For Honor: Marching Fire – Recensione

Recensito su Xbox One X

La prima, grande, espansione per For Honor, Marching Fire, è arrivata, con un carico bello corposo di novità. Avrà fatto centro? Scopriamolo insieme!

L’umiltà e la dedizione sono fra le più importanti caratteristiche che ogni buon sviluppatore dovrebbe avere nel proprio bagaglio peculiare. Saper riconoscere gli errori commessi e lavorarci sopra per mesi, anni, ascoltando con grande umiltà la “voce del popolo”, in questo caso quella dei tanti videogiocatori che passano ore e ore sui server, è uno dei concetti fondamentali alla base del successo, seppur magari non immediato, ma conquistato sul campo. Questo è ciò che accaduto con For Honor, ambizioso titolo rilasciato sul mercato da Ubisoft lo scorso anno e caratterizzato da un avvio piuttosto stentato, seguito da un inesorabile esodo di massa della community, tanto da far gridare al fallimento un po’ tutti.

Complice una quantità di scelte a dir poco discutibili (in primis quella di affidare il matchmaking ad un sistema p2p e dunque all’assenza dei server dedicati), uno sbilanciamento generale degli eroi, imperdonabile per un picchiaduro che si rispetti (seppur con le dovute distinzioni del caso, considerata la natura peculiare del titolo), e più in generale una sensazione costante di occasione sprecata ha fatto sì che l’opera targata Ubisoft Montreal rischiasse di cadere velocemente nel dimenticatoio, mancando così l’occasione di regalare al mondo videoludico una piccola perla, una lunghissima boccata d’aria fresca in mezzo ad una fin troppo vetusta visione di una generazione incapace di offrire qualcosa di veramente innovativo.

Così, col passare dei mesi, il dev canadese ha iniziato a lavorare costantemente sulla produzione, ascoltando i feedback dei giocatori rimasti fedeli alla causa, nel tentativo di risollevare la sorti di un titolo che, indubbiamente, ha messo in mostra tantissimi pregi sin dal day one, al netto dei problemi sopra elencati. Il primo, fondamentale, passo è stato quello di inserire i tanto attesi server dedicati, mossa fondamentale che di fatto ha riacceso la luce sull’intera produzione. La traversata, però, è continuata senza sosta, con una serie costante e ben congegnata di aggiornamenti atti, in particolare, a limare il più possibile le imperfezioni, in particolare lo sbilanciamento pesante di alcuni eroi.

Tale enorme lavoro di restyling è culminato con l’arrivo dell’espansione Marching Fire, la prima a pagamento finora rilasciata, che di fatto ha cambiato radicalmente l’esperienza di gioco, senza però snaturarne la formula di base. Lo diciamo fin da subito: Marching Fire ha adempiuto alla missione con successo, ma vogliamo spiegarvi nel dettaglio il perché. Lucidate la vostra armatura e preparate le vostre armi migliori: è tempo di tornare a combattere. Per cosa? Per l’onore, ovviamente!

Dalla Cina con furore

La prima, fondamentale, novità introdotta da Marching Fire è rappresentata dall’arrivo di una nuova fazione, i Wu Lin, e di conseguenza di nuovi eroi giocabili. Le quattro aggiunte sono maestri di diverse discipline ispirate alle arti marziali cinesi, appartenenti ognuno ad una diversa categoria: avanguardia, pesante, assassino ed ibrido.

Ciò che salta subito all’occhio, una volta iniziato uno scontro qualsiasi, è l’ottimo lavoro nel bilanciamento svolto in fase di sviluppo delle nuove forze in campo. Che si stia utilizzando il poderoso Jiang Jun, l’agile Shaolin, la letale Nuxia o prendendo le redini del Tiandi, i neo arrivati guerrieri cinesi sono perfettamente in linea con quelli “anziani”, scongiurando il pericolo di ritrovarsi tra le mani personaggi in grado di scombussolare il tanto agognato equilibrio, ottenuto attraverso tanti sforzi. Inutile dirvi che sono tutti splendidi da utilizzare e da vedere (ad eccezione, solo in parte, della Nuxia, pressoché anonima in alcuni frangenti), nonostante risultino abbastanza complessi da comprendere, data l’elevata mole di combo a disposizione. Imparare a controllarli risulta la più piacevole delle sfide: nulla saprà appagarvi quanto dominare perfettamente uno di loro (o anche tutti, dipende da voi!). Ce n’è per tutti i gusti: quattro eroi per quattro stili differenti, in base alle proprie abilità e preferenze.

Marching Fire

Non lasciatevi, però, scoraggiare da un impatto iniziale che può sembrare disarmante: i nuovi eroi sono sì complicati da utilizzare ma, una volta che avrete iniziato ad avvicinarvi alle loro meccaniche, sapranno donarvi una sensazione di appagamento unica. Questo, però, non è merito soltanto della beltà delle loro movenze, ma anche, e soprattutto, del lavoro svolto dagli sviluppatori nel cercare di rendere il titolo maggiormente avvicinabile anche per quanti non siano veri e propri veterani. Con l’arrivo di Marching Fire, infatti, la compagnia ha deciso di risistemare anche il sistema di potenziamento di ogni eroe, nel tentativo di rendere il titolo più fruibile ed appagante per tutti, ancora una volta, a nostro avviso, riuscendoci alla grande.

