Dragon’s Dogma: Dark Arisen – Recensione

Recensito su Nintendo Switch

Dragon’s Dogma appariva acerbo nel 2012, tanto da portare Capcom a svecchiare il titolo traghettandolo dalle console d’uscita, le (in)dimenticate PlayStation 3 e Xbox 360, sulle console next-gen e una molto auspicata versione PC nella veste in cui è più conosciuto, con l’espansione “Dark Arisen”. Con la Nintendo Switch Capcom spunta l’ultima console da un’immaginaria lista, culminando di fatto un ciclo di sette anni in cui molti hanno richiesto un altro capitolo ritrovandosi tra le mani delle riedizioni.

C’era motivo di essere un po’ scettici per l’arrivo di Dragon’s Dogma: Dark Arisen su Nintendo Switch. Non certo per la qualità del gioco, che abbiamo discusso in ben tre occasioni sulle nostre pagine, (versione PlayStation 3, PlayStation 4 e PC), ma per le potenzialità della console Nintendo, leggermente al di sotto di una PlayStation 4.

Eppure, Dragon’s Dogma: Dark Arisen è un titolo prezioso per Switch. Un gioco divenuto di peso nel corso degli anni, longevo come solo gli RPG riescono a essere e per di più portatile. Il confronto abissale con un PC di fascia alta sarebbe innaturale e anche “cattivo” da proporre, ma la novità della portabilità – la prima naturale caratteristica di cui solitamente tenere conto quando un nuovo gioco arriva e arricchisce il catalogo Nintendo Switch – permette a quest’ultima versione dell’RPG open world di Capcom di dire la sua. Permangono però i dubbi che riguardavano la risoluzione e soprattutto il frame rate di un gioco che, essendo un gioco di ruolo puro, è per natura tanto vasto quanto pesante e difficoltoso da gestire.

Insomma, la domanda più importante di tutte è la seguente: riesce la Switch a reggere Dragon’s Dogma: Dark Arisen? In sostanza, come gira? Benone. Il port, di cui si è occupato QLOC (che ha portato su Switch un’altra scommessa tecnica, Dark Souls: Remastered), non ha presentato problemi di sorta nella nostra prova estensiva, sia in modalità portatile che docked, alla faccia di tutti gli scettici.

Dragon's Dogma Dark Arisen Drago
Il dragone rosso simbolo di Dragon’s Dogma: Dark Arisen.

Siamo tornati con piacere di nuovo a Gransys portandoci a spasso la console, pur notando l’assenza di qualsivoglia aggiunta – che non deve esser data per scontata, ci mancherebbe, ma per le attese di questo tipo piccoli bonus a là Diablo III su Nintendo Switch sono più che graditi.

Capricci a parte, il gioco si ripresenta come un RPG di stampo classico e dalla trama non particolarmente sentita, che evidentemente (come già affrontato) non era la priorità di Capcom ai tempi, focalizzando il tutto sull’esperienza gameplay.

Dragon's Dogma Dark Arisen strappa cuore
Non siamo niente in confronto a un drago…

La storia di Dragon’s Dogma: Dark Arisen è al contempo banale e originale forse persino sviluppata meno e meno immersiva di quanto avrebbe potuto essere. Banale perché un drago avido e possente come le leggende comandano ne potremmo elencare a decine (The Elder Scrolls V: Skyrim, Dragon Age: Origins); originale perché, in effetti, vedere un enorme drago rosso strappare e divorare il cuore di un povero pescatore, non è una scena che si vede tutti i giorni.

La trama allora non tratterà soltanto del modo di fermare il dragone che minaccia Gransys, ma ci calerà anche nei panni di un pescatore sventurato e stranamente sopravvissuto rialzatosi come “Arisen” alla ricerca del proprio cuore, ingoiato ancora pulsante da un drago dalle scaglie impenetrabili.

Dragon's Dogma Dark Arisen nascita Arisen
… o forse no? La nascita dell’Arisen.

Il cavallo di battaglia di Dragon’s Dogma: Dark Arisen è sicuramente la libertà data al giocatore nella creazione e nella personalizzazione del personaggio. Un editor profondo, quello in cui i più ostinati passano ore per sentire il personaggio “proprio”: per i fan nudi e crudi dei giochi di ruolo, il titolo parte con il piede giusto offrendo, per esempio, più di 60 pettinature, non soffermandosi solo sul volto ma passando da statura, peso, postura (da timida a decisa) alle classiche rughe, cicatrici, trucco e altre caratteristiche.

