Juiced 2: Hot Import Nights – Recensione Juiced 2: Hot Import Nights

Una scarica di adrenalina

Approda anche su PSP la saga concorrente a NeeD For Speed per eccellenza, con un simulatore di guida finalmente degno di questo nome. Hot Imports Nights si inserisce di fatto fra i migliori giochi di guida disponibili per console portatili, ma bisogna vedere se per qualità proprio o difetti altrui. Di certo il gioco non è un capolavoro divino, ma adrenalina, divertimento e protossido di azoto non mancano di certo!

Veloci come saette

Inutile ricordarlo, in ogni gioco (o quasi) l’aspetto che per primo viene notato da ogni giocatore è la veste grafica. Trattandosi di un gioco per console portatile, non ci si aspetta di vedere una realizzazione da Playstation 3, ma avendo visto le potenzialità di PSP ci si aspetta almeno una realizzazione da PS2. Juice Games c’è quasi arrivata, sfiorando l’obiettivo. Le automobili presenti sono abbastanza fedeli, disponibili di diversi colori e ognuna con le proprie caratteristiche; poteva essere però inserito un sistema di scelta colori al momento dell’acquisto dell’auto, dato che la colorazione base risulterà casuale e cambierà ogni volta che uscirete ed entrerete nel menù. Fortunatamente, sarà possibile in seguito modificarlo e sceglierlo fra diverse tipologie, quali vernice normale, metallizzata e perla. Gli effetti di luce sulle vernici sono riprodotti ottimamente considerando la console sulla quale il gioco gira, i colori a disposizione sono tanti, le combinazioni ben gestite, ma pecca gravissima è la mancanza di un bianco lucente che risalti veramente. In un videogame di corse clandestine notturne la mancanza di un bianco veramente lucido e candido lascia un po’ con l’amaro in bocca, in quanto la scelta delle possibili combinazioni con le aerografie si abbassa. Tutto sommato, esistono comunque tantissimi altri colori e numerosi stili con i quali personalizzare le carene della vostra auto: potrete sbloccare tantissime cover originali, disegni speciali o combinare fino a 50 elementi diversi in tutta la vostra auto.
Passando alle componenti estetiche, quali minigonne (non quelle delle numerosissime ragazze poco vestite presenti nel gioco), alettoni, cofani speciali e paraurti vari, possiamo dire che non è stato fatto un ottimo lavoro. Se è vero che andando avanti nel gioco si sbloccano pezzi sempre migliori, è anche vero che doveva essere necessariamente così, data la scadenza di quelli a disposizione da subito. Pochissimi e nella maggior parte dei casi orribili, preferirete lasciare la vostra auto originale a seconda del modello (Hyundai Coupè o Nissan Skyline ad esempio) piuttosto che installare pezzi costosi e peggiori degli stock di base. Oltre ciò, c’è da sottolineare la pessima gestione della telecamera durante la scelta di queste componenti; potrete spostare l’inquadratura solo a destra e a sinistra per uno spazio limitato, con l’impossibilità di spostarvi sull’alto o sul basso dello schermo per punti di vista diversi. Nella scelta di un alettone, non poter vedere quale sia l’aspetto dalla parte anteriore dell’auto, deluderà molti di quegli appassionati che modificano queste componenti non solo per montare pezzi nuovi.
Per quanto riguarda le gare non ci saranno mai problemi di visibilità: tutte le piste sono perfettamente illuminate e gli oggetti ben distinti fra loro da colorazioni molto diverse, portandovi a sforzarvi un po’ di più solo nel caso di gare sulla neve, dove potrete fare un po’ di confusione ogni tanto. L’ambiente, l’asfalto, il senso della velocità, le indicazioni dei guardrail sulle curve strette, le fiamme del NOS che fuoriescono dalle marmitte, tutti elementi adeguatamente definiti e distinti. 
Per finire poi, tutti i menù sono realizzati con una veste grafica gradevole e adatta, con il video iniziale su sfumatura viola nello sfondo e le varie opzioni che risaltano molto bene. Ogni icona sintetizza senza lasciare dubbi l’argomento del sottomenù indicato e i vari eventi sono contrassegnati ognuno da un proprio manifesto, accompagnato sempre da una tra le bellissime modelle che hanno prestato la loro immagine al gioco.
Dal punto di vista grafico quindi, Juiced 2 si fa notare per le proprie qualità di non poco conto, considerando la piattaforma per la quale è stato realizzato; ovviamente non si tratta di un capolavoro per gli occhi, ma raggiunge ottimi livelli.

