Fire Emblem – Recensione Fire Emblem

Siamo nel 1990, in Giappone: in quegli anni il mercato videoludico stava vivendo la produzione delle prime console a 16-bit, con Sega e Nintendo in prima linea a darsi battaglia. Intanto il NES, per i giapponesi Famicom, cominciava a soffrire gli anni e a invecchiare, ma nonostante ciò, non se ne rimase in disparte a guardare e cominciò a sfornare una serie di titoli che assunsero una certa rilevanza all’interno del mercato videoludico, dando via a saghe che ancora oggi proseguono con episodi usciti sulle console di nuova generazione. Fra questi titoli esce Fire Emblem, un gioco che darà origine a una serie che uscirà però dal paese del Sol Levante non prima del 2003 quando anche in America e in Europa i possessori di Game Boy Advance hanno avuto la possibilità di mettere le mani sul settimo capitolo della saga di Fire Emblem. Il titolo esce in occidente con il titolo, appunto, di Fire Emblem, ma solo perché si tratta del primo capitolo arrivato fino a noi, mentre in Giappone il sottotitolo era "Rekka no Ken" che significa "spada fiammeggiante". Dopo questa premessa che parte dagli antipodi e che non interessa a nessuno, focalizziamoci sul gioco in sé.


Preparatevi a incrociare le spade 

Fire Emblem è uno strategico a turni sviluppato da Intelligent Systems, lo stesso team che aveva realizzato un’altro famoso strategico per Game Boy Advance, Advance Wars, dal quale però si distacca enormemente sotto diversi punti di vista. Fire Emblem, infatti, non si presenta come un semplice strategico dove la trama narra di un semplice pretesto per attaccare briga come accadeva in Advance Wars, ma la storia è un elemento molto importante all’interno del gioco, caratterizzata da colpi di scena, dialoghi profondi, incontri inaspettati e momenti drammatici. La storia è suddivisa in due parti: i primi 10 capitoli narrano le vicende di Lyn, una ragazza gitana proveniente dalle pianure di Sacae che scopre di essere la nipote del marchese di Caelin e, accompagnata da Sain e Kent, cavalieri di Caelin, si scontrerà con i soldati di Lord Lundgren che aspira a spodestare dal trono suo fratello, il marchese, per ereditare il titolo nobiliare. Già a partire da questo capitolo incontreremo diversi personaggi che rivedremo nel corso della seconda parte del gioco, tra cui l’erede del casato dei Pherae, lord Eliwood, e due giovani artisti di strada, il bardo Nils e sua sorella, la danzatrice Ninian. Nella seconda parte, dal capitolo 11 fino al capitolo finale, seguiremo la storia di lord Eliwood che, accompagnato dai suoi migliori amici, lord Hector e lady Lyn, si metterà in viaggio alla ricerca del padre ritenuto disperso da ormai molti mesi. Questa ricerca lo porterà a scontrarsi con le truppe del marchese di Laus che sembra aver fatto un accordo con una setta di assassini, il Black Fang, per prendere il controllo su una vasta regione di quel continente che è scenario delle vicende narrate. Andando avanti nella storia scopriremo che il marchese è solo il primo anello di una lunga catena che ci porterà a scontrarci con i capi del Black Fang fino ad arrivare a un mago oscuro che sta cercando di ottenere un grande potere a scapito di molte vite. Legati a questo potere saranno i due giovani fratelli, Nils e Ninian. Oltre alla storia principale, che ci permetterà di conoscere diversi dettagli sulla vita dei tre lord e sui segreti custoditi dai due fratelli, ulteriori informazioni sugli altri personaggi che comanderemo saranno ottenibili attraverso i dialoghi di sostegno che, oltre a rafforzare i personaggi durante il gioco, sveleranno pensieri, aneddoti, fatti salienti del loro passato, garantendo una buona caratterizzazione di tutti gli alleati e non solo dei 4 o 5 protagonisti.


