Odin Sphere Leifthrasir – Recensione

Capita spesso che i remaster HD di certi giochi si rivelino operazioni deludenti in cui viene ritoccata la grafica lasciando il gioco fondamentalmente inalterato, sprecando quindi una buona occasione per migliorarlo. Fortunatamente in casa Vanillaware non sembrano pensarla così e ci consegnano un Odin Sphere Leifthrasir non solo più bello dell’originale (e ce ne vuole!), ma rifinito in ogni suo aspetto, rasentando e forse superando il confine tra remaster e remake.

L’originale Odin Sphere uscì per PlayStation 2 nel 2007 e fu il primo progetto del team di Vanillaware (gli stessi di Muramasa: The Demon Blade e Dragon’s Crown) che, guidato da George Kamitani, aveva un ambizioso obbiettivo: dimostrare come nonostante lo strapotere del 3D fosse ancora possibile creare dei giochi bidimensionali di grande qualità. E di fronte a Odin Sphere non si può certo eccepire sulla visione del team, dato che il titolo si rivelò uno dei migliori action-RPG disponibili per la prolifica console Sony, nonché uno dei più spettacolari in assoluto dal punto di vista artistico. Con la sua grafica completamente disegnata a mano, la sua struttura narrativa particolare e il suo gameplay più che valido, Odin Sphere si conquistò a pieno titolo lo status di classico cult. Non ottenne mai grandi incassi però, sia per la sua formula “di nicchia” che per il fatto di essere arrivato sul mercato durante il canto del cigno di PlayStation 2, quando già molti giocatori guardavano alle nuove console. Oggi però il primogenito di Vanillaware torna su console di nuova generazione, e lo fa in tutto il suo splendore.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 00

Uomini, valchirie e fate

La storia ci porta nel mondo di Erion, un setting che interseca mitologia norrena con elementi più caratteristici delle favole classiche. Veniamo messi nei panni di Gwendolyn, figlia di Odino che vede morire la sorella maggiore Griselda sul campo di battaglia, ereditando la sua lancia. È infatti in atto una guerra contro il regno delle fate Ringford per il controllo del Calderone della Cristallizzazione, un potente macchinario capace di generare i cristalli di Psypher, capaci di potenziarsi assorbendo i phozon, ossia scintille di energia scaturite dai morti. Il controllo del Calderone non è che uno degli eventi che vengono menzionati in un’antica profezia che narra della fine del mondo e che sembra stia per avverarsi senza che le forze in conflitto tra di loro se ne accorgano.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 01

La trama è suddivisa in varie storie e Gwendolin non sarà che la prima dei cinque protagonisti del gioco, ognuno con la propria avventura individuale che andrà a intersecarsi con le altre. Questa particolare formula narrativa, oltre a fornirci di volta in volta un differente frammento unico di trama, ci dà anche una prospettiva diversa dell’intreccio generale. Un personaggio potrà essere un amico o un nemico a seconda della situazione, e capiterà persino di dover combattere gli altri protagonisti come boss.

Lo stile narrativo punta a un racconto di tipo fiabesco. La visuale bidimensionale stessa, unita al sofisticato linguaggio vagamente shakespeariano, dà l’idea di assistere a un’opera teatrale. Ogni storia dura circa 5-10 ore di gioco, e ci presenta dei protagonisti ben caratterizzati, anche se il taglio narrativo non dà spazio a introspezioni particolarmente elevate o realistiche. Sono sostanzialmente capitoli di una lunga fiaba, da prendere e godersi per quello che sono. Ognuno ci presenta il protagonista di turno alle prese con i propri problemi personali e battaglie da affrontare, solo in seguito la storia diverrà più “totale” ingranando seriamente verso il finale dell’avventura.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 02

Combattere a bocca piena

Il gioco si presenta come un action-RPG orientato verso l’hack and slash. Ogni ambientazione è suddivisa in diverse mini-zone chiuse in sé stesse in cui dovremo affrontare diversi gruppi di nemici. Ogni stage avrà una sua difficoltà e una quantità di premi che il gioco ci assegnerà a seconda della nostra condotta in battaglia. Dovremo passare quindi di zona in zona facendoci strada in mappe più o meno complesse, fino all’inevitabile boss di fine livello.

Potremo ovviamente contare su combo, attacchi speciali e oggetti di vario genere, dalle pozioni curative a quelle che scateneranno attacchi elementali. Con un sistema di alchimia potremo anche creare e potenziare le nostre pozioni; tale sistema di combinazione di oggetti tornerà utile anche per ottimizzare lo spazio limitato del nostro inventario.

L’esperienza si otterrà sia abbattendo normalmente gli avversari sulla nostra strada che mangiando diversi cibi. Alcuni di questi li otterremo come classico loot dalle nostre vittorie, altri dovranno essere coltivati piantando dei semi e facendoli crescere utilizzando di phozon (che potremo assorbire sconfiggendo i nemici); il metodo più efficace sarà però combinare i vari ingredienti seguendo delle ricette da proporre a un apposito cuoco, che cucinerà per noi dei piatti elaborati che daranno una bella spinta alle nostre barra Exp e HP.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 03

Nonostante ci voglia un po’ di tempo per prendere confidenza con i diversi elementi di gioco, soprattutto nelle prime fasi, una volta presa la mano Odin Sphere rivela una giocabilità sorprendente. Il gioco pone un buon livello di sfida, soprattutto nei momenti con molteplici nemici e in occasione degli scontri contro i boss, spingendo il giocatore a padroneggiare al meglio i movimenti e le abilità del personaggio piuttosto che incoraggiare il cieco button mashing. Sarà quindi necessario bilanciare l’entusiasmo dell’attacco con un sapiente uso di parate e schivate.

