Final Fantasy Crystal Chronicles: Echoes of Time – Recensione Final Fantasy Crystal Chronicles: Echoes of Time

La saga dei Cristalli

Quando Square-Enix annunciò un altro capitolo della saga Crystal Chronicles riuscì a destare qualche meraviglia e sicuramente qualche dubbio: l’annuncio, risalente al TGS del 2008, riportava che le console per Echoes of Time sarebbero state Wii e DS, senza preannunciare, o dando la possibilità di immaginare, una diversità tra le due versioni. Le due versioni si sarebbero unite, oppure accostate, per una sinergica esperienza di gioco e non avrebbero differito in nulla.
Riuscendo a creare un interessante Action-RPG per Nintendo DS, la casa nipponica non è riuscita a fare altrettanto per il Wii, che resta monco dopo questo capitolo della saga edita per Nintendo: entrambe però peccano nella stessa sezione definita "trama" che non riuscirà a decollare e che risulterà, come stiamo per vedere, una semplice scusa per giustificare l’intera avventura.

Volevano una scusa…

…e l’hanno trovata. Final Fantasy è sicuramente passato alla storia per le fantastiche trame, riuscendo spesso a colpire i nostri animi e i nostri cuori. Non accade, stavolta, in questo capitolo della saga Crystal Chronicles.
La storia di Echoes of Time si distacca completamente da quanto accadeva nei precedenti capitoli e, come si chiariva anche nelle prime battute del paragrafo, risulta solo come scusante per impostare la giocabilità.
Inizierete nei panni di un ragazzo nel giorno del suo sedicesimo compleanno e subito, partendo con un equipaggiamento scelto all’inizio del gioco, condizionato da una delle quattro classi messe a disposizione, partirete all’avventura nella foresta più vicina. Dopo una serie di combattimenti davvero molto facili, incontrerete una ragazza che vi narrerà del cristallo azzurro che fluttua al centro del lago: così inizia la vostra storia, o almeno quello che vuole sembrare una storia. Tra viaggi attorno al mondo, nei luoghi più disparati e nelle foreste più buie dovrete portare avanti la vostra ricerca dei cristalli.

Hack and Slash su DS?

Come detto già prima, subito vi ritroverete nell’azione, dopo aver notato una buona fase esplorativa nelle città: ci sarà un Mogurì, famosa e onnipresente mascotte della serie Final Fantasy, a farvi da guida nel tutorial. Essendo un Action RPG in piena regola, Echoes of Time vi permetterà di basare i vostri attacchi su ben tre pulsanti, lasciando l’ultimo all’apertura dell’inventario, che vedremo più avanti. Con il tasto B potrete saltare, in qualsiasi momento, anche per atterrare sulla testa del vostro avversario, o, ancora più logico, colpire un nemico più alto di voi o che vola sopra la vostra testa. Questo salto può essere usato anche nelle sessioni extra battaglia per raggiungere luoghi più alti. Con il tasto A effettuerete l’attacco con la vostra arma principale, avendo la possibilità di effettuare delle combo: ogni colpo col tasto A equivale a un colpo e, il terzo di questi, sarà sempre più forte dei precedenti due. Con il tasto X, infine, potrete raccogliere gli oggetti per terra, risolvere alcuni facili enigmi o anche quelli lasciati dagli avversari caduti in battaglia, ma potrete anche raccogliere i nemici che si presteranno a questa mossa, per poi lanciarli dove preferite: da un burrone dritti nell’acqua, addosso ad un albero, in aria per poi colpirli con gran classe. I colpi inflitti ai mostri appariranno su schermo sottoforma di numero, come in ogni Final Fantasy che si rispetti.
In basso a sinistra avrete le due barre HP e MP che indicano i vostri parametri che, ovviamente, andranno aumentando ad ogni livello guadagnato, tramite il classico sistema dei punti esperienza ottenuti sconfiggendo i mostri di turno. Da segnalare anche che ogni boss avrà la sua energia visibile nello schermo sottoforma di una barra rossa posta in alto sullo schermo, che andrà svuotandosi a ogni colpo inflitto. Durante le battaglie potete tranquillamente scorrazzare per l’ambiente circostante, aprire scrigni e usare oggetti. Sebbene gli incontri con i nemici siano esclusivamente casuali, essi compariranno sempre sulla mappa di gioco e potrete benissimo evitarli o combatterli immediatamente senza essere trasportati altrove, come accadeva nei classici della saga.
Durante l’esplorazione risulterà impossibile morire, dato che il nostro alter ego non sentirà dolore neppure dopo una caduta da un piedistallo posto molto in alto, e avendo anche la capacità di nuotare, come si presuppone per qualsiasi sedicenne che sa usare una spada, non avrete problemi ad attraversare i fiumi o i corsi d’acqua.
Per concludere, aprendo l’inventario avremo la possibilità di cambiare equipaggiamento, analizzare gli oggetti trovati, organizzarli e usarli, oltre a poter consultare il nostro diario di gioco che annoterà tutti gli avvenimenti salienti.


