nail’d – Recensione nail’d

Fango, scontri e motori sono un miscuglio che senza dubbio attira particolarmente l’attenzione di molti amanti della velocità, e specialmente quelli appassionati di cross. La pericolosità di questa disciplina, unita al suo animo sporco, selvaggio e alla dose di adrenalina che riesce a scaricare alle alte velocità, la rende bella e impossibile ai più, i quali però riescono a consolarsi vivendo queste emozioni attraverso lo schermo di una tv e con un joypad tra le mani. Soprattutto negli ultimi anni, infatti, il panorama dei videogiochi dedicati alle discipline da cross (MX, ATV, Dune Buggy e affini) si è ampliato notevolmente e ha iniziato a sfornare prodotti di notevole qualità in grado di soddisfare i gusti di ognuno. Su Playstation 3, ad esempio, il primo passo compiuto da Motorstorm agli esordi, ha aperto la strada alla serie concorrente MX vs ATV, la quale ha continuato a dare battaglia a colpi di ruote nel fango anche con i capitoli successivi. Adesso, proprio mentre la concorrenza sembra non dover tener conto di rivali, ecco arrivare nail’d, nuovo progetto realizzato da Deep Silver e Techland, che si inserisce con determinazione nella corsa per il ruolo di leader del settore e promette di non accontentarsi di un secondo posto. Ultimo arrivato, dunque, ma non un novellino qualunque: i produttori ce l’hanno messa tutta e non si accontenteranno assolutamente di mangiare la polvere degli avversari.

A tutto gas

La prima impressione che si riceve non appena ci si mette “alla guida” di nail’d è un intensissimo ed estasiante senso di velocità come mai si era visto prima. Forse anche esagerando un po’, le moto e gli ATV sfrecciano a tutto gas dando propria la sensazione di rimanere “incollati al sedile” e di riuscire a sterzare solo all’ultimo momento. Non c’è da stupirsi se le prime gare si finisce molto spesso fuori strada proprio per l’eccessiva velocità, che porta a dover interpretare il paesaggio e la segnaletica in attimi di secondo se si vuole procedere correttamente. Nonostante all’inizio possa creare un po’ di disorientamento, l’alta velocità di nail’d è il suo maggiore punto di forza e riesce a trasformare una semplice gara in un evento pieno di adrenalina, dove la concentrazione deve essere mantenuta dal primo all’ultimo secondo per evitare di finire contro un muro o peggio ancora in un burrone. Questi sono presenti in gran quantità in pressoché tutti i tracciati del gioco, i quali purtroppo non eccellono per quantità, ma vengono sempre riproposti in tipologie di gare differenti.
La caratteristica principale dei tracciati sta nel fatto che si tratta praticamente sempre di percorsi naturali: distese sconfinate e catene montuose, rovine greche o ghiacciai delle Ande, quei pochi circuiti disponibili sono sempre immersi nella natura fra laghi, montagne, praterie, ponti sospesi e caverne sotterranee. Non mancano inoltre le sessioni “in volo”, non poche considerando l’enorme quantità di salti presente nell’intero gioco.

Nella modalità principale (Torneo), i circuiti sono raggruppati in leghe organizzate per posizione geografica, condividendo caratteristiche simili legate ai luoghi di appartenenza: così nello Yosemite ci si trova sempre tra foreste, ruscelli e distese di verde, mentre nelle Ande la caratteristica principale sono neve, laghi ghiacciati e montagne imponenti.
I primi tornei da affrontare fanno parte della lega dilettanti, divisa in quattro località ciascuna con sei prove da superare: vincendo le prime gare si ha accesso a quelle successive, sino a sbloccare la Coppa della medesima lega, consistente in una serie di circa 3 competizioni una dopo l’altra.
Dopo le prime leghe e coppe il gioco si fa nettamente più duro e si apre allo scenario delle eliminazioni per i tornei più importanti della carriera: per accedere ad Afterburner e a Stuntmania, infatti, occorre guadagnarsi la vittoria nelle diverse prove delle eliminatorie, tra nuove sfide e avversari più agguerriti che fanno sentire la loro presenza. Superata questa parte si accede alle ultime tre Coppe, dove l’abilità conquistata nel resto del gioco deve essere spinta al limite massimo per poter ottenere la vittoria; senza dubbio, se alle prime gare si può imputare un’eccessiva facilità di gioco e un IA tutt’altro che competitiva, proseguendo con i Tornei ci si ritrova di fronte a continue smentite e a gare sempre più combattute. Se poi quelli avanzati portano già a queste conclusioni, il Gran Finale (ovvero l’ultima competizione) toglie ogni dubbio su ciò che si pone davanti al proprio pilota.

