Fable III – Recensione Fable 3

Ogni anno Fable si rende protagonista dell’annuncio più rombante di sempre: le innovazioni, secondo Molyneux, sviluppatore e ideatore del soggetto, si susseguono sempre più di anno in anno creando sempre più il videogioco definitivo. Col tempo però abbiamo imparato a prendere con le pinze le dichiarazioni del manager della Lionhead e anche stavolta sembra proprio che Molyneux abbia esagerato: Fable 3 non è l’innovazione che tanto si era annunciata e che doveva arrivare in pompa magna sotto gli occhi di tutti. Un buon lavoro, sicuramente, degno di nota come ogni produzione legata alla sceneggiatura di Albion, ma è il caso di creare così tante aspettative che poi, puntualmente, vengono smentite in sede di prova?

Anche un pollo con degli alleati diventa un re

Un pollo, bianco, tra tante galline. Stanno andando tutti al macello, in un carretto, chiusi in gabbia, quando all’improvviso un uomo apre la cassa per dare uno spiraglio di luce: quel pollo vuole scappare, vuole creare una rivoluzione, e salta in testa al suo mattatore per scappare tra la folla. Corre, prova a volare, ma finisce rovinosamente dapprima in una catena di montaggio dell’era industriale dove viene chiuso in una teiera, poi trasportato come oggetto da tavolo fino al castello dove il cuoco di corte affila un’accetta e si prodiga per tagliargli il collo. Inizia la sua seconda fuga, prova a salvarsi: arriva in giardino e vede dei gabbiani dinanzi a sé. Questi agitano le ali, come se volessero invitarlo a scappare in cielo: il pollo ci prova, ci riprova, ma si alza di pochi centimetri da terra; i gabbiani volano e scappano via nel vedere il cuoco brandire un’arma affilata. Del pollo, invece, alla fine si vedranno poche piume volare in cielo dopo un grido di dolore e di morte. Era solo e ha perso.

Ci troviamo 50 anni dopo le vicende di Fable 2, avvenute sempre in quel di Albion: il protagonista del precedente episodio ha vissuto da Re, come grande eroe, e ha lasciato al mondo due figli: il primogenito è salito al trono, come usanza delle successioni, e il secondo è stato investito del titolo di principe e riesce più facilmente a godere della vita mondana. La nostra storia ad Albion però si lancia subito nel pieno dell’avventura: nostro fratello sta avviando un regno del terrore e il nostro compito è fermarlo in qualche modo, ma ben presto scopriremo come l’esercito di un re è sempre più forte di un solo uomo. Proprio come il pollo. La necessità di non essere soli è grande e il bisogno di creare il nostro esercito lo è altrettanto. Il popolo di Albion ha bisogno di un nuovo Eroe per debellare il re e noi siamo quell’eroe.

Alleati per il bene comune

Fable 3 ci permetterà di vestire i panni sia di un uomo che di una donna, un principe o una principessa, come consuetudine di ogni capitolo della saga. La peculiarità che distinguerà il nostro attuale protagonista dai precedenti è la voce: Molyneux pare abbia messo la parola "basta" agli eroi senza voce e anche se non avremo modo di assistere a grandissimi monologhi o conversazioni d’alta classe, poter avere una voce è un piacere ritrovato. Per quanto riguarda il resto del gameplay sarà bene iniziare dalle innovazioni del caso evitando di riportare tutto ciò che nella saga di Fable resta identico dal principio e risulta inutile modificare.

Sicuramente la prima cosa che noteremo è rappresentata dal menù di pausa, lungi dall’essere una lista di opzioni selezionabili e grandemente modificato per poter offrire un’esperienza con più profondità. Il Santuario, come viene chiamato il menù, ci permetterà di camminare, correre, usare le armi contro il vento e l’aria, e gestire tutto il nostro patrimonio: all’ingresso avremo la cuccia del cane, col quale potremo interagire, cambiare nome e semplicemente osservarlo mentre riposa; una teca dove verranno raccolti tutti i regali che ci vengono fatti e che potremo scartare; una mappa al centro della stanza che ci permette di viaggiare di posto in posto; una bacheca dove verranno affisse tutte le promesse fatte ai diversi NPC incontrati nella nostra epopea e, infine, l’ingresso alle cinque stanze clou della nostra avventura: il camerino, con accessori, tatuaggi e vestiti da indossare; l’armeria, con le armi base da prendere gratuitamente e le successive da gestire a seconda dei potenziamenti; la sala dei trofei, dove potrete vedere gli obiettivi sbloccati, il vostro patrimonio gettato sul pavimento a mo’ di deposito di Scrooge e i trofei raccolti completando alcune missioni, tutti esposti su comode librerie; infine avremo la stanza degli amici dove potrete, oltre allo scaricare pacchetti di armi e armature aggiuntive, avviare la modalità in cooperativa con qualche amico, necessariamente connessi tramite XboxLive.

