Metal Gear Solid – Recensione Metal Gear Solid

Qualche cenno storico

Siamo nel 1987, un periodo dove gli sparatutto la facevano da padrone, ma soprattutto anno in cui un giovane Hideo Kojima dava vita ad un titolo innovativo, destinato a diventare il capostipite di una delle più rinomate saghe del panorama videoludico: Metal Gear.
La console era l’MSX2 (l’anno seguente Metal Gear verrà sviluppato anche per Nes), e il titolo prodotto da Kojima si differenziava dalla moltitudine degli sparatutto dell’epoca grazie ad un approccio di gioco del tutto innovativo: il protagonista si muoveva infatti in un ambiente bidimensionale diviso in schermate collegate tra loro, in principio senza alcuna arma (doveva infatti recuperare il proprio equipaggiamento sul luogo della missione), ma soprattutto i nemici potevano essere evitati, oppure addormentati invece che uccisi: si trattava infatti del primo videogioco stealth in assoluto. Il protagonista della vicenda era una giovane recluta dell’ unità Fox Hound (organizzazione militare comandata dal più grande soldato del XX secolo: il leggendario Big Boss), conosciuto con il nome in codice Solid Snake. Snake aveva il compito di penetrare ad Outer Heaven (una piccola nazione comandata da soldati mercenari, il cui capo era il folle colonnello Vermon Ca Taffy), recuperare Gray Fox (soldato Fox Hound fatto prigioniero in missione), e salvare il Dr Pettrovich, costretto a costruire una potente arma di distruzione di massa chiamata Metal Gear, arma che il nostro eroe dovrà distruggere.
Il protagonista riesce a superare tutte le insidie della fortezza Outer Heaven e a raggiungere infine il centesimo piano interrato dell’edificio 3, dove viene custodito il Metal Gear, distruggendolo definitivamente. Tuttavia viene attivata anche l’auto distruzione della base, e mentre Snake tenta di fuggire dalla fortezza gli si para di fronte Big Boss, che svela a sorpresa di essere lui il colonnello Ca Taffy e lo sfida duello. Il primo titolo della saga si conclude con Snake che riesce a sconfiggere il proprio mentore/nemico e a lasciare Outer Heaven prima che esploda.
Nel 1990 esce sempre per MSX2 Metal Gear 2: Solid Snake, ambientato verso la fine degli anni ’90 (il primo Metal Gear era ambientato invece nel 1995) in Africa centrale, più precisamente in una nazione militare chiamata Zanzibar Land. Qui viene rapito il Dr. Kio Marv, uno scienziato che ha inventato un batterio denominato “OILIX”, capace di trattare il petrolio al fine di ottenerne una qualità molto superiore. A salvare il biologo viene mandato ancora una volta dalla Fox Hound Solid Snake, che con il susseguirsi dell’avventura, si troverà di fronte ad uno scenario molto più complicato: a Zanzibar Land è infatti custodita un’altra arma di distruzione di massa, il Metal Gear D, e soprattutto ritrova alcune vecchie conoscenze del primo episodio della serie, tra i quali spicca Gray Fox, mercenario al soldo della nazione militare e alla guida del nuovo modello di Metal Gear. Dopo uno scontro all’ultimo sangue con Snake, Gray Fox ne esce sconfitto e rivela all’ex compagno di lavorare per l’uomo che gli orfani di guerra della base chiamano lo Zio Orbo, niente popodimeno che Big Boss in persona.
Prima della fuga finale Snake deve ancora una volta fare i conti con il suo vecchio capo, ed infine riesce ad ucciderlo solamente con uno spray ed un accendino, prima di venire recuperato da un elicottero.

