Just Cause 3

Seminare il panico in isole sperdute o repubbliche delle banane è diventata ormai abitudine per Rico, una delle icone videoludiche nel settore di esportazione di democrazia. Avalanche Studios si lancia insieme al suo fido uomo d’azione in questa nuova avventura, la terza per esattezza, insieme a cinque anni di distanza da quella precedente. Questa volta l’arcipelago in questione è Medici: pronti a far esplodere ogni cosa e a sparare a tutto ciò che si muove ancora una volta?


Just Cause 3 recensionePoco da dire, tanto da bucare

Dopo San Esperito e Panau, Medici, patria del nostro eroe, sarà lo sfondo della rabbia di Rico. Insieme al suo amico Mario, lo scienziato Dimah al-Masri e a una ricca sfilza di personaggi secondari ci toccherà andare a distruggere e uccidere nei modi più fantasiosi e spettacolari possibili.

Non vi è molto da dire sulla trama del titolo in quanto questa, divisa in tre capitoli, si limita soltanto a delle brevi scene prima di ogni missione da andare ad affrontare. Tutto sarà basato sugli interventi contro Di Ravello, il malvagio dittatore dell’arcipelago: distruggere basi, assaltare mezzi di carico e sedare attacchi della milizia ne sono alcuni esempi. Tuttavia a lungo andare le cose sembreranno farsi abbastanza ripetitive (con alcune eccezioni), per non parlare delle sezioni di “trasporto”, dove passeremo da una zona all’altra, senza che succeda assolutamente nulla e ci ritroveremo praticamente ad aspettare col joypad in mano in attesa che qualcosa smuova le acque. Nel complesso la componente narrativa è comunque abbastanza prevedibile e telefonata ma Just Cause non è mai brillato sotto questo punto di vista quindi niente di nuovo sotto il sole.

Just Cause 3 recensione

Ka-Boom is all you need!

Durante il download del titolo ci sarà consentito pregustarne qualche piccola caratteristica in Boom Island: una modalità in cui saremo dotati di munizioni e granate infinite e catapultati in un’isola deserta dove potremo girare indisturbati fra la vegetazione e le capre. Potremo familiarizzare con il rampino, la tuta alare e il paracadute, elementi che si riveleranno focali per quanto riguarda l’esplorazione.

Alcuni elementi del gioco come gli animali, inseriti forse come tocco di realismo, risultano invece essere abbastanza fuori dal contesto “fisico” quando vi si interagisce: lanciando il rampino su di essi o sparando assumeranno pose legnose che, a volte, potranno assumere anche i nostri avversari; di certo non un tocco di classe.

Il meglio del divertimento lo si ha quando ci sarà data la possibilità di scorrazzare liberamente per Medici, svincolati dai paletti imposti dalle missioni, anche se ciò non sarà permesso sin da subito in quanto prima di certi punti del gioco dovremo forzatamente liberare le tre province dell’arcipelago, disseminando distruzione e liberando avamposti per aumentare il valore del contatore Caos e poter andare avanti: cosa che alla lunga diventa un po’ noiosa a dire il vero anche se una parte del gioco si rivela essere proprio quella di distruggere tutto.

Girando per Medici infatti ci si renderà subito conto che il meglio di Just Cause 3 sarà dare libero sfogo alla propria voglia di distruzione: abbattere antenne radio, torrette, cartelloni politici del generale, blindati e molto altro verranno messi in abbondanza sotto i nostri denti d’acciaio, pronti a essere crivellati e fatti esplodere. Le fasi più impegnative si rivelano essere invece quelle relative alle basi vere e proprie, in quanto saranno difese da bizzeffe di mezzi e uomini, costringendoci a usare un po’ di tattica e strategia per il nostro assalto, anche se, in caso di fallimento, tutto ciò che avremo distrutto o i nemici eliminati resteranno tali, forzando così il proseguo del gioco anche se vi si procede a furia di tentativi.

Ovviamente per dar vita alle nostre fantasie di demolizione avremo bisogno dei classici strumenti del mestiere: mitragliatrici, pistole, granate, lanciamissili ecc. non mancheranno anche se potremo dotarli di qualcosa in più: i MOD. Liberando basi e villaggi, raccoglieremo infatti ingranaggi utili per potenziare sia le armi (cambiando gli effetti esplosivi delle granate, aumentando la capienza dei caricatori delle armi ecc.) o quelli degli strumenti come il rampino, rendendo, ad esempio, possibile poter tirare giù strutture mentre lo si riavvolge. Tali MOD però si rivelano più adatte a dare spettacolo che utili in battaglia: non sarà infatti indispensabile usarle per portare a compimento delle missioni o altro. Infatti tramite l’uso del rampino combinato con il paracadute o la tuta alare non sarà poi così difficile sfuggire alla morsa dei soldati del generale, tanto più considerando il fatto che a volte basterà semplicemente non stare piantati in un punto per non farsi crivellare, per abbatterli con estrema facilità: sotto il punto di vista dell’IA si poteva sicuramente fare di meglio.

Just Cause 3 recensione

Volare oh oh!

Quello che vi catturerà maggiormente giocando a Just Cause 3 sarà sicuramente l’esplorazione: grazie agli strumenti di Rico non sarà per niente difficile passare dal volo alla corsa su strada, per poi gettarsi in mare e riprendere l’esplorazione. Sarà possibile passare da prati fioriti a paesaggi montani, volare sopra il mare dell’arcipelago per tuffarcisi dentro e ammirarne il fondale, o ancora ammirare le rovine di Medici e i suoi villaggi. Il lavoro fatto sulle ambientazioni esterne c’è e si vede, un po’ meno invece per quanto riguarda gli interni che risultano essere invece abbastanza ripetitivi.

Il doppiaggio è abbastanza curato e conta della presenza dell’impeccabile Claudio Moneta nei panni di Rico, risultando godibile anche se i dialoghi sono abbastanza scontati.

 

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