Kane & Lynch: Dead Men – Recensione Kane & Lynch: Dead Men

Piacere, Kane. Piacere mio, sono Lynch

Secondo voi cosa hanno in comune i giochi Hitman e Kane & Lynch? La stessa software house? Sì, ma non è quello. Lo stesso genere? Sì, anche, ma siamo lontani. Vi arrendete? Come no? Non possiamo andare avanti a tentativi, suvvia, arrendetevi! (vi prego) Arresi? Bene. La cosa in comune che hanno i due titoli in questione è il codice a barre. Fateci caso: Hitman aveva come protagonista l’Agente 47, che dietro al collo aveva un codice a barre (immagino i casini che creava quando entrava nei centri commerciali, con le sirene che suonavano a tutto spiano e lui costretto a passare la testa sulla cassa), e in Kane & Lynch uno dei protagonisti fa largo uso di medicinali neuropsichiatrici. Dove stanno i medicinali se non nelle boccette? E le boccette cosa presentano sul retro? Il codice a barre. Ecco, dopo questa è meglio se passo a descrivervi il gioco. Io interactive capitanata da Eidos, dopo il sufficiente Hitman: Blood Money, ultimo capitolo della saga del pelatone marchiato a barre, ci riprova con Kane & Lynch. Dato che rischiare spesso non porta buoni risultati, Io interactive ha ben pensato di non farlo, rimanendo sui canoni della saga Hitman e proponendo un gioco che per certi versi rimane fedele ai vecchi giochi della casa. Kane & Lynch ci mette nei panni di Kane, un uomo comune con una famiglia comune e una vita non comune. Esso è infatti un mercenario che nella vita ha commesso i più atroci reati, essendo stato reclutato da un’associazione malavitosa chiamata I SETTE. Proprio durante una missione in Venezuela atta a recuperare dei diamanti, Kane decide di tenerseli per sè. Questo gesto ha due conseguenze: innanzitutto, Kane è catturato dalle forze dell’ordine e condannato a morte, e in secondo luogo scatena l’ira dell’associazione malavitosa. Mentre assieme a Lynch, un pazzo omicida farmaco-dipendente che passa la sua vita ad imbottirsi di tranquillanti ed anfetamine per tenere a bada il suo istinto omicida, viene condotto nel penitenziario, il furgone blindato con il quale vengono scortati è assalito da I SETTE. Kane e Lynch vengono portati all’interno di una fabbrica abbandonata, e a Kane viene dato un preciso ultimatum: se non riporterà indietro i diamanti, la sua famiglia verrà completamente trucidata. A Kane non resta che accettare, ma i malfidati SETTE gli mettono alle calcagna il suo compagno di morte, cioè Lynch, con il compito di controllare Kane e persuaderlo da eventuali colpi di testa. Da qui ha inizio la nostra avventura nei panni di Kane.

Coprimi che ho freddo

Come già detto in precedenza, noi vestiremo i panni di Kane in compagnia del nostro amico di sventura Lynch, a cui potremo solo impartire degli ordini ma non governare in modo diretto. Il gioco ci permette di girovagare liberamente per gli edifici, proponendoci sempre situazioni varie e spesso anche confuse. Partiremo dal covo dell’organizzazione malavitosa, e subito dopo saremo proiettati verso il primo scontro a fuoco, dove ci sarà permesso di capire a pieno le personalità dei due anti eroi di turno. L’azione si svolgerà tra strade in preda al panico, banche da assaltare, incursioni in magazzini abbandonati: insomma, la varietà dei livelli è il piatto forte. La struttura non si discosta molto dai vari Hitman, con un percorso ben definito nella storia e obbiettivi specifici da raggiungere per farsi strada, anche se rispetto a Hitman abbiamo molta più libertà e varietà d’armi. Il nostro compito è facile: far fuori tutti quelli che ci ostacolano, se non vogliamo esser fatti secchi a nostra volta. Ma non basta procedere come kamikaze: infatti, l’azione va pianificata attraverso gli ordini impartiti a Lynch. Gameplay vecchio come il cucco, insomma. Anche se collaudato, il primo difetto che balza all’occhio è la copertura: questa fase avviene in modo automatico, basta appoggiarsi a qualche muro o cassa che il nostro personaggio entrerà in fase copertiva. Essendo automatica, tale pratica causa non pochi fastidi: sovente capiterà che mentre siamo in uno scontro a fuoco, se dovessimo appoggiarci a qualche muro ed entrare in fase copertiva, verremmo colpiti tempestivamente da una poggia di proiettili avversari. Può anche capitare l’esatto contrario: siamo in uno scontro a fuoco con il bisogno di copertura, ma il nostro beniamino non ne vuole sapere. Insomma, cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia. Fortunatamente l’intelligenza artificiale nemica non è molto brillante, e avremo quindi qualche chance di salvezza durante queste “incomprensioni difensive”. La nota positiva del gameplay è una trovata che può risultare sia geniale che stupida: non ci sono indicatori vitali né di energia. Quando Kane viene colpito un numero eccessivo di volte, si accascia a terra: in quel momento, se abbiamo una dose d’adrenalina nel nostro inventario, o se Lynch ce ne somministra una, ritorneremo in vita. Questo garantisce al gioco un ritmo frenetico senza spezzare mai l’azione e tenendo col fiato sospeso il giocatore fin da subito; ciò si rivela un’arma a doppio taglio però, in quanto gli utenti più maliziosi vorrebbero anche soccombere per i loro sbagli, e non essere dei piccoli superman. E’ pur vero che, dopo tre volte che cadiamo al tappeto, dovremo necessariamente partire da un checkpoint fittizio assegnatoci dal gioco, ma credetemi, è davvero difficile cadere facendo tris, perché il numero di colpi con cui Kane muore completamente è davvero eccessivo. A risollevare le sorti della giocabilità ci sono due modalità, tra cui una online: la prima ci permette di giocare con un amico tramite split screen esclusivamente offline, mentre nella seconda sei giocatori dovranno rubare il bottino ed uccidere i componenti della squadra controllata dalla cpu, e ogni membro della nostra squadra che verrà ucciso entrerà nelle schiere di quella avversaria. Questa modalità risulta divertentissima e di una longevità pressoché illimitata.


