Einhander – Recensione Einhander

Solo RPG? Non proprio..

Dite la verità, quando sentite nominare la Squaresoft non potete fare a meno di collegare il nome di questa illustre software house all’immensa saga di Final Fantasy, o di Kingdom Hearts. Forse anche a flop clamorosi come Driving Emotion Type-S, ma viene identificata principalmente come produttore di RPG di qualità. Ma sappiamo benissimo che una software house non può vivere di un solo genere (la dimostrazione più lampante è la Polyphony Digital che pubblicò lo sparatutto Omega Boost, dopo essersi dedicata principalmente a giochi di guida) ed è qui che introduciamo il discorso Einhander, primo e unico shoot’em up a scorrimento poligonale realizzato dalla casa nipponica. Poligonale, avete capito bene. Mentre la maggior parte degli sparatutto a scorrimento sfoggiavano un aspetto tipicamente 2D, nel più puro stile coin-op, la Square optò per una messa in scena che per i tempi era impeccabile, ma ciò era dovuto anche all’equilibrio impressionante di giocabilità e longevità complessiva. Analizziamolo più nello specifico.

Non voglio mica la luna… o forse sì?

Il setting del gioco prende forma in un futuro cupo e decadente, che ricorda molto da vicino quelli proposti da capolavori della fantascienza come Blade Runner.

Ci troveremo coinvolti nel bel mezzo di una guerra fra la Terra e la colonia lunare di Selene, che attacca il nostro pianeta per minarne le risorse naturali, nonostante sia già stata ampiamente distrutta durante il "Primo Conflitto Lunare" (secondo la trama di fondo del gioco). Noi ci troveremo schierati dalla parte di Selene, e interpretiamo il ruolo di pilota di una sofisticatissima astronave da guerra, l’Einhander appunto. Nel corso del plot, ci accorgeremo che forse gli ordini che provengono dal quartier generale iniziano a essere privi di senso e ci potremmo trovare perfino a combattere contro i nostri alleati. Nonostante la trama sia ben concepita sembra non abbia molta visibilità nel gioco in sè, il quale è concentrato sull’azione senza sosta. A questo proposito, bisogna affermare che Einhander presenta una longevità ottima, con molti livelli da affrontare, sia sulla Terra che nello spazio infinito, in cui ci troveremo di fronte a molteplici nemici di vari tipi, spingendoci a prendere confidenza con vari tipi di armamenti che ci troveremo a utilizzare. A questo proposito è interessante il modo in cui possiamo usufruire dell’equipaggiamento: lo preleveremo direttamente dalle lamiere dei nemici uccisi tramite un braccio meccanico, che ci permette di usare queste risorse avversarie come arma secondaria. La conoscenza e il sapiente utilizzo di ognuna di queste sarà cruciale per arrivare fino alla fine del gioco, dove dovremo vedercela con nemici decisamente potenti. Inoltre, ad aggiungere quel pizzico di sfida in più ci pensano i boss di fine livello. Mastodontici e pericolosi, faranno di tutto per sbarrarci la strada lungo le varie aree di gioco e ne troveremo di difficoltà sempre crescente, come ogni sparatutto che si rispetti.

Se conoscete bene Willy E. Coyote, un bel cartello con su scritto "Yikes!" in questo momento ci sta bene.

2.5 D

Incredibile, vero? Già, la grafica di questo sparatutto targato Square è in 2.5D. Non è uno scherzo di cattivo gusto, ma il motore grafico sviluppato appositamente per il gioco. In parole povere si tratta di una versione "alleggerita" del 3D, che si mantiene in una visualizzazione orizzontale per la maggior parte del gioco, salvo alcuni momenti in cui l’angolo di visuale può comunque mutare, lasciando comunque invariata la dinamica del movimento del gioco che rimane dunque confinata a due vie (alto-basso e sinistra-destra). Una sorta di evoluzione della grafica dei primi shoot’em up da sala giochi. Nonostante potesse risultare un po’ ridicolo a prima vista, era una delle innovazioni principali offerte dal titolo e contribuì non poco a fare la sua fortuna, anche per la stupefacente qualità con cui erano realizzati scenari di gioco, navette e nemici. A questo proposito vorrei porre l’accento sulla cura estrema riposta nella realizzazione degli scenari, che presentano elementi onnipresenti in una decadente metropoli futuristica come messaggi pubblicitari volutamente distorti e insegne luminose al neon (che ci sarà anche possibile distruggere). Anche i filmati in FMV sono stati realizzati con la stessa cura e, oltre ad aggiornarci sullo svolgimento della trama, ci danno un assaggio del leitmotiv che accompagnerà la Square negli anni a venire: qualità di produzione assoluta. Einhander è una delle prime dimostrazioni.

