Dropzone – Anteprima

Nei videogames come nella musica esiste un genere che nel corso degli anni si afferma con un accento predominante dettando quella che sarà la nuova tendenza. Dagli RTS degli anni 90, fino ai più recenti FPS, nell’ultima decade è arrivata la volta del MOBA. Per quelli che hanno vissuto su Marte sotto una roccia insieme a David Bowie fino ad adesso, l’acronimo MOBA sta per “Multiplayer Online Battle Arena”, ovvero un’arena virtuale solitamente divisa in lane (corsie) dove i giocatori si sfidano fra di loro per distruggere la base avversaria.

Tra le innumerevoli varianti del genere, il prossimo 15 febbraio uscirà per la piattaforma digitale Steam Dropzone, che aggiunge alcune meccaniche RTS alla minestra e permette a tutti quei giocatori che odiano profondamente il gioco di squadra, di comandare tre personaggi alla volta e di guidarli nella battaglia.

Dropzone

One man army

Dropzone cerca di reinventare l’ormai saturo genere dei MOBA, mantenendo le meccaniche principali pur permettendo un diverso controllo delle unità nell’arena virtuale. All’inizio di ogni partita verrà data la possibilità di comporre il team formato da tre robot, selezionabili da un roster di dodici personaggi – tutti con abilità e ruoli specifici – senza limitazioni: potremmo infatti scegliere la composizione che più ci aggrada, ad esempio selezionando due Tank e un DPS, oppure puntare su un team più bilanciato scegliendo un personaggio per ogni ruolo.

Per fortuna non ne possiede più di cento, e con una buona intuizione di quelle che sono le meccaniche sci-fi, sarà possibile comprendere a fondo lo stile di gioco che si vuole approcciare, creando combo abbastanza versatili e differenti, lasciando piena libertà alle decisioni del player.

Dropzone

Dopo aver avviato una prima partita, veniamo subito accolti da un semplice e breve tutorial che ci mostrerà le poche e semplice regole indispensabili per vincerla: i Kavash, creature insettoidi simili a grosse zecche, hanno preso il controllo dell’arena e sarà nostro compito sterminarli distruggendone i nidi. Ogni volta che un nido verrà distrutto, lascerà dietro di se dei core che, se portati sull’apposita piattaforma, conferiranno un punto alla squadra: al termine del tempo, la squadra che avrà consegnato più core vincerà la partita.


Un MOBA atipico

Come abbiamo già detto, anche se Dropzone prende in prestito le proprie meccaniche dal genere MOBA, cerca di rinventarle in un nuovo tipo di format. Per prima cosa le arene non saranno divise in vere e proprie lane con wave di minion da sconfiggere o torri o nuclei centrali da distruggere. Il gioco si presenta come una mappa a due penisole speculari divise da uno strapiombo, ma unite da delle piccole lingue di terra e dai “jump pad” (piattaforme attraverso le quali è possibile entrare nell’area nemica), permettendo approcci più stealth. Nella mappa sono inoltre presenti alcune zone nelle quali verrà richiesto di completare delle quest secondarie, garantendo un certo numero di punti alla squadra che riuscirà a portarle a termine.

Come è intuibile i personaggi potranno salire di livello durante le battaglie, ma la fondamentale assegnazione dell’esperienza è gestita diversamente dal solito: ogni qualvolta verrà raggiunto un nuovo livello sarà possibile decidere a quale dei robot assegnarlo. Con l’avanzare del livello non solo aumenteranno le statistiche dei danni e i punti salute, ma si andranno a sbloccare delle speciali abilità individuali, utili per dominare il campo di battaglia.

Dropzone

È gestita diversamente invece la questione delle uccisioni: anche se dopo un uccisione ci sarà comunque un tempo di respawn prefissato, questo non sarà né eccessivamente lungo, né tanto meno garantirà un eccessivo vantaggio sull’avanzamento dell’esperienza. Questa meccanica permette al gioco di mantenere un ritmo serrato, considerando anche la breve durata degli incontri che varia tra i dieci e i quindici minuti.


Micro-management

Il cuore del gameplay di Dropzone sta proprio nelle sue capacità di management, ovvero l’abilità del giocatore di gestire più unità contemporaneamente del suo gruppo. Tali abilità, fuse insieme a quelle del MOBA, creano un buon connubio fra strategia e livello di esperienza del giocatore. Oltre a una buona squadra, infatti, vincerà la battaglia colui che sarà in grado di mantenere meglio il controllo della situazione sul campo, poiché in situazioni già di per sé frenetiche, verrà chiamato a completare diversi eventi contemporaneamente.

La questione manageriale non è però ben accompagnata da una buona personalizzazione dei comandi: nonostante sia possibile creare dei sottogruppi di personaggi in modo da selezionarli velocemente, non sarà possibile creare punti di vedetta con cui spostarsi velocemente sulla mappa senza dover cliccare sulla onnipresente mini mappa in basso a destra. Anche se è vero che non stiamo parlando di comandi troppo complessi o mappe eccessivamente grandi, questa piccola aggiunta potrebbe fare molto piacere agli amanti del genere strategico visto che è una feature presente in quasi tutti i titoli.

Dropzone


Micro-transaction

Gameforge, famosa per titoli come Aion e O-game, ha deciso di lanciare Dropzone in modalità free-to-play inserendo però micro-transizioni all’interno nel gioco. Attraverso di esse sarà possibile comprare le ormai (troppo) famose loot crate, nelle quali troveremo nuove armi per i nostri personaggi. Queste migliorie non si fermano al comparto estetico, bensì ci danno un vantaggio anche in battaglia, con il rischio che possa diventare un PtW, (pay to win). Con tale consapevolezza, speriamo che Gameforge riesca a bilanciare il divario tra giocatori paganti e non, pur incassando i dovuti introiti, perché anche se tutti gli oggetti acquistabili possono essere ottenuti giocando, non vuol dire che il titolo riceverà solo note a suo favore.


Dropzone è un titolo divertente. Col giusto impegno potrebbe riuscire ad appassionare anche una buona fetta di nostalgici del real-time strategy (ricordiamo che buona parte degli sviluppatori proviene da Rise of Nations, Sparkypants Studios) nonché una buona fetta del pubblico MOBA. Facile agli inizi, ma davvero difficile da padroneggiare affondo: con le sue innumerevoli customizzazioni passive, le abilità, le armi, ogni partita riuscirà a darvi del filo da torcere. Con la speranza che non diventi il solito free to play ingannevole, andando ad intaccare cosi un titolo che altrimenti potrebbe dimostrarsi molto valido.

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