JoJo’s Bizarre Adventure: All-Star Battle – Le Bizzarre Avventure di Jojo: All Star Battle

Era il lontano 1993. La Star Comics, qui in Italia, iniziò a far uscire un manga davvero bizzarro. Nessuno ne aveva mai sentito parlare prima, eppure in quel periodo tutti i bambini erano fissati con Ken il Guerriero e lo stile di disegno di questo manga un pochino lo ricordava. È così che, spinti dalla curiosità, la maggior parte dei bambini comprò il primo numero de Le Bizzarre Avventure di Jojo. Ci si ritrovò però di fronte a qualcosa di totalmente diverso da Ken, una storia nuova che parlava di vita di ogni giorno, di bizzarri avvenimenti, misteri, vendette. Numero dopo numero Jojo iniziò ad entrare nel cuore di tutti, facendosi strada come IL manga (se pensate di essere appassionati di manga e non avete mai letto Jojo, fidatevi, non lo siete. È una lacuna peggiore di conoscere Dragon Ball), al punto che in Giappone, iniziato nel 1987, è ancora adesso in corso d’opera con la sua ottava serie. E ora, vicino ai suoi 30 anni di pubblicazione (e mentre è anche in corso l’anime), su Playstation 3 ecco arrivare un gioco che racchiude in sé lo spirito di tutta l’opera: All Star Battle.

Una battaglia generazionale

La caratteristica più particolare di Jojo, quella che lo rende più riconoscibile rispetto a qualunque altro manga, è il fatto di essere una storia generazionale. Con questo intendiamo che ogni situazione, con i suoi personaggi, ha sempre un inizio e una fine, e al suo termine abbiamo un salto in avanti di decine di anni dove il protagonista diventa il figlio, o il nipote, o comunque un parente del protagonista precedente. È in questa maniera che avremo modo di seguire le avventure della famiglia Joestar e delle loro continue battaglie contro il destino e contro il male. L’opera è divisa, al momento in 8 differenti serie, ognuna con il suo titolo e i suoi personaggi. In Phantom Blood troviamo l’aristocratico inglese Jonathan Joestar, con la sua amicizia/rivalità con il fratello acquisito Dio Brando, il quale diventa un vampiro a causa di una misteriosa maschera di pietra. Battle Tendency vede Joseph Joestar in guerra contro una misteriosa e antica civiltà, gli uomini dei pilastri, che vogliono raggiungere l’immortalità proprio grazie alla maschera di pietra. Con Stardust Crusaders iniziano ad apparire gli Stand, i bizzarri poteri generati dai personaggi sottoforma di guerrieri astrali, e in questa serie Jotaro Kujo assieme al nonno Joseph Joestar partono per l’Egitto per sconfiggere Dio Brando, tornato in vita. La quarta serie, Diamond is Unbreakable, vede Josuke Higashikata risolvere i problemi della sua città, Morio-cho, dove un terribile assassino in grado di far esplodere le persone come bombe fa il bello e il cattivo tempo. È il turno poi di Vento Aureo, dove Giorno Giovanna, figlio di Dio Brando, arriva in Italia ansioso di sconfiggere il boss di una famiglia mafiosa per prenderne il controllo e diventare padrino della malavita. In Stone Ocean la figlia di Jotaro, Jolyne Kujo, è stata arrestata ed è alle prese con la sua evasione dalla prigione, mentre in Steel Ball Run è in corso una gara a cavallo, dove partecipa Johnny Joestar, che nasconde però un complotto ordito dal presidente degli Stati Uniti in persona. Nell’ultima serie Jojolion, invece, ancora in corso in Giappone, troviamo un Josuke Higashikata alternativo, che ha perso la memoria dopo il terremoto e lo tsunami, e che fa di tutto per scoprire la propria identità.

Sarà il mio Stand a giudicarti!