Tra ameni paesini e cupi dungeon

Echoes of Time si presenta immediatamente con un sonoro simpatico nel filmato iniziale, seguito poi da musichette per niente fastidiose, e piuttosto orecchiabili, durante l’esplorazione, che immancabilmente tendono a ripetersi col passare del tempo. Il doppiaggio, presente in tutti i filmati di intermezzo è rigorosamente in inglese, si presenta ben fatto e piacevole da ascoltare. Gli stessi effetti sonori, durante le sonore bastonate che prenderanno i nostri avversari, sono ben riprodotti riuscendo quasi a fare di questo prodotto un hack and slash che trasuda azione quasi quanto faceva Diablo su Pc ai suoi tempi.
Graficamente, per quanto il DS possa permettere, i personaggi classici del tratto nipponico non dovrebbero riuscire a stancarci e sicuramente saranno accolti con piacere: le diverse classi sono ben disegnate e le stesse ambientazioni, dalle città ai dungeon, si presentano molto bene. Il design dei mostri non è per niente elaborato, ma sicuramente piacevole anche questo, sia dalla fauna dei primi livelli, caratterizzata da degli scoiattoli un po’ cresciuti, fino ai boss più armati e animaleschi.
Nello schermo inferiore del DS, mentre nel superiore vivrà l’azione, sarà presente una mappa che ci indicherà i nostri spostamenti e le vie di uscite dalla stanza nella quale ci troviamo, o dungeon che sia: una mappa molto semplice e lineare monocolore.

Pollux Engine: chi ne gioverà?

Tornando sull’argomento iniziale, che metteva in luce la decisione di sdoppiare l’esperienza di gioco tra Wii e DS, concedendo la possibilità di giocare a Echoes of Time all’intera fascia di giocatori Nintendo, ci troviamo dinanzi alla necessità di tirare le somme. Il sistema che Square-Enix ha usato per collegare, e quindi unire, l’esperienza tramite Wi-Fi prende il nome di Pollux Engine, che vi darà la possibilità di portare i vostri Mii, creati appositamente sul Wii, sulla vostra piattaforma, Nintendo DS, oltre al donarvi una buona esperienza multiplayer a pari livello tra le due console. È sicuramente un collegamento poco aspettato e inoltre risulta anche nuova la decisone di coadiuvare due versioni di un videogioco per due piattaforme decisamente diverse: tant’è che una delle due deve subirne le conseguenze, e questa pare sia proprio il Wii. Senza dilungarsi sui difetti che ha mostrato la versione per la console fissa, che verranno analizzata nella sede adatta, qui ci limiteremo a premiare la versione portatile come migliore tra le due. Sicuramente Echoes of Time si presenta come un perfezionamento di quello che non era stato Rings of Fate e si candida per essere un ottimo action, o hack and slash se preferite vederla sotto quest’altro simile occhio, per Nintendo DS. Il Wii invece dovrà attendere la fine dell’anno per il prossimo capitolo della saga Crystal Chronicles per il quale potrà vantare l’esclusiva, The Crystal Bearers.

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