Come Need For Speed?

La domanda che sorge spontanea una volta che ci si sofferma maggiormente sull’aspetto pratico del gioco è come da titolo: Juiced 2 può solo aspirare ad essere un “clone” di quel Need For Speed Underground (e sequel) che ha tanto rivoluzionato il mondo dei giochi di guida, oppure è una cosa a parte? Può veramente distinguersi per caratteristiche e meccaniche di gioco in modo tale da essere definito “Juiced 2” e non “un gioco simile a Need For Speed”?
La risposta è si, anche se non totalmente. E’ indiscutibile l’influenza che la serie di EA Games esercita su Juiced e qualsiasi altro simulatore di corse clandestine esistente; NFS ha rappresentato una vera e propria svolta nel mondo dei videogame e ha indubbiamente imposto la propria concezione. Però i ragazzi di Juice Games si sono dati da fare e bisogna rendergliene atto, in quanto questo titolo per PSP si presenta valido, molto ben realizzato e curato nei dettagli. Le modalità più esaltanti, difficili e innovative, catturano subito il giocatore che cerca una buona dose di competizione. Alcune sfide, già a metà gioco, saranno esclusive di pochi valorosi campioni. Tuttavia, con la giusta dose di impegno, abilità di tuning e fortuna riuscirete ad andare avanti nelle varie leghe senza problemi, soprattutto se riuscirete a strappare un bel po’ di auto ai vostri avversari nella modalità “Pink Slip”.
Partecipando a questo evento, infatti, avrete la possibilità di sfidare uno dei vostri avversari sulla griglia, chi perde tira fuori chiavi e libretto della propria auto e ritorna a casa a piedi.
Un’altra gara che vi farà perdere la testa finché non avrete imparato a memoria i circuiti (non vi ci vorrà molto, ma anche in quel caso potreste avere dei problemi) è il “Last Man Standing”, ovvero letteralmente “l’ultimo che resta in piedi”: in questa gara sbattere contro una qualsiasi barriera del circuito significa essere eliminati e dover ricominciare da capo; i soli modi di vincere sono completare i giri previsti senza sbattere (arrivando per primi) o sperare che i vostri avversari si scontrino (o vengano scaraventati da voi) contro le barriere.
Fino a che si tratterà di una singola gara non ci saranno problemi, basterà riavviare; quando invece dovrete affrontarne i campionati, vi ci vorranno parecchie dosi di camomilla per non scaricare la vostra rabbia sulla PSP, a causa dei vostri avversari eliminati che rimarranno in mezzo al circuito e vi faranno andare a sbattere . Particolari poi sono le varie categorie di “Drifting”, la famosa gara delle derapate: avrete la normale gara di drift, poi la gara di drift contro altri avversari, poi il drift obliterator, nel quale dovrete arrivare primi e allo stesso tempo totalizzare un determinato punteggio per ogni giro, e così ancora il drift endurance o i vari tornei e campionati delle diverse discipline.
Ma in sostanza, come si procede nella carriera?
Ebbene, come di consueto partirete dalla categoria principianti e dovrete conquistarvi gloria e prestigio scalando le varie leghe (in tutto 10) passando per le quali avrete a disposizione nuove sfide, nuovi eventi in circuiti inediti e nuovi bonus. Ma lo scopo principale è sempre quello di completare i vari obbiettivi che ogni lega vi mette a disposizione, portandone a termine alcuni vi sarà aperto l’evento esclusivo di quella lega. Vincendo quest’ultimo avrete la promozione alla lega maggiore e in questo momento potrete scegliere se potenziare la vostra macchina attuale o comprarne una nuova; fate come volete, tanto non