Dynasty Warriors 6 Empires – Recensione Dynasty Warriors 6 Empires

Se esiste un titolo che è stato in grado di comparire praticamente su ogni console sin dall’uscita del suo primo capitolo, questo è sicuramente Dynasty Warriors, presente assieme a diversi spin-off sulla maggior parte delle piattaforme di gioco, casalinghe e non.
L’ennesima comparsa sull’hardware next-gen è Dynasty Warriors 6: Empires, versione aggiornata ed arricchita del già disponibile DW6, dotata di interessanti aggiunte quali elementi da board game ed editor di personaggi. Non più soltanto battaglie campali, dunque. Questa espansione consente infatti di mettersi nei panni di un eroe tenuto a prendere decisioni strategiche, oltre che a dimostrare la propria supremazia con la spada.
Ma vale la pena tornare sui campi di battaglia con questo "nuovo" capitolo?

Alla conquista della Cina

È un periodo di caos e guerre civili nell’antica Cina e solo un  intrepido condottiero potrà unificare il paese e divenirne imperatore: indovinate a chi spetterà l’onere e l’onore di fare tutto questo? Al giocatore ovviamente, che sarà chiamato ad impersonare uno dei protagonisti storici della saga o un nuovo eroe creato tramite l’editor. Una delle aggiunte presente in Empires è proprio quest’ultimo, uno strumento molto semplice ed intuitivo che permette la creazione di un personaggio in tutte le sue parti. Il personaggio viene costruito scegliendo le varie parti da una lista, ampliabile sbloccando nuovi elementi o tramite Xbox Live. Questa comprende faccia, acconciatura, busto, braccia, spalle, gambe e stivali per quanto riguarda l’aspetto fisico, ma non si limita a questo soltanto: le modifiche apportabili riguardano anche voce, nome, armi, stile di combattimento e abilità. Le nostre creazioni potranno unirsi a noi divenendo preziosi alleati, o perchè no, temibili avversari.
 

L’editor offre un discreto livello di personalizzazione

La trama, ispirata alla saga dei Tre Regni, è solo un pretesto per lanciare il giocatore nella moltitudine di scontri e missioni secondarie presenti nella modalità Empire, senza incidere troppo sull’esperienza di gioco e risultando, in definitiva, pressoché assente. L’evolversi della vicenda, infatti, dipende dalle nostre azioni: territori conquistati, alleanze stipulate ed alleati reclutati generano situazioni casuali, creando un minimo di varietà.
Sarà possibile scegliere se controllare una provincia (divenendo il Ruler), potendo così arruolare nuovi alleati, attaccare o usare le carte disponibili, o mettersi al servizio di qualche nobile (divenendo l’Officer), portando a termine gli incarichi da lui assegnati e quelli affidatici da terzi (gestibili tramite la sezione Events).
Scegliendo di eseguire gli ordini di un superiore, avremo a disposizione una lunga lista di missioni secondarie, quali ad esempio aiutare i contadini attaccati da pirati e briganti o consegnare in tempo dispacci e messaggi. Portandole a termine, accumuleremo velocemente denaro ed esperienza, anche se la conquista dei territori sarà più lenta in quanto disponibile solo su ordine del nostro leader.
Nel menù sarà possibile addestrare il nostro personaggio, potenziandolo con nuove abilità o aumentandone i parametri, tutti elementi acquistabili così come le nuove armi e addirittura i cavalli, per travolgere i nemici in battaglia.
Potremo comunque tradire il nostro signore e cambiare fazione ed alleati in ogni momento, cosa che potranno fare anche tutti gli altri personaggi controllati dall’I.A.: questo creerà un’imprevedibile susseguirsi di patti stipulati e violati.
Imprevedibile perchè non saranno le azioni svolte dagli altri condottieri a determinare le mosse di rivali ed alleati: il tutto avverrà casualmente, creando diverse incongruenze e svolgimenti insensati (alleanze e tradimenti inspiegabili tra un turno e l’altro, proposte di matrimonio gay e così via).
L’obiettivo, sia che siate voi il Ruler, sia che siate al servizio del lord di turno, rimarrà comunque il medesimo, ovvero l’unificazione del paese sotto il vostro comando.
Le sezioni Encyclopedia, che consente di approfondire dettagli storici con tanto di timeline, background dei personaggi e delle battaglie, e Gallery, con filmati, personaggi e bonus vari, saranno sicuramente gradite agli appassionati della serie.


…tra carte e spade

L’aggiunta più importante è sicuramente la possibilità di gestione della nostra campagna di conquista tramite una mappa simile ad un board game, con tanto di turni e carte abilità.
Sulla mappa tutto si svolge a turni, durante i quali potremo compiere azioni (come l’addestramento del personaggio) o svolgere qualche lavoro in qualità di Officer; aumentando il grado militare del nostro personaggio, poi, arriveremo a suggerire al nostro signore quali scelte fare, evitando di limitarci a seguire gli ordini.
Sarà inoltre possibile utilizzare diverse carte in grado di far pendere l’ago della bilancia dalla nostra parte durante i combattimenti, aumentando la potenza dei nostri attacchi, la nostra difesa, la velocità di movimento e così via.
 

