Green Lantern: Rise of the Manhunters – Recensione Lanterna Verde: l’ascesa dei Manhunters

Il custode della galassia dal verde costume era ancora privo di un’avventura videoludica a lui interamente dedicata. Finalmente però, complice anche il recente film nelle sale, la trasposizione videoludica delle vicende di Lanterna Verde in forma di particolare tie-in è arrivata su tutti gli scaffali. Questa enorme mancanza nel campo dei videogiochi è probabilmente dovuta soprattutto al carattere intrinseco del personaggio Dc: Lanterna Verde è infatti un personaggio virtualmente imbattibile, grazie al suo anello che gli permette di materializzare qualunque cosa voglia. Risulta perciò ancorato a dinamiche vecchie e noiose da anni Quaranta, senza tutta quella introspezione e quelle sfaccettature da supereroe moderno. Warner Bros ha però recentemente operato un restyling profondo del nostro Hal Jordan, e proprio da questa nuova linfa vitale sono nati il film e il videogioco dei Double Helix Games. Vediamo se l’operazione ha dato i suoi frutti.



Un anello per domarli… ehm no, quelli sono altri…

Per quanto concerne la trama, il titolo prende qualche ispirazione dal film, anche se è molto a più ampio respiro. In questo modo infatti potremo avere un quadro decisamente più vasto del personaggio di Lanterna Verde. Come setting, il gioco vede i Guardiani dell’Universo formare un gruppo speciale in difesa di tutte le galassie conosciute, composto da androidi chiamati Manhunters, appunto. Tale equilibrio di pace e prosperità però non è destinato a durare a lungo, perché improvvisamente i Manhunters si ribellano ai propri creatori. I Guardiani decidono così di conferire agli Oa il ruolo di nuovi sorveglianti dell’Universo, dando vita al gruppo delle Lanterne Verdi. Il videogame, così come il film, non prende in considerazione le avventure della prima Lanterna Verde umana Alan Scott, bensì si sofferma sulle vicende di Hal Jordan, un pilota di aerei per una società privata. Durante un collaudo qualcosa va storto e Hal è costretto a catapultarsi dal suo jet, imbattendosi così nella Lanterna Verde Oa Abin Sur, in fin di vita a causa di un incidente analogo. Abin Sur, una volta testate le qualità di Hal, decide di conferirgli l’anello del potere delle Lanterne Verdi e arruolarlo nel gruppo di difesa intergalattica. Nel gioco, a differenza del film, dovremo combattere i Manhunters, e incontreremo personaggi classici della serie come Sinestro o Kilowog.



L’energia verde della volontà

Dal punto di vista del gameplay il titolo si presenta come un action con forti innervature di picchiaduro a scorrimento. Dovremo quindi avanzare e fare piazza pulita di tutti i Manhunters che ci si pareranno davanti. Elimineremo tutti i nemici prima di passare all’area successiva, un po’ come succedeva nei vecchi picchiaduro a scorrimento degli anni Ottanta. Nella nostra faretra avremo a disposizione l’immenso potere dell’anello della Lanterna Verde, attraverso il quale potremo creare numerosi strumenti: da una mazza da baseball a un jet, per poter sbarazzarci al meglio dei nostri nemici. Sarà possibile anche utilizzare un raggio dell’anello per sollevare nemici e vari corpi contundenti, o lanciare globi luminosi alla stregua di una mitragliatrice; avremo anche la possibilità di scattare con uno sprint e pararsi dietro a una barriera. In alcune sessioni specifiche, anche per rompere la monotonia generale del gameplay, potremo volare, con telecamera alle spalle, alla stregua dei vecchi sparatutto. Spazio anche, in modalità pausa, ai vari power up che potremo assegnare alle nostre abilità dopo avere sconfitto nemici. Tra le altre cose potremo ampliare il nostro parco costrutti, dodici in tutto. Essi sono le proiezioni mentali a cui Lanterna Verde potrà dare vita attraverso il proprio anello, e queste causeranno non pochi danni ai nostri nemici. Nonostante questo tipo di features, i combattimenti risulteranno tutti complessivamente abbastanza noiosi e monotoni. Questo si verifica soprattutto anche a causa della bassa intelligenza artificiale dei nemici, facendo sì che il tutto si risolva in un forsennato premere di tasti per avere la meglio sui Manhunters. Qualche variazione sul tema è rappresentata dagli scontri con i boss di fine livello che dovremo eliminare con il quick time event.



Quanto manca alla fine dell’Universo?

Il gioco in complesso dura intorno alle dieci ore, anche con impostando la difficoltà al livello più elevato dei tre disponibili, soprattutto a causa del numero sovrabbondante di checkpoint presenti. A migliorare questo parametro è stata prevista la possibilità di affrontare tutti e dieci i livelli in modalità cooperativa: potremo infatti avere al nostro fianco la Lanterna Verde Sinestro, prima che passasse al lato oscuro della forza. In questo caso il sistema di combattimento gode di una maggiore innovatività, grazie alla possibilità di combinare attacchi e realizzare così combo tanto letali quanto spettacolari. È una vera soddisfazione, per esempio, utilizzare il raggio sollevatore e successivamente lanciare il proprio avversario verso il vostro compagno già pronto con una mazza da baseball per spedirlo nell’Iperuranio. Importante mettere in evidenza come nel caso in cui Sinestro entri i gioco a partita già avviata, otterrà tutti i potenziamenti che ha già ottenuto Hal in modo da rendere il team il più equilibrato possibile.



Poca varietà

Il gioco, dal punto di vista squisitamente tecnico, appare un po’ deficitario: il motore grafico è lo stesso datato di G.I Joe; i modelli poligonali dei personaggi sono piuttosto poveri, così come la varietà di nemici, relegata a soli 2-3 tipologie. Anche le ambientazioni, benché alcuni scorci nelle sezioni di volo siano lodevoli, sono tutte parecchio ripetitive. Meglio il comparto sonoro, con il doppiaggio di qualità affidato allo stesso cast di doppiatori dei film ed effetti sonori credibili, soprattutto nel caso dei colpi subiti dalle corazze metalliche dei nemici.



Colore giallo

Come prima trasposizione videoludica del glorioso Lanterna Verde ci si aspettava nettamente di più. Soprattutto perché il titolo, benché sfrutti la popolarità del film, non può essere considerato un vero tie-in, e quindi era possibile una maggiore libertà di movimento nella realizzazione. Il tutto appare un po’ frettoloso e raffazzonato e dopo tutto questo tempo di attesa erano doverosi sforzi maggiori. Confidiamo però in un prossimo seguito, molto meglio confezionato.


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