Lara Croft and the Guardian of Light – Recensione Lara Croft and the Guardian of Light

Inizialmente additata come un semplice clone sexy dell’allora ben più famoso Indiana Jones, Lara Croft ha saputo negli anni ritagliarsi il suo posto d’onore nel panorama videoludico mondiale, potendo ad oggi vantare una schiera di fan non inferiore a quella di personaggi storici del calibro di Mario o Sonic. Tra alti e bassi, comunque pur sempre riuscendo a rimanere fedele a sè stessa, la saga di Tomb Raider ha saputo migliorarsi nel tempo, convincendo con gli ultimi capitoli anche i giocatori più scettici. Siamo pronti a scommettere che Crystal Dynamics abbia realizzato Lara Croft and the Guardian of Light con l’obiettivo di stupire i vecchi e nuovi fan di Lara con qualcosa di sorprendentemente nuovo. Una novità da ricercarsi non tanto nel sistema di gioco in sè, ormai ampiamente collaudato e sfruttato da decine di titoli simili, ma nella decisione di applicare tale sistema al brand di Tomb Raider, da sempre ancorato al gameplay che tutti conosciamo. Il risultato è un mix di azione, puzzle-game, spirito arcade e divertimento allo stato puro che non lascia trasparire punti deboli, nemmeno per quanto riguarda il rapporto qualità/prezzo/longevità.


Lara ha un nuovo compagno di avventure… e come al solito attira su di sè un mare di guai

 
Nuovi punti di vista

La novità principale di questo gioco rispetto agli altri capitoli della serie Tomb Raider è nella gestione della telecamera, novità che conseguentemente impatta sull’intero gameplay: questa volta il nostro punto di vista non sarà direttamente alle spalle di Lara – con buona pace di tutti i maschietti che ne hanno sempre ammirato le forme – ma seguiremo la scena con una visuale isometrica, che per intenderci è lo stesso punto di vista adottato da giochi come Marvel: La Grande Alleanza. Questa scelta ha permesso lo sviluppo di un sistema di controllo prettamente arcade: i fan della serie noteranno dal primo istante che Lara non ingaggerà più automaticamente i bersagli appena si estrarranno le armi, ma sarà possibile mirare e fare fuoco in tutte le direzioni autonomamente. Più nel dettaglio, mentre con uno stick analogico controlleremo gli spostamenti di Lara, muovendo l’altro stick nelle varie direzioni estrarremo le armi e spareremo nella direzione desiderata. Il nuovo sistema potrebbe risultare un po’ ostico durante i primi combattimenti, ma vi garantiamo che una volta padroneggiato sarà in grado di dare delle soddisfazioni non indifferenti.

Un ulteriore vantaggio del nuovo sistema di puntamento, poi, è dato dalla possibilità di risolvere vari enigmi con l’utilizzo delle armi: sin dai primi minuti di gioco, oltre alle classiche pistole, Lara avrà a sua disposizione anche una lancia donatale da Totec, guerriero azteco e suo nuovo compagno di avventure. Oltre che per trafiggere i nemici, la lancia può anche essere utilizzata come punto di appoggio per raggiungere zone sopraelevate o troppo lontane, semplicemente conficcandola nel muro e utilizzandola come piattaforma sulla quale saltare. Anche questa novità – diretta conseguenza del nuovo sistema di puntamento manuale – con un po’ di allenamento diventa immediata e dimostra la sua utilità, soprattutto quando implementata nella risoluzione di enigmi che richiedono lo sfruttamento di tutte le doti atletiche di Lara.


Si possono conficcare le lance nel muro, per poi utilizzarle come punti di appoggio sui quali saltare

 

Il lato arcade di Lara

La caratteristica più interessante di Lara Croft and the Guardan of Light, comunque, resta il taglio arcade che il team di Crystal Dynamics ha deciso di dare al titolo:l’uccisione dei nemici, la risoluzione degli enigmi, il completamento di varie sfide e la raccolta degli oggetti sono costantemente tradotti in punti che vengono assegnati al giocatore. A questo bisogna poi aggiungere le possibilità di personalizzazione delle abilità di Lara in stile rpg: equipaggiando le reliquie raccolte tra i vari livelli, infatti, sarà possibile potenziare determinate caratteristiche della sexy tombarola, modificandone parametri quali la potenza di fuoco, la resistenza o l’abilità con le varie armi.

