Inversion – Recensione Inversion

Se c’è un genere che, in questa generazione, ha proliferato più degli altri è quello degli sparatutto. Sia che si parli di FPS o di TPS, il mondo degli shooters si è arricchito di un miriade di esponenti, la maggior parte dei quali fotocopie di titoli più famosi e meglio riusciti, che in breve tempo hanno saturato il mercato. Non c’è casa di sviluppo, anche tra quelle che mai prima d’ora si erano approcciate al genere, che non ha tentato di lanciare sul mercato il suo sparatutto, con risultato spesso mediocri se non proprio insoddisfacenti.

Inversion è l’ennessimo shooter in terza persona, con elementi presi pari pari dall’ormai abusaton Gears of War, che cerca di dire la sua in un panorama sin troppo affollato. Come può far intuire il titolo, l’elemento "originale" con cui il gioco tenta di far breccia nel mercato è la possibilità di manipolare la gravità, sia per far levitare gli oggetti sia per tantissime altre strategie, potenzialmente in grado di proiettare l’opera ben oltre il semplice "spara a qualsiasi cosa che si muove". Sviluppato da Saber Intercative e prodotto da Namco Bandai, il titolo è disponibile su Xbox 360, Playstation 3 e PC.

Newton e la sua mela sarebbero usciti pazzi!

Il protagonista della vicenda si chiama David Russel. È un poliziotto di quelli da film action hollywoodiani, un tipo tutto muscoli sempre pronto all’azione. David è in missione con l’inseparabile collega Leo Delgado quando accade l’inspiegabile. La città viene attaccata da uomini misteriosi chiamati Lutadores, equipaggiati con strane armi capaci, addirittura, di manipolare la gravità. David e Leo tentano l’impossibile, ma la forza d’invasione è al di la della loro portata. In pochi attimi, la città viene devastata e i suoi abitanti fatti schiavi. Come se non bastasse, la moglie di Leo muore e la sua piccola figlia scompare nel nulla. Fatti anche loro prigionieri, i due protagonisti dovranno tentare di liberarsi e fare luce sulla misteriosa vicenda.

Questo, riassunto nei minimi termini, l’incipit di Inversion. Si tratta di una narrazione veloce ma non frettolosa, spezzettata qua e la in numerosi filmati d’intermezzo, capaci di tenere alto l’interesse del giocatore lungo una trama semplice ma mai noiosa, non certo esaltante ma capace di intrattenere senza eccessive sbavature. Nonostante tutto, quando si parla di titoli di questo genere la trama diventa, volenti o nolenti, un elemento di secondaria importanza. Ciò che veramente conta è il gameplay, ed i ragazzi di Saber Interactive devono averlo capito perché, oltre che limitarsi a copiare i massimi esponenti del genere, hanno deciso di inserire un elemento originale e peculiare: la possibilità di manipolare la gravità.

Dopo un’ora scarsa di gioco, ecco che i nostri protagonisti entrano in possesso di speciali zaini gravitazionali, il cui potere, come dice il nome stesso, permette di giocherellare con una delle più potenti forze dell’universo. Grazie a questo prodigio della tecnica potremo studiare strategie altrimenti impossibili. Un nemico si rintana dietro una copertura? nessun problema, basterà sollevare in aria la copertura ed il gioco è fatto. Il boss di turno si sta rivelando troppo corazzato per i nostri proiettili? facile, quel masso laggiù potrebbe fare a caso nostro, che aspettiamo a lanciarglielo in testa? L’idea è decisamente azzeccata e ben realizzata, e sarà capace di arricchire notevolmente l’azione di gioco. In uno sparatutto standard basterebbe sfruttare le ormai ritrite coperture e, una volta che il nemico mette fuori la testa, crivellarlo di colpi. In Inversion le cose funzionano un po’ diversamente. Sarà impossibile uscire vincitori senza aver fatto nostra la gravità attorno a noi.

Ovviamente, un gioco che fa della manipolazione gravitazionale la sua arma vincente deve poter contare su un motore fisico con i fiocchi, un comparto in cui peccano anche titoli ben più blasonati. Da questo punto di vista Inversion non fa certamente gridare al miracolo, ma riesce a cavarsela egregiamente. I vari elementi rispondo realisticamente a tutte le sollecitazioni, e saranno rare le volte in cui la risposta fisica dell’ambiente ci sembrerà inverosimile. Come se non bastasse, in giro per la città troveremo zone a gravità zero, dove poter camminare sui muri e sparare a testa in giù con tranquillità. Si tratta delle sessioni più divertenti del gioco, capaci di richiamare alla memoria alcuni dei momenti più riusciti di Dead Space. 

