Il Professor Layton e l’eredità degli Aslant – Il professor Layton e l’Eredità degli Aslant

La collaudata formula dell’avventura grafica ad enigmi ritorna ancora una volta in questo nuovo capitolo della lunga saga del Professor Layton, prodotto videoludico di Level-5 che più di ogni altro ha contribuito al successo di DS e 3DS, sdoganando il genere anche tra i non appassionati di videogiochi. Scopriamo insieme novità e conferme di questo prodotto.

 

Un cerchio che si chiude

Iniziamo collocando temporalmente il prodotto che, rispetto agli episodi precedenti della serie, si svolge precedentemente al primo capitolo, con Luke e il professore alla ricerca della mela d’oro. Durante l’avventura verranno al pettine tutti i nodi e si scioglieranno tutte le sottotrame lasciate in sospeso nelle scorse avventure e dei suoi comprimari. Ritroveremo Luke, Emmy, Chelmy con il nerboruto ispettore Grosky, Descole, mamma e papà Layton e tanti altri. Ognuno avrà la sua parte in questo titolo che, idealmente, si divide in due: la trama principale, della quale parleremo a breve, che occupa la maggior parte delle ore di gioco e racconta degli Aslant. Una secondo plot si intreccia con il primo prendendo il sopravvento nelle ultime ore della narrazione, svelando numerosi misteri su Hershel Layton e famiglia, più una sconcertante verità sulla sua assistente Emmy che, nei panni di narratrice nei primi minuti di gioco, annuncia da subito che questa sarà la sua ultima avventura insieme al protagonista.


La trama principale è interessante: ricca di mistero e colpi di scena come ci aspettavamo


Ve lo diciamo subito prima che vi aspettiate troppo: non siamo ai livelli de “Il Futuro Perduto”, comunque ci dichiariamo soddisfatti del lavoro svolto da Level-5 in questa occasione. Il nostro disappunto va nell’aver condensato tutte queste rivelazioni in poco spazio. Completare l’avventura principale, risolvendo il numero minimo di enigmi necessari, ci ha impegnati per tredici ore circa, di cui solo le ultime due sono state dedicate ai protagonisti e ai colpi di scena sul loro passato. Resta il fatto che, in questo modo, il gioco risulta ben fruibile anche da chi si avvicina alla serie solo con questo episodio, evitando di tediarlo inutilmente con le vicende dei personaggi e mettendolo sin da subito di fronte ad un’avventura interessante e piena di mistero. In definitiva, se da una parte i fan della serie saranno felici di rivedere tutti e scoprirne i segreti, anche i nuovi giocatori avranno pane per i loro denti con la vera trama de “L’eredità degli Aslant”.

Di cosa parla? Di un’antica civiltà che, sulla falsariga di Atlantide, è scomparsa all’apice della sua evoluzione. Contattati dall’amico e collega professor Sycamore, Layton e i suoi assistenti si recano alla gelida città di Frostborg per indagare sui primi indizi. Questa avventura li porterà a viaggiare per il mondo e risolvere enigmi nei luoghi più disparati, associandoli alla ricerca di cinque uova, manufatti Aslant che permetteranno di scoprire nozioni su questa civiltà. Ad accompagnare i personaggi principali ci sarà Aurora, una giovane ragazza che pare essere l’ultima supersiste di questo popolo misterioso. Sarà davvero così? Non anticipiamo altro per non rovinarvi la trama se non che, come in ogni avventura che si rispetti, il professore non è l’unico a voler scoprire la verità: la Targent, organizzazione senza scrupoli, sarà come lui sulle loro tracce per impadronirsi del potere. Chi vincerà? Dovrete scoprirlo con il solito sistema: un enigma dopo l’altro.


Nell’eredità degli Aslant saranno presenti tantissimi personaggi, vecchi e nuovi

I gentiluomini non lasciano mai un enigma irrisolto

Il Gameplay è quello a cui siamo abituati da lungo tempo: il touchscreen servirà per muovere i personaggi e ruotare la visuale nelle varie schermate di gioco, più dinamiche rispetto al passato ma comunque fisse e dai limiti ben determinati. Quando la lente visualizzata sullo schermo superiore cambierà colore, potremo interagire con quella parte di scenario scoprendo un enigma, una moneta aiuto o un oggetto collezionabile. Per quanto riguarda questi ultimi, sono semplicemente reperti archeologici di nessun valore, sparsi per il gioco al solo scopo di sfidare la capacità di ricerca dei giocatori che intendono raggiungere il 100%. Rebus e aiuti sono la vera colonna portante dell’avventura: tra indovinelli, problemi di logica o matematica, puzzle e minigame di strategia, questo titolo pullula di rompicapi da risolvere per proseguire nell’avventura. Le monete, da raccogliere in ogni dove, servono per sbloccare suggerimenti utili alla risoluzione di quiz più complessi. Rispetto ai capitoli precedenti, gli arcani di questo Professor Layton ci sono sembrati più semplici e, grazie anche alla grande quantità di agevolazioni presenti, proseguire nei nuovi capitoli della trama non è stato per nulla difficile. Questo anche grazie alla dinamicità delle immagini dello schermo superiore, che ora oltre che a mostrare il testo dell’enigma in questione, si anima anche in base alle azioni che il giocatore compie sul touchscreen, molte volte guidandolo verso la soluzione.

