Endless Ocean: Blue World – Recensione Endless Ocean 2: Avventure Negli Abissi

Gioco di nicchia e gioco casual, i due estremi del mondo videoludico. Il mercato dei giochi di nicchia è povero, bistrattato e sottovalutato, ma ciò non rispecchia la qualità dei titoli appartenenti a questo settore, infatti basta citare: Madworld, Little King’s Story e No more Heroes, alcuni tra i prodotti migliori per Wii, accolti però in maniera fredda dal pubblico, per la maggiore casual, a cui la console ammiraglia di casa Nintendo deve il successo. Appunto questo tipo di mercato, di contro, risulta senza dubbio il più ricco, con titoli dedicati ai così detti non giocatori, ma la cui qualità non si avvicina neanche lontanamente ai videogames poco sopra citati, tranne che per qualche raro caso.

Uscito ormai più di due anni orsono Endless Ocean incarna forse l’unico prodotto che riesce ad essere allo stesso tempo di nicchia e casual, grazie a elementi quali un gameplay immediato e facilmente fruibile da chiunque e l’assenza totale del game-over, accompagnato da una struttura di gioco lenta e ragionata che lo rendeva un titolo non adatto a tutti. Nonostante l’estrema particolarità, il gioco riuscì a vendere un milione di copie; dato il successo, Nintendo pubblica il seguito: Endless ocean 2, sviluppato dai ragazzi di Arika intenzionati a limare i difetti del primo capitolo. 

 

 

Il canto maledetto

Il primo Endless Ocean non aveva una vera e propria storyline e quindi non spingeva l’utente a continuare l’avventura, che comunque risultava abbastanza varia. Con il secondo capitolo gli sviluppatori hanno voluto rimediare a questa mancanza costruendo un plot narrativo di tutto rispetto e raccontato in maniera particolare, cominciando dal livello finale per poi ritornare, con un lungo flash back, indietro di un anno. Un clichè narrativo più volte utilizzato sia nei film che nei videogiochi e che quindi non innova nulla, ma rende comunque interessante la nostra avventura in giro per il mondo. Impersoneremo un giovane studente universitario, che incuriosito da una leggenda: "Il canto dei draghi", interrompe gli studi e parte alla volta della repubblica di Baoru. Durante l’avventura incontreremo diversi personaggi, tutti discretamente caratterizzati, con i quali interagiremo nel corso delle fasi di gioco e che ci aiuteranno nelle esplorazioni di zone apparentemente impossibili da analizzare. Bisogna dire che la storia, ma in generale tutto il gioco, inizialmente parte molto a rilento, però appena superato il primo paio d’ore si inizia a vedere il vero valore dell’ultima opera firmata Nintendo.

I sommozzatori

Appena iniziata l’avventura, ci verranno fatte un paio di domande, utili per personalizzare un minimo il nostro alter ego, che però si limitano al sesso, al colore della pelle e ai tratti somatici: marcati o gentili. Il sistema di controllo è affidato al solo Wiimote, tuttavia tale scelta si è rivelata azzeccata, dal momento che si ha il controllo totale del personaggio, la telecamera ci seguirà con un’inquadratura in terza persona, ma è presente anche una visuale in prima utile per ammirare le meraviglie subacquee. Segnaliamo qualche problema con la gestione della camera che, in alcuni (rari) casi, non seguirà il protagonista con il dovuto tempismo, soprattutto con i cambi di direzione nell’esplorazione di luoghi stretti come antiche rovine.

 

 

 

E’ proprio sull’esplorazione che si basa il gameplay di Endless Ocean 2. Veniamo catapultati nelle profondità marine alla ricerca di indizi utili per la risoluzione del mistero legato al canto dei draghi. E’ durante queste fasi che si intravede il maggiore difetto del gioco: un’azione lenta, ragionata e riflessiva, ben lontana dalla frenesia degli ultimi titoli usciti e che rende questo gioco completamente diverso dalla massa e per questo difficilmente catalogabile all’interno di uno dei numerosi generi videoludici. Se dobbiamo proprio etichettare quest’opera allora possiamo definirla un’avventura, di quelle che non se ne vedono da tempo, con l’esplorazione a fare da fulcro e i combattimenti completamente inesistenti, a meno che non si considerino tali le sequenze in cui usiamo un pulsar per calmare le bestie inferocite.

Proprio oggetti come questo ci rendono la vita più semplice durante le immersioni, come ad esempio un multisensore che utilizziamo per trovare oggetti nascosti e in grado di riconoscere anche il materiale di cui sono fatti tali arnesi. Proprio da questi particolari si intuisce la profondità di Endless Ocean 2, infatti non basterà girovagare per il fondo marino senza alcuna accortezza, ma dovremo tenere sott’occhio l’ossigeno che ci rimane nella bombola, la profondità a cui ci troviamo, la bussola per orientarci e utilizzare le particolari funzioni degli oggetti a nostra disposizione, adoperabili nella risoluzione di alcuni puzzle ambientali.

