Mickey’s Wild Adventure – Recensione Mickey’s Wild Adventure

Tanti viaggi nel tempo per il simpatico Topolino

Con Topolino e le sue avventure (Mickey’s Wild Adventure nella versione originale), la Psygnosis ha voluto riscoprire le origini creando un gioco in cui il simpatico cartone animato, nella versione a noi più familiare, si ritrova in alcune delle sue avventure più famose. Partendo da Steamboat Willie, il cartone in bianco e nero in cui Topolino e Gambadilegno (Steamboat Willie, in Inglese) appaiono per la prima volta, Topolino rivive varie storie che l’hanno coinvolto in cartoni animati molto popolari, come Mad Doctor, Goose Hunters, Lonesome Ghosts e il più recente The Prince and the Pauper, creato solo qualche anno prima del gioco.

Mickey’s Wild Adventure si presenta così, pronto ad entusiasmare gli interessati.

Lo scopo di Topolino è incontrare ed eventualmente salvare dal pericolo imminente le sue vecchie versioni, che variano sia in colore che in aspetto. Tanto per fare un paio di esempi, in Steamboat Willie troviamo un Topolino in bianco e nero dagli atteggiamenti un po’ strani, mentre in Lonesome Ghosts troviamo il nostro simpatico amichetto, in vesti completamente diverse, intento a scappare da tanti fantasmi.

La semplicità regna sovrana

La capacità di compiere i movimenti più basilari in un piattaforme, come saltare ed abbassarsi per evitare grossi oggetti ed entità pericolose, non è sufficiente per Topolino: nel corso delle sue avventure, il simpatico topo dovrà ricorrere a delle biglie da lanciare contro gli avversari sperando di metterli fuori combattimento. Questa tattica non funziona per tutti i nemici, e Topolino dovrà adattarsi di volta in volta alle circostanze per raggiungere i propri obiettivi.

Il gioco è ovviamente indirizzato ad un pubblico ristretto, composto da bambini, nostalgici e videogiocatori curiosi che vogliono affacciarsi ad un titolo le cui meccaniche di gioco sono semplici ed intuitive. I livelli principali sono divisi in sottolivelli ed alla fine di ogni cartone Topolino può avere a che fare con un boss da affrontare e/o da un’entità minacciosa da cui scappare in sequenze di inseguimento particolari. Molto azzeccata e piacevole è la colonna sonora, che si rivela più che adatta alle ambientazioni proposte.

Il primo scontro con Gambadilegno, rimasto in bianco e nero in un livello in evoluzione cromatica, è molto semplice da gestire.

Topolino e le sue avventure offre tre livelli di difficoltà, i quali determinano anche la fine dell’avventura oltre ai soliti fattori quali il numero iniziale di vite e la possibilità di incorrere nel temutissimo Game Over: solo col livello di difficoltà più avanzato, infatti, è possibile accedere all’ultimo, complessissimo livello (The Prince and the Pauper). Questa e tante altre caratteristiche rendono questo titolo un po’ troppo difficile da completare per i giocatori meno esperti o comunque appartenenti ad una fascia d’età bassa. Ciononostante, Topolino e le sue avventure è un gioco che ad oltre un decennio dalla sua uscita può offrire varie ore di divertimento agli interessati. La grafica in 2D, con rari elementi in 3D limitato, si adatta perfettamente ai cartoni animati che hanno ispirato i livelli del gioco e questo rende la grafica più che accettabile, indipendentemente dall’anno di pubblicazione del gioco.

Mickey’s Wild Adventure: un classico

In generale, si tratta di un titolo semplice che, grazie ai suoi celebri personaggi, non ha bisogno di particolari introduzioni e risulta essere immediato. I livelli presentano con una certa frequenza elementi di pura originalità (come l’azionamento di meccanismi) che vanno oltre la semplice avanzata verso la fine dello scenario e questo costituisce un punto a favore per un titolo che, altrimenti, rischierebbe di cadere nella monotonia più assoluta.

Uno dei tantissimi scheletri che Topolino affronta in "The Mad Doctor", il secondo livello del gioco. Basato sull’omonimo cartone del 1933, il livello mette in evidenza l’efficacia dell’impostazione grafica scelta dai programmatori della Psygnosis.

Apparentemente penalizzato da troppa semplicità e da un numero di livelli abbastanza basso (tale da rendere inutile il salvataggio dei dati che, infatti, non è affatto possibile), Topolino non è un gioco-rivelazione neanche in ottica Retrogaming e rimane sempre modesto nel suo modo di porsi ai videogiocatori. Ci sono altri due fattori penalizzanti: uno è dato dalla traduzione parziale del gioco, limitata al manuale e alla custodia. Altra pecca è la mancanza degli amici di Topolino che, Pluto a parte, sono assenti o comunque compaiono molto sporadicamente. Si tratta, in effetti, di un gioco incentrato sul Topolino americano che il pubblico italiano non è poi così abituato a vedere.

Topolino fugge da un pericoloso gigante lanciatosi all’inseguimento del nostro simpatico amico. Evitando gli ostacoli (come i funghi in figura) e mangiando le mele che trova per recuperare energia, Topolino fa di tutto per sfuggire al minaccioso nemico.

Le voci originali di Topolino sono forse più ispirate di quelle che siamo abituati a sentire, ma è inutile negare che l’assenza di voci e testi in Italiano penalizza un po’ la sensazione di familiarità che si dovrebbe provare avvicinandosi ad un titolo del genere.

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