Lumines II – Recensione Lumines II

Lumines, ideato e prodotto per PSP dal team Q? Entertainment e dal poliedrico genio di Tetsuya Mizuguchi nel 2005, è considerato a ragione, un titolo imprescindibile, un vero e proprio must per i possessori della piccolina di casa Sony: forte di un gameplay a suo modo originale e impeccabile, basato sulla perfetta simbiosi tra le meccaniche di gioco tipiche dei puzzle e la musica, il prodotto Q? Entertainment seppe imporsi facilmente presso pubblico e critica, tanto da motivarne la pubblicazione di un seguito, intitolato semplicemente Lumines II. Conferma del successo o irrimediabile flop? Vediamolo insieme.

Niente di nuovo dal fronte orientale…

Se una cosa è già perfetta, perchè cambiarla? Se aspettate particolari sconvolgimenti del gameplay già visto nel predecessore, Lumines II potrebbe darvi una grossa delusione, ma lasciarsi intimorire da questa prospettiva vi farebbe compiere un grande errore. Ciò che già di buono c’era è rimasto tale e quale: ci sono ancora i mattoncini bicromatici, che scendono inesorabili fino a riempire completamente lo schermo. Lo scopo del gioco è sempre il medesimo, ovvero eliminare i suddetti mattoncini formando uno o più quadrati dello stesso colore; e c’è ancora la time bar, che scorre attraverso lo schermo in sincronia col ritmo del brano di sottofondo, le variopinte skin (cioè i livelli, ognuno caratterizzato da suoni, effetti, immagini peculiari per ciascuno), e la musica, varia e ipnotica come non mai. Tutto a discapito dell’originalità, ma paradossalmente non del divertimento e della longevità, che si attesta sempre nelle vette dell’eccellenza…
Sia ben chiaro, Lumines II non è comunque una fotocopia del primo fortunato titolo omonimo. Diverse e "succose" piccole aggiunte sono state apportate alle modalità di gioco, oltre alla più che ovvvia presenza di nuovi brani e relative skin, e al miglioramento del menu, adesso più personalizzabile e colorato, oltre che, per chi non dovesse avere dimestichezza con la lingua d’Albione, interamente tradotto in italiano.

Tante modalità…tante ore di gioco…

Fatta eccezione per la nuovissima modalità missione, non presente nel primo Lumines, tutte le modalità "storiche" tornano con le doverose migliorie del caso: il giocatore, dopo essersi scelto un avatar, potrà nuovamente sfidare le sue stesse capacità nel modo in cui preferisce:
La modalità sfida è la principale, la classica partita a Lumines, per intenderci. Stavolta però si potrà optare per tre diversi gradi di difficoltà (chiamati B, A e S): praticamente a seconda del livello scelto sarà minore o maggiore lo spazio in cui collocare i blocchi, ma non solo. La difficoltà in Lumines II, come nel suo prequel, è determinata dal brano e dal procedere della time bar, che costringeranno ad un approccio diverso di gioco in base al ritmo. Un livello avanzato non è necessariamente sinonimo di ritmo forsennato, anzi, i brani più lenti sono spesso i più insidiosi, se non i più ostici da superare.
Sfida a tempo, Modalità VS CPU e Modalità puzzle sono rimaste invariate: come indicano i nomi, si tratta rispettivamente di partite la cui durata è limitata in un certo lasso di tempo, contro l’intelligenza artificiale del gioco, e sfide in cui invece di eliminare i mattoncini, si dovranno creare delle figure sempre più complesse.
La modalità missione infine, prevede il compimento di una determinata azione richiesta nel più breve tempo possibile.
Indubbiamente la parte del leone la fa, come al solito, la modalità sfida. Ora più che mai, vista la classificazione in livelli di difficoltà. Ma se si vogliono sbloccare tutte le skin, provare le altre modalità diventerà un’azione obbligata, ripagata, oltre che dalla soddisfazione di avere il 100% nella percentuale di completamento (visibile ogni volta che si desidera scegliendo dal menu la voce "statistiche"), dall’eventualità di crearsi una playlist personalizzata (modalità modifica skin) con le skin disponibili, per rigiocare nell’ordine che meglio crediamo quelle che più ci aggradano.

Il Sequenziatore

La possibilità di comporre da sé i pezzi di sottofondo alle nostre partite sarà sicuramente apprezzata dai più creativi: grazie al Sequenziatore, potremo creare ex novo o modificare un brano già esistente, per poi rigiocarlo come tutte le altre skin del gioco. Purtroppo però la composizione non è così immediata per i non "addetti ai lavori"; solo con un pò di pratica si riuscirano a comporre dei pezzi, piuttosto semplici date le limitate possibilità offerte da questo "editor midi", ma in fin dei conti i risultati potrebbero dirsi appaganti.


Video Killed the radio stars…

Nuove skin e nuovi brani caratterizzano questo Lumines II, e per la prima volta fanno capolino nella tracklist del gioco nomi ben noti del panorama musicale mondiale come Beck, Chemical Brothers, Junior-Senior, FatBoy Slim, Missy Elliot, Gwen Stefani e i Black Eyed Peas. Piccola ma significativa novità, i videoclip di questi artisti accompagneranno le nostre partite al posto delle solite skin : in alcuni casi l’effetto è pregevole e perfettamente integrato con lo stile del livello ( esempio di gran classe, "Black Tambourine" di Beck), altre volte invece il video distoglie troppo l’attenzione, rendendo il tutto più confuso. Alla fin fine perciò questa aggiunta si rivela poco interessante e di certo non indispensabile, visto già il gran numero di skin nuove di pacca (alcune delle quali decisamente splendide), oltre a quelle ereditate dal "capostipite".
Come al solito la veste grafica si rivela sontuosa: colori vividi, effetti speciali, neon e luci psichedeliche, accostamenti cromatici di forte impatto la fanno da padrone, il tutto senza particolari rallentamenti nella fluidità, scattosa esclusivamente nel cambio di skin.
Anche la colonna sonora non può deludere, data la grande varietà di brani e di generi musicali: il ritmo incalzante di pezzi techno, big beat, hip hop, coinvolgerà quanto l’ipnotico sistema di gioco, ad esso strettamente legato.

Ancora una volta le aspettative di un gioco di qualità non sono deluse. Lumines II non è solo bello come il precedente, ma lo supera sotto qualsiasi punto di vista; non è tanto un seguito quanto un upgrade del puzzlegame-capolavoro di Mizuguchi. Se non possedete il titolo del 2005, Lumines II è un acquisto obbligato. Se invece il prequel è già parte della vostra collezione, vale comunque la pena di provarlo (ed un prezzo più che accessibile è solo un ulteriore incentivo), perchè nonostante non porti nulla di veramente originale con sé, Lumines II vi catturerà e vi porterà nel suo mondo, dove luci e suoni si compenetrano fino a diventare una cosa sola, incantandovi come e più di prima.

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