Hitman: Absolution – Recensione Hitman: Absolution

La serie di Hitman è ben radicata nel cuore di una nutrita schiera di appassionati. Nata nel 2000 con lo storico Hitman: Codename 47, la saga di Io-Interactive si è fatta strada con 5 capitoli nell’arco di ben 12 anni. Ogni capitolo della casa danese ha apportato qualche piccola miglioria, lasciando inalterato il cardine dell’esperienza ovvero la libertà data al giocatore di scegliere il proprio approccio per ogni missione, pianificando accuratamente tutta la sequenza di mosse che porta all’obiettivo. I giochi della serie sono sempre state delle gemme grezze, ovvero prodotti in cui trasparivano costantemente le geniali intuizioni degli autori, ma risultavano alla fine dei conti minati da problemi di giocabilità o limitazioni tecniche. Gli sviluppatori si sono accorti più volte dei punti deboli dei propri titoli ed hanno sempre cercato di correggerli con ogni nuova uscita. L’ultimo capitolo, Blood Money (2006), rappresenta l’apice del loro lavoro: il titolo, oltre ad essere uno dei capitoli più divertenti della serie, è stato anche vittima delle critiche da parte dei fan più sfegatati che lo vedono ancora oggi come un’apertura non necessaria ad un pubblico più ampio. Dopo 6 anni Io-Interactive, confeziona un nuovo prodotto con tutta l’esperienza acquisita fino a questo punto. Sarà capace l’ultimo capitolo di reggere il peso dell’eredità e dare alla saga il posto che merita nell’olimpo dei videogiochi?
 

“…Di 47 ce n’è solo uno”

L’agente 47, leggendario killer al soldo dell’organizzazione di mercenari conosciuto con l’originale nome di “Agenzia” questa volta è stato ingaggiato per uccidere Diana, la propria partner durante i precedenti episodi. Una volta portato a termine il proprio lavoro, la professionalità di 47 viene improvvisamente meno e decide di assecondare le ultime volontà dell’ex collega portando in salvo una ragazzina da lei custodita. Abbandonando la missione in corso e disobbedendo ad ordini diretti, 47 susciterà le ire dei propri datori di lavoro, ritrovandosi in poco tempo preda, ma al tempo stesso predatore, di loschi individui con mire sulla ragazza e dell’Agenzia stessa. La trama procede in maniera serrata, rivestendo un ruolo di primaria importanza all’interno del gioco, complice anche la presenza di un buon numero di sequenze scriptate del gameplay, assenti nei precedenti capitoli. L’eccellente doppiaggio in lingua inglese e le espressioni facciali convincenti anche nella loro semplicità sono ulteriori elementi che rendono Hitman: Absolution la migliore esperienza cinematografica della serie. La storia è inoltre narrata con cutscenes che vengono mostrate in fase di caricamento o di uscita dai livelli, che hanno lo stile delle grandi produzioni Hollywoodiane mescolato ai violenti ed impetuosi colori dei film stile Robert Rodriguez. Pur essendo ben costruita, la storia non è esente da difetti: in primo luogo stonano un pò alcuni personaggi totalmente ridicoli ed inseriti forzatamente nel contesto. Questi ultimi risultano essere totalmente estranei alla serie ed anche alla tipologia di humor nero che ha contraddistinto la saga dell’agente 47, rendendoli spesso fuori luogo ed i loro interventi inutili. A volte inoltre sono presenti piccoli momenti di non-sense della trama, ad esempio l’abbonimento improvviso dello spietato e professionale Agente 47 per proteggere una sconosciuta ragazzina che sono spiegati in maniera un pò sommaria. In ogni caso il crescendo narrativo non viene meno fino agli ultimi istanti dell’epilogo e risulta essere una delle forze trainanti dell’esperienza single player.


