Horizon – Horizon

Un fattore che ha reso popolare gli indie games è sicuramente l’immediatezza e semplicità. Bisogna però non fare confusione: gli indie non sono un genere, ma un mercato che ne include molti, talvolta tutt’altro che alla portata di tutti. È il caso di Horizon, un prodotto ad ambientazione spaziale che fonde gestionale e strategia a turni, meglio conosciuti come giochi 4X (explore – expand – exploit – exterminate), tralasciati dalle masse per la loro difficoltà, ma infinitamente amati dai giocatori che riescono ad andare oltre la confusione iniziale.

Cosa e chi

Horizon è prodotto dallo studio L3O, ancora in sviluppo ed attualmente in fase beta, ma già disponibile tramite il canale Early Access di Steam. La premessa narrativa del gioco, tutt’altro che interessante o di spessore, è la scoperta da parte dell’umanità di una sonda aliena nei dintorni di Plutone, attraverso un video introduttivo piuttosto bruttino da vedere, così come il resto della grafica di gioco. Diciamocelo, a nessuno interessa questo punto in giochi del genere, per cui passiamo ai fatti.

Introduzione

Per cominciare una partita occorre scegliere razza del giocatore (attualmente limitata alla sola umana), e vari parametri che rendono più o meno densa la galassia con pianeti abitabili, stelle, sistemi planetari e via discorrendo, passando poi al tipo di scenario, e all’abilitazione o meno di missioni e tutorial. Al momento ci sono due tipi di ambienti, Normal e Classic, il primo prevede che le razze partano con caratteristiche tecnologiche, economiche ed evolutive predefiniti, mentre il secondo mette giocatore e AI a pari livello. L’abilitazione delle missioni, che vengono proposte in maniera randomica nel corso della partita, è ciò che dà una spinta di animo al gioco, senza il quale si tratterebbe di una esperienza sandbox pura. Per quanto concerne il tutorial, alla prima partita è una scelta d’obbligo per imparare a districarsi tra la marea di interfacce, menù e sottomenù che compongono questo puzzle.

Confusione

L’interfaccia principale è la mappa galattica, dove si ha una panoramica di ogni settore, si controllano le flotte e si accede a ogni altra interfaccia, da cui gestire diplomazia, ricerca e costruzioni. Partiamo da quest’ultima, fulcro dell’economia di ogni impero: selezionando un pianeta colonizzato si accede ad un pannello unico per gestire stabilimenti planetari (divisi fra Trade, Entertainment, Farming, Industry e Research), difese, basi orbitali e navi. Ognuno ha risorse e quantità di costruzioni massime limitate in base alle sue caratteristiche, ma rimangono uguali le possibilità di sviluppo: nulla ci impedisce di upgradare al massimo il Farming di un mondo desertico, anche se difficilmente si otterranno grandi risultati. Inoltre, nulla impedisce erigerne di ogni tipo (purché ci sia lo spazio per farlo), e simultaneamente, basta avere sufficienti fondi. Ogni richiesta richiede un determinato tempo in turni, ma è possibile accorciarlo a uno solo spendendo somme considerevolmente maggiori.
Discorso analogo per le navi, divise in quattro categorie, anche se non è chiaro perché trasporti e colonizzatrici siano alternate nella medesima. Queste possono inoltre essere ridisegnate da un apposito menù: a patto che non si superi la portata energetica. Nulla impedisce di sostituire laser e missili con capsule di abbordaggio ed altre amenità da decidere a seconda delle necessità.
Ciò che non è molto chiaro, nemmeno dai manuali, è quanto le costruzioni collidano fra loro in termini di produttività: appare chiaro che costruire aree di ricerca tolga manodopera all’industria, ma non è chiaro se rendere il pianeta un centro di scambio influisca in qualche modo sui precedenti. In ogni caso, non sono presenti dati matematici che quantifichino i rapporti tra i medesimi o le migliorie effettive degli upgrade, ne è chiaro quanto la ricerca specifica influisca nella produttività di un pianeta. Parlando di ricerca…

