Dungeon Punks – Recensione

Nani, esseri demoniaci, divinità egizie, cavalieri indomiti, licantropi e lucertoloni, tutti insieme su una nave pirata volante al soldo di una giovanissima e procace corsara e immersi in un’atmosfera fantasy medievale. Niente di più improbabile, anacronistico e quantomeno strambo, eppure funziona. E funziona anche bene grazie a un divertente e ponderato lavoro dei dev di Hyper Awesome Entertainment che hanno rilasciato quest’estate Dungeon Punks per PS Vita e PS4.

Dungeon Punks

Gli amanti di hack’n’slash come Golden Axe impazziranno dalla gioia nel mettere le mani su un titolo come Dungeon Punks, che ripercorre fedelmente tutti gli elementi tipici del genere inserendo interessanti novità come l’interscambiabilità dei personaggi durante il gameplay e un tocco GDR studiato e ben sviluppato.

Infatti, nonostante visivamente il titolo ricordi anche troppo i picchiaduro a scorrimento orizzontale 2D che tanto andavano di moda negli anni ’90, le innovazioni apportate dal team di sviluppo svecchiano e ingolosiscono l’intera esperienza di gioco.

Dungeon Punks

Ci si ritrova a scegliere il proprio team, composto da quattro elementi in un roaster di sei personaggi dalle caratteristiche e dall’aspetto estremamente diversi: andiamo a vederli insieme nel dettaglio.

Il nano ha un elevata e resistenza a discapito di tutti gli altri parametri ma possiede la capacità di controllare pozioni e fuoco, il cavaliere ha una forza e destrezza elevati ma è lento e con poca propensione agli incantesimi a parte l’abilità tempesta che lo caratterizza in battaglia con immensi cicloni.

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Il Drakken, metà uomo e metà lucertola ha una velocità e una destrezza impressionanti e padroneggia i veleni, ma è praticamente privo di forza d’attacco fisica mentre il lupo mannaro stregato, il Were-Witch, ha forza moderata e può evocare spiriti e demoni che lo aiutino in battaglia.

Il demone Djinn ha una elevata velocità e propensione alla magia, forse in questo campo è il più dotato infatti, se i suoi attacchi colpiscono il bersaglio, hanno effetti devastanti. Infine chiude il set di personaggi giocabili lo Hierophant, una divinità egizia stranamente simile ad Anubi, con parametri nella media e una propensione per l’utilizzo di incantesimi di stordimento.

Dungeon Punks

Il gameplay in se affonda le sue radici nella semplicità e nell’azione sfrenata, mantenendo il suo tipico stile alla Golden Axe. Infatti in battaglia potremo utilizzare la nostra arma, lanciare incantesimi, proteggerci con il nostro scudo e sfruttare le combo e la barra del Mana che andranno a ricaricarsi man mano che i nostri avversari cadranno.

La barra del Mana ci permette di utilizzare le caratteristiche tipiche del nostro personaggio, mentre pian piano verrà anche caricata una barra della rabbia che, una volta piena, ci permetterà di effettuare un’attacco devastante a tutto schermo. Oggetti e pozioni verranno naturalmente rinvenuti nel terreno di gioco e, mentre i primi potranno essere equipaggiati solo a fine schema nelle sezioni di intermezzo nella nostra nave pirata volante, i secondi potranno essere utilizzati subito con effetti immediati.

Dungeon Punks

Una delle caratteristiche più divertenti è la possibilità di switchare il personaggio scelto in corsa. Se giocate da solo potrete passare al comando di uno dei quattro avatar a schermo, mentre se l’avventura verrà affrontata in multiplayer potrete scambiare il vostro personaggio solo con un altro, scelto prima dell’inizio dello schema e sempre controllato dall’IA quando è libero.

Questo pone una varietà al titolo maggiore nonché una maggiore longevità a patto di tenere sempre d’occhio le vostre “sostituzioni” affinché non si facciano sterminare prima di esservi d’aiuto. Può sembrare  un innovazione secondaria ma è estremamente efficace al fine del gioco in se, permettendovi di variare e in base alla vostra abilità e al vostro tempismo il vostro stile e anche di effettuare devastanti combo.

La componente GDR è semplice ma fornisce al titolo qualcosa in più in termini di giocabilità. Armi e artefatti equipaggiabili forniscono abilità uniche e compensano le caratteristiche dei personaggi permettendoci di livellare il nostro team e renderlo in grado di superare tutti e dodici i livelli di gioco.

Possono anche sembrare pochi, ma se contate che ognuno di questi contiene una decina di livelli e ognuno dei livelli andrà ripetuto più volte prima di venirne a capo vista la difficoltà crescente, capirete che il monte ore necessario per il completamento del titolo si assesta intorno alle 15 – 20 ore. Risultato onorevole per un titolo indie che pesa poco più di 300 mega e che costa 15 euro scarsi e oltretutto è cross buy.

Dungeon Punks

Questo naturalmente non significa che Dungeon Punks sia esente da difetti. Il lato tecnico ha evidenti lacune, prime tra tutte la legnosità dei movimenti e la staticità degli scenari. Anche da uno studio indipendente e da un idea così carina ci si aspetta una miglior cura dei dettagli, sopratutto in virtù della potenza, mal sfruttata in questo caso, di console next gen come la PS4.

Anche in termini di trama si poteva fare un po’ di più, le quest principali, quelle secondarie e la trama in se potevano essere più varie, anche se a dire il vero i dialoghi, (purtroppo solo in lingua inglese) sono divertenti e simpatici.

Dungeon Punks

Dungeon Punks è un titolo realizzato da uno studio indipendente che ha evidentemente un budget limitato e che ha notevoli margini di miglioramento e molte pecche, nonostante questo però regala ore di divertimento in semplicità, specialmente se giocato in multiplayer. Bilanciato nel gameplay e con una componente GDR che ne varia un po’ la giocabilità, si merita una piena sufficienza e forse anche qualcosa in più per aver solleticato gli amanti del retro game rispolverando il genere picchiaduro a scorrimento 2D tanto caro agli anni ’90.

6.5

Pro

  • Divertente e veloce
  • Nostalgico
  • Adatto al multiplayer

Contro

  • Datato sopratutto su PS4
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