Knights in the Nightmare – Recensione Knights in the Nightmare

Cavalieri nell’incubo

Knights in the Nightmare è l’ennesimo capitolo della serie nota come Dept. of Heaven, di cui fanno parte anche Riviera: the Promised Land e Yggdra Union. Ad un primo sguardo, sembra che questi due validissimi GDR non abbiano nulla a che fare l’uno con l’altro, ma, in realtà, ciò che li accomuna è proprio la voglia degli sviluppatori di infrangere costantemente i classici schemi che da sempre opprimono il genere. L’originalità è, dunque, la parola d’ordine della saga, e quest’ultimo capitolo non fa eccezione. Andiamo ad esplorarne le caratteristiche.
 


Le battaglie sono molto concitate

 

Anima di re

Non è immediatamente chiaro, una volta iniziato il gioco, chi ne sia il protagonista.  Sarete infatti chiamati ad impersonare un fuoco fatuo, un’anima dall’identità sconosciuta che si dirige dove le sue memorie di quando era ancora in vita la portano. A chi appartiene e perchè dovete sconfiggere orde di nemici, lo scoprirete solo molto dopo. Ad aiutarvi a raggiungere il vostro scopo, ci sarà una "fanciulla corazzata", una valchiria la cui relazione con l’anima è non meglio precisata. Mistero assoluto insomma, anche se la trama si dipana in maniera piuttosto scorrevole grazie ai flashback con protagonisti NPC, utili  per capire gli eventi precedenti l’inizio del gioco. Senza anticipare nulla, la storia è più che discreta e contiene varie sorprese, rivelate anche con una certa indifferenza. Uno stile originale contraddistingue anche il gameplay. Come detto, dovrete impersonare un fuoco fatuo la cui efficacia in battaglia é, come ci si potrebbe aspettare da un’entità incorporea, nulla. Come aggirare questo piccolo ostacolo? Semplice, basterà fargli possedere e comandare i viventi in grado di combattere, in questo caso soldati e cavalieri di varie classi: dal classico arciere al sicario i cui pugnali celano effetti imprevedibili. L’azione si svolge completamente sul touch screen: dapprima dovrete scegliere degli oggetti da portare in battaglia (prevalentemente armi) per aiutare i vostri subordinati nell’arduo compito di eliminare i nemici, quindi darete il via alla battaglia, che avrà luogo su griglie dalle dimensioni piuttosto ristrette. Portando il pennino su un personaggio e trascinandolo  in una direzione, potrete caricare l’attacco, per poi scatenarlo una volta raggiunto un livello di potenza soddisfacente. Non tutte le classi possono attaccare in ogni direzione; dovrete dunque scegliere le unità da portare in battaglia anche in base alla posizione dei nemici. Naturalmente, ci sono delle eccezioni: il cavaliere, per esempio, può attaccare in tutte le direzioni. Tuttavia, avrete raramente la possibilità di scegliere: non potrete gestire un party fisso, in quanto, alla fine di ogni capitolo, vi verranno assegnate delle unità a caso, da gestire nella battaglia successiva. Ogni unità avrà un valore di vitalità che scenderà ad ogni azione effettuata: una volta raggiunto lo zero, l’unità morirà e non potrà mai più tornare in vita. Gli attacchi speciali faranno diminuire velocemente questo valore, ma anche se riuscirete a far sopravvivere una unità fino alla fine della battaglia, vi lascerà comunque, in occasione della fine del capitolo. Sarà possibile tenere delle unità da "allevare", aumentandone le statistiche e la vitalità, ma il metodo per arruolarle è piuttosto complesso. Nei vari livelli, vi imbatterete in oggetti che, se distrutti, potrebbero rilasciare un oggetto chiave: tale oggetto andrà quindi portato in battaglia ed utilizzato su uno dei personaggi presenti in quel livello: se si tratterà dell’oggetto giusto (ogni oggetto può essere utilizzato su un solo personaggio), quel personaggio entrerà a far parte della vostra squadra e, a quel punto, potrete accrescerne la potenza, fondendolo con altri guerrieri. Ciò comporterà la perdita di un’altra unità, ma a lungo andare vi ritroverete con una squadra praticamente imbattibile.
Anche gli oggetti, dunque, giocheranno un ruolo importantissimo nelle battaglie.

Caos e Legge

L’azione si divide in due fasi, del Caos e della Legge, a seconda delle quali un’arma può essere o non essere utilizzata (un’arma con proprietà caotiche potrà essere utilizzata solo durante la fase Caos e viceversa). Nessuna delle due fasi comporta bonus o penalità, ma a forza di colpire i nemici in una fase, essi rilasceranno sempre meno cristalli, indispensabili per riempire la barra degli attacchi speciali; per riuscire a scatenare attacchi potenti, dovrete dunque cambiare spesso fase e, di conseguenza, portare con voi una quantità di armi bilanciata fra Caos e Legge, in modo da poter attaccare in ogni caso.
Le particolarità delle battaglie non si fermano certo qui: come detto, durante l’azione non impersonerete i vari personaggi ma un fuoco fatuo che, levitando da una parte all’altra dello schermo, dovrà al contempo evitare gli attacchi nemici (che non saranno mai diretti alle unità ma sempre a lui) e portare le armi ai guerrieri per permettere loro di attaccare. Essere colpiti da uno dei "proiettili" degli attacchi avversari comporterà l’abbassamento del tempo, il valore che determina la fine dei turni, la cui quantità è fissa per ogni battaglia: se non riuscirete a uccidere i nemici giusti entro l’ultimo turno, avrete perso. Con nemici giusti, s’intende quei nemici che, se sconfitti, vanno a formare linee o righe in una tabella; le loro posizioni in essa sono stabilite all’inizio della battaglia.
Una serie di meccaniche molto particolari, insomma, che possono disorientare chi non è abituato all’originalità dei precedenti capitoli della serie: non per niente il tutorial opzionale, consigliato ovviamente a chi si imbarca nell’incubo per la prima volta, è estremamente esauriente.
 


Anche la narrazione può disorientare

 

La cavalcata della valchiria

Neanche il comparto strettamente tecnico del gioco delude: la grafica potrà apparire leggermente datata, in quanto gli sprite dei personaggi sono particolarmente pixellosi, ma la quantità e la qualità delle animazioni e degli effetti speciali lascerà senza dubbio esterrefatti. Anche il character design è ottimo e, nonostante la varietà, non si lascia andare agli stereotipi che contraddistinguono i giochi di ruolo di oggi. Buono anche il sonoro: le musiche sono particolarmente evocative e gli attacchi sono tutti doppiati in modo più che discreto. I dialoghi non sono doppiati ma, dato che l’inclusione di un doppiaggio avrebbe solamente rovinato l’atmosfera, non c’è da lamentarsi a riguardo. In fin dei conti, Knights in the Nightmare è un GDR di ottima fattura, anche se decisamente atipico: se siete alla ricerca di qualcosa di nuovo, è il gioco che fa per voi; se invece l’idea del cambiamento non vi attrae, vi converrà starne alla larga, ma tenete conto che vi perderete un’esperienza unica, che pochi altri titoli potranno regalarvi.

Ti è piaciuto quello che hai letto? Vuoi mettere le mani su giochi in anteprima, partecipare a eventi esclusivi e scrivere su quello che ti appassiona? Unisciti al nostro staff! Clicca qui per venire a far parte della nostra squadra!

Potrebbe interessarti anche

Lascia un commento