Gran Turismo – Recensione Gran Turismo PSP

Nell’attesa di Gran Turismo 5

L’attesa per Gran Turismo 5 è sempre più alta, e ora che finalmente la data di uscita ufficiale, Marzo 2010, è stata dichiarata, ci troviamo a poter testare un prodotto che prova ad allentare l’attesa in casa Sony. Gran Turismo PSP, rilasciato in contemporanea della PSP Go, anche per alimentare le vendite della più contestata delle console in casa Sony, si pone come intrattenimento per tutti coloro che, con spasmodica attesa, aspettano l’arrivo del tanto agoniato quinto capitolo della serie.
Purtroppo il capitolo portatile non rende e non vale i soldi che costa, almeno per chi cercava un intrattenimento molto più piacevole di quello offerto.

Una brutta delusione

Ne abbiamo di critiche da avanzare a questa versione portatile di Gran Turismo. La prima, quella che subito possiamo notare è l’immensa quantità di soldi che ci vengono forniti, tralasciando la più eclatante del mondo videoludico rappresentata dall’assenza della carriera. I crediti, valuta del gioco per l’acquisto della nostra vettura, saranno davvero tanti e non ci porranno dinanzi a nessuna difficoltà nella scelta del mezzo: di regola, ci si attende che il bolide finale sia acquistato verso l’ultima parte del gioco, accontentandosi all’inizio di una macchina di seconda mano che necessita il cambio dell’olio dopo i primissimi chilometri. La logica però non sembra di casa in Gran Turismo PSP ed eccoci subito a disposizione una macchina di buona cilindrata.
 



Potremo acquistare una qualsiasi macchina all’inizio

Acquistata la macchina dalla voce concessionario del menù passiamo altrove, a vedere cosa si può fare. Modalità in single player, multiplayer offline fino a quattro giocatori connessi in wi fi, quindi l’assenza di un server dedicato, e il garage dove raccoglieremo tutti i nostri acquisti automobilistici di volta in volta. Analizziamo dunque queste poche voci che ci mettono subito dinanzi alla più grande menomazione che si presenta in questo gioco, appunto l’assenza della carriera, come già detto in precedenza. La possibilità di avanzare nel tempo e migliorare le proprie doti di gara, sbloccare nuovi circuiti, tornei e arrivare alla possibilità di correre le gare di resistenza, potenziando di volta in volta la propria macchina con nuove aggiunte: tutto assente. Il gioco a questo punto si trasforma e si innalza ad una semplicistica simulazione su pista con una macchina qualsiasi: il single player presenta esclusivamente tre modalità diverse per la corsa e per la simulazione, che una volta terminato il circuito non vi darà altri sbocchi o spunti. Avremo a disposizione la gara singola, la derapata e infine il cronometro. Come si può immaginare quest’ultima si tratta di una gara contro noi stessi e i nostri record, quindi si avvierà solo quando la competizione sarà ultimata. Questa si avvierà facendovi scegliere il numero di giri, la macchina da usare tra quelle nel vostro garage e il percorso sul quale correre; vi porrà poi tre avversari e si darà il via alla gara. Tre nemici non perchè sia un numero simpatico, ma semplicemente perchè il sistema non supporta più di quattro vetture per gara.
Per quanto riguarda la derapata è una modalità atipica per la simulazione che offre Gran Turismo: guadagnerete crediti, da spendere poi per acquistare macchine, facendo derapate, appunto, in curva e gestendo la pista in maniera da rally, con un aspetto decisamente drift. Scelta alquanto strana dato che, sicuramente, chi si approccia al titolo Polyphony lo fa per una sobrietà di gara, e qualora si dovesse preferire un approccio più aggressivo si dovrebbe decisamente optare per serie dedicate come Dirt o Colin McRae.
Abbiamo un’altra cosa da segnalare, anche se non si può parlare prettamente di modalità: dal garage avremo la possibilità di effettuare uno pseudo tutorial, chiamato Sfide, figlio del più noto sistema di patenti. Niente di più complesso del dover rispettare punti di frenata e accelerazione, evitare di far cadere i birilli e altro. Un passatempo iniziale per i neofiti del genere.
Scesi poi in pista notiamo che, sarà anche migliorata la gestione delle vetture e i controlli, ma la IA degli avversari è davvero pessima. Le tre vetture con le quali gareggeremo per la vittoria se ne staranno in maniera molto triste allineate, senza gettarsi a capofitto in un rettilineo, o cercare lo scontro per affrontare in maniera aggressiva l’avversario. Una piattezza di spirito da far passare la voglia di sfidare la CPU e di gettarsi subito nel multiplayer. Quest’ultimo permette la gestione di una partita in quattro, connessi in wi fi, e inoltre la possibilità di scambiarsi le macchine: scambio che avviene con un molto semplice copia e incolla da proprietario ad acquirente, senza lasciare il primo a bocca asciutta. Un’altra semplificazione insomma.
Quindi, come avrete potuto sicuramente capire, non siamo affatto soddisfatti dall’aspetto della giocabilità da questa versione portatile.
 



Una gara qualsiasi


Si eccelle solo in grafica

Un sistema retrogrado permette a questo nuovo capitolo di Gran Turismo di far viaggare solo quattro vetture su pista: tutto ciò per permettere una struttura grafico decisamente spremuto che prova ad arrivare ad altissimi livelli con buoni risultati. Gran Turismo PSP si presenta come un buon titolo dalla grafica curata e dallo scheletro davvero ben strutturato: i mezzi sono ben caratterizzate e i circuiti sono vari e diversi.
Per quanto riguarda il sonoro non possiamo dire altrettanto, anche perchè non si prevede che in un gioco di simulazione la colonna sonora sia importante, ma sicuramente è curiosa e interessante la possibilità di inserire sulla memory card le proprie canzoni da ascoltare durante le gare o nel menù. Nulla di particolare se non fosse per una buona grafica che però costringe ad una menomazione di gara.
 



Un aspetto grafico interessante

Ci si aspettava sicuramente di più da questo titolo atteso e molto aspettato sin dall’annuncio, ma è immaginabile che il tutto sia stato gettato lì per caso per approfittare del lancio della Psp Go e non lasciare troppo l’amaro in bocca per il ritardo del titolo di punta, GT 5. Un contentino costruito senza troppa cura e senza troppo interesse: un prodotto che non importa se convince o meno, l’importante è che si sia fatto vedere che qualcosa è stata fatto. Un lavoro davvero brutto.
Rimane un gioco spoglio e privo di qualsivoglia ispirazione, che renderà soddisfatti solo gli appassionatissimi della macchina che avendo finalmente una buona simulazione portatile non smetteranno mai di godere delle gare singole. Chi però cerca qualcosa di più profondo e uno scheletro sviluppato e ragionato, stia alla larga da questo capitolo, o almeno pensateci bene prima di procedere all’acquisto.
Speriamo che con Gran Turismo 5 la Polyphony si possa riprendere da questa caduta.

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