La prima volta che accederemo al Santuario sarà successivamente alle spiegazioni effettuate da Theresa, la veggente che avevamo già conosciuto ai tempi di Fable 2, sullo sviluppo del nostro personaggio: in questo capitolo si è deciso di mutare completamente la condizione del level up, creando un sistema abbastanza rapido ma anche per niente difficoltoso. Accumuleremo, uccidendo nemici, aiutando persone, completando missioni, scavando per ottenere tesori, dei raccolti di energia blu che andranno a riunirsi in Stemmi della Gilda: tali stemmi verranno poi usati per aprire delle casse del tesoro, sparse lungo la Strada del Trono, che vi daranno dei potenziamenti. Per avanzare degli esempi tangibili, potremo portare le nostre capacità magiche al livello successivo usando 20 stemmi della Gilda; potremo sbloccare nuove espressioni facciali con 5 stemmi o ancora sbloccare le attività da imprenditore con 10 stemmi. Ovviamente raccogliere così tanti stemmi non sarà facile, ma comunque abbastanza immediato qualora vogliate gettarvi a capofitto nelle diverse missioni disponibili. Potrete accedere, inoltre, alla Strada del Trono, in qualsiasi momento, così da potervi potenziare quando lo riterrete più comodo. Ovviamente la Strada è divisa in sezioni e non saranno tutte aperte sin da subito: per aprirle infatti avrete bisogno di trovarvi degli alleati e di procedere nella storia in tal senso, andando a giustificare il vero senso di Fable 3, ovvero l’alleanza.

Combattere lo stesso nemico

Passiamo ora a quelle che sono le conferme di Fable 3, ovvero il combattimento e la gestione dei rapporti interpersonali: partendo dal primo avremo a disposizioni, come sempre, la magia, le armi corpo a corpo e le armi da fuoco. Tutte e tre le funzioni sono utilizzabili con i rispettivi pulsanti e ci permetteranno di gestire al meglio combo che riusciranno ad unire le tre realtà tra loro: sarà in alcuni casi macchinoso passare rapidamente da un colpo magico ad un colpo di pistola, ma l’effetto è comunque buono e realistico. Inoltre, con la sparizione, tanto annunciata e acclamata dagli sviluppatori, delle barre che indicano le condizioni vitali e la riserva magica, avremo una vita leggermente migliore di quanto ci si potesse aspettare: potremo usare la magia in ogni momento e con una qualsiasi entità, basterà infatti tenere premuto più a lungo il tasto B per rilasciare un potente attacco a lungo raggio o, puntando l’avversario desiderato, diretto ad un solo obiettivo. Per quanto riguarda invece il riconoscere le nostre condizioni precarie, se pensavate che avreste visto arrancare la vostra protesi digitale come potrebbe accadere in un fps siete sulla strada sbagliata: semplicemente vi sarà consigliato, dal pannello oggetti utilizzabile tramite la croce direzionale, di utilizzare una pozione per curarvi. La situazione diventa più ostica dinanzi alle battaglie con i boss, dei quali non sapremo le condizioni vitali e quanto manca per vederlo arrancare al suolo, vinto.

Nel pannello oggetti, oltre alle pozioni, avremo la possibilità di utilizzare anche due diversi poteri, disponibili sin da subito: il rallentatore di tempo, che ci permetterà di velocizzare i nostri movimenti a discapito degli avversari, e l’invocazione di anime, che ci porterà ad avere il supporto di due scheletri che andranno a distrarre i nostri avversari. Per il resto avremo le già citate pozioni per recuperare vitalità e le più banali funzioni della fede nunziale per contrarre matrimonio o del libro abilità per insegnare qualcosa di nuovo al vostro cane, fedele compagno di avventure. Per quest’ultimo, qualora vi fossero dubbi, non vi sono novità: abbaia quando ci sono nemici o tesori o bisogna scavare, e qualora un vostro avversario venisse scaraventato al suolo arriverà a morderlo per aiutarvi nella lotta.

