Kingdom Hearts Re: Chain of Memories – Recensione Kingdom Hearts Re: Chains of Memories

Il primo Kingdom Hearts per PS2 fu un titolo molto apprezzato all’epoca della sua uscita. L’abbinamento tra personaggi e ambientazioni Disney con una trama e protagonisti originali in stile Squaresoft, con un occhio di riguardo ai giocatori più giovani, si è rivelato un’accoppiata vincente che va ben oltre la semplice azione di fanservice che sembrava profilarsi.
Dopo tale successo, e dopo il finale del primo capitolo, era ovvio aspettarsi un seguito. Non altrettanto atteso fu il fatto che l’episodio successivo al primo (che a detta della Square-Enix sarebbe dovuto essere un capitolo “di transito”) fu un gioco sviluppato per Game Boy Advance. L’uscita nel 2004 di Kingdom Hearts: Chain of Memories indispettì una buona fetta di fan: alcuni, possessori della console portatile Nintendo o suoi neo-utenti, poterono godersi il gioco, mentre quelli che potevano disporre della sola PS2 dovettero attendere pazientemente l’arrivo di Kingdom Hearts II.
Aldilà della sua indubbia qualità, quest’ultimo soffriva di vuoti di trama e punti oscuri che lasciarono molto a desiderare i giocatori che avrebbero desiderato più dettagli. Fu chiaro, dunque, che il capitolo “prologo” o “di transito” era ben più di questo a livello di trama, tanto che non è ardito considerare che la storyline del suddetto titolo sia stata letteralmente divisa in due giochi diversi.
Dopo l’uscita del secondo episodio in tutto il mondo, la Square-Enix distribuì in Giappone Kingdom Heart II: Final Mix+, una versione del videogame implementata da dialoghi e cut-scenes inedite, nuove sfide e missioni, un filmato segreto più lungo, ecc… Ma fu soprattutto una conversione di Kingdom Hearts: Chain of Memories con grafica tridimensionale in linea con lo standard PS2.
Parecchi furono i fans che sperarono che questa versione oltrepassasse l’Oceano Pacifico, ma ciò non accadde.
Dopo molto tempo arriva negli USA Kingdom Hearts Re: Chain of Memories, il remake del gioco per GBA localizzato per l’occidente.

Dimenticare per ricordare

La storia di Re: Chain of Memories ricalca in tutto e per tutto quella della versione originale per GBA. La narrazione inizia esattamente da dove Kingdom Hearts I era finito, con Sora, Paperino e Pippo in viaggio in uno sterminato campo alla ricerca di Re Topolino e Riku.
Dopo aver incontrato un misterioso figuro celato da un cappotto con cappuccio nero, i tre amici si imbattono nel Castle Oblivion, un gigantesco castello bianco. Al suo interno scopriranno di avere delle perdite consistenti di memoria, scordando mano a mano luoghi e persone conosciuti. Ciò nonostante, è nel castello che giacciono le risposte che stanno cercando; per questo i nostri eroi si addentrano nell’edificio decisi a raggiungere la sua sommità. Durante il loro viaggio i ricordi perduti si materializzeranno nei mondi Disney già visitati in partenza, che dovranno quindi rivisitare uno alla volta ad ogni piano del castello.
Faranno inoltre la loro comparsa personaggi nuovi come DiZ, Naminè e soprattutto l’Organization XIII.
Per giudicare la trama di questo gioco è necessario scindere il suo duplice volto.
Le sessioni nei mondi Disney sono praticamente uguali a quanto già visto in Kingdom Hearts I: troverete gli stessi luoghi e gli stessi personaggi, persino gli stessi nemici. Gli avvenimenti dunque saranno quasi identici, per cui non sorprendetevi se avrete un costante senso di déjà vu. A peggiorare questa completa assenza di novità, nei mondi Disney non ci sarà nessun dialogo doppiato, dando ancora di più la sensazione di essere sessioni “filler” senza le quali il titolo non sarebbe stato un "vero" Kingdom Hearts.
E’ palese che il nucleo del gioco sia nel proseguimento della storia di Sora nella ricerca dei suoi amici. Nuovi dettagli saranno scoperti e nuovi personaggi coinvolti negli eventi. Inoltre, dopo aver terminato l’avventura, sarà disponibile una modalità in cui impersonerete Riku, e nella quale seguirete un percorso diverso incontrando differenti avversari.
La parte di storia che riguarda Sora e Riku è stata curata sicuramente in modo migliore, e chiarirà molti particolari della trama generale della saga, soprattutto a coloro che sono rimasti perplessi dopo aver giocato e terminato Kingdom Hearts II.
 