 
 

Conosci il nemico, conosci te stesso

Essendo uno strategico GDR, il gameplay sarà caratterizzato sia da elementi tipici degli strategici (ovviamente) sia da quelli tipici dei giochi di ruolo (ovviamente). Le unità che comanderemo in battaglia sono uniche e insostituibili: sia perché ogni unità rappresenta un personaggio che si distingue dagli altri per il carattere, l’aspetto fisico, le statistiche e la classe, sia perché se lasciamo che una nostra unità venga sconfitta non potremo utilizzarla in quella missione e in tutte le successive. In parole povere muore. Se volessimo recuperare un’unità persa saremo costretti a ricominciare la missione in corso, a causa dell’ottimo ma estremamente punitivo sistema di salvataggio che automaticamente registrerà il vostro operato ogni volta che farete una mossa. Ecco che quindi meditare ogni singolo ordine da impartire diventa essenziale per far crescere nel modo più corretto i propri personaggi e per avere un party equilibrato e adatto a ogni evenienza. Inoltre sarà essenziale valutare attentamente l’arma che intendete usare a seconda di quella che userà l’avversario: le armi, infatti, saranno soggette alle regole di un particolare triangolo che, in un modo forse troppo semplicistico che ricorda la morra cinese, determina quale arma sarà avvantaggiata rispetto all’altra dando al guerriero che la brandisce maggiori possibilità di mandare a segno il colpo o di schivare l’attacco avversario. Spada vince su ascia, ascia vince su lancia e di conseguenza lancia vince su spada: ecco che quindi non è possibile determinare un’arma universalmente più forte rispetto a tutte le altre e il giocatore dovrà cercare sfruttare il più possibile questo triangolo se vorrà trarre il maggior vantaggio possibile negli scontri. Un sistema simile al triangolo delle armi governa anche il mondo magico e vede la supremazia della magia di luce su quella oscura, la vittoria della magia delle tenebre su quella anima e di conseguenza la superiorità dell’anima sulla magia di luce.

Le unità si muovono su una griglia e sia il numero di passi che l’unità può fare in ogni turno sia il raggio d’attacco delle armi viene calcolato sui quadretti della suddetta griglia. Infine anche lo studio del terreno sul quale ci muoveremo sarà di grande rilevanza, sia perché questo può modificare il numero di passi che le unità possono compiere in quel turno, sia perché esso influenzerà la difesa delle unità o la capacità di schivare i colpi dei nemici. Ovviamente anche le unita avversarie trarranno gli stessi benefici e subiranno gli stessi svantaggi dal terreno e dalle armi e bisognerà quindi porre particolare attenzione anche alle mosse e agli spostamenti della fazione opposta se non vogliamo subire perdite fra i nostri ranghi.
L’intelligenza artificiale del gioco ci metterà veramente a dura prova, colpendo dove fa più male ogni volta che lascerete il fianco scoperto: soprattutto nelle mappe più avanzate, quando arriveranno orde di unità volanti, e nella modalità più difficile avremo davvero molte difficoltà nel riuscire ad affrontare il nemico e, allo stesso tempo, di limitare il più possibile le perdite. Inoltre ciò che rende davvero difficile il gioco è la quantità di nemici che dovremmo fronteggiare che aumenteranno in modo esponenziale nelle missioni più avanzate, in un rapporto di circa 3-4 unità avversarie per ogni vostra unità presente sul campo di battaglia.
Vi è presente anche una modalità multiplayer che vi permette di sfidare un vostro amico che possiede un’altra copia del gioco: purtroppo però questa modalità consiste in un semplice scontro in un’arena fra un massimo di 4 team composti da 5 unità ciascuno, privando dell’elemento strategico la modalità di un gioco che di questa componente ne fa il suo punto forte.


 
 

Una guerra fra soldatini

La grafica del campo di battaglia è essenziale e minimalista, realizzata in funzione di un gameplay che non richiede niente di particolare: nessuna visuale isometrica, né sprite particolarmente dettagliati come quelli visti in Final Fantasy Tactics Advance, ma una semplice mappa stilizzata e appiattita sullo schermo e i personaggi assomigliano più a delle icone che a degli sprite veri e propri: scelte grafiche ereditate da quelle fatte in passato per i vecchi capitoli su Famicom e che hanno sempre influenzato l’intera saga, anche quando la serie approdò sulla console ammiraglia dell’epoca, la GameCube, ed i modelli delle unità furono realizzati in tre dimensioni. La parte però più stuzzicante del gioco, dal punto di vista prettamente grafico, è quella riguardante i combattimenti: si tratta di una sorta di cut scenes, animazioni che vedono gli sprites dei personaggi combattere in lotte 1 contro 1, attaccandosi l’un l’altro a turno, realizzati in modo molto colorato e in puro stile anime. Peccato che non solo non siano rilevanti ai fini del gioco, ma si possono benissimo disabilitare, anche se questo rovina parzialmente l’esperienza di gioco.