All Star Battle è un picchiaduro tra i più classici, in pieno stile Street Fighter. Si fonda quindi su un movimento bidimensionale, anche se è possibile effettuare anche dei brevi spostamenti laterali. I pulsanti quadrato, triangolo e cerchio corrispondono ad attacco leggero, medio e pesante, che naturalmente infliggono più danni a scapito della velocità di assalto. Senza andare poi ad approfondire troppo le varie mosse e le meccaniche di gioco, come le solite mezzelune, le super che consumano barre Heart, o prese, passiamo alle caratteristiche più importanti, cioè le esclusività di questo gioco. Innanzitutto All Star Battle, anche se porta come tutti i picchiaduro di questo tipo la sfida nell’imparare combo sempre più lunghe, difficili e letali, mette a disposizione anche un sistema di “combo facile” per i giocatori meno esperti. Con la pressione continua del tasto quadrato, infatti, il nostro personaggio effettuerà automaticamente una combo di media difficoltà, standard, ma sufficiente a infliggere una buona quantità di danni all’avversario, soprattutto se durante questa catena chiamata Chain System abbiamo anche a disposizione una barra della super per far culminare automaticamente la combo in un Heart Heat Attack (le super che consumano una sola barra, mentre quelle più potenti, che ne richiedono due, si chiamano Great Heat Attack).

Per il resto, la differenza tra i vari personaggi non sta solo nelle mosse, ma soprattutto nei loro poteri speciali, attivabili con il pulsante R1, i quali si distinguono in varie categorie. C’è per esempio la categoria Vampirismo, di cui fa parte Dio Brando, con cui può assorbire le energie vitali del nemico. Poi c’è la categoria del Sendo, le Onde Concentriche, con il quale le quali i personaggi possono caricarsi la barra della Super autonomamente, e potenziare le proprie mosse usandone una piccola porzione. Abbiamo poi le Forme degli uomini dei pilastri, capaci di trasformarsi utilizzando l’energia degli elementi per modificare totalmente il loro stile di gioco; poi la modalita A Cavallo, per i personaggi di Steel Ball Run, che permette loro di usare mosse diverse se sono in sella o meno; e infine ci sono naturalmente gli Stand, utilizzati dalla maggior parte dei lottatori, con abilità assolutamente strampalate e fuori di testa. Il tasto R1 dà modo al guerriero di materializzare il suo Stand, modificando le mosse utilizzabili in battaglia rispetto a quando esso è disattivato.

Jojo All Star Battle non si fonda solo sull’essere un buon picchiaduro (soprattutto considerato il fatto che la versione europea è arrivata comprensiva di tutte le patch correttive uscite fino ad ora in Giappone) ma anche sull’essere incredibilmente fedele al manga. La quantità di chicche che si nascondono in ogni angolo del gioco è impressionante, più che un gioco sembra un covo di citazioni tutte da scoprire, dalle più palesi, come il far scontrare in una battaglia Rush l’Horahorahora di Jotaro con il Mudamudamuda di Dio, due raffiche di pugni in conflitto tra loro, a quelle più nascoste come per esempio una Provocazione di Joseph da usare come contromossa, che predirà all’avversario come nel manga le sue prossime parole per coglierlo di sorpresa e svuotargli così parte della barra della super. Il numero di personaggi è molto buono e copre tutti i personaggi principali e i nemici di ogni singola serie del fumetto, anche se purtroppo non sono presenti i personaggi DLC, che si diceva avrebbero reso disponibili nella versione PAL sin dall’inizio all’interno del gioco completo.

Andiamo a dare un’occhiata adesso alle varie modalità di gioco. Innanzitutto abbiamo la modalità Storia, una vera e propria occasione sprecata. Sarebbe potuto essere un eccezionale viaggio attraverso tutto il manga, con filmati in stile Naruto Ultimate Ninja Storm 3 (dato che è sempre la CyberConnect ad aver sviluppato Jojo), e invece tutto è stato minimalizzato con semplici righe di testo riassuntive riguardo ciò che accade nella trama per poi passare direttamente agli scontri principali (l’errore commesso anche col primo capitolo di Naruto Ultimate Ninja Storm). In questa modalità avremo modo di sbloccare tutti i personaggi nascosti completando i capitoli delle varie serie, in ognuno dei quali avremo modo anche di ottenere più soldi (con i quali sbloccare bozzetti, modelli tridimensionali e musiche) svolgendo delle missioni segrete, che sono più che altro azioni da compiere che ripercorrano gli eventi originali (per esempio usare una certa mossa contro un determinato nemico).

