Dungeon Siege III – Recensione Dungeon Siege 3

Obsidian Entertainment si sta sempre più specializzando in seguiti di grandi GDR di successo. Dopo avere infatti realizzato il controverso Fallout: New Vegas per Bioware, la software di Irvine ha sviluppato il terzo capitolo di uno degli action-rpg più amati, ossia Dungeon Siege, dopo quasi sei anni dall’uscita del secondo capitolo della serie. Dungeon Siege 3 è un titolo che propone il modello di gioco alla Diablo anche su console e tenta quindi di sdoganare pure su Ps3 e Xbox360 un genere considerato a esclusivo appannaggio dei videogiocatori su personal computer.

Noi cavalieri della Decima Legione

Questo terzo capitolo della saga è ambientato nel regno di Ehb. Il re è stato assassinato e così i fanatici religiosi guidati dal sanguinario Jayne Kassynder danno vita a feroci e indiscriminate rappresaglie per vendicare il proprio sovrano. Ad andarci di mezzo sono i membri della Decima Legione, stirpe di sacri guerrieri con il compito di proteggere il regno di Ehb, accusati ingiustamente come responsabili del misfatto. I superstiti a questo massacro decidono quindi di vivere nell’ombra per parecchi anni e organizzarsi per ritornare a difendere il tanto amato regno di Ehb. Noi, nei panni del personaggio selezionato, ci uniremo alla causa di riabilitazione della Decima Legione e girovagheremo quindi per le terre di Aranna affrontando mille avventure e pericoli. La trama è piuttosto classica e in pieno stile fantasy anche se si potrà godere di una certa varietà nella narrazione grazie alle varie linee di dialogo che portano alla luce diverse pieghe dello story telling. In molti dialoghi infatti ci verranno proposte delle scelte morali da effettuare, come ad esempio giustiziare o meno un nemico, che influenzeranno la storia in maniera importante, facendole prendere delle pieghe impreviste.


Un action-gdr con tutti i sacri crismi

Inizieremo il gioco selezionando il nostro alter-ego digitale. Potremo scegliere tra quattro personaggi: un Guerriero molto potente e vigoroso, una Cacciatrice esperta in armi da fuoco, un Mago esperto in scienze formidabile negli attacchi a distanza e una Mutaforma che può trasformarsi in creatura elementale in grado utilizzare sia armi da mischia che magia. La scelta del protagonista non influenzerà tanto la trama quanto piuttosto l’approccio alle varie battaglie. I combattimenti sono il vero aspetto preponderante di questo hack n’ slash vecchia scuola, resi piuttosto semplici e immediati per rendere il titolo non di nicchia ma fruibile da tutti i tipi di gamers. Una volta terminato il tutorial potremo immergerci nell’avventura vera e propria. Il combat system è basato su due differenti stance che potremo intercambiare in tempo reale. Il guerriero con cui abbiamo affrontato l’esperienza di gioco ad esempio, può comodamente alternare attacchi con scudo e spada corta a una gigantesca lama da brandire con entrambe le mani mentre l’elementale potrà cambiare forma. Ad aggiungersi a queste abilità caratteristiche possiamo trovare gli attacchi principali che si compongono di combo da tre o quattro colpi, la schivata, la parata e la possibilità di curarsi. Per le varie abilità è stato introdotto il concetto di focus, un’energia che si ricarica in base agli attacchi portati a segno e a come ci si difende. Potremo raccogliere anche dei globi luminosi per ricaricarci in maniera rapida. La salute invece è affidata, come abbiamo accennato prima, alla possibilità di automedicarsi. La componente strategica nei vari combattimenti è garantita dai vari approcci di lotta che comprendono lo scontro frontale o la possibilità di isolare i nemici per sconfiggerli a uno a uno. E’ presente anche la cosiddetta area d’influenza che se varcata assegnerà dei malus al nostro paladino e dei bonus ai nemici. Al nostro fianco troveremo sempre un personaggio guidato dall’AI che potremo selezionare all’inizio dell’avventura ma non potremo mai controllare in termini tattici. Il sistema di crescita del personaggio prevede invece la modifica degli attributi fisici e psichici in maniera automatica mentre i punti guadagnati in battaglia potranno essere utilizzati per ottenere nuovi talenti o accrescere maggiormente quelli già acquisiti. Le abilità attive aumentabili sono sia offensive che difensive così come la Maestria che altro non è che l’efficacia globale. Per ciò che concerne le abilità passive  potremo accrescerne gli effetti e in questo le centinaia di oggetti e armi che troveremo durante il nostro percorso ci aiuteranno non poco.


Orde e loot

Il gioco, da esponente del genere degli hack n’ slash di matrice classica, è fortemente ancorato ai numerosi combattimenti che ci ritroveremo ad affrontare e di conseguenza anche la sua longevità. Il progredire di questo dungeon crawler è molto lineare e prevede la successione delle varie missioni principali e secondarie. Si passerà dal ricercare  quindi antichi artefatti, a cercarne altri da distruggere, fino all’eliminare alcuni personaggi su commissione. Potremo scegliere se affrontare o ignorare sia gli incarichi principali che quelli secondari attivando o meno il tracciamento dell’obiettivo sulla mappa di gioco. Tra massacri vari, un po’ di backtracking e ricerca di oggetti magici e armi di ogni foggia, il gioco si può terminare in circa 10 ore. Sarete certamente invogliati comunque a rigiocare il titolo per sviluppare e scoprire le caratteristiche di un altro elemento del roster a disposizione. Peccato per la modalità cooperativa che soffre di un grave difetto strutturale per ciò che concerne l’online. In co-op infatti, due in locale e fino a quattro online, fondamentalmente non potremo godere dei vantaggi ottenuti durante la campagna in single player per quanto riguarda le caratteristiche del proprio personaggio e solamente chi hosta la partita potrà effettuare i salvataggi.


Bello da lontano, meno da vicino

Il comparto tecnico è più che sufficiente benchè leggermente altalenante. La modellazione poligonale dei vari personaggi è molto convincente anche se il dettaglio facciale non è sempre dei migliori ed è presente un effetto bloom nel livello di dettaglio e di zoom più elevato. Le animazioni in generale sono sempre di livello così come i vari effetti speciali ottimamente implementati. La visuale è affidata a una telecamera isometrica ibrida con due possibilità di zoom e che può essere ruotata sull’asse orizzontale. Nota di merito alla texturizzazione dei fondali, sempre molto curata. Per quanto riguarda il sonoro invece, gli effetti campionati sono più che sufficienti, il doppiaggio in inglese è molto buono mentre la colonna sonora risulta essere a tratti un po’ ripetitiva.  


Nonostante i difetti di un multiplayer affetto da problemi strutturali e una certa ripetività nella composizione di base del gioco, Dungeon Siege 3 si è dimostrato un titolo immediato e divertente, adatto sia agli esperti del genere sia a coloro che si approcciano per la prima volta a un titolo di questo tipo. Il gioco è un action-gdr solido e i suoi combattimenti frenetici vi intratterranno in maniera molto efficace.

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