R&D

La ricerca avviene in maniera diversa da altri esponenti del genere: tutte le tecnologie sono in continuo sviluppo, i cui turni richiesti per arrivare ad una conclusione calano a seconda della quantità di scienziati disponibili nel nostro dominio, ma per ridurne l’esagerata quantità richiesta occorre selezionare un campo di applicazione ed una ricerca specifica, a discapito della velocità di altre. Una volta giunti al dunque è necessario che gli operatori continuino a focalizzarsi su di essa per giungere a un punto di svolta, il cui successo è stabilito da una percentuale che viene testata di turno in turno. Passato il primo livello, si può continuare a specializzarsi per altri quattro. Inoltre, lo sviluppo non è ramificato: l’ottenimento di nuove tecnologie avviene principalmente tramite la scoperta nell’universo, missioni, e scambi con altre razze, il che ci porta a parlare della diplomazia.

Diplomazia

Mano a mano che esploriamo e fondiamo colonie, aumentano le probabilità di incontri con altre razze aliene. A patto di essere entro il raggio massimo di comunicazione e di essere in grado di comprenderli, cosa che avviene con ricerche specifiche, possiamo aprire un canale di comunicazione con ogni tipologia di cui siamo a conoscenza, ponendo saluti formali, neutri e aggressivi. Premesso questo, il resto è piuttosto standard: le varie opzioni di dialogo permettono di porre richieste che variano da accordi di non-belligeranza all’apertura di rotte commerciali, le cui conclusioni estreme possono essere un patto di alleanza o una dichiarazione di guerra. Chiaramente, seppur non dichiarata, ogni azione bellica nei confronti di una determinata razza ne deteriora i rapporti.

Combattimento

La guerra è lo strumento di diplomazia preferito dai giocatori che vogliono diventare padroni incontrastati dell’universo. A differenza dei suoi simili, Horizon non fa una netta divisione fra le sessioni di combattimento ed il resto dell’avventura: ogni volta che lo desideriamo possiamo “ingaggiare” un settore, controllandone direttamente le navi, e la loro locazione rispetta esattamente quella degli ordini dati tramite la mappa galattica. Ad esempio, nel tutorial viene richiesto di far orbitare una nave intorno a Plutone, se noi ingaggiamo il settore possiamo vedere la nave effettivamente stazionata nei dintorni, e ciò vale per ogni cosa: è come se fosse uno zoom, invece che un’istanza separata. Quando si giunge al combattimento, avviene in ordine di velocità dei veicoli, rendendo meno casuali i vantaggi. Il sistema di controllo è piuttosto macchinoso: ci sono poche shortcut e occorre compiere quasi ogni azione tramite un menù di comando, ed è una cosa piuttosto snervante data la profondità degli scontri, poiché anche fattori come il posizionamento di una nave ha importanza.

Conclusioni

E questo è quanto. Horizon è un gioco del quale non sentirete parlare chiunque, poiché indirizzato ad una nicchia piuttosto che al mercato di massa, ed è molto esigente con una domanda precisa in testa: “Merita di essere giocato?”. La risposta, per il momento, è “ni”. Come anticipato, si tratta di un prodotto in fase beta, i cui contenuti sono destinati ad evolversi, ma per ora piuttosto immaturo: ci sono molti fattori di sbilanciamento, a partire dalla diplomazia, con il quale si raggiunge anche troppo facilmente l’alleanza, inoltre sul lungo periodo le partite tendono a diventare molto macchinose per via della mancanza di automazioni. Ogni colonia richiede una gestione manuale, e quando queste iniziano ad essere tante capita facilmente che vi dimentichiate di seguirle tutte. Tuttavia, dobbiamo ammettere che si tratta di un titolo probabilmente più accessibile di molti altri esponenti del genere, pertanto particolarmente indicato per coloro che vogliano avvicinarsi al genere. Chi cerca qualcosa di più completo è meglio che attenda ancora, con una speranza positiva di fondo verso un prodotto che, tutto sommato, ha meritato la nostra attenzione.

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