Donkey Kong Country Returns – Recensione Donkey Kong Country Returns

Questo è un grande giorno per i possessori di Nintendo Wii. I più giovani infatti non sapranno che nel 1994, il gorillone Donkey Kong è stato protagonista di Donkey Kong Country, primo di una serie di tre giochi su Super Nintendo a lui dedicati e che sono stati da tutti considerati grandi capolavori, quasi raggiungendo l’apprezzamento fino ad allora riservato a Super Mario. Il primate, da allora, è stato protagonista anche di altre avventure, sempre sviluppate dalla Rare, nessuna delle quali ha però mai più avuto il successo riscontrato dalla trilogia Country. Dopo 16 anni quindi, ecco che dalle mani di Retro Studios nasce Donkey Kong Country Returns, il gioco che dovrebbe riportare in auge la vecchia gloria. Ne sarà in grado?


Mmmmmh… Banana!

Sono giorni di pace nella foresta, e i Kong si godono il loro tesoro di banane infinite, quando dal nulla spuntano fuori delle strane creature volanti, dalla forma di maschere africane. Questi sono i membri del clan Tiki Tak, mistici personaggi dotati del potere di ipnotizzare chiunque. Iniziano così a prendere il controllo di tutti gli animali della foresta, facendogli rubare anche le banane della famiglia Kong. Quando arriva però il momento di ipnotizzare anche Donkey Kong, l’incantesimo non funziona: forse il gorillone è troppo tonto per essere ipnotizzato? In ogni caso questo è un affronto che non si può sopportare, così Donkey e Diddy partono all’avventura per recuperare le loro banane e per fare la festa al clan dei Tiki.


Soffiare su eliche o soffioni ci garantirà vari bonus, che vanno da banane e monete fino a preziosi tasselli del puzzle

Ieri come oggi

Il sistema di gioco è strutturato in maniera molto semplice. I livelli di questo platform richiedono un semplice spostamento del personaggio a sinistra e a destra, esattamente come accadeva nei vecchi titoli, o per quelli che non li conoscono, come accadeva per i giochi in 2D di Super Mario o di qualunque altro platform. Non appena inizieremo a giocare ritroveremo un senso di nostalgia, infatti, nonostante il tutto sia stato rinnovato con una grafica tridimensionale, il titolo riesce a ricalcare con precisione lo stile del gioco originale e le sensazioni che regalava.
E’ possibile utilizzare due configurazioni di pulsanti: uno è Wiimote+Nunchuk, l’altro è il telecomando messo in orizzontale. Tra le due prenderemo in considerazione la tipologia con il Nunchuk, decisamente più comoda e funzionale, anche se sarebbe stato meglio aggiungere il supporto al classic controller o al pad Gamecube. I pulsanti da usare si riassumono molto velocemente: l’analogico per spostarsi, A per saltare, B per afferrare e scuotimento di Wiimote e Nunchuk per colpire la terra sotto di noi. Scuotere il telecomando mentre ci muoviamo risulterà invece in un attacco frontale (la classica rotolata di DK), mentre scuoterlo mentre ci abbassiamo servirà a soffiare, utile per alcune situazioni come spegnere nemici infuocati o far girare eliche connesse a meccanismi necessari da attivare per proseguire negli stage. Nonostante la gestione dei personaggi sia relativamente semplice, il gioco è in realtà molto difficile, sicuramente più della media a cui siamo stati abituati negli ultimi anni. Per questo è sempre doveroso avere una scorta enorme di vite, a meno che non si voglia incappare in un Game Over.
Il nostro gorillone inizierà i livelli con 2 cuori rappresentanti la sua energia (quindi se veniamo colpiti 2 volte siamo out), ma tramite i barili DK che troveremo sul percorso verrà in nostro aiuto anche Diddy Kong, dandoci 2 cuori extra ed aggrappandosi sulla nostra schiena, rendendoci anche in grado di utilizzare il suo utile jetpack, che ci farà galleggiare in aria per qualche attimo tenendo premuto il pulsante A quando saltiamo. Non dimentichiamoci comunque che è possibile giocare anche in 2 con un multiplayer che è la grandissima novità di Donkey Kong Country Returns. In questo caso il secondo giocatore utilizzerà Diddy, avrà i propri 2 cuori di vita e sarà anche in grado di utilizzare il jetpack più a lungo rispetto a quanto possa fare Donkey Kong. Ci sarà comunque la possibilità di salire sulle spalle di DK per lasciarci trasportare in punti ostici o per permettergli di utilizzare l’utile strumento della scimmia più piccola.


