anche grazie alle numerose aggiunte e ai miglioramenti rispetto alla controparte PS3. Tuttavia, se avete già giocato centinaia di ore al titolo originale, tali migliorie non sono sufficienti a decidere di ricomprare lo stesso gioco e ricominciarlo da zero.[/signoff]

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