In tutta la Carriera è possibile affrontare diverse tipologie di gara: la Corsa Semplice, dove i piloti si affrontano in un circuito o in uno sprint con le regole classiche (vince chi taglia per primo il traguardo); la Sfida Acrobazie, dove vince chi accumula più punti attraverso le Azioni Boost; e la Sfida a Tempo, dove bisogna raggiungere il Checkpoint successivo prima dello scadere del tempo.
Caratteristica peculiare della Sfida Acrobazie è che non solo bisogna avere il maggior numero di punti per vincere, ma non appena il primo pilota conclude il numero di giri tutti gli altri continuano a perdere gradualmente i punti posseduti sino a che non raggiungano anch’essi il traguardo, richiedendo così non solo di guidare in maniera da guadagnare Azioni Boost (e quindi punti), ma anche di concludere quanto prima la propria gara per evitare di perderli e regalare così la vittoria all’avversario più veloce.
Le Azioni Boost, essenziali nella Sfida Acrobazie ma non solo, rappresentano l’anima principale del gioco: durante la guida è disponibile un Turbo (o Boost) capace di fornire al proprio mezzo una spinta improvvisa davvero notevole e in grado di far recuperare considerevolmente velocità e terreno; il suo utilizzo, tuttavia, è possibile solo dopo aver riempito l’apposita barra e quindi dopo aver eseguito delle Azioni Boost, “acrobazie” dell’ordine di atterraggi perfetti, guida ad alta velocità senza incidenti o sportellate contro gli avversari, oppure obiettivi come anelli sospesi o “porte” attraverso i quali passare. Maggiore è la quantità di Boost accumulato e maggiori sono gli indicatori Turbo del proprio mezzo (accelerazione, rigenerazione ecc..), più elevata sarà l’efficacia di questa spinta quando attivato, regalando spesso l’essenziale per arrivare alla vittoria.

Se però l’alta velocità standard del gioco unità alla propulsione del turbo non bastano a regalare l’adrenalina che si sta cercando, ecco arrivare le sfide con Variante Furia Boost, ovvero gare nelle quali l’indicatore Boost rimane sempre pieno e può essere quindi utilizzato ininterrottamente dall’inizio alla fine del circuito, con conseguenze come incidenti inevitabili o percezione del tracciato ridotta a causa dell’enorme, per non dire eccessiva, velocità raggiunta.
Oltre questa, in nail’d esistono anche altre varianti spesso utilizzate per dare un tocco di varietà alla riproposizione continua degli stessi circuiti; così ad esempio per la variante Nessuna collisione, decisamente meno interessante della Furia Boost, ma comunque efficace nel suo intento di modificare l’esperienza di gioco. Non potendo scontrarsi contro gli avversari, infatti, è impossibile mandarli fuori strada (e quindi guadagnare un’importante Azione Boost) o rallentarli nelle rincorse per i salti, o ancora peggio “eliminarli” proprio mentre ci si trova in volo. Tutto ciò rende la gara più impegnativa, ma allo stesso tempo anche meno spettacolare e “combattuta”.


Garage

Parlando concretamente di ciò che è possibile guidare, nail’d si dimostra più impreparato di quanto ci si potesse aspettare: solo MX e ATV infatti, con modelli praticamente unici nei quali è possibile solo modificare le varie componenti vincendone di migliori durante i Tornei. Una disponibilità praticamente inesistente, che costringe a scegliere solo se si vuole affrontare la gara in moto o su quad, lasciando una debole possibilità di personalizzazione su motore, sospensioni, gomme, manubrio ecc…, ma tutto piuttosto superficiale.
Se a questo si aggiunge poi che correre con l’MX si traduce in un consistente svantaggio a causa della poca stabilità e della “fragilità” negli scontri con gli avversari su quad, la scelta si riduce ulteriormente e finisce col rendere nail’d un titolo di corse “solo” su ATV.

