Men of War – Recensione Men of War

Dalle ceneri dell’estremamente sottovalutato Faces of War, rinasce Men of War, seguito decisamente migliorato sotto ogni aspetto, che propone a tutti gli appassionati di strategici un gameplay più che profondo.

Ambientato nella inflazionata seconda guerra mondiale, il titolo ci propone una campagna single player divisa in tre parti che farà da introduzione all’estremamente longeva modalità multiplayer, vero fulcro del gioco.

Compagni, carica!!! Compagni… Compagni?

La campagna single player si dipanerà in tre sotto-campagne che ci porteranno nei principali teatri bellici della IIWW. Si passerà da missioni al comando di poche unità, a grandi battaglie campali, da missioni stealth con una sola unità, a missioni di difesa in cui dovremo organizzare postazioni difensive con centinaia di soldati. Chi non ha mai sentito parlare del gioco o del suo predecessore forse rimarrà stupito da questa versatilità. Solitamente essere al comando di una sola unità, implica meccaniche molto diverse da una battaglia con centinaia di soldati. C’è più dettaglio, più varietà d’azione e più libertà, mentre nelle battaglie campali si è abituati a muovere le unità da un punto all’altro e farle attaccare. Il segreto di Men of War è tutto qui: non è uno strategico comune.

A dirla tutta, non è nemmeno uno strategico, ma uno strategico-tattico. Chi non conosce la differenza tra strategia e tattica è pregato di frequentare una qualsiasi accademia militare e, conseguito il rango di ufficiale, potrà riprendere la lettura della recensione. Nel caso non aveste tutto questo tempo, vedrò di farvi capire, per sommi capi, la struttura di Men of War con un po’ di esempi. Prendete un qualsiasi strategico. Ecco ora immaginate di poter far fare alle vostre unità tutto quello che riuscite a pensare: avete ottenuto Men of War. Avete un cecchino e volete distruggere un carro armato? Bene mandate il cecchino a raccogliere un lanciarazzi da un compagno caduto e fatelo saltare. Avete finito le granate? Frugate i corpi dei nemici e raccoglietene di nuove insieme al loro equipaggiamento.
 

Una delle caratteristiche più innovative della serie è appunto la possibilità di avere un inventario per ogni singola unità, carro, pezzo d’artiglieria, postazione fissa o mobile che sia controllabile. Tutto ha un posto dove mettere e togliere oggetti. Tutti possono usare tutto. Tutti possono guidare tutto. Interazione totale.

L’interazione è il secondo concetto chiave di MoW, soprattutto quella con l’ambiente. Potrete salire su un albero e mettervi a sparare, buttarvi in una fossa creatasi con il colpo di un cannone nemico per coprirvi, abbattere una casa con una cannonata per colpire il carro che sta dietro, dar fuoco all’erba alta o a un bosco per stanare i nemici, utilizzare il tronco di un albero caduto per ripararvi dai proiettili e così via. Ho detto ripararsi? Ebbene si, ripararsi.

Il terzo punto chiave di MoW è appunto l’elaborato sistema di coperture, traiettorie e collisioni che muove il titolo. Potrete utilizzare ogni e dico ogni componente del paesaggio per nascondervi, coprirvi o sparare con copertura. Il sistema di visione delle unità può essere impostato in modo realistico e, nelle partite multiplayer, sarà fondamentale ragionare su questi fattori. Nascondere un cannone in un cespuglio aiuta, lasciarlo in mezzo a una strada è garanzia di fuochi d’artificio fuori stagione.
 

Ora che avete compreso, spero, le potenzialità infinite di questo titolo, torniamo alla campagna. Le missioni sono tante, lunghe e variegate ma soprattutto, cosa molto rara di questi tempi, i livelli hanno un design veramente ottimo. Non sembreranno mai artefatti riuscendo comunque a proporre sfide tattiche complesse, ma il bello di Men of War è proprio l’estremo realismo. Riesce a essere divertente proponendo situazioni credibili, proprio perchè il motore che lo muove lo fa risultare verosimile. Non sarà la simulazione perfetta, ma da questo lato poco ci manca. Inoltre è da notare un fattore che spesso passa inosservato: la divisione dei compiti tra il giocatore e l’IA alleata, essa è realizzata in maniera certosina. Non avrete mai la necessità di gestire zone morte, la preoccupazione di spostare soldati con il dubbio che poi potrebbero servire in futuro nelle retrovie o ancora tenere la linea difensiva nel momento in cui dovreste coordinare l’attacco. Questa gestione oculata delle unità controllabili vi permetterà di essere costantemente al centro dell’azione, proprio come un generale che affida ai suoi sottoposti la gestione delle incombenze minori, o come un sergente, che controllerà solo la sua squadra mentre intorno infuria lo scontro. Per rimanere colpiti da un fattore tanto ignorato negli altri titoli, vuol dire che è davvero qualcosa di fuori dal comune e vi invito a prestarci attenzione.

Passiamo però alle dolenti note di questo single player. L’IA dei compagni, dei nemici e delle vostre stesse unità spesso lascerà a desiderare. Sebbene si comporti in maniera geniale in molte occasioni, talvolta vi stupirà con atti di una stupidità inaudita. Con un sistema di gestione della visuale e delle traiettorie così complesso, spesso passeranno di fianco a unità nemiche senza badarvi, facendosi massacrare brutalmente. Altre volte i vostri stessi comandi saranno fraintesi. Per esempio selezionando diverse unità di fanteria, potrete ordinargli di disporsi in un punto, vedendo dei fantasmi che rappresentano le posizioni che andranno ad occupare, vedendo quindi come sarà la loro copertura e la loro possibilità di colpire. Basterà spostare male il mouse perchè questi si muovano male esponendosi al fuoco nemico. Questo si può evitare, non è un cattiva gestione dell’IA. Il problema grosso sorge quando, pur dando il comando giusto, i vostri uomini faranno dei giri ben strani per raggiungere le loro postazioni. Dovrete quindi padroneggiare al massimo il gioco per evitare questi rari incidenti.