Aspetto che accompagnerà per tutto il corso della (lunga) avventura il cosiddetto Arisen, di cui Capcom deve aver avvertito l’importanza e le silenziose richieste dei giocatori più esigenti, permettendo non solo di far cambiare aspetto arrivati a un certo punto dell’avventura ma addirittura di cambiare a piacimento le classi, al costo di una somma di punti classe naturalmente ricevuti in battaglia.

Dragon's Dogma Dark Arisen Creazione personaggio
L’editor del personaggio è uno dei punti di forza di Dragon’s Dogma: Dark Arisen.

Dragon’s Dogma: Dark Arisen propone infatti nove classi, divise in tre gruppi: principali, avanzate e miste. Le classi principali (per capirci quelle che bisognerà scegliere all’inizio del gioco) sono le più classiche: Guerriero, Mago e Arciere. Ogni classe ha le sue armi esclusive: al Guerriero toccano spada e scudo, al Mago il bastone per scagliare potenti magie e l’Arciere, da personaggio veloce qual è, pugnali e archi corti. Un Arciere non potrà mai brandire una spada… a meno che non diventi una classe mista come l’Assassino.

Le classi avanzate sono le naturali evoluzioni delle prime classi e sono Distruttore (un guerriero più furioso che perde lo scudo guadagnando un martello o uno spadone a due mani), Stregone (un mago con incantesimi più potenti) e il Cacciatore (come l’Arciere, soltanto con un focus sull’arco passando da arco corto a arco lungo).

Le classi miste, più bilanciate, permettono l’incontro tra le sopra citate precedentemente lontane anni luce: Paladino (una classe Battlemage, guerrieri versatili che possono contare anche sulla magia) Assassino (personaggio eclettico che può utilizzare spade, scudi, archi e pugnali) e Arcier-Mago (un Arciere che ha sviluppato la capacità di utilizzare incantesimi e archi incantati).

Dragon's Dogma Dark Arisen Status e abilità
Ogni classe ha un rango e (poco chiare) abilità.

In Dragon’s Dogma: Dark Arisen cambiare le classi non è solo goloso: è divertente e consigliato per amore della sperimentazione. Quello che ci ha fatto storcere il naso, a fronte di tutta questa libertà, è la presenza di un solo file di salvataggio. Creare personaggi diversi con una diversa mentalità e un diverso approccio non è possibile, contro tutte le regole di un gioco di ruolo che si rispetti.

Una caratteristica di Dragon’s Dogma: Dark Arisen, che reitera il discorso della personalizzazione, è il sistema delle pedine, alleati provenienti da un altro mondo calati nel contesto e nella trama di gioco. Controllati dalla I.A., sono in poche parole i nostri compagni di viaggio con cui sarà possibile costruire un party variegato e adatto alle diverse esigenze del momento. Fino a tre pedine possono accompagnare l’Arisen, di cui una legata a doppio filo con il protagonista che sarà la nostra eterna spalla, da nominare e personalizzare. Le due rimanenti sono invece intercambiabili e reclutabili nel vasto mondo di gioco.

Dragon's Dogma Dark Arisen Pedina
La pedina principale, di nostra creazione, ci seguirà fino in capo al mondo.

Le pedine fungono anche da componente online per Dragon’s Dogma: Dark Arisen: sarà possibile, infatti, condividere le proprie pedine con gli altri giocatori e di rimando prenderne in prestito. Per questo sistema di scambio solidale non c’è bisogno nemmeno della sottoscrizione a Nintendo Switch Online, allargando molto la platea con cui è possibile fare questi scambi temporanei e remunerativi.

Sarà possibile “controllare” il comportamento della I.A. (ballerina) con tre comandi (avanti, qui, aiuto) e ricalibrare quello della pedina principale attraverso una sedia speciale nelle locande principali di Gransys. Le pedine faciliteranno non poco l’esperienza, a volte bloccando i nemici, altre investendoli con una fiammata o un martellone (a seconda della classe) facendo il lavoro sporco per noi, avendo anche la funzione di rivelare dettagli utili se interpellati o direzioni sulla missione in corso.