Fuck fuck and fuck

Come l’umore dello psicopatico Lynch, il comparto grafico del titolo ha alti e bassi. I personaggi sono ben modellati, con una cura definita per i particolari, così come gli interni e gli effetti particellari tipo spari ed esplosioni varie. Gli esterni invece sono resi in maniera grossolana, dando spesso l’idea di un titolo di vecchia generazione. A peggiorare le cose ci si mettono le cut scene che, essendo fatte col motore del gioco, giocano anche loro alle montagne russe. I filmati che riproducono gli interni sono buoni, mentre quelli che riproducono gli esterni offrono scene sgranate. Fortunatamente, la possibilità di distruggere gli ambienti interni risolleva un po’ le sorti grafiche. Come rovescio della medaglia c’è da dire che il gioco muove una quantità industriale di personaggi senza dare il minimo accenno d’affaticamento: alla Io interactive avranno dovuto scegliere tra grafica pompata e gestione dei personaggi, ed avranno scelto quest’ultima. Difficile dire se la scelta è stata delle migliori o meno, in quanto anche l’occhio vuole la sua parte. Il comparto sonoro invece è l’abito da sera che si sfoggia al ballo di liceo, ossia stupendo: la strana coppia ha un linguaggio crudo, molto condito e in perfetta sintonia con l’atmosfera del gioco, i dialoghi tra i due passano dal serio all’esilarante, consentendoci di capire le personalità dei due malviventi, con un doppiaggio in italiano realizzato nel migliore dei modi, anche se la parola fuco (non ve la metto in italiano) è un po’ troppo abusata. Le musiche completano l’alchimia sonora perfetta, con melodie che entrano e sfumano sempre al momento giusto, restando calme nelle fasi di copertura ed esplodendo in quelle di caos. Promosse.


Rimandato a settembre

Kane & Lynch risulta essere un titolo incompleto. L’idea di fondo è ben realizzata, ma si ha sempre la sensazione di star giocando all’ennesimo Hitman portato all’estremo. Se poi consideriamo che gli aspetti principali del gioco quali la giocabilità, che risente della pessima scelta di rendere la copertura automatica, la grafica, con i suoi numerosi alti e bassi, e la rigiocabilità in singolo (non tutti hanno voglia e la possibilità di giocare online) sono gli aspetti meno curati, si fa presto a dire che questa volta il bersaglio è stato mancato. La caratterizzazione dei personaggi, il sonoro e doppiaggio in se non bastano a tenere alto l’interesse verso un gioco. Non siamo di fronte ad un film dove questi valori possono decretarne comunque la validità. Nei videogiochi le prime cose che contano sono giocabilità e longevità: Kane & Lynch pecca sulla prima, e si avvicina alla seconda con molte difficoltà. Se potete giocarci online, allora compratelo pure nuovo di zecca, ma se invece non vi interessa o non potete assaporare l’unica validità del gioco, allora lasciate perdere, o dirigetevi verso l’usato. Peccato, perché i presupposti per un buon titolo c’erano tutti, ma nella resa finale hanno deluso, forse per mancanza di tempo o per mancata ottimizzazione finale. A questo punto non ci resta che aspettare e sperare in un seguito.

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