Dragon Quest Heroes: Rocket Slime – Recensione Dragon Quest Heroes: Rocket Slime

E’ raro vedere Square-Enix cimentarsi in qualcosa di diverso dagli RPG polpettoni, fatti ormai con lo stampino, che tanto si somigliano tra di loro. Uno di questi sporadici excursus in altri generi è rappresentato dal sorprendente Dragon Quest Heroes: Rocket Slime, seguito di un gioco uscito su Game Boy Advance ma mai arrivato in Occidente, al contrario di questa seconda sortita per DS che, fortunatamente, ha fatto capolino almeno negli States. Come il titolo fa ben capire, siamo di fronte ad un nuovo spin-off dedicato a Dragon Quest e, in particolar modo, a tutte le simpatiche creature che sono comparse negli episodi della serie concepita in origine da Enix. La struttura di base prende le distanze da ciò che solitamente la casa di Final Fantasy offre nelle sue produzioni, una notiziona per chi deve bere una bella tisana per digerire gli RPG. Infatti, Dragon Quest Heroes è un’avventura pura, il cui unico anello di congiunzione con i giochi di ruolo arriva dalla presenza, contenuta e accettabile, di dialoghi che scandiscono l’evolversi della trama sempliciotta. Per chiarire meglio il concetto, Square-Enix ha finalmente deciso di calare l’asso della simpatia e del divertimento, mettendo da parte fattori per certi versi pesanti e noiosi quali l’epicità, la drammaticità e la serietà dell’azione.

Il ritorno dello Slime

Dragon Quest Heroes: Rocket Slime ci vedrà impersonare lo slime Rocket, l’essere pallottoloso più famoso di Dragon Quest. L’obiettivo è ristabilire l’ordine nel regno di Slimenia, preso d’assalto da spocchiosi paperi punk, i Plob, i quali hanno distrutto l’intera capitale e rapito i poveri abitanti. Il gioco è suddiviso in due parti distinte ma strettamente collegate: la prima è un’avventura classica, nella quale dovremo esplorare i livelli per salvare gli slime rapiti (più di cento), recuperare i numerosi oggetti sparsi in giro e risolvere i puzzle che bloccano l’accesso a nuove zone; la seconda è basata su delle particolari battaglie tra enormi fortezze mascherate da carri armati, il mezzo di distruzione/locomozione dei beccuti avversari.

Tra fantasia e battaglie a suon di carri armati

Le fasi iniziali sono improntate sulla conoscenza dei meccanismi basilari del gioco, come le abilità del nostro personaggio, i cui comandi non necessitano di chissà quale particolare apprendimento: la croce servirà per muoverlo, il tasto A per saltare, per fluttuare per qualche secondo in aria e per effettuare l’unico attacco a disposizione, l’Elasto Blast, una sorta di fionda con la quale Rocket si allunga a tal punto da lanciarsi a tutta velocità nella direzione scelta. In più può caricare sulla sua testa/corpo un massimo di tre ‘elementi’, includendo i vari oggetti, i nemici e gli stessi slime liberati. Gli stage che andremo a esplorare sono quasi del tutto attraversati da una linea ferroviaria con carrelli in continuo transito; su questi è possibile caricare il nostro bottino così da dirottarlo nel villaggio natale e, salendoci direttamente sopra, permette di abbandonare il livello e tornare a casa. Il supporto del touch-screen è ridotto alla sola navigazione nei menù, con i Tose che hanno focalizzato la loro attenzione più sulla ripartizione dell’azione sui due schermi.
 

Decisamente più avvincenti sono i combattimenti tra i carri armati, che si svolgono subito dopo aver incontrato i boss o i miniboss nascosti nei livelli. Il funzionamento delle colossali battaglie è di una genialità unica, un ‘azzardo’ del tutto inaspettato considerata la piattezza di Square-Enix nel proporre novità di spessore. Comanderemo sempre il nostro slime che si aggirerà all’interno del mezzo, nel quale dovremo caricare a manetta i due cannoni con gli oggetti che sbucheranno fuori da appositi dispenser, così da bombardare il nemico e fermare eventuali tentativi di attacco diretto delle ‘truppe’ avversarie che proveranno ad infiltrarsi nel nostro carro. Il punto debole è il motore, il cui KO rappresenta il fattore chiave per determinare il vincitore della battaglia. Entrambi i tank dispongono di una barra di energia da ridurre a suon di cannonate; quando questa finisce, la super fortezza dice addio alla sua protezione. A quel punto potremo abbandonare il nostro carro per entrare nella ‘tana’ nemica (sempre buttando un occhio sui movimenti di paperi e scagnozzi), così da distruggere il propulsore posto in un’apposita stanza. Sul fronte munizioni, gli oggetti recuperati durante le sessioni di deambulazione diventano colpi da caricare nei cannoni. Ognuno di questi toglie un certo numero di punti energia, e alcuni di loro possono essere combinati per creare armi più potenti. Proprio tale aspetto è una delle due chance che si ha per personalizzare il carro armato, scegliendo gli oggetti più pericolosi ed efficaci. L’altra, attuabile in un secondo momento, ci permette invece di allestire un equipaggio di massimo tre slime pronti ad aiutarci con le loro peculiarità.
 

Il doppio gameplay di Dragon Quest Heroes: Rocket Slime si dimostra solido e di grande divertimento. Il solo ‘difetto’ è che tende a ripetersi un po’ troppo sul lungo andare, anche se resta innegabile il fatto che acquista profondità minuto dopo minuto con un livello di sfida appassionante e sempre equilibrato, senza sfociare mai nella frustrazione. A completare l’intero pacchetto troviamo un apprezzabile numero di minigiochi, associati ognuno ad alcuni degli slime salvati, che possono essere giocati anche in multiplayer, con prove da addirittura 16 giocatori. Il lavoro di Square-Enix si contraddistingue pure per l’ottima realizzazione tecnica, con una grafica bella, colorata e vivace, merito da condividere con lo squisito art design, ed un sonoro mai invadente.

In conclusione

Complimentoni vivissimi a Square-Enix e, soprattutto, ai ragazzi di Tose, nuovamente capaci di dimostrare il loro valore, come già fatto in occasione di Super Princess Peach e della serie Legend of Stafy. Dragon Quest Heroes: Rocket Slime è una scappatoia di altissima qualità dall’universo trito e ritrito degli RPG, a tal punto che si potrebbe dubitare della sua reale appartenenza alla ludoteca della casa di Final Fantasy. Insomma, se cercate un gioiellino divertente, dalla formula che rapisce e appassiona, che sappia miscelare alla perfezione l’azione con l’avventura, allora ecco il gioco perfetto per trastullarsi in allegria.

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