Unire Silver Ballers a Corda di Pianoforte e mescolare bene

Dal punto di vista del gameplay Hitman Absolution risulta molto simile all’elaborazione di un qualsiasi capitolo della saga con l’ultimo Splinter Cell : Conviction.
Chiariamo subito : all’interno del gioco è sempre possibile fare tutto ciò che si faceva negli altri Hitman, come travestirsi da certe tipologie di PNG per accedere a determinate aree, creare tranelli mortali sfruttando l’ambientazione circostante e così via. Gli elementi iconici del gameplay sono però stati affiancati da caratteristiche originali per la serie, dai tratti Action molto più marcati. Le nuove meccaniche riguardano ad esempio la modalità “Point Shootout” che permette di “taggare” i nemici nelle vicinanze per lasciare poi che una mortale animazione di 47 li massacri automaticamente in sequenza (esattamente come accade in Splinter Cell: Conviction). Inoltre è stato introdotto l’istinto di 47, caratteristica che, alla pressione del tasto dorsale destro, permette di rallentare il tempo ed individuare i bersagli sensibili del livello. Alcune missioni richiedono di affrontare delle sezioni acrobatiche, che vedono l’Agente 47 scalare palazzi o pareti di rocce saltando da un sostegno all’altro come fosse un novello Prince of Persia. Ogni livello risulta strutturato in sezioni distinte, della durata di circa 5-15 minuti l’una. Tali sezioni sono suddivisioni atomiche di ogni livello, tutto ciò che avete fatto nella sezione precedente non avrà alcuna ripercussione nella successiva, tranne che per le armi in possesso ed il travestimento indossato. Questa ultima scelta elimina le innovazioni portate da Blood Money, dove la reputazione con cui avete finito una missione incideva direttamente sulla difficoltà della successiva, spingendo i giocatori a ricercare il massimo grado di silenziosità nell’affrontare i singoli compiti. L’interazione con l’ambiente è un’altro degli elementi innovativi per la serie: nei capitoli precedenti il giocatore poteva interagire con pochi oggetti chiave, mentre ora i livelli sono cosparsi di elementi che possono essere usati come diversivo oppure come armi, sia a distanza ravvicinata che da lancio. Questo garantisce maggiore libertà di improvvisazione al giocatore, permettendo nuove vie di fuga da situazioni, dove, nei capitoli precedenti, l’unica soluzione consisteva nel caricare il salvataggio precedente. Un plauso anche al comparto di animazioni che fanno un ottimo lavoro nel rendere al meglio la fisicità di 47 a seconda del contesto in cui si trova: l’agente infatti ricorre a nascondere il proprio volto se vicino a persone che sospettano di lui, si muove accovacciato in punta dei piedi verso una vittima ignara, oppure corre muovendo realisticamente ogni muscolo durante gli sprint. Le animazioni di morte come gli impatti dei proiettili sui nemici danno un’esatta riproduzione di quello che accadrebbe al corpo dello sventurato a seconda del calibro o del tipo di arma usato.

Per ogni soluzione c’è un espediente uguale e contrario

Le situazioni tipiche che vi ritroverete ad affrontare durante la campagna principale si possono classificare in 2 tipi: eliminazione del bersaglio, dove dovrete eliminare un obiettivo avendo carta bianca su come procedere, e sezioni stealth, durante le quali dovrete completare una sfida in genere senza farvi vedere dai PNG. Dopo aver digerito fin troppi binari alla Call of Duty, ma anche normali stealth game come il già citato Conviction, è un piacere giocare nuovamente ad Hitman, in quanto all’interno di ogni livello sarà possibile trovare svariati percorsi alternativi per il suo completamento (di media 5-6). Absolution è un gioco che vi invoglierà a rigiocare gli stessi livelli più e più volte per trovare una soluzione migliore o più originale al problema. Si rimane sorpresi scoprendo quanti modi diversi di operare è possibile trovare all’interno anche della più piccola ambientazione. Per questo un plauso va ai level designer che sono riusciti a re-interpretare e proporre caratteristiche fondanti della saga di Hitman facendole apparire ai giorni nostri come nuove ed innovative. E’ necessario puntualizzare che una quantità minore di livelli, spesso per esigenze narrative, non danno la stessa quantità di libertà al giocatore, questo soprattutto durante le sezioni stealth. In questi casi il giocatore è comunque spinto a scegliere fra un percorso pulito ed uno più aggressivo per terminare la missione, diversificando in questo modo anche i livelli con struttura più semplice. Il livello di difficoltà normale è forse troppo permissivo dal punto di vista dei punti salute di 47, che può sopravvivere a decine e decine di colpi di arma da fuoco, rendendolo un vero e proprio carro armato capace di terminare quasi tutti i livelli ignorando la componente stealth come se si trattasse di un action game. Il livello di difficoltà normale, inoltre, offre al giocatore come abilità l’utilizzo dell’istinto di 47 ed altri aiuti come i check-point attivabili nei livelli e guardie meno reattive. Queste concessioni sono state fatte per avvicinare i nuovi giocatori alla serie, ma a volte tolgono momenti di suspence e brivido al gioco. Anche se giocato come sparatutto comunque, Hitman:Absolution dà grandi soddisfazioni, gli scontri a fuoco sono entusiasmanti e l’intelligenza artificiale (seppur deficitaria nell’individuare il giocatore a volte) cerca in continuazione di mettere a punto manovre di accerchiamento e pressione sul giocatore. La longevità del titolo in single player, se si considera semplicemente come scopo quello di superare tutti i livelli a difficoltà Normale senza fare qualsiasi altro tipo di extra, si attesta sulle quindici ore, qualcosa di più se non siete esperti della serie. Contando tutti gli oggetti sbloccabili ed i diversi tipi di difficoltà, il single player di Hitman: Absolution può tranquillamente bastarvi fino all’uscita del prossimo capitolo. Si consiglia ai giocatori più esperti di selezionare direttamente una delle difficoltà più impegnative fra le 5 a disposizione, permettendo così di godersi maggiormente il gioco ed allungarne anche la longevità, comunque di tutto rispetto.