Dragon's Dogma Dark Arisen Pedina I.A.
È possibile ritoccare l’I.A. della pedina principale a seconda delle nostre strategie.

E sì che c’è un gran bisogno di direzioni a Gransys: abbiamo trovato una sensibile difficoltà d’orientamento, sia nella mini mappa in basso a sinistra che nella mappa a grande scala nel menù, spesso andando a tentoni, altre volte sperando che le pedine ci guidassero (sottolineiamo la parola sperando).

A questo bisogna aggiungere che non vi è una vera e propria distinzione tra missioni principali e secondarie, di cui Dragon’s Dogma: Dark Arisen è colmo. Non esiste un divisore, a parte quello logico e descrittivo, tra missioni più e meno importanti, contribuendo a una sensazione di spaesamento generale di cui avremmo fatto volentieri a meno e che mette di nuovo in primo piano l’esplorazione più che la storia principale.

Dragon's Dogma Dark Arisen Dungeon
Potevano mancare dungeon tenebrosi nel vasto mondo di Gransys?

Parlando di poca intuitività in Dragon’s Dogma: Dark Arisen manca all’appello anche una lista comprensiva delle abilità: esse si sbloccano man mano, comparendo solo arrivati a un certo livello, né c’è un segnalino che indica l’esclusività a una specifica classe (come per esempio succede per l’indossabilità delle armature).

Si brancola nel buio, in Dark Arisen: per fare un esempio pratico lampante, con l’Arciere abbiamo acquistato la facoltà di schivare con una capriola (e già che si debba acquistare dovrebbe far riflettere…), ma siamo stati capaci di utilizzarla soltanto una volta diventati Arcier-Mago. Niente e nessuno ci ha informato che un’abilità vitale come la schivata fosse appannaggio delle classi avanzate o miste (nonostante l’avessimo sbloccato con la classe iniziale).

Dragon's Dogma Dark Arisen Combattimento e Ogre
Gli ogre sono solo l’inizio del ricco bestiario del titolo.

Tra bande di goblin, fuorilegge, ogre, grifoni e tutte le creature fantastiche che Capcom ha scelto di includere nella sua IP fantasy, i frequenti combattimenti possono risultare un po’ caotici (soprattutto in presenza di maghi) caoticità che si esplica soprattutto nella modalità portatile per naturali motivi di schermo, dove la telecamera è leggermente più ingenerosa ed è più macchinoso girare la telecamera con l’analogico del joy-con destro.

Per i giocatori più navigati o in cerca di sfide, invece, Capcom viene incontro con l’Isola di Nerabisso, il cuore dell’espansione Dark Arisen, accessibile da subito tramite un NPC che compare sul molo del villaggio iniziale, Cassardis (soltanto di notte), che è consigliabile affrontare dopo la campagna principale per via della sua maggiore difficoltà.

Dragon's Dogma Dark Arisen Paesaggio
Prima che il sole sorga è possibile incontrare una donna collegata all’Isola di Nerabisso…

Dragon’s Dogma: Dark Arisen è un titolo molto vasto che sebbene mostri i segni del tempo in campo grafico si propone quasi come una summa dell’RPG di stampo classico. Arrivato su Nintendo Switch dopo aver rubato svariate ore sulle altre console, Capcom e QLOC sono riusciti in un piccolo miracolo. Viene concessa grande libertà al giocatore, soprattutto in fase di creazione del personaggio e relativi ripensamenti, ma ciò è innaturalmente controbilanciato da un solo file di salvataggio, una poca intuitività quasi artificiale causata da una bussola smagnetizzata e un sistema oscuro di rilevanza delle missioni e delle abilità per le nove classi disponibili. Le pedine, oltre a essere un sistema originale di scambio online tra Arisen, arricchiscono e variano in maniera ulteriore l’esperienza di gioco. In conclusione, c’è da dire che Dragon’s Dogma: Dark Arisen fallisce nel restituire quell’immersività di narrativa e di lore più presente in altri concorrenti, focalizzandosi su altri aspetti e promettendo una lunga ricerca per reclamare il proprio cuore.

8

Pro

  • Port equiparabile alle versioni più blasonate
  • Longevità
  • Profonda creazione del personaggio
  • Classi intercambiabili

Contro

  • Trama poco sentita
  • Un solo file di salvataggio
  • Orientamento ostico
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