Seconda modalità è quella della Campagna: è possibile utilizzarla solamente connettendosi in rete, e presenta un sistema di microgioco simile a quelli di Facebook, dove potremo fare azioni limitate e attendere alcuni minuti prima di poterne fare altre. Essenzialmente avremo 10 tacche di “energia”, ripristinabili al ritmo di 5 minuti l’una (originariamente in Giappone era ogni 30 minuti ed erano riempibili spendendo soldi reali con microtransazioni, cosa che ha portato molte lamentele e discussioni) delle quali potremo consumarne una per affrontare un avversario a caso. Una vittoria ci farà guadagnare delle medaglie atte a sbloccare varie cose per i nostri personaggi, come nuovi colori, provocazioni, frasi di vittoria o di introduzione. Casualmente, però, potrebbe capitare di doversi scontrare contro un personaggio Boss, il quale possiede una barra di vita e per essere sconfitto dovrà essere battuto diverse volte. In questo caso potremo decidere di usare più tacche di energia allo stesso tempo per togliere al nemico più vita in un colpo solo, e alla sua sconfitta ci ricompenserà con qualcosa di molto prezioso, come un costume alternativo per un personaggio, molto spesso pieni di chicche a loro volta.

Per il resto sono presenti, come in ogni picchiaduro che si rispetti, una modalità Versus, l’allenamento, le battaglie online, e un sistema di personalizzazione del proprio personaggio con le cose sbloccate in Campagna. La versione PAL presenta anche una modalità extra rispetto a quella giapponese, e cioè l’Arcade: una classicissima serie di scontri con voto finale che serviranno soprattutto a riempirci le tasche di soldini per sbloccare gli Artwork e le altre feature presenti nel negozio, soprattutto se saremo abbastanza fortunati da capitare in un momento in cui la dicitura Arcade sarà rimpiazzata da quella “Raccolta”, il che significherà che affrontare quella modalità in quel determinato istante, ci ricompenserà con ancora più denaro.

E Horahorahora la scheda tecnica

Graficamente, la CyberConnect difficilmente sbaglia un colpo. Modelli poligonali e animazioni sono tutti di ottima fattura, e sono di una fedeltà al manga al limite del maniacale, cosa che non potrà che rendere felici tutti i fan, naturalmente. Dal lato tecnico grafico l’unica pecca è probabilmente il framerate fisso ai 30 fps, ma potrebbe andare decisamente peggio. Il comparto audio presenta musiche molto orecchiabili e un doppiaggio giapponese perfetto, il quale riporta anche gli stessi doppiatori della serie animata, almeno per quanto riguarda la prima e la seconda serie. Il gameplay è molto tattico e ben congegnato, e diversamente a quanto molti possano pensare, è degno di entrare a far parte di quei picchiuduro equilibrati e solidi su cui fare interessanti tornei. Peccato solo per i molti nomi dei personaggi cambiati, in Europa, per la questione dei diritti verso gruppi musicali e case discografiche. Molti nomi importanti di personaggi e Stand sono infatti diventati anche un po’ ridicoli, per esempio il povero Polnareff è diventato Eiffel, o lo Stand Echoes viene chiamato Reverb. Fortunatamente ciò avviene solo con i sottotitoli, poiché il doppiaggio giapponese permette di sentire i nomi originali. Sottotitoli, che, comunque, si vede che sono stati fatti da persone che del mondo di Jojo hanno una conoscenza piuttosto superficiale, dato che mantengono in inglese frasi che andrebbero invece tradotte, e traducono invece in italiano chicche del mondo di Jojo che sarebbero da lasciare in inglese (primo tra tutti lo “YES! YES! YES!” di conferma in ogni menu, che come ogni estimatore di Jojo dovrebbe sapere, non andrebbe tradotto in “Sì! Sì! Sì!”).

ZA WARUDO! In conclusione

Jojo All Star Battle è un rarissimo esempio di gioco preso da un manga e che sia anche bello in ogni suo aspetto, anche preso come videogame in sé. Un picchiaduro dalle basi solide, ben equilibrato, con una varietà di personaggi incredibile e una fedeltà maniacale verso il manga. Un titolo che unisce qualità a fanservice. Ha i suoi punti deboli, come ogni cosa al mondo, e a dir la verità gran parte di essi derivano non dal gioco in sé ma dalle scelte di adattamento nella versione europea. Ma è e rimane comunque una scelta obbligata per qualunque amante di Jojo, e magari anche un ottimo motivo per iniziare a seguire quest’opera per tutti gli altri. YES I AM!

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