HEX: Shards of Fate – Recensione

Non è una novità il fatto che ormai tra gli sviluppatori di videogiochi vada di moda il mischiare i vari generi per creare chimere più o meno riuscite. Ne abbiamo viste di tutti i colori, ma mai ci saremmo aspettati di vedere qualcosa di simile ad Hex: Shards of Fate.

HEX Shards of Fate recensione

World of Warcraft TCG

Prima di parlare di ciò che rende HEX: Shards of Fate un titolo unico ci vorremmo soffermare un po’ sugli sviluppatori del gioco: se siete dei giocatori di TCG di vecchia data allora sicuramente il nome Criptozoic Entertainment vi suonerà famigliare e sarete ben felici di sapere che le menti dietro lo sviluppo di HEX sono proprio loro, sotto il nome di HEX Entertainment. Per i meno esperti ci limiteremo a dire che questa storica azienda mise sul mercato circa otto anni fa uno dei giochi di carte più belli e ben realizzati della storia: World of Warcraft GCC. Questo gicoo di carte presentava tantissime meccaniche mai viste e consentiva di creare combo devastanti, rendendo così i duelli dinamici e sempre diversi. Purtroppo dopo quasi dieci anni di permanenza sul mercato, rilascio di espansioni ed addirittura radi, il gioco fallì in seguito alla revoca dei diritti da parte di Blizzard. Detto ciò non possiamo negare che le aspettative per questo titolo siano state altissime fin da subito, facendoci aspettare forse troppo rispetto a quello che l’azienda americana era pronta a offrire.

Se WoW TCG risultava essere un gioco di carte estremamente dinamico e veloce, purtroppo questa caratteristica (che portò probabilmente al successo del prodotto) è stata totalmente dimenticata nello sviluppo di HEX: Shards of Fate, dove si è preferito offrire un gameplay praticamente identico a quello già visto in Magic: The Gathering. Se in WoW TCG i turni erano flessibili e il gioco consentiva di attaccare e giocare carte in qualsiasi momento, in HEX i turni sono strutturati in maniera rigida e schematica. In WoW TCG la meccanica del mana era totalmente diversa da quella di Magic: The Gathering, consentendo di giocare una qualsiasi carta come “terra”, su HEX si è tornati invece a un classico sistema di mana colorato pescabile dal mazzo e così via. Non scherziamo dicendo che, nelle meccaniche base, HEX: Shards of Fate non si differenzia in niente rispetto a Magic: The Gathering, tanto che la stessa Wizard of the Coast ha denunciato in passato HEX Etertainment per violazione di diritti di proprietà intellettuale.

HEX Shards of Fate recensione
Il gioco sfrutta un sistema di attacco/difesa identico a quello già visto in Magic:The Gathering

All’inizio di ogni partita pescherete sette carte e deciderete se tenerle o ripescare. Passerete poi alla fase principale dove giocherete magie e creature. Toccherà poi alla fase di combattimento, nella quale attaccherete. Alla conclusione del turno potrete giocare altre carte o abilità, ma non attaccare. Tutti gli attacchi potranno essere inflitti solamente al giocatore avversario, che si potrà però difendere utilizzando le sue creature le quali subiranno danni al posto suo.

Pressoché ogni creatura presenta un’abilità passiva: Fly (servitori non bloccabili), Life Link (ogni loro attacco vi curerà) ecc. Più originali sono invece le abilità attive, che consentono di creare combo interessanti e che sono addirittura modificabili grazie ad un sistema di equipaggiamenti che andremo a vedere più avanti

HEX Shards of Fate recensione
Ogni carta presenterà: un costo in mana, attacco, difesa e abilità passive e attive
Le carte con la corazza

Come ogni gioco di carte che si rispetti anche in HEX è possibile personalizzare il proprio arsenale da duello, ed è proprio qui che arrivano le novità. Oltre che il deck potrete personalizzare anche il vostro eroe aggiungendogli equipaggiamenti ottenibili nella storia, acquistabili nell’asta o nel negozio. Questi equipaggiamenti andranno a modificare radicalmente l’effetto di alcune carte, rendendole adatte a ogni stile di gioco. Ogni eroe inoltre possiede un’abilità attivabile durante le partite pagandone il costo. HEX non è di certo il primo titolo dove è presente la figura dell’eroe che fa le veci del giocatore, ma è sicuramente l’unico a dargli un valore così alto, fornendone anche spesso un background e un carattere.

