LittleBigPlanet Karting – Recensione LittleBigPlanet Karting

LittleBigPlanet è stato senz’altro uno dei brand più famosi e meglio riusciti della vita di PlayStation 3. Personaggi simpatici, meccaniche e fisica ottime, livelli pieni di stile, enorme personalizzazione. I ragazzi dello studio United Front Games provarono a fare qualcosa di simile con un nuovo brand dedicato ai giochi di corse, e cioè Modnation Racers, e nonostante ben due tentativi su PlayStation 3 e su console portatile, purtroppo il successo non è arrivato. Si sono quindi uniti in collaborazione con il team MediaMolecule, così da riprovarci e sviluppare un gioco di Kart dedicato a LittleBigPlanet, che essenzialmente è un Modnation Racers con i Sackboy. Vediamo cosa ne è uscito fuori.
 

Maledetto traffico

Come tutti i capitoli di LittleBigPlanet, anche questo inizia con una sequenza, doppiata come sempre da Alberto Olivero, in cui ci viene spiegato come nasce il Piccolo Grande Pianeta. Pianeta di sogni, immaginazione, colori e forme. Ma questa volta ci spiegano anche che una particolare porzione del pianeta, quella dedicata alle corse di Kart, si forma con l’unione di tutti i pensieri e l’immaginazione delle persone nelle macchine imbottigliate nel traffico. In questo mondo, i Sackboy corrono felici divertendosi sui loro Kart, se non fosse per la presenza di alcune figure inquietanti e malefiche. Costoro sono gli Arraffatori, le persone che quando giocano fanno man bassa di Bolle Premio per poi non condividere niente. In pratica ci stanno dicendo che se noi giochiamo a questo titolo e poi non creiamo livelli al posto loro siamo i malvagi. Attenti, dunque.
 

Al Sackboy manca solo di essere un idraulico

Beh, non appena inizieremo a giocare, ci renderemo immediatamente conto di quanto questo titolo abbia preso a piene mani da Mario Kart. Ma andiamo con ordine.
Come prima cosa ci ritroveremo all’interno del Pod, il solito luogo iniziale dei giochi di LittleBigPlanet, che possiamo decorare come più ci piace. Da qui potremo anche aprire il pop-it, la schermata da cui possiamo vestire il nostro Sackboy o modificare il kart che andremo ad utilizzare. Ma a parte tutto ciò, l’avventura inizia quando dal Pod sceglieremo di iniziare la campagna Single Player.
Gli stage da affrontare sono molti, e ognuno di essi richiede di piazzarsi sul podio per sbloccare il successivo. Ogni pista rappresenta, visivamente, uno dei mondi di tutti i giochi di LittleBigPlanet. Abbiamo quindi la pista dedicata al Giardino del Re, quella Horror, quella della Metropoli, quella del Messico e così via, così che ogni posto sia divertente e familiare, anche se non tutte le piste sono proprio riuscite, e a volte finiscono piuttosto con il dare un senso di spoglio e di poco curato. Durante le gare, infatti, i modelli poligonali sono meno curati rispetto che nel Pod, e anche le texture non sono eccezionali e non riescono a imprimere quel senso di tanti materiali differenti che i platform di MediaMolecule invece condividono.
Le piste, comunque, sono spesso ben congegnate, con tante scorciatoie e trucchi, e sparse su di esse ci sono le bolle per i punti così come le bolle premio per ottenere oggetti con cui personalizzare personaggi e piste fatte da noi.
I comandi per guidare il nostro kart sono semplici e intuitivi: un pulsante per accelerare, uno per il freno (che servirà anche a fare piccoli balzi, o, se usato in curva, ad effettuare una derapata che se mantenuta più di qualche secondo darà fuoco alle nostre ruote per eseguire uno scatto in avanti al rilascio), e uno per usare le armi che troveremo in mezzo alla pista, proprio come su Mario Kart.
Le armi in questo gioco sono parecchio sbilanciate: ce ne sono infatti di inutili, o meglio di difficile utilizzo, come i proiettili che sparano innanzi a noi richiedendoci di prendere la mira; altre hanno una potenza assurda, come i missili a ricerca automatica che colpiscono il bersaglio al 100%. Per proteggerci da cose simili avremo modo di utilizzare le armi raccolte non per attaccare ma per difenderci, premendo il pulsante al momento giusto quando apparirà uno scudo sopra al nostro personaggio ad indicare che stiamo per essere colpiti. Il problema è che questo è l’unico modo per difenderci dagli attacchi a ricerca. Possiamo saltare o fare scatti quando vogliamo ma non servirà a niente, portando il tutto, molto spesso, a risolversi alla fine della gara per pura fortuna piuttosto che per le effettive capacità.
A livello di controlli, in ogni caso il tutto è estremamente preciso: anche le curve effettuate danno un senso molto particolare di leggerezza, proprio come se fossimo piccoli pupazzi in un mondo di cartone, ed è anche molto interessante vedere come, anche se in maniera limitata, alcune parti con cui costruiamo il nostro kart influiscono sulla guida vera e propria. Anche il senso di velocità che ci viene dato è buono, ma purtroppo questo accade solo per il single player: giocare in 2, o ancora peggio in 4, ci sembrerà di andare al rallentatore.

Oltre ai normali stage sono presenti anche diversi livellini extra, come le arene "tutti contro tutti" in cui distruggersi a vicenda, o una specie di "cattura la bandiera". Certo è che non è molto chiaro il funzionamento di certi impatti, infatti andando contro gli avversari, sia in gara che in questi giochi, finiremo molto spesso per essere sballottati via, mentre fare la stessa cosa contro gli avversari è pressoché impossibile.

Gran parte dell’esperienza di gioco, naturalmente, è data dall’editor, che in puro stile LittleBigPlanet permette di fare cose incredibili, anche aiutandosi con l’utilizzo del PlayStation Move. Ironicamente però, per certi punti di vista, ci veniva data addirittura più libertà con Modnation Racers.
 

Scheda tecnica

LittleBigPlanet Karting non riesce a spiccare il volo praticamente in nessun ambito, nonostante di per sé sia un bel gioco divertente. Graficamente non raggiunge affatto i livelli delle controparti platform, né come modelli poligonali né tantomeno come texture. Il level design ha picchi di alti e bassi, tra trovate geniali e invece livelli che non trasmettono assolutamente nulla. L’audio presenta come sempre musiche molto orecchiabili e gioiose, ma che non riescono a mantenersi in testa per più della sessione di gioco in sé. La longevità è ovviamente alta, non tanto per il numero di livelli giocabili ma anche per quelli messi a disposizione dagli utenti, mentre per quanto riguarda la giocabilità, anche qui abbiamo alti e bassi, tra un sistema di controllo ormai ben collaudato e un utilizzo della fisica che a volte fa un po’ storcere il naso.
 

In conclusione

LittleBigPlanet Karting è un tentativo degli United Front Games di ricominciare daccapo. Lasciandosi alle spalle Modnation Racers, ci riprovano utilizzando il brand di LittleBigPlanet, senz’altro più famoso e pieno di fan. Il risultato, per un motivo o per un altro, è un titolo divertente, ma pieno fino allo stremo di alti e bassi, che non permettono di classificarlo come un gioco eccezionale. Dovunque si guardi, per quanto ci si giochi volentieri, non riesce a convincere, portando a chiedersi se il lavoro sia stato fatto volentieri o meno. In ogni caso, per una partita ogni tanto per divertirsi, o per mettere alla prova la nostra creatività ideando un tracciato, è senz’altro un titolo che non ci delude.

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