cambia nulla, anche selezionando di potenziare l’auto attuale potrete comunque acquistare nuove vetture. Nella scelta di questi veicoli però dovrete fare attenzione, oltre che alla loro valutazione, anche alla lega nella quale possono correre e la massima che possono raggiungere, le potenzialità tipiche (ottima nel drifting, muscle car, ecc…) e l’ampiezza della barra che ne determina il valore totale; infatti potrete prendere due auto qualsiasi con valore generale “24”, ma se l’una va dal 22 al 26 e l’altra dal 16 al 99 ci sarà un motivo. Prendere la seconda fra le due significherà magari non avere una buona maneggevolezza (con conseguenti difficoltà nel drifting) ma possedere un’accelerazione tale da saltare addosso ai vostri avversari nel momento della partenza.
Ritornando un attimo ai bonus, bisogna premettere che il tuning viene sbloccato affrontando sfide speciali che, una volta superate, vi permetteranno di montare pezzi nuovi. Ci sono però alcuni pacchetti, detti “prototipo”, che vengono sbloccati completando alcuni degli obbiettivi della lega (che riportano l’apposito bollino in basso) e vi permettono di aumentare le prestazioni, oltre che avere libero accesso a speciali categorie di lega altrimenti bloccate.
Situazione analoga si ha con le aerografie speciali, disponibili solo dopo aver utilizzato un bonus “visual mods” per sbloccarle. Ovviamente, per quanto ampia, la modifica dell’estetica di ogni vettura è limitata e non raggiunge livelli di dettaglio visti nei vari NFS per PS2: dimenticate il vostro bel adesivo “Yokohama” sul lunotto posteriore o le pinze “brembo” colorate a piacere. Sarà invece possibile allungare, accorciare, restringere, dilatare, spostare, ruotare, capovolgere e colorare quasi ogni aerografia, personalizzandola addirittura per un un’unica o entrambe le fiancate.
Elemento speciale e innovativo è la creazione della propria crew, ma soprattutto la gestione del DNA. Questo sistema, in parte simile alla BIO della EA Sports, registra il vostro modo di guidare e vi identifica a seconda delle vostre abilità e debolezze. Più volte e più spesso eseguirete una determinata tecnica di guida (nitrous, spooking, corners) più il bollino del DNA ad essa corrispondente si evolverà e contrassegnerà questa vostra caratteristica. Apparentemente inutile nel gioco singolo, diviene fondamentale una volta che si vuole approdare nel multiplayer; i giocatori che si connetteranno alla vostra partita potranno subito dare una rapida occhiata al vostro DNA per capire la vostra abilità e tipologia di guida. Se sarete dei maestri nello spooking (abilità di stare in scia e far commettere un errore all’avversario) e la crew che osserva il vostro DNA ha bisogno proprio di questo vi inviterà immediatamente ad unirvi al gruppo. In questo modo potranno affrontarsi interi gruppi di piloti in cooperativa in sfide sempre più avvincenti contro avversari umani.
Tuttavia, come già accennato, la crew è una novità disponibile anche in singolo, dove potrete letteralmente ingaggiare, mettere sotto contratto dei piloti e farli partecipare agli eventi crew delle varie leghe. Secondo rigor di logico, prezzo maggiore pilota migliore; chissà che con un po’ di perseveranza non si riesca a comprare il fantomatico “driver X”, dal faraonico costo di 1 milione di dollari.
Nella modalità esterna alla carriera esiste infine un intero menù dedicato al DNA e alla possibilità di scontrarvi 1 vs 1 contro i piloti CPU (con determinati DNA) per affinare particolari punti del vostro metodo di guida.