Oltre a una certa macchinosità nell’uso dell’inventario, unico problema riguardante il gameplay che si fa sentire soprattutto nelle fasi avanzate di gioco, deriva purtroppo dalla struttura narrativa. Attraverso le varie storie, infatti, i personaggi visiteranno delle location comuni, fronteggiando sempre gli stessi nemici e spesso gli stessi boss. Quindi anche se lo stile di combattimento di ciascuno è abbastanza diverso e tiene il ritmo di gioco fresco quanto basta, vedersi davanti 4-5 volte lo stesso boss o comunque attraversare le stesse ambientazioni può risultare abbastanza ripetitivo.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 04

Come accennato nelle prime righe di questa recensione, per Odin Sphere Leifthrasir non si è scelto di eseguire un upgrade solamente grafico, ma sono stati eseguite diverse implementazioni anche al gameplay. In primis, il moveset di ciascun protagonista è ora più ampio e completo, rendendo le possibilità di attacco e i controlli in generale meno limitati e più fluidi. Sono state inserite delle nuove abilità speciali, chiamate Psypher Skill, organizzate in uno skill tree e potenziabili spendendo phozon (la cui gestione ora sarà più strategica). Tali abilità però non saranno sbloccabili tramite il semplice aumento di esperienza, ma dovranno essere guadagnate proseguendo con l’avventura o molto spesso scovandole nelle varie mappe. Questo si traduce in una maggiore attenzione all’esplorazione da parte del giocatore, che sarà spinto a cercare attentamente ogni angolo delle zone. Insomma il combat system è stato decisamente affinato ed è ora più profondo e meglio organizzato.

Anche gli stage sono stati ritoccati in senso “verticale” per essere meno ripetitivi. Aggiungeteci poi vari aggiustamenti come il poter preparare i piatti in prossimità dei save point, una gestione dell’inventario più veloce organizzata e il sistema di alchimia ritoccato e vi renderete conto dell’impegno che Vanillaware ha dedicato per ottimizzare e perfezionare la sua creatura. Un impegno palpabile che merita sicuramente il nostro apprezzamento.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 05

Un’avventura da favola

Dal punto di vista artistico Odin Sphere era già impressionante ai tempi della PS2. Tutto, dagli ambienti ai personaggi, è stato disegnato a mano dallo stesso George Kamitani, con uno stile decisamente particolare fatto di proporzioni fantasiose, attenzione ai dettagli e colori vivaci. Proprio il particolare design rende l’idea di qualcosa appena uscito da un libro di favole, che potrebbe quindi non piacere a chi preferisce uno stile più realistico e meno stravagante.

Per la versione Leifthrasir non si è agito solo sul versante della risoluzione o con dei ritocchi qua e là: gli artwork sono stati ridisegnati e arricchiti raggiungendo un livello di magnificenza impressionante, tanto che un qualsiasi screenshot potrebbe essere incorniciato e appeso alla parete del vostro salotto.

Uno dei peggiori problemi della versione originale era il suo portare al limite l’hardware della PS2, con conseguenti problemi di frame rate nei momenti in cui molti nemici affollavano lo schermo. Ora il gioco è decisamente molto più fluido e gira a 60fps senza i pesanti rallentamenti che affliggevano la passata edizione.

Anche il comparto sonoro è stato raffinato, partendo dallo spettacolare lavoro originale dei compositori (Hitoshi Sakimoto, Masaharu Iwata, Kimihiro Abe, Mitsuhiro Kaneda, Manabu Namiki). Alcuni brani sono stati infatti riarrangiati ed estesi, riconfermando una colonna sonora ottima. Ogni momento del gioco vanta un accompagnamento musicale di forte impatto, dai toni drammatici delle cutscene ai ritmi epici delle battaglie. La trama è totalmente narrata a voce e la qualità del doppiaggio inglese fortunatamente è molto buona, fatta eccezione per pochissimi personaggi la cui recitazione sembra poco naturale. Ad ogni modo Atlus ha incluso la possibilità di impostare il doppiaggio originale giapponese.

Odin Sphere Leifthrasir - Recensione 06

Odin Sphere Leifthrasir non è l’ennesimo pigro remaster HD, è anzi un ottimo esempio di come dovrebbe essere eseguita una conversione per nuova generazione di un gioco. L’upgrade del comparto tecnico si nota e rende il titolo ancora più artisticamente valido di quanto non fosse già; ma sono i miglioramenti e le rifiniture del gameplay che ci fanno apprezzare particolarmente questa riedizione, talmente sostanziosa da poter essere considerata non un semplice remaster ma un vero e proprio remake (non a caso è inclusa la versione originale del gioco nel menù iniziale). Odin Sphere è sicuramente un action-RPG che vale la pena di essere recuperato da chi ancora non lo conosce, ma grazie all’ottimo lavoro di Vanillaware anche chi lo apprezzò a suo tempo ha un buon motivo per tornare nelle terre di Erion e godersi il gioco migliorato e arricchito in tutti i suoi aspetti.

8.5

Pro

  • Ottima riedizione di un classico cult
  • Comparto grafico ancora più spettacolare
  • Gameplay implementato e migliorato
  • Colonna sonora e doppiaggio ottimi

Contro

  • Riciclo di ambienti e boss ripetitivo
  • Inventario ancora macchinoso
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