Diventare più forti sarà un “privilegio”

Questo risultato può dirsi raggiunto grazie anche al nuovo sistema di potenziamento. Non spaventatevi: il livello raggiunto resta, a cambiare è l’efficacia degli equipaggiamenti. Che siate dei novizi o dei veterani con l’equipaggiamento potenziato sino al livello massimo, in Marching Fire a farla da padrone sono i Privilegi. Questi ultimi sono veri e propri bonus attivabili tramite i pezzi di equipaggiamento: se siete interessati, ad esempio, a riguadagnare parte dei vostri punti vita con le uccisioni (privilegio “Rimedio”), non vi resta che indossare equipaggiamenti che hanno questo privilegio ad un livello alto, in modo da attivare il bonus e da renderlo più efficace possibile. Ogni pezzo di equipaggiamento può avere uno o più privilegi, ed ognuno di essi ha un valore numerico che ne indica l’efficacia.

Con Marching Fire non troverete più chi carica la modalità vendetta con un paio di parate o chi è capace di causarvi ingenti danni con un solo colpo, ma vi scontrerete contro avversari più alla vostra portata, anche se siete agli inizi. Non solo: se siete dei veterani e avete conservato i vecchi equipaggiamenti, avete maggiori possibilità di combinare i privilegi nel modo che più vi aggrada, cosa che riesce a rendere più personalizzabili i vari eroi e a mettere maggiormente in evidenza le vostre capacità tattiche. Saper combinare i privilegi tra loro nel più efficace dei modi è un’abilità che richiede una conoscenza approfondita di For Honor e delle sue meccaniche e che farà molto felici i veterani, finalmente liberi di “manipolare” il proprio eroe nel modo più consono al loro stile.

Marching Fire

Ogni eroe è ora maggiormente personalizzabile

Non ci sono più, quindi, solo i tre parametri tra cui scegliere, ma un gran numero di privilegi, tutti più o meno utili a seconda del personaggio utilizzato e del tipo di partita. Questa modifica radicale all’equipaggiamento potrebbe sembrare, in un primo momento, un grosso danno per chi ha speso molto tempo (e acciaio) nel cercare di potenziare uno o l’altro eroe, ma fidatevi: abbandonato il primo impatto, questo nuovo sistema vi aprirà le porte ad una profondità di personalizzazione inedita.

Marching Fire

Prepariamoci all’Assalto

Un’altra interessante aggiunta riguarda le modalità: assalto e arcade. La prima di esse è una sorta di Payload, ma molto più profonda e complicata: non solo attaccanti e difensori in campo, ma anche arcieri, picchieri, ufficiali, guardiani e comandante (una sorta di re degli scacchi), e non solo un ariete da scortare fino a destinazione (per far sì che rompa il portone e permettere alla squadra di uccidere il comandante e vincere la partita), ma anche bastioni da conquistare. Ogni guardiano ucciso darà origine ad un bonus, che potrà essere offensivo o difensivo, e ogni bastione conquistato vi darà accesso ad altri modi di arrecare danno alla squadra nemica.

Non pensiate che i personaggi controllati dall’IA siano simili a quelli presenti nella modalità dominio: qui anche i picchieri sanno essere pericolosi, gli ufficiali sono in grado di tenere testa al vostro eroe, senza contare gli arcieri, dannatamente fastidiosi, e il comandante, dotato di una mole di punti vita non indifferente. Certamente non intendiamo dire che l’ufficiale può facilmente mettere fine alla vostra vita, ma può costituire una minaccia, qualora, ad esempio, la vostra salute sia già compromessa. Il danno arrecato, inoltre, dai vari soldati è davvero consistente: un manipolo può mandare il vostro personaggio a miglior vita, in attesa di essere rianimato.

Marching Fire

La vostra vena strategica sarà messa a dura prova

Giocare un assalto con gli amici sa essere una sfida ardua, e il gioco di squadra, qui come non mai, è l’unico modo per vincere. Del resto, l’unione fa la forza, e non è mai stato così veritiero: sperare di portare a casa la pelle senza una squadra coordinata e capace di cooperare diventa pressoché un’utopia! Unica vera pecca di questa nuova, splendida, modalità è che è tutto molto caotico, soprattutto se si gioca in singolo o si è alle prime armi, o entrambe (in questo caso, esercitatevi prima in altre modalità!). Certo, gli sviluppatori hanno inserito una spiegazione e, una volta letta, potrebbe risuonare nella mente il pensiero di aver capito e di essere pronti a buttarvi nella mischia: nulla di più sbagliato! Una volta in campo, vi troverete in una mappa relativamente ampia, ricca di insidie e piena come non mai di guerrieri pronti a rispedirvi al Creatore, soprattutto, lo ripetiamo, se siete soli.