Nel commercio, la gestione dei lavori, i guadagni dall’acquisto di case, i rapporti con le varie persone e la possibilità di contrarre matrimonio e avere dei figli, tutto resta invariato confermando una formazione vincente che non è necessario cambiare.


Albion si veste di primavera

Graficamente Fable 3 si assesta su un livello fiabesco di grande classe: mentre tutti si concentrano a ricreare esplosioni di alto livello ed effetti di luce di grande livello, Fable si preoccupa esclusivamente di lanciarci in una realtà letteralmente immaginaria e sognatrice. Tutte le ambientazioni sono ben realizzate e ogni buco forestale è esplorabile grazie anche al supporto del nostro fedele amico a quattro zampe: magari non tutto sarà perfetto dato che spesso, quando ad esempio andremo a scavare il terreno per trovare qualche tesoro si creeranno delle collisioni delle texture facendo magari sovrapporre il cane alla terra e cose simili; situazioni poco piacevoli per gli occhi ma magari potremmo anche chiuderli in quel momento per poi riaprirli dinanzi al nuovo panorama dell’orizzonte di Albion. Anche i movimenti di tutti gli abitanti di Albion sono più reali e snodati come anche durante il combattimento, quando potremo portarci l’arma dietro la schiena e sparare o magari destreggiarci in alcuni colpi di stile con la magia lanciabile in ogni direzione come una vera macchina spara magia.

A livello sonoro troviamo una buona colonna sonora che ci accompagna degnamente in ogni situazione e troviamo un doppiaggio a buoni livelli: magari qualche voce non sarà perfetta, come solito del doppiaggio italiano, ci sarà qualche velocità di battuta, qualche situazione leggermente rovinata, ma nel complesso ci troviamo con qualcosa di ben architettato.

Curiosando nel finale

Fable 3, insomma, crea una fusione fondamentale tra l’attività sociale, l’avventura prettamente tale come videogioco e l’aspetto combattente di un action. Socialmente abbiamo sicuramente delle innovazioni simpatiche e stilisticamente parlando davvero eccellenti: il matrimonio ora non è più il banale atto della proposta e della consegna dell’anello; avremo la possibilità di scegliere dove far avvenire la cerimonia, creando così malcontento o contentezza nella nostra partner; condurla successivamente nei pressi di un letto e decidere, qualora si trattasse di una unione eterosessuale (In Fable 3 avremo la possibilità di effettuare unioni omosessuali) di concepire un figlio, nel caso di rapporto non protetto: la vostra prole crescerà, vostra moglie avrà bisogno di essere curata ogni tanto e ovviamente rispettata, pena il divorzio. Potrete anche decidere di mandarla a lavorare in una delle vostre fabbriche o in una delle tante sparse nell’industrializzata Albion: magari morirà di fatica, magari guadagnerà tanto, magari non succederà niente, ma in caso di dipartita dovrete assolutamente trovare una badante per vostro figlio e sperare che anche questa regga alla fatica.

Fable 3 resta impresso per la capacità di fondere tutte queste realtà, di creare un’esperienza di gioco interessante ma davvero troppo facile. Provate a morire una sola volta in tutto il gioco: non ce la farete. L’unica variante che può mutare le vostre condizioni videoludiche e la vostra esperienza saranno le decisioni che prenderete nel corso della vostra avventura, legate alle solite condizioni di benevolenza e cattiveria. Per il resto come longevità possiamo dire di essere pienamente soddisfatti: per terminare l’avventura basteranno, sì, venti ore o qualcosina di più, ma provate a mettere su un vero e proprio regno autonomo e a far crescere le vostre tasche in maniera spropositata: sicuramente avrete numerose ore di piacere da trascorrere.

Ce n’è voluto per trovare un’esperienza degna di nota, ma resta comunque un’aspettativa troppo grande che non è stata rispettata: l’innovazione non c’è stata, ma Fable 3 è comunque un gioco da acquistare e conservare nel corso degli anni.

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