God of War III Remastered

Abbiamo ormai capito di essere nell’epoca delle versioni remaster: sul finire dell’era Playstation 3 e in tutto il primo periodo successivo al lancio di Playstation 4 abbiamo assistito ad una sterminata serie di versioni rimasterizzate di grandi titoli del passato – a volte recentissimo – chiedendoci più volte se si trattasse di moda, mancanza di fantasia da parte degli sviluppatori o semplici operazioni di marketing. La risposta che ci siamo dati è che le motivazioni sono queste e molte altre, compreso un mercato di videogiocatori che tutto sommato dà ragione alle scelte delle grandi software house: lo dimostrano i numeri di vendita dei “nuovi” GTA V e The Last of Us, così come l’hype generato dall’annuncio della remastered edition della saga di Uncharted e così come lo dimostrarono, in passato, le riedizioni Playstation 3 di Ico, Shadow of the Colossus e, naturalmente, dei primi due God of War. Di quest’ultima ip, il terzo capitolo è sicuramente stato il più coinvolgente e denso di phatos narrativo, tanto che gli stessi sviluppatori dei Santa Monica Studios lo hanno scelto come unico titolo da rimasterizzare per portare il personaggio di Kratos nella nuova generazione di console, scalzando dal podio virtuale il ben più recente God of ar: Ascension. Dopo aver provato a fondo il remastered in questione, eccovi di seguito le nostre impressioni e alcune riflessioni sul debutto di God of War su Playstation 4.

God of War III Remastered Recensione

“Gli dei mi hanno abbandonato”

Iniziava così il primo God of War, conclusosi con Kratos che, ucciso il Dio Ares, sedeva sul suo trono come nuovo Dio della Guerra. Gli Dei dell’Olimpo vedevano per la prima volta un mortale sedere al loro fianco, facile capire come la cosa non andasse loro a genio. Fu così che in God of War II Kratos vide ancora una volta il suo spirito allontanarsi dall’Olimpo, i cui sforzi miravano a rinchiudere il Fantasma di Sparta – altro appellativo utilizzato nello spin-off per PSP per riferirsi al protagonista – nelle profondità dell’Ade. Ma un guerriero come Kratos non si ferma nemmeno di fronte alla morte e, sconfitte le sorelle del destino e liberati i titani, giunse il tempo di scalare l’Olimpo e compiere la propria vendetta. È esattamente a questo punto che iniziano gli eventi narrati in God of War III, in cui la narrazione rappresenta l’epica e tragica conclusione della vendetta dello spartano contro tutti gli Dei greci. Sia chiaro che quando diciamo “tutti”, intendiamo davvero tutti: in GoW III Kratos massacra con la sua proverbiale brutalità l’intero pantheon greco senza risparmiare nessuno. Se siete tra i curiosi che stanno leggendo questa recensione senza aver mai provato God of War sappiate che i primi due capitoli sono fondamentali per apprezzare la qualità del comparto narrativo di questo episodio ma che, grazie ad un breve filmato iniziale e alla completezza della trama di GoW III, questa storia saprà catturarvi anche se non conoscete a fondo il brand. Si tratta, sicuramente, della parte più epica e violenta della storia di Kratos, che ormai completamente corroso dalla sua stessa sete di vendetta non esiterà a distruggere l’intero mondo conosciuto pur di abbattere i suoi nemici.