Snake approda su Psx

Dopo svariati anni di assenza dalle scene, ecco che nel 1998 Solid Snake fa il suo debutto sulla cara e vecchia psx, ed è subito un debutto con il botto.
Il terzo capitolo della serie è infatti quello che riesce a decretarne il successo planetario, e non è un caso se Kojima e lo staff Konami abbiano impiegato tanto tempo per confezionare questo titolo, che è riuscito ad entrare a pieno merito nell’olimpo dei videogiochi.
Per prima cosa c’è da sottolineare l’incredibile lavoro svolto nello sviluppo della trama: diversamente dai precedenti episodi, lo vicenda nella quale si muovono Snake e gli altri protagonisti ha un ruolo che va di pari passo con l’azione e la componente stealth, divenendo a tutti gli effetti una colonna portante dell’intero titolo (e da questo momento in poi anche dell’intera saga), inoltre vi è una cura maniacale nella caratterizzazione dei personaggi, che mostrano vari lati della propria personalità nel corso del gioco, una novità a tutti gli effetti rispetto ai due predecessori.
La vicenda questa volta si svolge in Alaska, nel mare di Bering e l’anno è il 2005.
Solid Snake viene incaricato di una nuova missione: penetrare nell’isola di Shadow Moses per liberare il presidente della DARPA Donald Anderson e il presidente della ArmsTech Kenneth Baker tenuti in ostaggio da un gruppo di terroristi della Fox Hound (ebbene si, proprio alcuni membri della ex organizzazione militare a cui apparteneva anche il nostro protagonista).
Snake dovrà inoltre scoprire se i terroristi che hanno occupato l’isola sono davvero in grado di lanciare una bomba nucleare (i rivoluzionari hanno infatti chiesto che venga loro consegnato un miliardo di dollari e il cadavere di Big Boss entro 24 ore, altrimenti lancerebbero la testata), e nel caso le loro minacce non fossero un semplice bluff, riuscire a fermarli. L’arma con la quale i ribelli vogliono lanciare la testata è un gigantesco carro armato bipede chiamato Metal Gear Rex, ennesima arma di distruzione di massa che Snake dovrà distruggere.

Oltre a Solid Snake (che verrà tratteggiato psicologicamente con il dipanarsi della trama) vi sono altri personaggi attorno alla quale ruoterà l’intera vicenda, come Liquid Snake a capo della nuova Fox Hound e uomo che curiosamente porta lo stesso nome in codice del protagonista; e gli altri membri Fox Hound, come Revolver Ocelot, abile pistolero al servizio di Liquid ed ex comandante GRU, sicuramente il personaggio più machiavellico della saga che fa la sua comparsa proprio in questo episodio; Sniper Wolf, bellissima donna di origine curda e cecchino infallibile; Vulcan Raven, un gigante eschimese di oltre 2 metri dotato di forza sovrumana e di poteri paranormali; Psycho Mantis, un ex KGB dotato di incredibili poteri psico-cinetici (sa leggere il pensiero, spostare oggetti con la forza mentale e addirittura controllare mentalmente un altro essere umano); Decoy Octopus, soprannominato anche il “maestro dell’inganno”, in grado di camuffarsi alla perfezione e prendere le sembianze di altri esseri umani.

Tuttavia Snake non incontrerà solamente avversari, ma anche alcuni alleati sul campo di battaglia, come la soldatessa Meryl Silverburgh, nipote del colonnello Roy Campbell (personaggio che vi darà assistenza lungo tutto il gioco via codec), e Hal “Otacon” Hammerich, miglior scienziato ArmsTech che viene costretto dal gruppo terrorista a creare il Metal gear Rex. A questi due alleati si aggiunge un elemento misterioso, un Ninja Cyborg che si aggira come un fantasma seminando il terrore per la base di Shadow Moses apparentemente alla ricerca di qualcuno, uccidendo chiunque gli sbarri la strada.

Questi non è altro che un assaggio della vera trama del gioco, una narrazione talmente densa di colpi di scena ed in grado di far mangiare la polvere anche alle migliori produzioni hollywoodiane (non è un caso che Kojima sia un grande appassionato dei film d’azione e abbia mostrato sin da ragazzo interesse per la regia), spesso capace di delineare le vite e le inquietudini di quelli che ad una prima vista potrebbero sembrare delle fredde macchine da guerra.

Snake in 3D.