Naturalmente sarà possibile anche personalizzare normalmente il proprio mazzo, aggiungendo creature, incantesimi e sopratutto mana, che sarà presente in diversi colori e vi permetterà di creare mazzi ibridi mischiando i vari tipi. Non nascondiamo che creare i mazzi risulta molto divertente e stimolante, in quanto le creature appartengono a fazioni diverse e distinte, e sono caratterizzate egregiamente grazie anche a dei ritratti ben realizzati.

Queste due meccaniche unite in un solo titolo rischiano sicuramente di renderlo pesante, ma c’è da dire che giocando qualche ora con un po’ di pazienza tutto diventerà molto chiaro e accessibile.

HEX Shards of Fate recensione
In basso a destra potete vedere l’eroe e il suo equipaggiamento

L’introduzione degli equipaggiamenti non è l’unica meccanica che rende HEX: Shards of Fate un titolo mai visto prima, ma ve ne sono altre, secondo noi, ben più interessanti. Sin da subito le intenzioni degli sviluppatori sono state chiare: creare un MMOTCG. Il titolo presenta moltissimi elementi che lo riconducono ad un MMO: la chat globale, un sistema di gilde, l’asta e delle missioni  da completare, tutti realizzati egregiamente, ma che vengono limitati da un comparto tecnico davvero terrificante.

I menù peggiori della storia

Se per quanto riguarda le regole e le meccaniche il titolo è ottimo, non si può dire lo stesso della realizzazione tecnica. Vi abbiamo parlato di come HEX si basi molto sugli elementi MMORPG presenti al suo interno, va da sé che l’utilizzo dei menù sia un’azione molto frequente e che occuperà anche molto tempo all’interno del gioco ed è proprio qui che arrivano i problemi: il titolo non è molto reattivo e risulta quindi frustrante cliccare sulle icone nei menù o giocare le carte durante le partite, le finestre spesso si sovrappongono o si bloccano, nei cambi di finestra il gioco tende a bloccarsi per qualche secondo amplificando così la sensazione di frustrazione e come se non bastasse la gestione dei menù è stupidamente difficile e spesso complicata da comprendere. Inoltre il titolo tende a perdere qualche FPS durante i duelli anche non presentando una grafica particolareggiata.

Siamo consapevoli che all’interno di un TCG questi fattori non dovrebbero essere importanti, anzi ci si dovrebbe focalizzare di più sul gameplay che il titolo offre, ma in HEX: Shards of Fate questi problemi tecnici sono troppo evidenti e minano notevolmente l’esperienza di gioco, rendendo un gioco di carte tutto sommato godibile quasi un orrore per gli occhi.

Hex Shards of Fate recensione
Voi vedete un menù, noi vediamo L’INFERNO

In Conclusione

Se siete degli amanti di Magic: The Gathering questo titolo è ciò che fa per voi: una trasposizione videoludica ben realizzata del famoso gioco di carte di Wizard of the Coast. Consci di ciò dobbiamo dire però che HEX: Shards of Fate doveva, viste le premesse in kickstarter, essere un titolo rivoluzionario e mai visto prima e per molti versi lo è grazie all’introduzione di meccaniche MMORPG, ma di certo non incarna la sua filosofia nelle meccaniche di gioco, viste e riviste, che non portano niente di nuovo al mondo nel mondo dei TCG.

 

6.5

Pro

  • Il primo MMOTCG della storia
  • Disegni delle carte ben realizzati

Contro

  • Tecnicamente orribile
  • Meccaniche non originali
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