Di grande effetto è invece il comparto sonoro e in particolare la colonna sonora, realizzata dalla bravissima Yuka Tsujiyoko, già legata al franchise di Fire Emblem in quanto autrice anche delle colonne sonore dei capitoli passati: ogni traccia è evocativa, epica e rende il giocatore ancora più partecipe di quel mondo fantasy e medievaleggiante nel quale si svolgono le vicende. Cosa sicuramente gradita è la presenza di una Sound Room dove è possibile riascoltare le 100 tracce che costituiscono la colonna sonora. Altrattanto ben realizzati sono gli effetti sonori, molto vari e sapientemente inseriti, che specialmente durante le animazioni delle battaglie sanno dare maggior realismo ai combattimenti simulando i suoni delle lame che fendono l’aria, dei cavalli che scalpitano, delle spade che si incrociano.

 
 

La strada verso la vittoria

 

Per finire la campagna senza ricominciare alcuna missione impiegherete circa una trentina di ore, ripartite su 32 due missioni (compresi il prologo e la battaglia finale), ma come avrete già capito se il vostro obiettivo è quello di arrivare fino all’ultimo capitolo della storia senza lasciar morire nemmeno un’unità, o comunque con il minor numero di perdite possibile, sappiate che dovrete tener conto della possibilità di ricominciare una determinata missione finché non raggiungerete il vostro obiettivo. Oltre alle missioni principali vi saranno presente una mezza dozzina di missioni extra che però si distinguono dalle side quest comuni ai GDR perché, pur essendo facoltative, sono comunque missioni che permettono di approfondire alcuni aspetti delle vicende narrate, senza quindi togliere quella linearità che contraddistingue la trama e facendo in modo che i fatti narrati in queste missioni si incastrino perfettamente fra un capitolo e l’altro.

La rigiocabilità è abbastanza buona grazie all’inserimento della Hector’s Tale che permette di rivivere la storia dal punto di vista di Hector (ciò comporta l’inserimento di alcune missioni aggiuntive non presenti nella Eliwood’s Tale) e alla possibilità di aumentare il livello di difficoltà della modalità campagna, offrendo ai giocatori più accaniti una sfida notevole. Nonostante ciò il fatto che l’unica altra modalità di gioco presente sia quella multiplayer lascia con l’amaro in bocca chi si aspettava un gioco molto più ricco, specialmente se si considera che l’altro gioiellino dell’Intelligent Systems, Advance Wars, affiancava alla campagna un numero cospicuo di modalità aggiuntive.

 

 
 

Per concludere

 

Tirando le some, cosa si può dire di Fire Emblem? Sicuramente che non è un gioco adatto a tutti, sia per il suo livello di difficoltà che potrebbe scoraggiare i giocatori meno esperti, sia perché quello degli strategici a turni è sempre stato un genere meno conosciuto e apprezzato rispetto a giochi più immediati e frenetici. Tuttavia mi sento in dovere di consigliarlo caldamente a tutti coloro che apprezzano gli strategici, ma anche ai fan dei GDR alla giapponese. Il gioco in sé non è esente da difetti, ma se si chiude un occhio sulla grafica stilizzata del campo di battaglia e sulle poche modalità presenti, quello che abbiamo per le mani è un gioco dal gameplay complesso e profondo, una colonna sonora sublime, ma soprattutto una trama eccellente e ricca di colpi di scena: se non fosse per quei difetti (su cui in realtà si può benissimo passare sopra), questo gioco meriterebbe davvero l’eccellenza. Il titolo porta l’intera saga all’apice della sua espressione e si rivela essere il miglior strategico a turni per Game Boy Advance, nonché uno dei migliori titoli usciti su questa console Nintendo.

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