Grand Theft Auto IV: Episodes From Liberty City – Recensione Grand Theft Auto IV: Episodes from Liberty City

Il DLC che ti colpisce

Siamo forse nel periodo più florido per i DLC, famosi contenuti scaricabili che hanno oramai bombardato l’intero mercato videoludico. Partendo da espansioni minime, vedere ad esempio le mappe rilasciate per la versione multiplayer degli sparatutto più in voga degli ultimi momenti, arriviamo sino a vere e proprie compagini videoludiche che ci tengono impegnati per più di qualche ora, come accaduto con Fable che ci ha offerto nuovi spunti di trama nelle sue avventure supplementari. Poi arriva il momento in cui si decide di rilasciare degli aggiornamenti ben più corposi di una banale avventura di qualche oretta: ed ecco che scende in campo Rockstar e Grand Theft Auto che, dopo il quarto capitolo numerico, senza contare i numerosi spin off, ci regala due espansioni che hanno il sapore unico e imparagonabile. Due titoli completamente a sè stanti, che non necessitano neanche del gioco di base per vivere e progredire, e che vengono riunite poi, grazie al grande successo ottenuto, in un’unica edizione con disco chiamato appunto Episodes From Liberty City, che ci permetterà di prendere in un sol colpo sia Lost and Damned che The Ballad of Gay Tony.


The Lost and Damned

Il nostro alter ego non è più il Nico Bellic di GTA IV, ma tale Johnny Klebitz, americano che nella sua vita ha sempre e solo vissuto a bordo della sua motocicletta stile anni ’70 e ha sempre amato il suo gruppo come una famiglia: i Lost, per l’appunto il nome del gruppo di cui il protagonista fa parte. E’ formato da accaniti motociclisti sempre alla ricerca dell’azione, ma che nel prologo della nostra avventura stanno cercando di raggiungere una pace interiore distante dal mondo della malvivenza. La situazione cambia radicalmente quando Billy, il presidente del gruppo, torna in città, a Liberty City, e decide di riprendersi quello che gli hanno tolto, ripartendo da piccole lotte sul territorio fino a grandi conquiste contro altre gang che si sono impadronite del suo territorio.

Ovviamente non tutto il gruppo dei Lost è dalla parte del presidente e a voi toccherà fare da Crasso della situazione, tenendo in piedi il sottile ago della bilancia tra Cesare e Pompeo evitando un conflitto poco piacevole. Accompagnato, quindi, da alcuni compagni che, come vedremo tra poco, vi faranno da spalla in giro per la City ad evitare che il peggio possa manifestarsi sotto i vostri occhi. Non ci troviamo più, quindi, in quella città nella quale Nico Bellic arrivò per trovare il sogno americano, non abbiamo più le aspettative di grande immigrato pronto a sfondare, bensì ci troviamo in una lotta di città più grande del previsto, nel tentativo di salvaguardare l’integrità della realtà americana. Liberty City è diventata cupa, scura e solo in alcuni frangenti avrete l’onore di vederla colorita e piena di sè: saranno rare le scorribande nei ristoranti, nei locali, e laddove Nico Bellic era andato piano piano a costruire la sua figura.

The Lost and Damned ci mette dinanzi a 12 ore di gioco intense, senza troppi fronzoli nè perdite di tempo: 23 missioni tra sparatorie, rincorse e gare a bordo della nostra moto o appiedati. Riproponendo tutte le meccaniche chiavi di GTA IV, le uniche differenze che possiamo trovare sono nella gestione dei mezzi. Ponendo come cosa ovvia che non sarà solo la moto il nostro veicolo, ma possiamo decidere di non dividerci mai da essa tranne quando il copione lo stabilisce. Troveremo un grande miglioramento nella fisicità dei veicoli: se sbandate e fate un incidente, state certi che il vostro mezzo si ribalterà e sarete costretti solo ad uscire, senza poter far vincere quella strana credenza fisica che in qualche modo il veicolo potesse ribaltarsi di nuovo e tornare sull’asfalto correttamente.