Ritroverete in questo gioco tutte le conoscenze fatte in Kingdom Hearts I

Kingdom Cards

Il titolo per GBA proponeva delle meccaniche di gioco diverse dal capitolo precedente.
Ogni azione di Sora è regolata da delle carte: ne esistono certe per assestare un colpo di Keyblade, altre per utilizzare delle magie, altre ancora per gli oggetti, e persino alcune per richiamare l’aiuto di Paperino e Pippo. Queste hanno un limite e vanno acquisite durante il gioco, nonché scelte e organizzate prima dei combattimenti. Non sarà possibile premere il pulsante di attacco per sferrare infiniti colpi di Keyblade: ogni pressione del tasto attiverà la funzione della carta in rilievo e, una volta eseguita, non potrà essere riutilizzata immediatamente. L’ordine delle carte del vostro mazzo non sarà insormontabile, ma potrete scorrere tra di esse con specifici tasti per cercare quella che vi serve. E’ possibile concatenarne fino ad un massimo di tre uguali per scatenare effetti come una combo di colpi o una magia più potente del normale. Tutto questo non avverrà con un sistema di turni, ma in tempo reale.
Inoltre ogni carta avrà un numero da 0 a 9, che deciderà la probabilità che quel colpo venga o meno fermato.
Lo stesso sistema vale per i vostri avversari.
Esse non regolano solo i combattimenti, ma anche l’esplorazione. il Castello è suddiviso in stanze, e ogni volta che entrerete in un posto nuovo dovrete utilizzare specifiche carte per far apparire gli ambienti dei mondi Disney attorno a voi. Tramite queste potrete anche determinare la presenza di Heartless, di stanze con casse contenenti oggetti e persino i Save Point. Generalmente ogni piano del castello, e quindi ogni scenario Disney rievocato, ha tre “stanze-storia” che vi faranno proseguire nell’avventura fino ad arrivare al confronto con il boss di turno.
Le innovazioni portate al sistema classico di Kingdom Hearts sono decisamente consistenti, su tutti i piani.
Non sarà più sufficiente assalire il nemico con una raffica di colpi a ripetizione per avere la meglio; ora tutto è limitato e misurato e il giocatore avrà il suo bel da fare a gestire contemporaneamente i movimenti di Sora negli ambienti e la scelta delle carte dal mazzo.
Avrete sicuramente bisogno di alcune ore di pratica per gestire il sistema di scontri di questo capitolo, ma una volta impratichiti il divertimento e la sfida saranno evidenti. Se invece siete assolutamente insofferenti a dinamiche diverse da quelle dell’originale Kingdom Hearts sarà possibile che odierete questo nuovo stile.
Malgrado sia innegabile che la selezione e l’uso delle carte interrompano l’azione rendendola più ardua da gestire, è anche vero che questo aggiunge una ventata di novità a una struttura di gioco che spesso ha valorizzato troppo il “button-mashing”, oltre a conferirgli un livello di sfida senz’altro superiore agli altri due capitoli su PS2. L’esplorazione purtroppo, data la sua struttura, risente degli stacchi determinati dal dover passare da una stanza ad un’altra. E’ però vero che con il metodo delle carte si è aggiunta una certa componente di personalizzazione che rende l’avanzamento nell’avventura meno lineare e ripetitivo.
Per adattare al meglio le meccaniche dell’isometrico Chain of Memories alle ambientazioni 3D di questo remake, il sistema di controllo è stato ritoccato. Sono state aggiunte delle funzioni per rendere più efficiente la gestione del mazzo durante le battaglie; è inoltre stato inserito un tasto per schivare rotolando, più la possibilità di cambiare l’obbiettivo dell’attacco. Sono piccole migliorie che rendono l’azione di gioco sicuramente più agevole e fluida.
Inoltre, per venire incontro a chi lamentava un’eccessiva difficoltà su GBA (specialmente per il cambio di stile dei combattimenti), sono stati inseriti vari livelli di difficoltà.
 