God of War III Remastered recensione

Full HD a 60fps

La principale caratteristica di questo remaster, così come lo era stato per i suoi predecessori su Playstation 3, è il comparto tecnico: God of War III è stato ripulito e tirato a lucido in ogni modo possibile, per non sfigurare di fronte ai titoli più recenti. Il punto di arrivo per i Santa Monica Studios erano i 60 frame per secondo a 1080p, ovvero la massima fluidità di azione in risoluzione full HD: sotto questo aspetto possiamo dire che il gioco centra in piano l’obiettivo, rendendo giustizia alle dettagliate animazioni di Kratos e a tutto quello che – come da tradizione fin dal primo episodio – si muove sullo schermo nelle numerose inquadrature di più ampio respiro, compresi i giganteschi titani o gli immensi boss sul corpo dei quali molte volte si svolge l’azione vera e propria. La palette cromatica, altro fiore all’occhiello del titolo su Playstation 3, viene qui riproposta e fa la stessa – se non migliore – bella figura: ogni arma si illumina di un colore differente, così come le sfere di luce che fuoriescono dai forzieri (da raccogliere per potenziare le abilità del protagonista) illuminano a loro volta il mondo di gioco colorando il protagonista, l’ambiente e i nemici con una fluidità e perfezione che rendono l’effetto finale davvero piacevole alla vista.

Continuando ad esaminare il comparto tecnico, però, dobbiamo sottolineare come a fronte di animazioni fluide e piacevoli, sul lato del level design God of War III inizi a mostrare qualche acciacco dovuto all’età: iniziamo con il dire che i primi piani di Kratos e dei nemici sono come sempre incredibili, con una realizzazione della pelle e dei muscoli davvero curata fin nel più piccolo dettaglio; quando invece la telecamera si muove negli ampi spazi aperti, inquadrando il protagonista da lontano, oppure quando l’inquadratura mostra gigantesche creature che popolano il mondo di gioco, l’estrema pulizia della risoluzione full HD mette in evidenza la povertà di dettaglio che su Playstation 3 era necessaria a far girare il gioco senza rallentamenti. Stiamo parlando ovviamente della stessa sensazione che si ha di fronte ad ogni remaster: l’eccessiva pulizia dei dettagli e l’abbondanza di superfici riflettenti di God of War III si rivela in alcune situazioni un’arma a doppio taglio, rendendo evidente come ciò che era assurdamente spettacolare su PS3 non riesca a tener testa a un titolo di ultima generazione sviluppato sui nuovi hardware. L’impressione è la stessa che abbiamo avuto durante la prova del remaster del primo God of War su PS3: per quanto tirato a lucido, un titolo della precedente generazione non può che restare tale e, anche invecchiando benissimo come questo GoW, ad un certo punto è costretto a mostrare i suoi limiti.

God of War III Remastered recensione

Resta il fatto che, se non siete fanatici della sola grafica e, soprattutto, non avete mai avuto modo di giocare a questa avventura, anche se non al top la maggior parte degli effetti introdotti nella saga con GoW III si difendono ancora bene: Kratos che si sporca di sangue a mano a mano che uccide brutalmente i nemici in successione, le violentissime finisher da portare a termine con i classici quick time event e gli scontri con i mastodontici boss sono sempre in grado di appassionare. Chi vi scrive non ha mai apprezzato l’inizio di God of War III in cui, oggi come allora, la volontà di trasmettere l’epicità dell’azione va a discapito del gameplay, esagerando con i campi lunghi e lasciando un po’ di amaro in bocca con un level design che sa di già visto e non stupisce, se non per la sapiente gestione della regia virtuale nella scena in cui Kratos massacra (letteralmente) di botte il Dio del mare Poseidone. Fortunatamente, dalla fine della sessione di gioco nel regno di Ade in poi – parte di gioco che si chiude con lo scontro con lo stesso Dio della morte – le cose iniziano a migliorare e anche graficamente il tutto si fa più interessante, mostrando maggiore creatività e dimostrandosi in grado di incollare allo schermo fino alla fine dell’avventura.

Infine, concludiamo la parte grafica prendendo in considerazione le magie: così come le armi, queste sono caratterizzate da particolari effetti visivi che alterano la percezione dei colori per sottolineare la brutalità dell’esecuzione della mossa speciale di volta in volta perpetrata ai danni dei poveri nemici che ostacolano il cammino di Kratos. Impossibile non pensare a Re Leonida e agli spartani di 300 quando la palette cromatica vira sul rosso sangue, mentre il livello di contrasto si impenna verso l’alto ingrigendo ogni altro colore: si tratta di un effetto tanto semplice quanto spettacolare, che oggi come allora contribuisce a far guadagnare punti nel nostro giudizio sulla grafica di God of War III.