Affettare decine di nemici con un solo colpo non è mai stato così semplice

Le basi del combattimento rimangono invariate rispetto al capitolo precedente; sia che siate un ufficiale, sia che siate un regnante, le battaglie seguiranno il medesimo schema.
Il movimento è in terza persona con visuale alle spalle del personaggio, mappa nell’angolo a destra dello schermo per orientarsi e telecamera ruotabile; i nemici si spazzano via tramite la pressione ripetuta di X, Y e B, corrispondenti rispettivamente ad attacchi normali, potenti e Musou. Per eseguire un attacco Musou è necessario riempire l’apposita barra eliminando gli avversari; una volta carica, sarà possibile sferrare un attacco devastante, in grado di sterminare centinaia di soldati in pochi secondi. Sarà inoltre possibile equipaggiare diverse abilità speciali, attivabili tramite la pressione dei grilletti e altri tasti, che forniranno vantaggi non indifferenti, come la possibilità di ripristinare parte della nostra salute, aumentare temporaneamente i parametri del personaggio e persino combattere a cavallo.
La tattica rasenta comunque lo zero, rendendo abbastanza ripetitivo e poco tecnico il gameplay. Tutto si risolverà infatti sferrando fendenti tramite la pressione ripetuta di tre tasti contro le orde di nemici in attesa di venir squartati. L’unico tentativo di dare  spessore ai combattimenti si traduce nella gestione e conquista delle varie basi, collegate da linee di rifornimento e rinforzi, che dovremo espugnare e difendere assieme ai nostri uomini; un tentativo discretamente riuscito, che riesce a dare sapore ad un gameplay altrimenti piuttosto grezzo.
Il tocco di tatticità donato dagli elementi strategici quali mappa, carte e controllo dei punti chiave non riesce comunque a compensare del tutto le meccaniche datate che, anche se ormai consolidate, risultano poco appetibili, anche a causa di un pesante orientamento verso un casuale button smashing.


Schermaglie in alta definizione

Il comparto tecnico non differisce molto da quello del precedente capitolo, risultando pressoché identico, mantenendo pregi e difetti. Il motore grafico è in grado di muovere decine, se non centinaia di personaggi contemporaneamente presentando rallentamenti minimi.
Va però detto che la grafica non è nulla di eccezionale per gli standard generazionali e che, anche se in movimento non sfigura, un’osservazione più attenta ne mette subito in evidenza le imperfezioni.
Il difetto più evidente è costituito dalle textures, poco dettagliate soprattutto per quanto riguarda l’ambiente, per nulla interattivo e decisamente spoglio, e i personaggi secondari.
I modelli poligonali risultano discreti, anche se a volte spigolosi, soprattutto sui soldati comuni, tutti identici e costruiti con modelli poligonali un gradino al di sotto di quelli degli eroi, scelta comprensibile visto il loro numero. Lo stesso vale per le animazioni, legnose e poco credibili, soprattutto sui personaggi di livello inferiore (quindi la stragrande maggioranza), mentre sono maggiormente curate quelle dei protagonisti e dei loro colpi.
Un altro difetto, residuo dei precedenti capitoli, è il fastidioso pop-up dei nemici, che si unisce a tanti piccoli fattori che, presi singolarmente sono trascurabili, ma tutti insieme riescono ad influire negativamente sull’esperienza di gioco.
 



Il lato tecnico ha un ampio margine di miglioramento

Il comparto sonoro può vantare una selezione di brani provenienti dai precedenti Dynasty Warriors, scelta sicuramente apprezzata dai fan di vecchia data. Verrà inoltre lasciata al giocatore la scelta della musica, da effettuarsi prima di ogni battaglia. Tutti gli eroi, anche quelli da noi creati, dei quali potremo modificare a piacimento la voce, ed i vari regnanti sono doppiati in inglese con un voice acting dalla discutibile qualità.

Conclusione

Dynasty Warrior 6: Empires si presenta come un’espansione del capitolo precedente, con alcune aggiunte interessanti.
La trama è pressoché inesistente: un pretesto per introdurre il giocatore alle conquiste che lo attendono.
Il gameplay rimane sostanzialmente invariato e si basa sulla frenetica (e non troppo tecnica) pressione di 3 tasti, tentando però di compensare la ripetitività di fondo con un sistema di controllo dei punti chiave della mappa.
Le aggiunte strategiche non si fermano qui; è stata infatti implementata una mappa che lascia a discrezione del giocatore come muoversi, come sfruttare le carte bonus e come gestire le alleanze. Per i tradizionalisti è comunque possibile saltare questa fase, mettendosi al servizio di un leader che assegna al giocatore gli ordini, tra una missione secondaria ed un addestramento.
Un’ulteriore aggiunta è l’editor di personaggi che, con poche mosse, consente la creazione di nuovi combattenti ritrovabili durante il gioco, sia con che contro di noi e che riesce un po’ a far fronte ad una certa ripetitività nei modelli degli stessi.
Tecnicamente i difetti sono troppi: personaggi che si materializzano dal nulla, textures e modelli pesantemente migliorabili, animazioni legnose, appena entro gli standard di questa generazione.
Il comparto audio propone brani ripresi dai precedenti capitoli, musiche non eccezionali ma capaci comunque di creare enfasi ed epicità negli scontri; peccato per il doppiaggio scialbo e poco carismatico.
Gradevole la presenza di extra come l’enciclopedia, ricca di informazioni su personaggi e periodo storico, con tanto di timeline, e la galleria con filmati e modelli degli eroi.

In definitiva un prodotto acerbo, adatto ai fan della saga o a chi ha apprezzato particolarmente DW6. Tutti gli altri lo troveranno un gioco ormai vecchio, innovato appena dall’aggiunta degli elementi tattici: niente di particolarmente brillante o capace di distinguersi nel marasma odierno di titoli.

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