Le carte decideranno tutto durante i combattimenti, anche l’efficacia dei colpi

Mondi colorati in un pallido castello

E’ pressoché impossibile che chi legga questa recensione non abbia giocato ad almeno uno dei due Kingdom Hearts usciti originariamente per PS2. Dal punto di vista grafico, dunque, non c’è molto da aggiungere a ciò che è già stato visto in passato.
Troverete ancora una buona grafica 3D dotata di ottime texture e animazioni. Purtroppo troviamo ancora molta discrepanza di qualità dei modelli poligonali sia durante le scene importanti con i dialoghi doppiati sia in quelle meno degne di nota dialoganti tramite box di testo. Questo si fa sentire soprattutto quando vi immergerete nei mondi della Disney dove scene doppiate non ce ne sono.
Per il resto la qualità rimane alta, anche se si nota la differenza tra i mondi veri e propri e la loro versione “ricordo” che troverete in questo capitolo, suddivisi in stanze.
Fortunatamente i tempi di caricamento tra un ambiente e un altro sono molto brevi e non smorzano troppo il ritmo di gioco.
Oltre agli scenari Disney, riciclati in massa dal primo capitolo, l’unica ambientazione nuova sarà il Castle Oblivion, peccato solo che tutti i suoi piani siano praticamente identici tra di loro.
Dal punto di vista dell’innovazione, dunque, questo titolo fa ben poco per sorprendere.

Melodie familiari… Anche troppo

Il discorso sul reparto sonoro è molto simile a quello per la grafica: le innovazioni rispetto a Kingdom Hearts I sono praticamente nulle. Riascolterete ancora le stesse melodie già conosciute nel primo capitolo, senza molta variazione.
Ovviamente la colonna sonora di base rimane di ottima fattura, ricalcando fedelmente i brani Disney e offrendo le musiche che i fan di Kingdom Hearts hanno imparato ad apprezzare. Presa a sé, dunque, la colonna sonora rimane buona, ma non si può ignorare la totale mancanza di impegno nel rinnovare un po’ questo aspetto.
Il doppiaggio è ancora di ottima fattura e bene si applica ai personaggi, vecchi e nuovi, che incontrerete.

La cima del Castello

Anche se forse meno profondo al livello di sub-quest, comparato con i due capitoli principali su PS2, Re: Chain of Memories propone un’avventura piuttosto longeva. Per terminare la storia principale vi occorreranno circa una trentina di ore, ma questa stima può variare molto a seconda di quanto riuscirete a divenire abili con il sistema di combattimento.
In generale il gioco offre un ottimo livello di sfida (per chi avrà la pazienza di destreggiarsi con le meccaniche delle carte) che vi metterà a dura prova.
Per i più esigenti inoltre c’è la modalità Hard, a cui va aggiunta la possibilità di affrontare l’avventura nei panni di Riku, che farà la gioia dei fans del personaggio.
 


Finita la partita con Sora, potrete giocare nei panni di Riku!

Commento finale

Kingdom Hearts Re: Chain of Memories è un gioco un po’ difficile da inquadrare.
Le diversità delle meccaniche di gameplay possono essere ben accolte o insopportabili a seconda dei gusti del giocatore. Si tratta comunque di un sistema originale e ben calibrato, con davvero pochi difetti di sorta. Sotto questo punto di vista il videogioco risulta solido nella sua peculiarità.
Anche la storia ha una doppia faccia: da una parte abbiamo le già viste sessioni Disney; dall’altra una trama che offre importanti dettagli indispensabili per capire a fondo il secondo capitolo, ricca di colpi di scena e personaggi carismatici.
Se dunque i punti base per questo titolo sono tutto sommato solidi, la “cornice” con la quale ci viene proposto è del tutto non innovativa, anche se è da riconoscere che gli sviluppatori sono riusciti a fondere molto bene la struttura del gioco originale con lo "stile" classico su PS2.
A conti fatti, comunque, si tratta di un videogame sicuramente degno di essere giocato. Un acquisto praticamente obbligato per chi ha seguito e apprezzato gli altri due capitoli, specialmente se ansioso di scoprire i dettagli della trama assenti in Kingdom Hearts II.
Con la sua grafica rinnovata e le numerose scene doppiate, anche chi ha già giocato alla versione GBA potrà senz’altro trovare piacevole ripetere l’esperienza su PS2.

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