God of War III Remastered recensione

L’essenza dell’hack n’ slash

God of War, grazie al quale tutti ormai conoscono la definizione “hack n’ slash” è di diritto considerato uno spartiacque generazionale per gli action game e, sin dall’uscita del primo capitolo della saga, ogni videogioco successivo appartenente al genere ha dovuto volente o nolente confrontarsi con gli altissimi standard di volta in volta imposti da Kratos e dai Santa Monica Studios di Sony. God of War III rappresenta forse il punto di massimo splendore del gameplay di questa serie: le numerose armi rispetto al passato, le magie e le nuove mosse eseguibili dal protagonista a mano a mano che si raccolgono sfere luminose e si potenzia l’arsenale sono davvero molte e tutte realizzate a regola d’arte, così come lo sono i Quick Time Event con i quali Kratos sbudella i nemici più deboli o finisce i boss. Il combattimento, quello più violento e brutale, è sempre stata una delle caratteristiche distintive di della serie e God of War III rende perfettamente giustizia al mito di Sparta e al suo popolo guerriero. God of War III è stato il primo capitolo della saga a permettere di eseguire lunghe combo passando velocemente da un’arma all’altra e, volendo, aggiungendo anche le magie senza soluzione di continuità: in GoW III è fondamentale usare anche un briciolo di materia grigia nei furiosi combattimenti, scegliendo – e cambiando velocemente – l’arma in uso sulla base del nemico che si deve affrontare, abilità che diviene sempre più fondamentale con l’aumentare del livello di difficoltà. Rispetto ai primi due capitoli, poi, aumenta anche il numero di nemici che è possibile controllare direttamente dopo averli indeboliti: dopo aver messo a segno un po’ di colpi, Kratos potrà salire in spalla a ciclopi e bestie sputafuoco, utilizzandoli a proprio vantaggio per eliminare gli altri nemici prima di finirli con la solita cattiveria che solo il Dio della guerra può avere.

GOd of War III Remastered recensione

Passando alla parte meno violenta del gameplay, sottolineiamo come God of War III rappresenti un punto di svolta rispetto agli altri capitoli della saga anche per quanto riguarda le sessioni platform e gli enigmi: più meccanismi e templi alla Tomb Raider, lunghe arrampicate con interruttori a tempo, sessioni di volo ed enigmi impossibili legati alla percezione della realtà rispetto al punto di vista del giocatore  – un po’ come avveniva in Ecochrome o nel più recente Monument Valley per dispositivi Mobile – sono solo alcuni punti di un lungo elenco che finalmente, dopo due GoW decisamente incentrati sul combattimento, hanno permesso alla saga di essere più equilibrata, soddisfacendo anche quella parte di videogiocatori che da tempo si aspettavano maggiore profondità dal brand. Ovviamente, come già visto su Playstation 3, alla fine dell’avventura Kratos acquisirà poteri aggiuntivi con i quali si potrà riaffrontare il gioco, caratteristica che aumenta notevolmente la longevità del titolo. Anche a chi fosse interessato ad una partita soltanto, comunque, segnaliamo che con le sue dieci ore God of War III resta uno degli episodi più lunghi della saga, eguagliato forse dal solo successivo God of War: Ascension. Sappiamo di non star parlando di ore ed ore di gameplay, ma trattandosi di un action ricco di azione e di cambi di ambientazione, le dieci ore sono un traguardo tutto sommato lodevole considerando una modalità di gioco interamente sui binari e guidata fino alla fine, senza possibilità di free roaming o di missioni secondarie.