Il parco armi resiste come quello che sempre abbiamo usato in GTA, magari qui con maggior semplicità, laddove sembrerà che tutta Liberty City è armata fino ai denti e noi potremo raccogliere tutto ciò che i malcapitati di turno lasceranno cadere dopo la nostra dose di giustizia. Inoltre, variante che potremmo andare benissimo a definire come una componente del nostro parco armi, avremo al nostro fianco un bel numero di aiutanti. Inizialmente saranno in pochi gli eroi dei Lost che vorranno sposare la causa di Johnny, ma ben presto, intorno alla metà del gioco, avrete la possibilità di assoldare Terry e Clay, avventurieri biker senza troppi problemi che vi aiuteranno presto nei vostri lavori, sporchi o puliti che siano. I due vi seguiranno ovunque per Liberty City e inoltre presentano una grande innovazione: potranno essere, in maniera quasi da stile RPG, potenziati e migliorati in parecchie loro capacità durante la nostra avventura. Il sistema è alla base della semplicità possibile: ponendo Terry e Clay come membri fissi, troverete dei membri casuali che si aggiungeranno di volta in volta alle vostre missioni. Questi aiutanti, se così potremmo definirli, alla fine di ogni scontro a fuoco riceveranno dell’esperienza, totalmente e puramente casuale, che permetterà loro di migliorarsi a livello fisico e di imbracciare armi più potenti. Qualora questi dovessero cadere in battaglia, verranno sostituiti da altri uomini completamente privi di esperienza, per i quali bisognerà riprendere da zero l’inter burocratico. 

Oltre alle regolari missioni di trama avremo comunque a disposizione degli spezzoni di missioni secondarie, nelle quali potremo avventurarci in consegne, omicidi, lotte tra gag e tutto ciò che ha reso famoso lo stile della Rockstar. Una componente invece non fondamentale in questa nostra avventura sarà invece l’impossibilità, o almeno l’inutilità, di procedere in un rapporto con qualche NPC: in GTA IV avevamo notato come fosse necessario progredire nella nostra avventura amorosa con una delle donne che la trama ci metteva a disposizione, ma qui invece Johnny si troverà a fare il solitario, senza aver bisogno di relazioni o altro. Potrebbe essere una menomazione del gioco, ma dopotutto stiamo parlando di un DLC, non di un nuovo capitolo di Gran Theft Auto.

Per questo capitolo, la Rockstar ci regala un’intera dose di multiplayer esclusivo, sempre accessibile tramite cellulare, facendosi un baffo del poco interesse che aveva suscitato la sessione a più giocatori nel capitolo principale. Le modalità riproposte sono le solite, senza esclusione di colpi, dalla guerra tra bande dove sfideremo in gruppi i nostri avversari, fino alla protezione testimoni, dove gareggeremo in uno dei più banali guardie e ladri. Come sempre la casa produttrice si è mantenuta sulla decisione di non avviare nessuna lobby o server per lo smistamento dei giocatori e ha permesso, anche in questa espansione, di accedere alle modalità multiplayer tramite il cellulare della nostra protesi digitale. Dopotutto non c’era motivo di cambiare.

The Ballad of Gay Tony

La ballata di Gay Tony Prince, un personaggio irriverente e per il quale non c’è bisogno di ulteriori spiegazioni dato che il nome parla da sé. Un simbolo del suo posto, un eroe della vita notturna e del piacere, presto finirà come tutti i famosi del luogo: indebitato, pieno di problemi, gettato in affari troppo grandi per lui e costretto ben presto a temere per il suo Maisonette 9. Per fortuna, come da copione per tutti quegli idoli un po’ scapestrati, dall’altro lato c’è sempre un salvatore della patria di turno, e quel qualcuno è il nostro alter ego, Luis Lopez, un Don Giovanni che nulla ha, per sua fortuna, appreso dal suo mentore nè per cadere negli imbrogli nè nel cedere a certi gusti in fatto sessuale. Luis troverà quindi un rovescio della medaglia nella sua vita beata e felice al fianco del magnate di Algonquine, isoletta di Liberty City: dopo le macchine lussuose e i divertimenti sfrenati, ecco che dovrà scendere in piazza armato in maniera amatoriale per salvare la sua reputazione, quella di Gay Tony, il suo lavoro e la sua isola.

Liberty City si presenterà ancora una volta con una nuova faccia, la terza: dopo quella cupa e malandata di The Lost and Damned, la Ballata ci offre una città colorata, viva e piena di armonia, dedita alla vita notturna e in balia dei peccati. A livello di giocabilità non troviamo nulla di differente dal normale Grand Theft Auto IV, e vediamo venir meno quelle aggiunte interessanti di accumulo dell’esperienza che si erano viste nella precedente espansione: ma, quasi a volersi alternare, troveremo qualcosa che era mancato a Johnny Klebitz nella precedente avventura. Liberty City ora  è pronta ad accettarvi come magnati, come commercianti, come uomini d’affari: d’altra parte Luis partirà da qui e dovrà pur tornarci un giorno.

