Disney/Pixar Toy Story 2: Buzz Lightyear to the Rescue! – Recensione Toy Story 2


In vista del terzo lungometraggio, uno sguardo verso il passato…

L’uscita di Toy Story 3 è ormai imminente, dato che mancano solo pochi mesi. In questo contesto, in perfetto stile retro, non si può fare a meno di pensare al passato, cercando di riscoprire titoli che sono stati quasi dimenticati e che riemergono grazie ad iniziative quali la continuazione di una fortunatissima saga cinematografica per bambini.

E’ proprio il caso di Toy Story 2, uscito nel 1999 insieme all’omonimo film d’animazione ed affermatosi come un buon piattaforme, forse grazie alla pubblicità da colossal, che vale la pena di riscoprire nonostante la sua considerevole età. A 11 anni dall’uscita di Toy Story 2 ed ormai a pochi mesi dall’uscita di Toy Story 3, viene quasi naturale pensare a nomi quali Buzz Lightyear, Woody, Slinky, Hamm, Rex, Stinky Pete e Mr. Potato con molta nostalgia.


Il classico stile dei giochi Disney

Chi conosce i giochi basati sulle opere cinematografiche della Disney noterà senza ogni dubbio lo stile di Toy Story 2, perfettamente conforme alla formula di casa Disney.

Seguendo la trama principale e avendo la possibilità di guardare alcuni filmati caratteristici del film, il giocatore si ritrova ad avere a che fare con situazioni che sono solo parzialmente legate alle vicende dei personaggi del film. Nella creazione dei videogiochi Disney, infatti, ogni possibile spunto viene sfruttato per costruire livelli e quest che differiscono dal lungometraggio originale della Disney.

Toy Story 2, com’era facilmente deducibile, non è affatto un’eccezione alla regola e propone una serie di sfide che i giocatori impareranno ad apprezzare grazie alla loro semplicità.

Classico esempio è Hamm, il maialino salvadanaio che in ogni livello chiede a Buzz Lightyear di recuperare, con molta gentilezza, almeno 50 delle monete che ha perso durante il viaggio per salvare l’amico Woody. In cambio delle monete, Hamm dà un gettone di pizza planet a Buzz, ossia la chiave per avanzare nel gioco e poterlo completare.

Il sistema dei gettoni di pizza planet è abbastanza semplice, ma è ugualmente efficace: per poter accedere ai livelli avanzati serve un numero crescente di gettoni e non tutti i gettoni dei livelli iniziali possono essere ottenuti al primo tentativo. Questa caratteristica peculiare del gioco, che differisce enormemente dallo stile di molti altri piattaforme, è la diretta conseguenza dell’insolito ruolo di Mr. Potato, il simpatico pupazzo a forma di patata che spesso e malvolentieri perde delle parti del corpo. In cambio di una parte ritrovata, Mr. Potato dà a Buzz dei sistemi speciali, armi o dispositivi che permettono spostamenti non convenzionali, che danno la possibilità di ottenere i gettoni di pizza planet che non sono stati conquistati in precedenza. Il sistema di acquisizione delle nuove attrezzature è sapientemente graduato, il che aiuta il gioco in termini di longevità dato che il più delle volte il giocatore sarà incoraggiato a rivisitare i livelli già superati in cerca dei gettoni mancanti.

In ogni livello ci sono 5 gettoni di pizza planet, ottenibili in diversi modi: dando 50 monete ad Hamm, ritrovando 5 oggetti o giocattoli sparsi nel livello (altra caratteristica di molti piattaforme Disney), superando con successo una prova a tempo che in alcuni casi può richiedere l’uso dei sistemi avanzati di Mr. Potato, raggiungendo un luogo nascosto e battendo il miniboss di turno del livello.

 

Al superamento di ogni gruppo di due livelli si passa allo scontro contro i veri boss. Questi scontri, nei quali è necessario capire i meccanismi che consentono a Buzz di infliggere diversi danni all’avversario di turno, hanno luogo in aree di vastità limitata e cadono spesso e volentieri nella ripetitività tipica del genere. Subito dopo la sconfitta di ogni boss, Buzz dice la famosa frase "Verso l’infinito… e oltre!" per poi partire a razzo verso l’alto – una trovata originale, che si ripropone anche quando si ottiene un gettone e si decide di passare al prossimo livello.

Fattore onnipresente è costituito dalla possibilità di sbloccare filmati bonus ottenendo via via più gettoni e avanzando nella trama. I filmati sono abbastanza colti ma sanno come rimediare a questo loro difetto proponendo alcune delle simpatiche gag che hanno fatto divertire il pubblico del lungometraggio.