Marching Fire

La modalità Arcade ci ha convinti solo a metà

L’altra modalità aggiuntiva ci ha lasciati con l’amaro in bocca: da Arcade ci aspettavamo qualcosa di differente. Questa nuova sfida vi permetterà di affrontare delle mini storie, suddivise in capitoli e distribuite in base alla difficoltà. Per ogni difficoltà c’è uno specifico livello di equipaggiamento richiesto, e badate bene: man mano che si prosegue, questa modalità sa essere una sfida veramente ardua. Ogni capitolo vi vedrà alla prese con alcuni eroi controllati dall’IA e dei bonus e malus (che vanno dal valore di attacco maggiorato alla capacità di bruciare l’avversario) sia a voi sia ai nemici. Il gioco vi permette di affrontare questa sfida sia in singolo sia in compagnia di un amico e vi permette di ricevere da essa esperienza ed equipaggiamenti. Non solo: le partite fatte in arcade possono essere tranquillamente utilizzate per finire i contratti in modo relativamente rapido.

Ci aspettavamo una modalità più ricca di una semplice sequenza di combattimenti contro eroi controllati dall’IA, però resta comunque un’aggiunta ben fatta ed utile, sia per l’esperienza, gli equipaggiamenti e i contratti, sia per acquisire familiarità con le meccaniche dei vari eroi, imparare a controllarli e contrastarli in modo efficace e, a livelli più alti, un modo per avere un tipo diverso di sfida, un qualcosa di non presente in altri frangenti.

Marching Fire

Marching Fire è anche uno spettacolo per gli occhi

L’apporto qualitativo che Marching Fire porta con sé non si limita alle nuove modalità o all’introduzione dei nuovi eroi. Oltre a tutto ciò, infatti, è stato operato un pesante restyling grafico, che va ad incidere su praticamente ogni aspetto del comparto visivo. Tutto è stato perfezionato, a partire dal menù, ora più curato, rapido e piacevole, fino ad un corposo lavoro di potenziamento delle texture, riprodotte ora in alta definizione, ad una pesante rivisitazione dell’impianto di illuminazione e a tanti altri piccoli ritocchi, capaci di offrire un colpo d’occhio invidiabile.

Almeno per quanto concerne la versione Xbox One X, quella da noi testata, For Honor si mostra in splendida forma, con una veste grafica di altissima qualità. Anche gli eroi sono stati “abbelliti” grazie all’introduzione nuovi equipaggiamenti e skin che, in alcuni casi, ci permettono anche di scrutare ciò che si nasconde sotto l’enigmatico volto di guerrieri storicamente “nascosti” dietro alle proprie maschere. Nobushi e Pacificatrice, per citarne alcuni, avranno ora un volto: niente di clamoroso, certo, ma si tratta comunque di una trovata interessante e che ben si sposa con il nuovo corso del gioco. In quanti si sono chiesti che aspetto avessero i loro eroi preferiti? Adesso si possono finalmente “guardare negli occhi” tutti gli eroi.

Marching Fire

Marching Fire è tutto ciò che i fan di For Honor, sia quelli di vecchia data, sia quelli più recenti, meritavano e desideravano. Un’espansione gigantesca, capace di stravolgere (in bene), senza mai snaturare, alcuni degli aspetti più importanti del gioco, con l’obiettivo ultimo di rendere il tutto più fruibile, bilanciato e appagante possibile. L’introduzione della nuova fazione, quindi dei quattro nuovi eroi e della nuova modalità Assalto donano nuova linfa a tutto l’ecosistema, ora più vivo che mai e finalmente capace di offrire un’esperienza più appagante. Il nuovo sistema di potenziamento degli eroi, poi, è la classica ciliegina sulla torta, capace di rendere il titolo molto più accessibile ma allo stesso tempo dannatamente più complesso, sia per i nuovi arrivati sia per i veterani. Aggiungiamoci, poi, un restyling grafico di tutto rispetto e il tutto assume proporzioni importanti. L’unica stonatura è rappresentata dalla modalità Arcade che, ad oggi, non è certamente quella che ci aspettavamo in fase di presentazione. Peccato, ma siamo sicuri che Ubisoft farà di tutto per sistemare anche questa piccola sbavatura. Allo stesso tempo, non possiamo non chiederci cosa sarebbe stato il titolo, oggi, se tutto questo ben di Dio fosse arrivato al lancio o comunque un po’ prima.

8.7

Pro

  • I nuovi eroi sono stupendi
  • La nuova modalità Assalto è divertente e profonda
  • Il nuovo sistema di potenziamento degli eroi ci ha convinto
  • Splendido su Xbox One X

Contro

  • La nuova modalità Arcade non ci ha convinto più di tanto
  • Se non vi piaceva prima, non cambierete idea adesso
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