Il gameplay di Metal Gear Solid oltre a risultare del tutto innovativo per l’epoca, è anche molto funzionale.
Come ribadito più volte, ci troviamo di fronte ad un gioco stealth, e ad ogni cambio di locazione il principale compito di Snake sarà quello di non farsi individuare dai soldati nemici e continuare la propria missione. Partirete quindi con un equipaggiamento molto scarno, composto da un binocolo e da un pacchetto di sigarette. Oltre a dover reperire le informazioni che vi permetteranno di avanzare nel gioco, dovrete recuperare anche armi e munizioni sul luogo.
Attraverso un Codec (un apparecchio sottocutaneo che funge da radio) sarete in grado di comunicare con vari personaggi (ognuno rintracciabile attraverso la personale frequenza) che vi daranno le indicazioni necessarie, come il colonnello Campbell e altri esperti e consiglieri che vi aggiorneranno sulle vostre condizioni e sugli obiettivi, oltre a salvare i vostri progressi nel gioco.
E’ certamente da sottolineare l’importanza del sistema radar che attraverso una visuale planimetrica fornisce le indicazioni necessarie per comprendere meglio il luogo in cui vi trovate, oltre ad indicare la presenza di eventuali guardie, segnalando persino l’angolo visuale dei soldati FoxHound. Nel caso in cui Snake venga avvistato da un soldato, il radar indicherà l’attivazione del sistema di allerta, e in quei momenti concitati spetterà al giocatore far perdere le proprie tracce e mettersi in salvo nascondendosi dalle guardie. Una volta passato il momento critico occorrerà qualche tempo prima che le guardie tornino alle loro posizioni e continuino la ronda quotidiana, solo in quel momento il radar tornerà attivo.
La grande giocabilità di Metal Gear Solid, fa perno sulle svariate tecniche di infiltrazione che potrete utilizzare per aggirare gli ostacoli che si porranno dinnanzi a voi con il proseguo del gioco: Snake può infatti strisciare, camminare radente ai muri, nascondersi dentro qualche cartone nelle situazioni più disperate, e persino provocare dei rumori per distrarre le guardie.
Oltre a questo occorre menzionare anche l’equipaggiamento offensivo e di supporto che riuscirete a recuperare durante la missione, con cui dovrete far fronte ai diversi boss sparsi per Shadow Moses; senza contare la quantità industriale di colpi di classe inseriti in questo titolo dalla geniale mente di Kojima (2 su tutte: l’utilizzo delle sigarette in determinati ambiti, e lo scontro con Psycho Mantis).

E’ passato quasi un decennio dall’uscita di questo titolo, e a risentire maggiormente del peso degli anni, è come da consuetudine il comparto grafico. Tuttavia se ad oggi la qualità dei poligoni e il dettaglio grafico sono da considerare scadenti, nel 1998 rappresentavano con ogni probabilità l’apice di ciò che la grigia console Sony era mai stata capace di offrire.
Oltre a questo aspetto occorre prendere atto della rivoluzione che ha portato l’utilizzo della terza dimensione per questa tipologia di giochi, riuscendo ad ampliare notevolmente anche il gameplay.

Il sonoro di questo capitolo è ancora oggi di ottima qualità: OST ed effetti sonori sono stati realizzati ottimamente, e ancor di più è doveroso sottolineare l’incredibile lavoro di doppiaggio svolto interamente da italiani (uno di quei rarissimi casi dove possiamo andare fieri di un lavoro di doppiaggio nella nostra lingua madre di un videogioco, oltre a rappresentare una novità a tutti gli effetti).

La longevità del titolo è garantita da una ventina di ore di gioco che si dipanano su due cd, e da una buona sfida rappresentata da alcuni boss di fine livello e da alcune situazioni limite che metteranno a dura prova anche i più abili videogiocatori, anche grazie ai quattro diversi livelli di difficoltà (nella modalità Hard e Extreme non potrete usufruire del radar).
L’unico difetto del gioco in questo senso è che vista l’incredibile qualità della trama e del gameplay è quasi un peccato finirlo.

Quando il serpente divenne una leggenda

Se qualcuno dovesse domandarsi il motivo principale del successo della saga Metal Gear (oltre 20 milioni di copie vendute), questo titolo rischia di costituire una risposta più che esauriente.
Dotato di un originalità che all’epoca fece scalpore (e anche proseliti, vista la successiva uscita di molti giochi stealth), di una trama ricca, pregna di colpi di scena e rivelazioni; supportato da un gameplay innovativo ed efficiente oltre che da un comparto tecnico che sfruttava a pieno le potenzialità psx; Metal Gear Solid è da considerarsi a tutti gli effetti non solo uno dei migliori titoli per la console 32 bit Sony, ma in assoluto un gioco degno di essere collocato nella Hall Of Fame dell’universo videoludico.

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