Occhio però, anche se fino ad ora ci siamo limitati ad elencare i pregi del gioco, Inversion è tutt’altro che privo di difetti. L’elemento peculiare del titolo, ossia la possibilità di manipolare la gravità, diventa banale quasi subito, ridotto a predeterminati eventi scriptati in cui sarà necessario usare lo zaino gravitazionale per cavarci dagli impicci. È vero, la gravità può aiutare ad eliminare alcuni nemici, ma si tratta di situazioni sporadiche, quasi sempre pre-determinate, specialmente se si parla di boss. Per tutto il resto, il gioco richiama troppo da vicino Gears of War, a partire dalle abusate coperture sino ad arrivare al comportamento stesso dei nemici (alcuni sbucano addirittura dal terreno come le locuste). Ciononostante, ma forse anche per la sua somiglianza a GOW, il gameplay del titolo rimane valido e abbastanza solido, pur senza brillare particolarmente e senza apportare nessuna novità al genere.

Ad arricchiere la componente in singolo ci pensa il coop online, permettendo a due giocatori di impersonare i due protagonisti dell’avventura. È presente anche una più banale modalità Multiplayer sino a 12 giocatori, non diversa dalle solite che siamo abituati a vedere per questo genere di giochi. Chiude l’offerta una divertente modalità orda dove, sino a quattro giocatori, si dovrà resistere a massicce ondate di avversari.

 

Gravità zero! 

Tecnicamente parlando, a parte il buon motore fisico, Inversion non brilla di certo. Graficamente è sotto tono. La qualità visiva è altalenante, e non sarà raro uscire da un ambiente in linea di massimo ben gestito per ritrovarsi in una stanza al di sotto degli standard generazionali. I modelli poligonali non aiutano, mostrandosi sempre abbastanza grezzi e mal lavorati. Eppure, i veri problemi escono a galla se si parla dei numerosi pop-up, con le texture che vengono caricate in ritardo rispetto ai poligoni, e del fastidiosissimo aliasing, pesante in gran parte dei momenti di gioco. Leggermente migliori le animazioni che, specialmente nei filmati e negli eventi scriptati, riescono a risollevare le sorti di un comparto grafico altrimenti pesantemente sotto la sufficienza.

Impressionante la somiglianza con Gears of War. Stilisticamente parlando, i nemici, i personaggi, le armi e persino le ambientazioni sembrano richiamare il capolavoro Remedy. Che si tratti di una semplice strizzatina d’occhio o di un plagio bello e buono? È impossibile, osservando ad esempio gli avversari, non scorgervi qualcosa di Marcus e compagni, con quelle loro tute tozze e quelle armi con tanto di baionetta gigantesca. 

Anonimo il comparto sonoro, fatto di musiche orecchiabili ma facilmente dimenticabili. Nessun motivo riuscirà a rimanere in testa, né tantomeno a sottolineare i momenti di tensione. Il sonoro è uno degli elementi più sottovalutati da molte produzioni, mentre è invece fondamentale per motivare ed emozionare il giocatore. Da questo punto di vista la colonna sonora di Inversion fallisce clamorosamente. Nella media, invece, il doppiaggio, tutto sommato godibile.

 

In conclusione

Inversion è uno di quei titoli con buone idee e voglia di fare, che però incappano in una realizzazione non all’altezza e in un momento sbagliato. Uscendo in un panorama meno affollato da giochi dello stesso genere, Inversion avrebbe forse potuto dire la sua, ma i cloni di Gears of War non si contano più, e anche se il titolo Saber può vantare un elemento personale come la possibilità di manipolare la gravità, non basta a farne un prodotto veramente valido. Inversion non è un brutto gioco, ma nemmeno un grande titolo: è un gioco mediocre, che può sicuramente divertire gli amanti del genere, ma che non può ambire a niente di più di qualche ora di divertimento. 
Consigliato solo ai culturi dei TPS. Tutti gli altri dovrebbero provarlo prima di portarlo a casa. 

 

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