Avventurarsi nel micromondo per giocattoli

Un po’ come in  A Bug’s Life, dei protagonisti "micro" sono costretti dal destino ad avventurarsi il luoghi che, per un essere umano, risulterebbero fin troppo limitati o addirittura inaccessibili. A differenza di A Bug’s Life, tuttavia, Toy Story 2 propone ambientazioni tipicamente cittadine nelle quali le differenze in termini di dimensioni sono evidenti e danno al gioco quell’atmosfera "micro al punto giusto" che garantisce una perfetta immersione nel mondo di Toy Story. Case, cantieri, strade, quartieri e negozi che per noi non sono nulla di speciale diventano dei mondi complessi da esplorare quando si è alti solo pochi centimetri: sotto questo punto di vista, Toy Story 2 riesce addirittura a battere l’omonimo film nel tentativo di rappresentare il mondo che noi tutti conosciamo con un approccio originale. Già nel primo livello, La casa di Andy, è possibile notare l’atmosfera azzeccatissima del gioco.

Le doti ginniche di Buzz sono di enorme aiuto nel corso dell’avventura: l’amatissimo space ranger può saltare, roteare e usare le due alette retrattili con grande maestria, riuscendo in questo modo a raggiungere luoghi apparentemente troppo lontani. I dispositivi avanzati di Mr. Potato sono di enorme aiuto nei casi in cui sono disponibili, ma per il resto il giocatore non dovrà far altro che contare sulle capacità di Buzz e stare molto attento nell’evitare cadute che potrebbero risultare mortali anche per un essere umano.

La forza di gravità è un nemico degno di nota in Toy Story 2, nemico che i giocatori distratti e/o poco pratici impareranno sicuramente a riconoscere e rispettare. Per fortuna, le grandi ed epiche cadute (che possono durare anche una ventina di secondi, il che è tutto dire) non finiscono con altrettanto epici impatti al suolo che comportano la perdita di una vita o, perlomeno, la riduzione drastica dell’energia rimasta a Buzz: tutto finisce con un tonfo, dopo il quale Buzz riesce quasi istantaneamente a rialzarsi. Inutile dire che questa scelta dei programmatori è stata fatta per motivi di giocabilità, ma chi spera in una facilità latente dietro questa affermazione dovrà fare i conti con le "scalate di rimedio", ossia gli sforzi (spesso titanici) che servono per risalire e riprovare il salto che, in precedenza, non è andato a buon fine. Questo danneggia il gioco in termini di ripetitività delle azioni e forse avrebbe meritato un po’ più di attenzione da parte dei programmatori, ma chi conosce il genere è ormai abituato a questo tipo di rischi e sa perfettamente come farci l’abitudine.

 La gravità non è l’unica entità a voler rallentare l’avanzata di Buzz: a parte i miniboss e i boss veri e propri, c’è da considerare il fatto che i livelli sono letteralmente invasi da giocattoli ostili (ipotetici servi del malvagio Imperatore Zurg) sempre pronti ad attaccare Buzz. Ogni giocattolo ha uno stile di combattimento ben preciso e anche il modo di sconfiggere l’avversario cambia in base alla sua tipologia; con l’avanzare della trama, faranno la loro comparsa giocattoli ostili sempre più efficienti e in alcuni casi anche il loro numero risulterà essere poco incoraggiante. Per difendersi da quest’esercito di nemici Buzz può contare sull’arma laser (che si può usare in combinazione con la suggestiva vista in prima persona), sulle rotazioni da impatto e sui già citati dispositivi di Mr. Potato che, come già detto, sono disponibili in numero limitato e possono essere usati solo in determinate situazioni.

Un gioco da riscoprire

Agli occhi del giocatore moderno Toy Story 2 può sembrare quasi ridicolo ma è un gioco che sa farsi rispettare. La colonna sonora è piacevole da ascoltare e la grafica datata non costituisce un fattore limitante quando si tratta di un gioco basato su un lungometraggio Disney; più in generale, è nella natura stessa dei retrogamer avvicinarsi ai giochi delle generazioni videoludiche passate provando a mettere in evidenza i punti di forza dei vecchi titoli tralasciando la grafica datata.

Nel giro di qualche mese i giocatori avranno modo di divertirsi con Toy Story 3 – in questo contesto pieno di aspettative, giocare (o rigiocare, nel caso in cui il titolo sia già in vostro possesso) al diretto predecessore è una scelta consigliata e ben ponderata. Ovviamente non c’è da aspettarsi un’esperienza videoludica fortemente innovativa e memorabile da un gioco così datato che, anche per i suoi tempi, aveva una struttura di base semplice e molto facile da gestire: ciò non toglie nulla al fatto che Toy Story 2 è più che capace di garantire diverse ore di puro divertimento sia ai giocatori nostalgici che a quelli che mantengono sempre un approccio più moderno ai titoli che si ritrovano davanti.
 

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