Multi of War

Come abbiamo detto, le campagne single player non sono che una lunga e corposa introduzione a quello che è il gioco online, vera perla del netgaming strategico. Imparando dagli errori di Faces of War, e con una community attivissima, gli sviluppatori hanno realizzato un’articolata serie di modalità varie e divertenti. Si va dal Combat, la modalità più semplice dove si totalizzano punti semplicemente uccidendo nemici, al Battle Front, classica modalità dominio con diversi punti da conquistare e mantenere in giro per la mappa, dal Frontlines, modalità molto complessa e adatta agli amanti degli scontri preparati, al Victory Flag, perfetto per chi ama le strategie d’assalto, passando per altre modalità ancora. Ognuna di queste modalità vi metterà di fronte a dinamiche sempre diverse, con scontri totalmente differenti da un caso con l’altro.

In tutte le modalità o quasi, potrete impostare vari parametri con cui i giocatori otterranno punti rifornimento, che serviranno a schierare i tantissimi tipi di fanteria e veicoli presenti nel gioco. A seconda del tipo di partita e di questi parametri, dovrete decidere se è meglio schierare subito un paio di squadre di fucilieri o aspettare e preparare un bel pezzo d’artiglieria per aspettare i nemici.

Rispetto alla modalità single player, nel multi si perderà parecchia attenzione al dettaglio perchè i fattori da seguire saranno innumerevoli. Solo dopo molte partite riuscirete a prestare attenzione all’equipaggiamento della singola unità o ad accorgervi che un cannone è rimasto senza munizioni, dovendo conseguentemente rifornire. Da un lato dà una dimensione strategica credibile, perchè raramente i generali ordinavano ai singoli soldati cosa fare per filo e per segno, dall’altro lascereremo aperti molti spiragli al nemico a causa di errori imputabili alla fretta. Per fortuna l’IA spesso prenderà decisioni che ci risparmieranno di fare da balia alle unità meno importanti. Curarsi automaticamente, cambiare posizione, raccogliere munizioni dai cadaveri circostanti saranno attività che spesso verranno svolte autonomamente e vi risparmieranno parecchio tempo.

Fox 4, uscite e dirigetbzzzz….

Veniamo al comparto tecnico, il lato del gioco dove si concentrano tutti i difetti. Sebbene la realizzazione del motore fisico sia quasi ineccepibile, capiterà che talvolta qualche vostro camion si incastri dove non dovrebbe. Non risiedono comunque qui le pecche del gioco. La grafica, discreta sotto certi punti di vista, ottima per altri, ha però notevoli difetti per quel che riguarda diverse animazioni. Talvolta, i vostri soldati, moriranno in maniera decisamente strana oppure saliranno sui veicoli in maniera altrettanto bislacca. Lo stesso succede quando tentate di agganciare un pezzo d’artiglieria a un camion. Dimenticatevi le manovre meticolose dei vecchi Sudden Strike. Per un gioco che punta tutto sulla ricostruzione perfetta, sul realismo e l’immersione, questi difetti risultano amplificati ben più di quello che normalmente succederebbe. Stonano veramente tanto nella perfezione del gameplay. Per fortuna, nelle concitate fasi del multiplayer, non ci farete più caso, presi come sarete dalle vostre attività, ma nella campagna in singolo certi scattini vi daranno una sensazione di fastidio non trascurabile.

Il motore grafico in ogni caso non è una piuma, ma di certo, al massimo delle prestazioni, dà degli ottimi risultati senza richiedere macchine spaziali. La scalabilità rimane comunque buona.

Il sonoro è anch’esso su buoni livelli, sottolineando degnamente le fasi più concitate. Le musiche di sottofondo sono abbastanza ripetitive, ma non ci farete quasi mai caso, soprattutto nel caso giochiate con un clan in TeamSpeak.

Un’ultima nota va ai mod, che avendo proliferato ampiamente su Faces of War, sono attesi anche sul suo seguito. La community di modder è attiva e in fermento, quindi ci aspettiamo un ulteriore ampliamento dei contenuti di gioco, come successe con Faces of War, dove semplici utenti avevano aggiunto battaglie navali, campagne cooperative, numerosi eserciti e tanto altro ancora. Il gioco è un’infinita serie di strumenti per i giocatori, ma ancor più per gli smanettoni. Vedremo cosa ci riserveranno.
 

In conclusione, Men of War è, a mio parere, uno dei migliori strategici di sempre nel suo genere, con qualche difetto tecnico che ne rovina il risultato. Questo, insieme al fatto di essere un gioco di nicchia e piuttosto complesso, impediscono di considerarlo un capolavoro assoluto della strategia videoludica, ma ci va veramente vicino e tutti coloro che riescono a superare le difficoltà iniziali, lo vedono come una delle perle più luminose nel panorama RTS. Perciò, se pensate di essere bravi strateghi, Men of War è una sfida irrinunciabile.

Si ringrazia il clan Dif-Demolition Italian Force per la collaborazione e la fornitura regolare di artiglieria da campo.

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