Contratti e sfide

Il reparto multiplayer comprende due modalità: la prima è quella del gioco in competizione sui livelli della campagna a giocatore singolo. In alto a sinistra se siete connessi durante la campagna principale vedrete costantemente un indicatore di punteggio che verrà comparato ai record mondiali o del vostro stato di appartenenza, spingendovi a completare il livello al meglio per salire nella classifica. Inoltre i punti ricevuti al completamento del livello serviranno a fare salire di livello il vostro agente, migliorandone alcune caratteristiche. La seconda modalità online è chiamata “Contracts”, sicuramente uno dei punti del gioco online su cui gli sviluppatori hanno puntato di più. In questa modalità ogni giocatore è chiamato ad eliminare dei bersagli in modo particolare, seguendo specifiche regole definite dal gioco o dagli utenti stessi. Le sfide sono contraddistinte tramite moltissime variabili, ad esempio particolari condizioni di vittoria da ottenere come non sparare colpi, oppure non farsi avvistare nemmeno una volta o non cambiare mai l’abito. Al termine della sfida il vostro punteggio verrà comparato a quello di tutti gli altri giocatori e vi permetterà di guadagnare crediti per sbloccare nuovo equipaggiamento e costumi. Forse il difetto principale di questa modalità sta nel fatto di utilizzare le stesse ambientazioni della campagna principale, le quali, nonostante siano estremamente curate, possono stancare dopo qualche decina di partite anche con obiettivi variabili.

Io-Interactive ci lascia al freddo

Hitman: Absolution sfrutta il nuovo motore grafico Glacier 2 che dona al gioco un comparto tecnico di tutto rispetto. Il gioco implementa effetti grafici notevoli per quanto riguarda la gestione dell’illuminazione, un punto fondamentale dell’esperienza di gioco. Texture e modelli poligonali inoltre sono di tutto rispetto, ma la vera forza del motore è la sua capacità di muovere centinaia di questi modelli contemporaneamente, creando così affollate ambientazioni. Il tutto si muove senza perdere neanche un frame anche sulle ormai vecchie console della corrente generazione. E’ uno spettacolo mai visto in un gioco entrare nel livello di Chinatown di Chicago e mascherarsi nell’immensa folla, utilizzandola se necessario per scappare da guardie o creare panico. Tutta la folla, composta da modelli poligonali differenti e comportamenti diversi degli stessi NPC, è animata in tempo reale con un’accuratezza sorprendente. Questo è un esempio di come la tecnologia possa rivelarsi fondamentale al Gameplay. Le ambientazioni del gioco, inoltre, sono molto dettagliate ed artisticamente curate, ma la ricostruzione del South Dakota, vista verso la fine del gioco, non convince come la grigia ed oscura Chicago delle prime missioni. Un plauso per gli shader, soprattutto quelli applicati nei livelli dove piove che svolgono egregiamente il loro scopo. Minori bug grafici che affliggono la compenetrazione poligonale di modelli, qualche animazione imprevedibile, la fisica applicata a pochi oggetti del gioco e le collisioni non gestite egregiamente scalfiscono leggermente il maestoso lavoro portato a termine. Possiamo comunque affermare che quanto visto in Hitman: Absolution rappresenti il massimo in termini tecnologici visto finora sulle console di questa generazione per quanto riguarda un titolo multi-piattaforma. Un plauso anche per l’audio maestoso se si possiede un discreto sistema sonoro, la soundtrack è composta da musiche rock, country ed estratte dall’opera classica che creano un’atmosfera unica durante le missioni.

Pochi errori, molte soddisfazioni

E’ difficile individuare ulteriori aspetti negativi della produzione Io-Interactive tralasciando quelli citati. Hitman: Absolution è un ottimo gioco che mostra pochi difetti. Hitman: Absolution è un’esperienza cinematografica, ma al tempo stesso un gioco di strategia e di improvvisazione. Possiede un solido comparto online competitivo basato sull’esecuzione perfetta di compiti complicati piuttosto che sulle carneficine caotiche a cui siamo abituati da altri titoli. Dove Deus Ex: Human Revolution, uno dei titoli console più recenti che garantiscono maggiore libertà di azione al giocatore, fondamentalmente offre “solo” 3 modi diversi per raggiungere l’obiettivo, in Hitman a volte ci si ritrova a giocare la stessa missione decine di volte cambiando completamente approccio e non prendendo in considerazione chissà quante altre ulteriori strade a disposizione possibili. Hitman: Absolution può essere criticato per i suoi piccoli difetti come la linearità di un piccolo numero di sezioni, la ridotta dimensione di alcuni livelli, alcuni bug a livello visivo, un’IA qualche volta non all’altezza ed un modo di raccontare la storia che non potrebbe piacere a tutti. Il modo in cui il titolo in questione si apre all’esplorazione e lascia il giocatore libero di agire all’interno dei suoi livelli è oggettivamente da lodare e le innumerevoli variabili che rendono l’esperienza in qualche modo diversa, fanno dimenticare tutto il resto. In sintesi, terminato Hitman: Absolution, per riprovare a giocare qualcosa di simile su console, l’unica alternativa che ho trovato è stata quella di re-inserire il disco.

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