Semplicità e difficoltà

Juiced 2: HIN è un gioco che si impara prima ancora di avviarlo: come ogni simulatore di guida i bottoni classici sono l’acceleratore, il freno/retromarcia e il pulsante per il NOS.
Manca, o praticamente non influisce in alcun modo, il freno a mano, così adoperato in altri titoli come fondamentale per il drifting, la sbandata vera e proprio. Ebbene, in Juiced 2 vi limiterete ad un semplice ma frequentissimo uso del freno, di vitale importanza, accompagnato nella sua giusta dose all’acceleratore. Sarà inutile infatti tentare di migliorare unicamente le prestazioni della vostra vettura: senza l’abilità manuale in Hot Import Nights non andrete da nessuna parte. Se infatti potrete cavarvela in Rookie e League 7, dalla League 6 in poi il “tocco del pilota” diviene essenziale e in alcuni casi anche esiguo per ottenere la vittoria. Per riuscire a completare al 100% ogni lega, dovrete diventare maestri dell’arte di guida e perfetti conoscitori di ogni minimo angolo della pista.
Il livello di difficoltà è infatti gestito bene, superando la lega precedente è possibile affrontare quella subito dopo con un po’ di allenamento in più ma senza sforzo.
Purtroppo l’allenamento diventa poco a poco sempre più intensivo fino a che, a certi livelli, vi verrà impossibile completare una drift endurance o un last man standing.
Quindi, la riduzione dei tasti funzione a 3 + direzionali, può solo ingannare riguardo la reale difficoltà e le effettive abilità richieste dal gioco stesso; preparatevi a faticare e ad impegnarvi, non siamo ai livelli di pursuit force, ma c’è da sudare.
Grazie a ciò vi accorgerete che Juiced 2 vi porterà via un bel po’ del vostro tempo per farsi completare: le numerose leghe e la crescente difficoltà con l’avanzare in esse, le sfide sempre più complesse, alcuni obiettivi obbligatori per proseguire e il costante bisogno di denaro per installare modifiche avanzate, ingaggiare compagni nella propria crew e acquistare nuove auto vi costringerà a sviluppare una strategia vicina alla perfezione e abilità ancora maggiori per poter superare il tutto nella maniera più scorrevole e vantaggiosa possibile. Un consiglio: acquistate una fiammante Nissan Skyline non appena vi troverete in League 7; vi costringerà ad un esborso notevole (95.000 dollari) ma non avrete più bisogno di acquistare nessun’altra macchina per affrontare le leghe maggiori e le prestazioni vi ripagheranno lautamente!

Petey Pablo o Gianni Celeste?

Un tema ricorrente nei videogame di corse clandestine è la colonna sonora. Dopo il notevole successo riscosso dai due capitoli di NFS:Underground con artisti di altissimo rango e canzoni perfettamente adattate, è ormai prerogativa di ogni titolo simile ricercare una colonna sonora di analogo genere e qualità. Bisogna riconoscere a Juiced 2 di esserci riuscito con il primo, un po’ meno con il secondo.
Lo stile è quello, le canzoni a metà fra un hip-hop, r’n’b e rap americano ben si intonano con le ambientazioni del gioco e ogni tanto riescono anche a catturare e stimolare l’adrenalina del giocatore. Sentire una musica incalzante e sempre in crescendo inserisce il “pilota” in una dimensione quasi distaccata e aumenta di non poco divertimento e concentrazione; riuscire poi ad accompagnare il tutto con tre o quattro curve ben affrontate e una scarica di NOS innalza il morale alle stelle e a quel punto diventa impossibile fermarsi. Purtroppo però non tutte le canzoni hanno queste qualità, o spesso ci si ritrova ad avere una canzone più da velocità in una gara di drifting invece che in un “estreme nitrous”. In ogni caso, il lavoro svolto è da elogiare e sarebbe impossibile affermare che gli sviluppatori non hanno curato questo aspetto: forse infatti, sono stati quelli di NFS a curarlo fin troppo. Ne risulta una colonna sonora che non andrete magari a cercare disperatamente, ma che non vi farà nemmeno storcere il naso per momenti eccessivamente fastidiosi o indifferenti.
Per quanta riguarda tutti gli altri effetti sonori possono essere paragonati alla colonna musicale, in quanto il livello di dettaglio e cura è più o meno lo stesso. Non vi sembrerà di stare dentro l’auto con le bombole del protossido d’azoto accanto, ma avrete comunque una discreta esperienza di realismo. Forse si poteva fare qualcosa di più per distinguere l’utilizzo del NOS (vedi sfumatura in NFS) anche sul piano sonoro, elemento che delude parecchio.

Concludendo, Juiced 2: HIN si presta senz’altro come un ottimo gioco, forse il migliore del suo genere per PSP, divertente e dinamico. La monotonia non si presenta spesso, solo in rari casi dovuti all’eccessiva difficoltà di un evento senza il quale magari è impossibile continuare la carriera. Tuttavia, il sistema del DNA è un ottimo espediente, la struttura degli eventi e le qualità delle auto sono ben gestite e in un modo o nell’altro si riesce sempre ad andare avanti senza eccessivi problemi. Sicuramente da provare, gli amanti del genere dovrebbero comprarlo ad occhi chiusi.

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