Il lato arcade di Lara Croft and the Guardian of Light emerge poi ancora più prepotentemente quando si inizia a giocare alla modalità multiplayer: con un secondo giocatore ad impersonare Totec i combattimenti diventano immediatamente più avvincenti – da sottolineare anche come il livello di difficoltà aumenti automaticamente in modo da non rendere l’esperienza troppo semplice – e diventa possibile portare a termine delle azioni combinate altrimenti non realizzabili durante le partite in singolo. La voglia di giocare in compagnia è inoltre alimentata dalla presenza di alcune sezioni in stile puzzle-game che necessitano della collaborazione congiunta di due giocatori per essere portate a termine: si tratta di stanze facoltative che possono naturalmente essere saltate durante le partite in single-player, ma che certamente garantiranno un maggiore grado di longevità ai completisti.


Le partite multigiocatore permettono di collaborare e raggiungere zone inaccessibili nella modalità single-player

 
Più grossi sono…

… più rumore fanno quando cadono. E’ questa la dura verità che ha imparato chiunque abbia mai cercato di mettere i bastoni tra le ruote alla signorina Croft. Come accaduto per i vari episodi della serie originale, anche questo spin-off di Tomb Raider ci metterà contro avversari apparentemente imbattibili, siano essi demoni, dinosauri o enormi trappole pronte a trafiggerci. Fortunatamente il parco di mosse a disposizione è perfettamente studiato per permettere a Lara di cavarsela anche nelle situazione più impossibili. Sapendo bene che, soprattutto in questa era di giochi next-gen, anche l’occhio vuole la sua parte, vi segnaliamo che tutte le insidie che dovrete superare sono realizzate a regola d’arte, potendo vantare un dettaglio grafico che è difficile trovare in un gioco disponibile solamente in Digital Delivery: dalle creature mitologiche ai draghi, passando per i nemici più comuni, ogni modello presenta un notevole livello di dettaglio e un’animazione davvero ben realizzata. Lo stesso vale naturalmente anche per gli scenari che fanno da sfondo ai vari livelli di gioco e per i filmati di intermezzo, realizzati con un montaggio che li rende molto simili a dei fumetti digitali. Questo Tomb Raider, insomma, non sfigura nemmeno dal punto di vista grafica, sorprendendoci invece positivamente mostrando una cura nella sua realizzazione che, lo ammettiamo, non ci aspettavamo.


Lara è felice di vederlo immobile, ma vi garantiamo che i boss in movimento sono davvero ben realizzati

 

Non sottovalutate la Digital Delivery

Noi certamente non lo faremo più perchè, parliamoci chiaro, questo Lara Croft and the Guardian of Light è un gioco che avrebbe potuto tranquillamente essere venduto a prezzo pieno sugli scaffali dei negozi. E’ anche questa caratteristica positiva che fa alzare il voto finale della recensione: al più che onesto prezzo di 14,99€ ci viene data la possibilità di giocare ad un arcade di tutto rispetto con protagonista un’eroina della storia recente dei videogiochi. E non basta: la longevità del titolo si attesta – senza contare la rigiocabilità garantita dalle sfide più difficili e dal multiplayer – intorno alle 8 ore, ovvero sopra la media della maggior parte dei titoli che si possono acquistare sul PSN o sul Live Arcade. Da evidenziare ancora, infine, come Crystal Dynamics sia riuscita ad adattare la nuova veste arcade allo spirito di Tomb Raider senza perdere di vista quello che ha reso Lara Croft così famosa: ci sono i combattimenti, le fasi platform con i salti assurdi, l’atmosfera alla Indiana Jones – o alla Uncharted, se preferite – e tutti quei tratti distintivi che ci rendono ben felici di dare il bentornato all’archeologa sexy più famosa della storia dei videogiochi.

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