Sparate a vista!

Se avete già avuto a che fare con classici del genere come R-Type, più o meno avete già un’idea di come comportarvi alla vista dei nemici. Sparate senza pietà! Scherzi a parte, la giocabilità di Einhander si concentra su tutti i classici elementi degli shoot’em up a scorrimento. Rapidità nei movimenti e rapidità nel prendere decisioni circa le armi da utilizzare saranno la chiave per riuscire a portare a termine ogni livello di gioco. Dovremo essere in grado di destreggiarci contro i vari boss di fine livello (molti di questi saranno semplicemente enormi e si muoveranno in modo da ostacolarci totalmente). Non c’è molto da dire sulle dinamiche di movimento, in quanto potremo solo spostare il nostro mezzo in alto o in basso e a sinistra o a destra. Ma d’altronde, non sono mai state necessarie delle acrobazie per portare a termine uno sparatutto a scorrimento orizzontale.

"Ne rimarrà soltanto uno!"

 

Souni dal futuro

La colonna sonora di Einhander vanta il primato di essere stata la prima di un titolo Squaresoft composta interamente da brani di musica techno e dei suoi sottogeneri relativi. Il sound set è stato realizzato da Kenichiro Fukui e comprende brani che spaziano dalla progressive house, alla musica jungle, passando anche per generi in cui regna incontrastato il pianoforte e le sonorità della musica d’opera. La OST è uno dei punti forti del gioco e il suo successo è stato tale che è stata ristampata nel 2007 per la vendita su CD (solo in Giappone). Lo score musicale, infatti contribuirà non poco a immergerci nel mood complessivo del titolo, utilizzando dei temi musicali efficaci e con una buona qualità di composizione. Nulla di speciale per quanto riguarda gli effetti sonori, che non si discostano di molto dai classici temi degli shoot’em up: esplosioni, spari, effetti di contorno che arricchiscono ulteriormente il sound set del gioco, senza però intaccare la magnificenza dello score musicale.

Ho giocato a cose che voi umani…

L’ora dei giudizi finali. E il verdetto è: Einhander non è il solito shoot’em up. Per quanto proponga nella giocabilità elementi già noti che si ripropongono in ogni titolo di questo genere, questo titolo di casa Square sorprende per la qualità delle ambientazioni in cui ci troviamo a combattere, specchio di una realtà post-apocalittica riprodotta in modo eccellente. Inoltre, la trama è un elemento che a differenza degli altri titoli riesce a fare la voce grossa, collegando i vari punti cruciali con filmati di qualità. Certo, non penseremo molto nel mentre che saremo occupati a sbarazzarci del maggior numero possibile di nemici o a freddare i vari boss di fine livello, ma ci fornisce un incentivo in più per continuare ad avanzare. E premere il tasto "Continue" a ogni nostra sconfitta. Il suo difetto principale è forse la curva di difficoltà un po’ ripida per quanto riguarda gli avversari da fronteggiare, che forse non si adatterà a molti, ma una volta che sarete scaltri a sufficienza, niente e nessuno potrà fermarvi. Una piccola curiosità: il gioco è stato rilasciato unicamente in Giappone in versione NTSC. Ciò significa che è ampiamente reperibile sul mercato dell’importazione parallela e ci darà la possibilità di beneficiare di un ottimo titolo da giocare senza cambiamenti alla trama o bande nere. E ne vale davvero la pena.

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