Contro la fisica

Fortunatamente per il proprio pilota, in diversi aspetti nail’d si mantiene volutamente al di fuori delle leggi della fisica, in modo da regalare un’esperienza più frenetica e dinamica. Così una minuscola rampa di lancio dà vita ad un salto di centinaia di metri, con annesso atterraggio kamikaze che non crea nessun problema né al veicolo né tantomeno al pilota, entrambi sani e salvi come se stessero procedendo su asfalto in pianura. Qualcosa di simile accade anche quando si incontrano pozzanghere, terreni rocciosi, distese di fango o ghiacciai innevati: il proprio mezzo continua imperterrito senza alcun problema, regalando al giocatore solo degli ottimi effetti sonori e visivi (come schizzi d’acqua o di terra), ma nient’altro di realistico. A trarne maggior vantaggio è sicuramente il proprio alter ego virtuale, che fortunatamente, dopo essersi schiantato su un masso di alcune tonnellate in seguito ad un volo di centinaia di metri, deve solo attendere qualche secondo di “rigenerazione” per ritrovarsi in pista a lottare per la vittoria. Soluzioni irrealistiche, quindi, ma indispensabili data la natura del gioco e la sua velocità estrema (soprattutto nelle gare con variante Furia Boost dove la rigenerazione diventa una routine).

A livello prettamente tecnico, nail’d non pecca in nessun campo ma non si distingue nemmeno in positivo: il comparto sonoro vanta delle musiche perfette per lo stile di gioco, grintose e orecchiabili, mentre gli effetti sonori non lasciano a desiderare.
Graficamente si deve elogiare la struttura e il dettaglio dei tracciati, mescolati nella misura più giusta per rendere la strada godibile per gli occhi, ma anche chiara e ben delineata, così da evitare spiacevoli incidenti dovuti all’incomprensione di questa o quella curva; in questo modo si può sfrecciare a tutta velocità fra antichi acquedotti in rovina, ponti sospesi, resti di aerei precipitati, foreste, caverne e montagne, il tutto senza mai perdere di vista il tracciato principale e anzi godendosi piccole chicche come il fango o le gocce d’acqua sulla telecamera che oscurano per un attimo la visuale. I dettagli secondari sembrano un po’ più artificiali ma, nel complesso, si inseriscono bene e aiutano a rendere più viva l’ambientazione circostante: uccelli in volo, aerei, mongolfiere e nuvole sono solo alcuni degli elementi che si aggiungono al paesaggio con tempismo ben misurato.

Ciò che forse lascia a desiderare un po’ è la longevità totale del gioco: per quanto rigiocare gli eventi completati è sempre possibile, il numero complessivo di gare a disposizione si esaurisce in meno di venti ore di gioco e, considerando l’esiguità dei tracciati che costringe a una loro continua riproposizione nei diversi tornei, la rigiocabilità è poco contemplata. Tra l’altro il gioco seleziona automaticamente la difficoltà Media come standard, rendendo praticamente inesistente quella Facile e lasciando la Difficile ai veri amanti del genere. Una grossa pecca che pone nail’d in svantaggio rispetto alla concorrenza, è l’impossibilità del Multiplayer locale, sostituito da una modalità multigiocatore solo online che dovrà prima vedere la luce per sapere se e quanto sarà efficace, mentre l’opzione “Vai Fuori Strada”, che permette di giocare eventi a scelta e completamente personalizzabili, si rivela praticamente inutile proprio perché è riservata solamente in Single player.

Tirando le somme?

nail’d si presenta bene, pieno di grinta, voglia di divertire e con tutte le carte in regole per passare dei bei pomeriggi tra incidenti, fango e motori. Nonostante l’animo selvaggio e rude, però, le lacune sono molte e qualche volta anche profonde: solo due mezzi a disposizione, numero ridotto di tracciati, stile di gara troppo semplice (niente acrobazie speciali o abilità particolari) e multiplayer disponibile solo online. Il gameplay riesce a trasmettere un altissimo senso di velocità e il divertimento è assicurato, ma la l’impressione generale è che ci si ritrovi dopo poche ore di gioco a fare sempre la stessa cosa, solo un po’ più impegnativa. Non esiste una modalità di creazione veicoli/piloti, non esiste il multiplayer locale, le tipologie di gara sono solo tre e troppo classiche, le varianti poche e spesso inefficaci. Gli stessi incidenti, lasciando subito posto alla schermata di rigenerazione, non trasmettono nemmeno quel senso di distruzione e “dolore” che invece si riesce a vedere in MX vs ATV Reflex, ad esempio. Poche modalità, pochi circuiti e pochi veicoli: le basi del gameplay promettono benissimo, l’azione è frenetica e divertente, ma dopo un po’ la povertà di elementi prende il sopravvento e tutto diventa più monotono. Tutte le speranze sono riposte nel Multiplayer online, ancora da vedere, e in eventuali migliorie future (possibilmente in un seguito) che possano portarlo al pari della concorrenza più diretta.

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