Obscure – Recensione Obscure (2005)

Armi (soprattutto) non convenzionali

In molti survival horror del passato abbiamo impersonato soldati superaddestrati e armati fino ai denti. Se da una parte disporre di un arsenale di tutto rispetto era comodo e divertente, dall’altra si provava la sensazione di essere eccessivamente al sicuro dagli attacchi nemici. Niente di tutto questo accadrà in Obscure: i protagonisti sono tutti studenti e – benchè ognuno di loro abbia specifiche abilità di cui parleremo tra poco – nessuno è particolarmente avvezzo alle armi da fuoco. Non fraintendete: nel gioco ce ne sono eccome, e non mancheranno le occasioni per svuotare caricatori interi contro le immonde creature che vi si pareranno davanti. Semplicemente, per buona parte dell’avventura bisognerà cavarsela con armamenti meno convenzionali come bastoni, spranghe e mazze da basball. E poi l’arma più potente: la luce. Proprio ll’utilizzo di questa è infatti l’elemento in grado di dare un qualche spessore al gameplay di questo prodotto: le creature mostruose del gioco sono molto sensibili ai raggi del sole e alle fonti luminose in generale, e più di una volta riuscirete a salvarvi la pelle rompendo il vetro di una finestra o puntanto la vostra torcia elettrica contro il nemico. L’apertura delle finestre sbarrate (finchè ci sarà ancora il sole all’esterno) o l’attivazione di generatori che permetteranno di illuminare le zone buie si riveleranno azioni fondamentali per visitare aree in precedenza inaccessibili e proseguire nell’avventura.

Secondo interessante elemento a favore del gameplay: in Obscure non si è mai soli, e ogni personaggio ha caratteristiche particolari che lo distinguono dagli altri: ad esempio, Kenny ed Ashley sono molto agili nello sport (e quindi nei combattimenti), Stan è un abile scassinatore, mentre Josh è in grado di dare dei consigli sugli enigmi incontrati durante l’esplorazione. Le diverse abilità non sono effettivamente indispensabili, essendo gli enigmi presenti piuttosto banali (si tratta del classico "trova la chiave per aprire la porta e proseguire"), ma il divertimento sta semplicemente nella possibilità di poter cambiare personaggio a piacimento in base ai propri gusti e alla situazione da affrontare. Tutti i protagonisti si riuniranno in una particolare zona del gioco, al centro della mappa, e in ogni momento il giocatore potrà scegliere quale coppia di studenti utilizzare. Durante l’esplorazione, con la semplice pressione di un tasto, si potrà controllare l’uno o l’altro personaggio, per garantire un totale controllo dell’azione durante le situazioni più caotiche. Attenzione però, perchè durante i combattimenti (o a seguito dell’errata risoluzione di alcuni enigmi) dei ragazzi potrebbero anche morire. In questo caso starà al giocatore decidere se ricaricare la partita salvata in precedenza o continuare l’avventura con quelli rimasti, conscio del fatto che anche il finale del gioco cambierà in base a quanti studenti saranno riusciti a sopravvivere all’orrore di Leafmore.

 

  

 In due si affrontano i mostri con meno paura… ma si ha paura lo stesso!

 

 

Ma com’è andata veramente?

Come nel mondo reale, più personaggi significano più punti di vista differenti e differenti modi di raccontare la stessa vicenda. Se giocato giusto per il gusto di godersi una nuova storiella horror, Obscure può tranquillamente essere riposto sullo scaffale dopo due o tre sessioni di gioco, in quanto non ci vorranno più di sei o sette ore per vedere il finale della vicenda. Un consiglio ai giocatori più hardcore: all’inizio del gioco vi è la possibilità di scegliere il livello di difficoltà desiderato, che se impostato su difficile vi proporrà un’avventura con combattimenti più stimolanti e un livello di sfida più adatto a voi. Nonostante questo, la longevità del titolo resta comunque bassa, e la rigiocabilità è destinata solo ai completisti più sfegatati: portando a termine l’avventura salvando tutti i personaggi controllabili, infatti, si sbloccheranno nuove armi e nuovi costumi da utilizzare nelle partite successive, ma nulla di più. Anche la morte di uno degli studenti, poi, influisce sì sul finale della storia ma non su quanto accade prima di esso. Insomma, alla fine la sensazione è quella di viaggiare sui binari di una trama già scritta, dove le scelte prese dal giocatore o la prematura dipartita di uno dei protagonisti porta solo a un finale leggermente diverso da quello migliore, ma comunque molto simile. Una maggiore difficoltà negli enigmi proposti, molto banali e lontani anni luce dagli indovinelli cervellotici di Silent Hill, avrebbe sicuramente fatto lievitare l’attenzione su Obscure: la disarmante facilità di questi, invece, rende pressochè superfluo ricorrere alle diverse capacità dei membri del party a disposizione. Un vero peccato, dal momento che se l’utilizzo di uno o dell’altro protagonista avesse influito maggiormente sull’evolversi delle situazioni, il gioco avrebbe vantato una componente tattica non indifferente, facendo interessare di più il giocatore alla sorte dei personaggi. In questo caso, invece, il gioco può essere tranquillamente completato anche con un solo individuo in vita, e la difficoltà nel proseguimento della vicenda prescinde dalle sue particolari abilità. In conclusione: se questo aspetto del gameplay faciliterà chi per la prima volta si avvicinerà al mondo dei survival horror, non entusiasmerà di certo chi è da tempo abituato agli enigmi complessi dei giochi del passato.

 

 

Si può terminare il gioco anche con un solo personaggio sopravvissuto

 

 

Sssshhh, ho sentito qualcosa…

Molto curata e di sicuro effetto la parte audio, soprattutto per chi è abituato a giocare con le cuffie: gli sviluppatori si sono preoccupati di inserire rumori lontani, gemiti, boati e urla che aiutano a ricreare l’atmosfera di ansia tipica degli horror che puntano sulla suspance prima che sugli effetti visivi. Ad avvicinare ancora di più il gioco di Hydravision ai film hollywoodiani è poi la colonna sonora dei Sum 41, geniale nella sua semplicità: come nel più classico Scream, i primissimi minuti di gioco ci mostrano un liceo pieno di vita e di studenti, e la musica punk-rock in sottofondo si sposa alla perfezione con l’atmosfera goliardica delle scene. Con l’inizio della vicenda vera e propria, in seguito, le atmosfere cupe e i rumori lontani strideranno ancora di più alle orecchie perchè confrontate con lo scoppiettante inizio, e il tutto contribuirà a ricreare una sensazione di orrore e desolazione davvero ben congeniata.

Da affrontare senza pretese

Tenendo presente tutte le considerazioni fatte fin’ora, bisogna dire che Obscure è un titolo da provare. Chi ama i survival horror si troverà alle prese con una storia non innovativa, ma non per questo priva di spunti interessanti. Le piccole aggiunte fatte al classico gameplay, il fatto di avere sempre un compagno e l’utilizzo della luce come arma, restano idee isolate e non sfruttate a dovere, ma comunque nel loro piccolo divertenti. Considerando che i brand storici del genere stanno spostando l’ago della bilancia verso una componente molto più "action" che "survival", fa piacere scoprire che rimanendo legati alla tradizione delle inquadrature fisse e delle poche sparatorie si può ancora creare un buon gioco. Probabilmente questo prodotto non venderà milioni di copie come le serie di maggiore successo, ma resta una valida scelta per qualche serata da passare davanti alla Playstation, almeno fino all’uscita del prossimo Resident Evil.

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