Necrovision – Recensione Necrovision

1916: Prima Guerra Mondiale. Sono una moltitudine i giochi ambientati nel famigerato campo bellico, ma pare che seppur gli anni trascorrano, questi non cessino mai di inondare il mercato di videogiochi, diventando il più delle volte titoli banali, dando al giocatore un senso di continuo “già visto”.  Necrovision si inserisce in questa categoria, pur mischiando al primo conflitto mondiale orde di non morti, vampiri e mostri di ogni tipo, riprendendo meccaniche frenetiche e semplici di titoli quali Serious Sam e Painkiller, sottolineando che, l’ultimo citato, appartiene alla stessa casa produttrice di Necrovision, ovvero Farm 51.
 

La mimica facciale dei personaggi non sarà molto realistica, ma comunque sufficiente

Zombie e mostri demoniaci nella prima guerra mondiale

La trama si aprirà con il nostro risveglio in un bunker “alleato” nei panni del giovane soldato americano Simon Bukner, e verremo subito preparati ad affrontare un pesante attacco verso un esercito tedesco. Durante una frenetica sequenza video vedremo tutti i nostri compagni cadere sotto proiettili e bombardamenti nemici, mentre noi riusciremo a salvarci riparandoci in un magazzino. Qui, dopo aver perso i sensi, ci risveglieremo accanto ad un soldato amico, che saremo costretti ad uccidere. Torneremo presto tra le trincee dove, dopo aver eliminato qualche soldato tedesco, andremo incontro ad orde di lenti zombies, in uniforme militare. Da qui pian piano l’atmosfera di giocò cambierà, facendoci quasi dimenticare che il prodotto si colloca nella prima guerra mondiale.

Il ritmo di gioco veloce sarà uno dei punti di forza di Necrovision, riportando alla mente dei giocatori più navigati, quei titoli che sono entrati nella storia grazie proprio alla loro freneticità. Le tecniche di combattimento, oltre al normale utilizzo di armi da fuoco, varie e divertenti all’uso, si basano su un sistema di “combo” che concerne l’uso alternato di armi ravvicinate come baionette o vanghe e attacchi tipici corpo a corpo. Questi ultimi innalzeranno la barra “furia” del personaggio grazie alla quale potremo accedere ad una sorta di bullet time, tramite il quale potremo rallentare per un breve periodo di tempo tutto ciò che ci circonda fino ad esaurimento della suddetta barra. Un attacco che potrà far sorridere alcuni sarà il classico calcio grazie al quale allontaneremo da noi i nemici, che ricorda vagamente quello scagliato dallo storico protagonista di Duke Nukem. Inoltre saremo in grado di impugnare fino a due armi, il che rende ancora più frenetiche alcune azioni, e potremo così ripulire più facilmente le aree ridondanti di nemici. Non mancherà infine, la possibilità di lanciare incantesimi, sfumando in questo modo maggiormente il gameplay, che altrimenti avrebbe sforato eccessivamente nella monotonia.
 

Le texture degli arti del protagonista e delle armi sono forse tra le migliori del gioco

 

La vera difficoltà di gioco si basa proprio sull’ingente quantità di nemici che si presenteranno nelle varie location, più che dall’IA vera e propria di questi, che sarà per lo più banale e a volte ridicola: capiterà di trovarsi con un soldato tedesco alle nostre spalle senza che questo si impegni minimamente ad eliminarci. Si sottolinea infine la scarsa utilità di alcune meccaniche, quali una bussola praticamente inutile posta sull’angolo destro dello schermo e di un menù delle armi poco pratico.

Il level design è tipico di quei giochi “vecchia scuola”, abbastanza lineare e che propone 13 livelli con rispettivo boss finale da eliminare. Per completare l’intera storia non ci vorranno molte ore, anche se sono comunque presenti delle mini sfide grazie alle quali si potrà accedere a nuove armi. Non mancheranno stanze segrete e documenti vari, interamente leggibili, sparsi per i livelli di gioco che andranno ad integrare la trama.

Nel multiplayer il prodotto non presenta nulla di nuovo, permettendo di giocare in stanze fino a 16 giocatori in internet o LAN, nelle modalità più classiche quali deathmatch, tutti contro tutti, last man standing, conquista il manufatto. Non offre tuttavia un gameplay di spessore tale da interessare un giocatore qualsiasi a spenderci più di qualche minuto.
 

La linearità del titolo si nota da questo tipico passaggio guidato

 

Quando uno zombie è davvero lento…

Graficamente Necrovision risulterà davvero fastidioso e poco apprezzabile. Il motore grafico infatti risulta molto pesante seppur non racchiuda nessuna bellezza per gli occhi di noi videogiocatori, lasciando così a coloro che possiedono macchine medio-basse l’impossibilità di godere minimamente del comparto visivo. I modelli dei personaggi sono appena sufficienti, e le compenetrazioni poligonali saranno assai numerose. Si potrà notare come in gioco alcuni nemici corrano incastrati all’interno di una porta, o come altre volte, rimangano leggermente sospesi, o penetrino nel terreno. Gli stessi scenari risultano poco evocativi, e ricordano per lo più alcuni titoli di qualche anno fa come Return to Castle Wolfestein. Gli intermezzi tra i vari livelli sono occupati da filmati di bassa qualità in classico stile fumetto. Certamente si sarebbe potuto fare qualcosa di più su questo lato che appare decisamente poco curato

Passando al comparto audio, Necrovision presenta un doppiaggio interamente in lingua italiana, risultando il più delle volte realizzato a buoni livelli. Degno di nota è la continua partecipazione del personaggio che, con una certa ironia, ci accompagna durante l’intera battaglia, discostandosi dall’ormai silente protagonista privo di ogni carisma tipico di tanti giochi ben più blasonati.
 

Su Necrovision, come si può notare, potremo mutilare a piacimento i nostri nemici

 

Conclusione

Necrovision è un altro dei numerosi FPS che popolano il mercato dei videogiochi. Non introduce nulla di nuovo, ma riprende numerose meccaniche già viste in moltissimi altri videogames. Il prodotto potrebbe piacere a coloro che amano gli sparatutto frenetici e veloci senza una storia rilevante, sorvolando comunque sui numerosi bug che affliggono costantemente il gameplay, ma per coloro che sono alla ricerca di qualcosa di più impegnativo ed interessante è sconsigliato l’acquisto.

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