Monster Boy and the Cursed Kingdom – Recensione

Recensito su PlayStation 4

L’anno scorso abbiamo avuto modo di raccontarvi dell’eccellente lavoro svolto dai ragazzi di Lizardcube, capaci di riportare sugli schermi dei videogiocatori un classico riuscitissimo nella sua nuova metamorfosi ludica, ovvero Wonder Boy: The Dragon’s Trap.

Un anno dopo ci siamo trovati tra le mani Monster Boy and the Cursed Kingdom, che già dalle assonanze nel titolo suggerisce il guru da cui trae ispirazione: Monster Boy vuole essere, a detta dello stesso team di sviluppo, un erede spirituale di Wonder Boy in Monster Land. Il progetto nasce dalla collaborazione tra FDG Entertainment e The Game Atelier, oltre all’importante contributo giunto in corso d’opera da Ryuichi Nishizawa, il creatore dell’originale Wonder Boy.

La scelta adottata dagli sviluppatori è semplice: implementare le caratteristiche già viste nell’ultimo capitolo che ha riportato in auge la serie di Nishizawa e farne uso sfruttando l’assenza dei vari limiti imposti durante la creazione di un remake. Monster Boy riesce a emergere subito nelle sue meccaniche molto semplici, che vanno però ad articolarsi proseguendo nell’avventura, plasmando un titolo fruibile da un vastissimo tipo di utenza che potrà apprezzare i vari aspetti che rendono Monster Boy una piccola gemma.

Narrativamente Monster Boy propone una storia semplice, in cui andremo a impersonare Jin, giovane ragazzo dai capelli blu, nella sua avventura all’inseguimento di suo zio Nabu che, stranamente impazzito ed entrato in possesso di uno strano potere magico, seminerà il panico nel regno trasformando tutti gli abitanti in animali. Oltre a fermare lo squilibrato zio, Jin dovrà trovare un modo per far tornare tutto alla normalità, riportando i suoi concittadini alla forma umana e ristabilendo la pace nel suo regno natio.

Monster Boy and the Cursed Kingdom

Tra i vari elementi ludici lasciati in eredità da Wonder Boy e fatti propri dal titolo in questione c’è la capacità del protagonista di trasformarsi, andando ad assumere sembianze animali e potendo, al contempo, sfruttare i diversi poteri propri di ogni tipologia. Oltre alla basilare forma umana, Jin potrà trasformarsi in un maiale, un serpente, un rospo, un leone e un drago. Tutte queste variegate fattezze non avranno uno scopo meramente estetico e le loro peculiari abilità dovranno essere sfruttate e combinate a dovere per risolvere i vari enigmi ambientali.

Meticolosa cura è oltretutto riversata alle animazioni dei personaggi e all’aspetto dei vari livelli che il gioco presenta, cura lodevole sia stilisticamente sia ludicamente: Monster Boy vuole incoraggiare il giocatore a esplorare ogni singolo angolo dei variegati livelli in cui Jin si troverà e non si dovrà mai aver paura di osare; molti titoli catechizzano il giocatore insegnandogli a fare attenzione ai vari dirupi e salti nel vuoto che gli si parano dinanzi, accostando quest’ultimi alla morte certa del personaggio. Qui invece troveremo sempre qualcosa di segreto dall’altra parte e più il tragitto sarà irto di ostacoli più l’oggetto ottenuto sarà prezioso, andando a creare nell’utente la concezione di un gioco che premia sempre chi è disposto a deviare dal suo tragitto principale. Il tutto è reso in maniera mai frustrante, grazie a un mondo di gioco ben interconnesso che consente di diminuire drasticamente i tempi di backtracking, necessario per completare il gioco al 100%.

Monster Boy and the Cursed Kingdom

Nutrendosi di particolari radici sparse per il mondo di gioco, Jin sarà oltretutto capace di sbloccare l’utilizzo di vari poteri e oggetti: anche questi avranno un retrogusto di già visto per chi ha giocato l’ultimo remake di Wonder Boy e potranno essere sfruttati come supporto in combattimento al giocatore, oltre a dare ulteriore varietà nella modalità di soluzione di alcuni enigmi.

Lo stesso equipaggiamento del personaggio presenterà diversi effetti secondari, sfruttabili a loro volta in meccaniche basilari simili a quelle di un gdr, con tanto di oggetti rari craftabili – previa raccolta dei componenti necessari nascosti nei livelli – in appositi negozi sparsi per l’overworld. Questa parte non è eccessivamente approfondita, ma contribuisce a dare un ulteriore boost alla varietà nell’amalgama finale.

Monster Boy and the Cursed Kingdom

Una particolare menzione di merito per le boss fight del gioco, rese in maniera originale e quasi mai limitate a una semplice sequenza di attacchi da parte del giocatore, che dovrà essere bravo a capire come giocare a proprio vantaggio con le arene in cui si svolgeranno i vari scontri.

La difficoltà generale di Monster Boy non è eccessiva, cosa che rende accessibile il gioco a un vasto ventaglio di giocatori. Determinati enigmi però potranno risultare poco chiari e mettere a dura prova la pazienza di alcuni, ma con un po’ meticolosa disamina dell’ambiente circostante si arriverà – nella maggior parte dei casi – alla soluzione cercata.

Concludiamo con il comparto grafico: artisticamente il gioco è davvero ben fatto e l’attenzione per il dettaglio si può evincere già dall’intro che anticipa i menù, presentata con uno stile anime certosino che farà piacere a molti appassionati. Le varie trasformazioni di Jin sono rese ottimamente su schermo e i nemici sono vari e dotati di caratteristiche davvero peculiari. Anche il level design trae beneficio dalla vena artistica del team di sviluppo, mostrando scenari e sfondi che non porgono mai il fianco a sbavature o incertezze.

Monster Boy and the Cursed Kingdom


La coesione delle varie caratteristiche che compongono Monster Boy avviene in maniera eccellente e l’ottimo comparto artistico contribuisce a fare da collante al tutto. Il titolo è divertente e si lascia giocare volentieri, proponendo un buon livello di sfida e una discreta attenzione all’esplorazione. L’impegno profuso nei cinque anni di sviluppo è palpabile, così come l’amore messo in quest’opera che la rende un grandissimo tributo e un degno seguito di quel Wonder Boy che aveva conquistato i cuori dei giocatori tanti anni fa.

8.7

Pro

  • Artisticamente curatissimo
  • Il giocatore è libero di esplorare ogni angolo
  • Backtracking mai noioso
  • Enigmi ben elaborati...

Contro

  • ...tranne qualche eccezione
  • Alcune cose sanno di già visto
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