Fallout 3: The Pitt – Recensione Fallout 3: The Pitt

Dopo Operation Anchorage fa la sua comparsa The Pitt, secondo della serie di contenuti scaricabili curata dalla Bethesda. La formula è sempre la stessa: offrire contenuti aggiuntivi a prezzi ridotti entro limiti di tempo abbastanza corti. Operation Anchorage ha offerto una maggiore componente d’azione a discapito di quella ruolistica: sarà riuscito The Pitt a colmare questa lacuna?

 



Schiavi al lavoro: sarete il loro salvatore o oppressore? A voi la scelta.


Lavoro libero

Captata una particolare frequenza radio non appena rientreremo nel gioco (un po’ come accadeva per Anchorage) potremo seguirne la traccia: all’arrivo nel luogo stabilito, troverete un uomo intento a combattere contro alcuni predatori. Un uomo che chiederà il vostro aiuto per liberare la propria gente, ridotta in schiavitù, nel Pitt. Questa è pressappoco la premessa che ci viene posta per entrare nella nuova sezione di mondo preparata dalla Bethesda, la città di Pittsburg, ormai un nucleo di lugubri fonderie e fabbriche denominato "il Pitt" (di qui il nome del DLC).
Ciò che contraddistingue questa mini-espansione sono le numerose vie a nostra disposizione per concluderla: da che parte staremo? Quali metodi utilizzeremo?
Proprio questo è, infatti, il cuore di The Pitt: senza anticiparvi nulla, dico solo che ben poche scelte influiranno sul vostro Karma, rendendo il tutto molto più tragico e difficile.
 

 


L’ascia automatica è una vera e propria macchina di morte negli scontri ravvicinati. Quel troglodita vivrà ancora per pochi istanti…

Le novità della fossa

Non mancano, ovviamente, i nuovi pezzi di equipaggiamento, tra cui l’ascia automatica, capace di fare a pezzi quasi ogni avversario nel corpo a corpo, e l’infilitratore, un mitragliatore automatico dotato di mirino e silenziatore, perfetto per azioni furtive; inoltre vengono presentati nuovi tipi di nemici, tra cui i trogloditi, mutanti decerebrati non troppo dissimili dai ghoul ferali combattuti nella zona contaminata della capitale.
L’ambientazione, come da tradizione Bethesda, è curata nei minimi particolari, sia graficamente che in fatto di situazioni: nel primo caso le immagini parlano da sole, presentando ambienti che trasudano oppressione e malvagità, mentre, parlando del secondo punto sopra citato, non capiterà di rado vedere schiavi maltrattati, affaticati ed al lavoro da una parte e predatori sadici e malvagi dall’altra. Insomma, l’atmosfera è un altro punto forte di The Pitt



La fonderia in tutto il suo lugubre splendore. Come sempre, la resa grafica è ottima.

E tu saresti un duro?

La durata del DLC è nella media dei suoi simili, arrivando ad aggiungere 4 ore abbondanti al gioco originale se cercherete di completare a fondo la missione secondaria che vi verrà proposta ed esplorerete un po’ in giro. Ciò che può lasciare un po’ perplessi sono la mancanza di effettive ripercussioni sull’ambientazione originale e la semplicità di fondo che permea il percorso di giocatori di alto livello: battere in dieci secondi netti quelli che vengono denominati come i guerrieri più sanguinosi e malvagi della zona lascia un po’ l’amaro in bocca.
Quel che conta, comunque, è che The Pitt riesce nel suo intento: se cercate una storia complessa e ricca di opzioni diverse per Fallout 3, non guardate altrove.

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