In 2 giocatori la nostra vita sarà divisa, ma ogni personaggio potrà agire in maniera a sè stante.

In mezzo ai livelli troviamo un’enorme quantità di tesori collezionabili: a parte le onnipresenti banane utili per ottenere vite extra, ci saranno i Gettoni d’oro (da spendere al negozio, di cui parleremo tra poco), le lettere K O N G (necessarie per sbloccare livelli nascosti) e i pezzi del puzzle, con i quali potremo sbloccare nella sezione Extra tutta una serie di immagini, musiche e anche diorami.
La cartina del mondo è divisa in 8 zone, ognuna delle quali avrà una mappa a parte navigabile in maniera simile a quella dei vecchi Donkey Kong Country o Super Mario World. In ogni zona, oltre ai livelli di gioco, troveremo il negozio di Cranky Kong, dove potremo spendere i nostri gettoni per acquistare vite, cuori extra (validi per un solo livello), pozioni dell’invincibilità temporanea, l’aiuto di Squawks (Pagal nella versione italiana, che durante il livello in cui lo useremo ci aiuterà nella ricerca dei pezzi del puzzle), e infine la chiave gigante, presente in ogni zona, con la quale potremo sbloccare un percorso alternativo con un livello extra. Naturalmente alla fine di ogni zona c’è il classico Boss, e le battaglie contro di essi sono divertenti, diversificate e ben strutturate. Come ciliegina sulla torta, se in tutti i livelli di una zona avremo recuperato tutte le lettere K O N G, si sbloccherà un livello segreto dalla difficoltà molto superiore alla media.
Tutto questo basterebbe a far saltare di gioia i fan, ma per aggiungere varietà e spessore alle cose sono stati aggiunti livelli dal gameplay particolare, come quelli in cui potremo cavalcare il buon vecchio rinoceronte Rambi, o scivolare sui carrelli delle miniere, o ancora, giocati su barili volanti da guidare fino al traguardo. Nonostante tutto, comunque, grava molto l’assenza di alcune peculiarità dei vecchi titoli, come i livelli sott’acqua, la famiglia Kong (a parte i pochi membri qui presenti), i Kremling o gli altri animali che in passato aiutavano il gorillone nelle sue scorribande.
La difficoltà del gioco è quindi piuttosto alta, soprattutto per ottenere il 100% dei collectibles e per superare ogni livello in modalità Time Attack, sbloccabile in seguito. Una bella notizia per i vecchi amanti dei giochi e una vera sfida per i neofiti, che però non devono scoraggiarsi. Durante gli stage ci saranno infatti dei checkpoint dai quali ripartiremo quando perderemo una vita, e se proprio troveremo una zona ostica ci sarà data la possibilità di utilizzare la super guida, dove Super Kong percorrerà da solo il livello facendoci vedere come va affrontato, ma senza prendere alcun tesoro (quindi per ottenere il 100% dovremo comunque affidarci alle nostre manine).


I Kong
?


…ma oggi meglio di ieri

Tecnicamente il gioco non ha molti picchi: i modelli dei personaggi o le texture non sono sopra la media, le musiche non sono orchestrate, la storia è come al solito una scusante. Eppure, sarà per scelte stilistiche azzeccatissime e, in parte, grazie alla nostalgia, il tutto appare assolutamente fenomenale ed epico. Musiche nuove unite alle classiche dei vecchi giochi, luoghi coloratissimi e con livelli studiati alla perfezione, effetti sonori indimenticabili e i versi delle due scimmie, il tutto condito con una longevità ottima di 72 livelli da giocare normalmente e in Time Attack, garantiscono un divertimento assoluto e ininterrotto per tutta la durata del gioco, per 1 o 2 giocatori. Retro Studios è riuscita a carpire alla perfezione l’atmosfera che doveva rendere per donare un grande e glorioso ritorno al gorillone Nintendo, e il risultato è un titolo che senza ombra di dubbio è un must have nella storia della nostra Wii.

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