Oltre a questo, nel corso della prima ora di gioco abbiamo accolto un piccolo inserto action in stile Brain Trainer: in volo sul Bostonius, un aereo/dirigibile con il quale i protagonisti si muoveranno durante tutta l’avventura, viene chiesto di abbattere velivoli nemici, selezionandoli con lo stilo e nel più breve tempo possibile. Non abbiamo però compreso come mai questo schema sia presente solo in questo brevissimo frangente, venendo poi abbandonato per tutte le ore successive. Un vero peccato che l’intera avventura risulti una fotocopia del solito collaudato gameplay che, dopo sei episodi, rischia di annoiare i giocatori di più lunga esperienza.


Gli scenari sono ricchissimi di particolari, ma soprattutto pieni di enigmi e oggetti nascosti

Chi invece sa appassionarsi ai rompicapi avrà pane per i suoi denti: centocinquanta in totale, ma per completare l’avventura ve ne saranno richiesti solamente poco più di settantacinque, addirittura se non vi dovessero bastare, c’è sempre la possibilità di scaricare quello del giorno tramite Internet e aumentare all’infinito la longevità. Oltre a questo tornano anche i minigiochi, opzionali e slegati dalla trama, da affrontare in ogni momento aprendo la valigia del professore. I più interessanti sono la boutique di moda, legata agli oggetti collezionabili raccolti, e lo scoiattolo, con il quale bisogna affrontare dei labirinti irti di pericoli e portare una ghianda nella sua tana.
Un ultimo appunto per quanto riguarda il mondo circostante: all’inizio vi apparirà davvero immenso, vario e, probabilmente, si tratta di uno dei più vasti presenti nelle serie. Scoprirete ben presto che il percorso è ben determinato, nonostante il gioco offra la possibilità di volare nei quattro angoli del mondo, spostandosi liberamente da un luogo all’altro per ritrovare gli enigmi lasciati in sospeso. La sensazione di varietà e libertà arriva dopo, alla fine. Ricaricando dall’ultimo salvataggio, prima dell’epilogo, sarà possibile infatti recarsi in assoluta libertà tra tutti i luoghi visitati in precedenza, cosa che farà certamente felici i completisti e chi, nelle avventure e negli RPG, non vuole abbandonare niente alla fine della trama ma si diverte a scoprirne tutti i segreti nascosti.


Come sempre, ogni enigma è contrassegnato da un numero e da una difficoltà

Dai ghiacci al deserto…

…il passo è breve: in quanto a realizzazione grafica e level design, “Il Professor Layton e l’eredità degli Aslant” merita sicuramente i nostri complimenti. Rispetto ai precedenti capitoli, in cui lo scenario dell’avventura era tendenzialmente uno soltanto, in quest’ultimo episodio i giocatori sono chiamati a volare nei più remoti angoli del mondo: deserti, giungle tropicali, rovine, montagne ghiacciate, fortezze e colline ventose sono gli esempi dei fantastici paesaggi che fanno da cornice ai quizi da risolvere. In ogni luogo ci saranno diversi, bizzarri, personaggi, con la loro parte di storia e la loro piccola sottotrama. Dal punto di vista grafico, oltre alla buona realizzazione in stile cartone animato e agli scenari più dinamici e animati rispetto al passato, segnaliamo quindi anche una ottima varietà: in tutta l’avventura, fatta eccezione per pochi minuti nel velivolo della Targent, non troverete mai un elemento riciclato, segno di quanto lavoro è stato svolto dalla software house per rendere vario il mappamondo, come mai prima d’ora.

Di altissimo livello anche i filmati di intermezzo, ormai dei veri e propri piccoli OAV, magistralmente doppiati in italiano: utili a mostrare le scene d’azione e quelle più ricche di sentimento. Questi anime in miniatura sono un vero e proprio fiore all’occhiello, lunghi (o corti, a seconda dei punti di vista) quanto basta e perfetti a rendere completa l’esperienza dell’avventura grafica, dove il troppo testo rischierebbe di scoraggiare i giocatori più giovani e abituati all’azione piuttosto che alla riflessione.


Tecnicamente il gioco è davvero ben realizzato e curato in ogni minima parte

Un plauso va anche, infine, alle musiche di sottofondo: anch’esse più varie e articolate rispetto al passato, sottolineando meglio l’azione mostrata sullo schermo e il grado emotivo delle varie parti dell’avventura. Lodevole la decisione di dedicare particolari colonne sonore ai vari luoghi, in modo tale da accentuare la percezione di diversità e di ampiezza della mappa anche attraverso l’udito, oltre che con la sola grafica.

Verdetto finale

Questo titolo è probabilmente l’ultimo capitolo della grande saga di enigmi ideata da Level-5, a meno che la casa di sviluppo non intenda continuare a mostrarci le avventure del professore nel presente. Con questo sesto prequel si chiude il lungo cammino iniziato con “Il Paese dei Misteri”, così come tutte le sottotrame relative ai vari personaggi che abbiamo imparato a conoscere negli anni. Non si tratta forse di quello più ispirato: a nostro parere, “Il Futuro Perduto” è ancora incredibile e probabilmente insuperabile, ma le ultime due ore di gioco ci hanno letteralmente incollati allo schermo grazie ai continui colpi di scena. Allo stesso modo si tratta di un capitolo interessante per chi dovesse avvicinarsi per la prima volta alla serie. Non ci sono particolari novità, ma dopotutto la struttura ad enigmi e l’esplorazione in stile “avventura grafica retro” si difendono ancora bene. Interessante il tentativo, poi abbandonato, di inserire una piccola componente action: sperando che questo non sia un addio, ma soltanto un arrivederci, auguriamoci di rivedere Hershel, Luke, Emmy e tutti gli altri in un prodotto che implementi al meglio anche questa nuova direzione.

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