Il vostro Maisonette 9 ha bisogno di essere controllato, gestito e protetto: dovrete tenere lontana la malavita e lasciare puro il vostro angolo di paradiso. Inoltre dovrete anche cercare di sostentare i lavoratori e reggere l’attività, che qualora dovesse chiudere sarebbe una sconfitta ben più grande di un semplice Game Over, per un colpo di pistola di troppo. Gli avvenimenti all’interno del locale avverranno, come più logicamente sembra, per non cadere in un gioco prettamente gestionale o manageriale, in maniera scriptata, laddove tutto è programmato e previsto. Verrà data più libertà d’accesso a tutti i luoghi e, nella Maisonette, potrete lasciarvi andare in simpatici passatempo; infatti laddove Johnny non poteva arrivare, perchè troppo preso dalla sua responsabilità che gravava sulle spalle dei Lost, potrà Luis, che si lascerà andare in divertenti balli e intrattenimenti per tutta Liberty City.

Anche in questo DLC, poi, la Rockstar ci offre una buona dose di missioni secondarie: prendendo spunto da quelle già conosciute in Gran Theft Auto Chinatown Wars, precedentemente edito per DS e poi per PSP riproponendo la cara vista ad uccello, Ballad of Gay Tony ci rilancia nel mondo dello spaccio, immancabile variante del mondo dei magnati di Algonquine. Con delle missioni ad hoc per la nostra specialità nello spacciare verremmo gettati quindi nei clan e nel giro più pericoloso della malavita organizzata: 25 sotto missioni, quindi, denominate "Le Guerre della Droga" che ci lanceranno in altre ore di gioco aumentando sempre più la longevità, già abbastanza coadiuvata dalla trama principale, che con le sue 20 quests circa vi terrà occupati per più di 10 ore. Per il multiplayer si segnala una riproposizione analoga a quella del precedente DLC.

Le tre facce di Liberty City

Graficamente e come motore tecnico, le due espansioni di Gran Theft Auto IV si attestano sulle stesse caratteristiche della loro versione base: i miglioramenti si vedono leggermente con il passare cronologico dell’evoluzione, Gay Tony sarà sicuramente più caratterizzato di Johnny, ma per quanto riguarda i movimenti e le azioni non c’è stato un passaggio esorbitante di sviluppo tecnico. Le tre facce di Liberty City che andremo a vedere nelle sue diverse riproposizioni sono però ben architettate e magnificamente riproposte. Nella Ballata avremo modo di vedere quanto bello e impegnato è stato il lavoro effettuato nel gestire l’illuminazione della città e quanto il nostro angolo di rappresentazione sia diventato attivo e scattante: elicotteri, barche, automobili, treni vanno a creare quel mosaico perfetto che rende al meglio l’esperienza in una città. Un lavoro sublime, che tra l’altro, ripetiamo ancora per l’ultima volta, riesce in maniera eccezionale a mostrarci altri modi completamente diversi di vivere la stessa città, sempre più grande e immensa.

Per quanto riguarda il sonoro non ci esprimiamo fin troppo, dato che il nostro giudizio ricadrà esclusivamente sul doppiaggio: ben fatto e dal grande stile, con dei personaggi, fantastici nella loro personalità e nella loro storia portante, ben interpretati e giostrati a dovere. La OST resta la solita rappeggiante, usando un neologismo cacofonico che però prova a rendere l’idea di quanto possa stancare dopo un po’ l’aria che tira nelle nostre orecchie. Questo però resta un fattore decisamente soggettivo, laddove per tanti quanti saranno quelli che rinneggano la musicalità di Gran Theft Auto IV, si troveranno altrettanti estimatori dello stile rapido e americaneggiante.

Conclusione

Abbiamo decisamente detto tutto quello che si poteva su Episodes from Liberty City esaminando le due espansioni che contiene al suo intero: l’ultima cosa su cui possiamo dilungarci ancora un attimo, è cercare di rendere noto che questi due DLC si ergono davvero in maniera eccezionale sul resto dei sottocapitoli sul mercato. Sembrerebbe ovvio dato che GTA rappresenta una produzione unica e rara, che ha cercato concorrenti nel corso degli anni ma senza dar loro fortuna, e di conseguenza sembrerebbe scontato che delle espansioni siano transitoriamente uniche e rare: invece il nostro metro di giudizio vuole basarsi sulla complessità, sull’enormità e sulle capacità che offrono entrambe le produzioni, che sembrano davvero due giochi a sè stanti e che non si reggono per niente sulla base di GTA IV, d’altra parte non c’è nemmeno la necessità di essere in possesso del gioco principale per usare questi titoli.

Davvero una produzione senza pari e che esalta ancora più l’operato della Rockstar. Inoltre, qualora non si volesse puntare sull’acquisto unico di Episodes from Liberty City, resta sempre la possibilità di procedere all’acquisto tramite digital delivery, al costo di 1600 MP l’uno, ma sinceramente dubito che lo farete ora che ci viene data questa magnifica possibilità di procedere ad un acquisto combinato.

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