In precedenza abbiamo parlato della lentezza con cui inizia l’avventura, infatti le mansioni che potremo compiere durante le prime ore di gioco sono davvero poche, e ciò potrebbe scoraggiare i giocatori un po’ meno smaliziati, ma superata questa parte introduttiva, il gioco mostrerà tutto quello che è in grado di offrire, di sicuro il pregio più grande di tutta la produzione è appunto la grandissima varietà e quantità di "cose da fare": da guida a fotografo, da cacciatore di tesori ad addestratore di delfini, da esploratore a ricercatore, sarà davvero difficile annoiarsi. L’attenzione ai dettagli riposta nella realizzazione di questo titolo, traspare dalla grande quantità di pesci e animali marini presenti, ognuno dei quali corredato di relativa scheda descrittiva nella quale viene relazionato il comportamento e le caratteristiche dell’animale in questione. E’ possibile, quindi, definire educativo l’intero lavoro svolto dagli sviluppatori, dal quale è palese la passione messa nella produzione del titolo, che trascende il vero significato di videogioco e lo trasforma in un’esperienza sensoriale costruttiva e appagante, che oggi è raro vedere in mezzo a tanta violenza e superficialità.

 

 

 

Fauna e flora

Come la fauna anche l’habitat naturale è reso alla perfezione, con zone da esplorare vaste e varie: le ambientazioni alternano i vari oceani alle gelide acque artiche, quelle fangose di un fiume a quelle cristalline del mar Egeo. Ovviamente ogni luogo ha la relativa fauna, con animali che vivono in specifiche aree e profondità. Incredibile come i ragazzi di Arika, siano riusciti a ricreare un mondo vivo e credibile, che anche graficamente risulta ben realizzato, con modelli degli animali ottimi e scenari vastissimi, ottime anche le animazioni del protagonista, un po’ ripetitive quelle dei pesci; da dimenticare invece la realizzazione della flora marina davvero inguardabile. Fuori dall’acqua la grafica perde qualcosa, con delle animazioni troppo legnose e dei modelli poligonali un po’ approssimativi, ma non ce la sentiamo di penalizzare il lavoro svolto vista la qualità della veste grafica, che rimane una delle migliori apprezzabili su Wii.

La musica cambia (ed è proprio il caso di dirlo) andando a valutare l’accompagnamento sonoro del titolo, qualitativamente al di sotto del predecessore, con brani ripetitivo e poco ispirati, però il giudizio viene parzialmente risollevato da delle musiche su licenza davvero belle ed evocative. Da segnalare il mancato doppiaggio, a nostro avviso fondamentale vista la grande quantità di testi scritti che raccontano la vicenda narrata, inoltre è stata eliminata la possibilità di personalizzare la colonna sonora con brani presi dalla propria scheda sd.

La longevità è garantita dal gran numero di missioni da svolgere in giro per il mondo, ma se proprio dobbiamo dare un quantitativo in ore, per portare a termine l’avventura principale, ce ne vogliono 8-9. Fermarsi al completamento della storia è alquanto riduttivo, difatti è proprio nelle side quest che il gioco mostra il suo vero valore con una varietà e quantità incredibile di compiti da portare a termine, che praticamente raddoppiano la vita del gioco. Infine segnaliamo una modalità online nella quale è possibile esplorare insieme ad un amico i fondali marini, e con il quale è possibile parlare in tutta libertà grazie al supporto del WiiSpeak.

 

Commento

 

Lento, molto lento, forse troppo. E’ l’aggettivo che rende meglio l’idea del difetto più grande, forse l’unico, di tutta la produzione, ciò rende il gioco apprezzabile da pochi e scartato a priori da chi cerca un’azione veloce e frenetica. Se riuscirete a sorvolare su questo aspetto del titolo, vi ritroverete tra le mani un gioco rilassante, educativo, originale e anche divertente, ma questo al costo di molte ore passate a seguire i dialoghi fra i protagonisti, che potrebbero scoraggiare i meno avvezzi alla lettura. Endless ocean 2, quindi, è un prodotto che racchiude sotto la definizione di semplice videogioco, una esperienza sensoriale in grado di ammaliare i più calmi e riflessivi giocatori, con al suo interno una vera e propria enciclopedia marina dove con un certosino lavoro, gli sviluppatori sono riusciti a creare il primo documentario videoludico, nel quale interagire con un mondo subacqueo vivo e credibile imparando anche qualcosa. Come già detto il videogame non è per tutti, risultando estremamente di nicchia e relegato ad una fetta d’utenza molto più piccola di quel che effettivamente merita questa pacata e magica avventura.

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