God of War III Remastered recensione

Un ultimo appunto: citiamo in questa sede (e non nell’analisi del comparto tecnico) la gestione della telecamera, in quanto la regia virtuale in God of War è da sempre più al servizio del gameplay che legata al comparto tecnico. Già nella versione PS3 ci andava un po’ stretta la caratteristica telecamera fissa da sempre presente nella saga (e mantenuta anche nel successivo Ascension e negli spin-off per PSP) e oggi, su Playstation 4, ammettiamo che più di una il pollice ha mosso lo stick analogico destro cercando invano di far ruotare l’inquadratura. Non fraintendeteci: la telecamera è (quasi) sempre dove dovrebbe essere e solo in rarissime occasioni risulta essere troppo lontana o impedisce di combattere come si vorrebbe contro il nemico di turno. Semplicemente, dopo anni e anni di telecamere liberamente comandabili, il mercato e i videogiocatori non sono più abituati ad una telecamera fissa e noi per primi ammettiamo che anche se quasi perfetta la regia virtuale di GoW inizia ad andarci un po’ stretta. Siamo comunque consci che permettere la rotazione dell’inquadratura tramite stick analogico avrebbe probabilmente impedito il raggiungimento dei 60fps a 1080p e che, soprattutto, avrebbe distolto l’attenzione del giocatore dai furiosi combattimenti. Restiamo quindi dell’idea che i fan di God of War non avranno da ridire e sicuramente non criticheranno il sistema di telecamere che sono abituati a vedere da anni a questa parte.

God of War III Remastered recensione

Remaster video, ma anche audio

L’originale God of War III ci aveva fin da subito impressionato anche per la colonna sonora: molto curata, potente ed epica come mai prima di allora, era la perfetta controparte per sottolineare la solennità degli enormi palazzi e la pesantezza dei titanici nemici. Nell’edizione remaster il comparto audio è sempre impressionante, soprattutto per quanto riguarda le musiche e i cori dell’orchestra sinfonica che, accompagnati da corni e timpani, fanno risuonare gli epici temi di guerra e si mescolano con il classico tema della colonna sonora di GoW.

Di altra fattura, purtroppo, è la localizzazione italiana del gioco, che come nell’originale GoW III pone ottime interpretazioni – la voce narrante è sempre da pelle d’oca – a doppiaggi troppo poco curati: anche se si tratta di personaggi secondari o di semplici comparse, non capiamo ancora alcune mancanze di fronte ad una quasi totalità del comparto audio curato fin nel minimo dettaglio. Si tratta di pochi momenti in cui il volume delle voci non è sufficientemente alto, o l’interpretazione suona scolastica e mal recitata, ma a volte bastano questi attimi a far scomparire quella magia che in titoli di questo calibro si instaura tra gioco e giocatore, rovinando parte di quello che è il coinvolgimento generale. Resta il fatto che la localizzazione in lingua italiana è da considerarsi di per sé un fatto positivo e che comunque il livello del doppiaggio anche con qualche calo di qualità è ben al di sopra del livello medio di altri titoli del genere, nei quali l’importanza della narrazione è lasciata molto più in secondo piano.

 [signoff predefined=”Signoff 1″ icon=”quote-circled”]God of War III Remastered è in tutto e per tutto il God of War III che abbiamo conosciuto e amato su Playstation 3, con tutti i suoi pregi e difetti. Se possedete il gioco per PS3 – magari nella ricca versione da collezione – non avete motivo di acquistare questa nuova edizione. Se non avete ancora avuto il piacere di conoscere Kratos, o per qualche motivo non avete acquistato GoW III a tempo debito, allora questa versione Per Playstation 4 è quello che fa per voi: il comparto tecnico non fa spalancare occhi e mascella come fece a suo tempo su Playstation 3, ma risulta essere abbastanza aggiornato da rendere piacevoli le dieci ore circa di gioco necessarie a giungere ai titoli di coda. La regia virtuale, la bontà della narrazione e l’incredibile fluidità delle animazioni in Full HD sicuramente vi incolleranno le mani al pad e gli occhi allo schermo, così come i piacevoli enigmi, forse i più interessanti e riusciti della serie. Il carisma di Kratos e la violenza della sua vendetta hanno conquistato milioni di fan; se non siete tra questi i casi sono due: o odiate gli hack n’ slash oppure non avete ancora giocato a God of War III.[/signoff]

 

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