Max Payne 2: The Fall of Max Payne – Recensione Max Payne 2: The Fall of Max Payne

Premessa

 

Questo è il secondo capitolo della saga di Max Payne, molto atteso dagli amanti del genere, si riconferma nel gameplay e nello stile con un rinnovato gusto per le carneficine a suon di “bullet time”. Questo episodio della serie vedrà il nostro amato poliziotto vendicatore alle prese con un nuovo amore e con i soliti cattivi fuori di testa. La grafica un po’ migliorata e le nuove scene garantiscono qualche decina di ore di divertente sparatutto.

Trama

 

Questa nuova avventura del nostro amato poliziotto inizia con il protagonista steso sul lettino di un ospedale, tornato in polizia dopo gli eventi del primo episodio si è puntualmente rimesso nei guai. Il gioco prosegue con flashback continui e con il suo solito stile noir/dark che lo ha reso celebre. La storia è abbastanza semplice, ma comunque intrigante e come sempre oscura, non mancano i piccoli colpi di scena e i soliti intermezzi stile fumetto che sono stati apprezzati nel primo capitolo.

La grafica & sonoro

 

Il comparto grafico non è eccezionale, si difende abbastanza bene dai suoi rivali del genere e la definizione dei personaggi è buona. Gli effetti delle armi ben visibili, le esplosioni e il fuoco ben definiti, gli sfondi e le scene sono un po’ piatti e monotoni, ma ciò è intrinseco al genere e durante la partita sono dettagli che raramente si notano, soprattutto ai livelli più alti di difficoltà, quando si è sempre impegnati a salvare la pelle. La telecamera è totalmente manovrata dal giocatore tramite levetta apposita, può risultare scomoda in alcuni casi, ma una volta presa la mano in poche ore di gioco sarà un piacere usarla per mirare in mezzo agli occhi uno dei tanti tipi loschi che si incontreranno durante i vari livelli.
Le musiche sono poco varie ma si adattano allo stile che impregna profondamente il gioco, noir e dark a tutto spiano, cupe e pesanti, unite agli effetti sonori e alle frasi del protagonista sanno creare una atmosfera quanto mai azzeccata. Il gioco è totalmente in italiano, ottimo il doppiaggio, voce profonda che riflette alla perfezione il carattere di Max.

Giocabilità & Gameplay

 

Il gameplay è identico a quello del precedente capitolo, unica sostanziale differenza è la lieve miglioria apportata al “bullet time”, rivisto e potenziato; facendo fuori un buon numero di nemici in poco tempo l’azione del personaggio e la velocità delle armi aumentano notevolmente, rendendo ancora più divertente il ballo attorno al nemico congelato nella sua lenta sfera temporale. Lo scorrere del gioco, suddiviso in livelli che a loro volta sono suddivisi in capitoli, è lineare; non si può girovagare quasi per nulla e i percorsi sono semplici e obbligati, innumerevoli i nemici da abbattere lungo la strada. Il parco armi non è vastissimo ma più che soddisfacente, si va dalle mani nude al lanciagranate, passando per i mitico Uzi e per il più classico fucile a pompa, senza scordare Molotov e 9mm, ognuna con un suo effetto ben delineato. La difficoltà al livello normale è bassa, mentre ai livelli superiori, sbloccati dopo aver finito il gioco una prima volta, risulta davvero alta. Ci sono inoltre missioni secondarie esterne alla trama volte a testare la bravura del giocatore e ad aumentare la troppo scarsa longevità.

Concludendo
Max Payne 2: The fall of Max Pain è un ottimo sparatutto, non il migliore ma sicuramente uno dei migliori, ci sono alcune pecche che hanno frenato i suoi voti, ma rimane un gioco da non perdere per gli appassionati del genere, consigliabile anche ai novizi. L’atmosfera avvolgente, punta di diamante, aggiunta alla grafica piacevole e al gameplay eccellente lo rendono un ottimo titolo.

 

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