Okamiden – Recensione Okamiden

Sono passati 5 anni da quando, su Playstation 2, uscì un piccolo grande capolavoro sfornato da Capcom: Okami. Questo titolo purtroppo non ricevette il successo sperato dal pubblico anche se la critica lo osannò, ma nonostante questo fu creato un porting per Nintendo Wii (porting che consigliamo a TUTTI), e ora, a grande richiesta dai fan della dea Amaterasu, un seguito. Okamiden prosegue infatti le avventure iniziate dalla dea del Sole, che accompagnata dal folletto-pulce Issun e dal guerriero Susano’o, sconfisse il malvagio Yamata no Orochi, la volpe a nove code Kyuubi, e l’incarnazione del male Yami. Nonostante il poco successo avuto, Okami è stato sicuramente uno dei migliori giochi degli ultimi anni ed è un peccato che non sia conosciuto come meriterebbe. Vediamo però, in questa sede, come si comporta il suo successore.


Una nuova generazione

Il piccolo Issun da quando, 9 mesi addietro, ha visto partire Amaterasu per il mondo celeste dopo la sconfitta di Orochi, viaggia per il Nippon a vendere i suoi dipinti che ricordano le grandi gesta della lupa e del guerriero Susano’o. Si accorge però che, l’essere umano, per sua stessa natura, si dimentica presto e facilmente degli eroi, quando è tempo di pace e non se ne ha più bisogno. E infatti quasi nessuno vuole più i suoi dipinti, quasi nessuno vuole più riporre i propri pensieri nella fede verso le divinità pregando che la pace rimanga sulla Terra. Proprio mentre Issun riflette su queste cose, alcune creature demoniache lo attaccano, creature che dovrebbero essere sparite completamente 9 mesi prima con la sconfitta di Yamata no Orochi. Fortunatamente in suo aiuto compare un cucciolo di lupo bianco, un cucciolo con gli stessi marchi e abilità di Amaterasu. Issun non ha dubbi che quello sia suo figlio, e procede con il dargli un nome: Chibi (no, il fatto che la recensione la stia facendo io è un caso XD), che in giapponese significa "piccolo", ma come nome intero utilizza Chibiterasu, in onore della madre.
I due si dirigono da Sakuya, la dea dei fiori, che sembra stupita quanto Issun di vedere Chibiterasu lì presente invece della madre. Ordina quindi al cucciolo di effettuare lo stesso viaggio di Amaterasu per scoprire le cause del male che sta infestando di nuovo il Nippon, ma aggiunge che Issun non potrà accompagnarlo poiché il suo compito sarà quello di continuare a spargere la fede tra gli uomini narrando le gesta della dea del Sole. Però sono tutti d’accordo che Chibi non potrà andare in viaggio da solo e avrà bisogno di un partner, così il lupacchiotto e Issun vanno al villaggio per scoprire, inaspettatamente, che il partner migliore per Chibi sarà il figlio di Susano’o, Kuninushi (o come tutti lo chiamano, semplicemente Kuni).
Riusciranno Chibiterasu e il pavido figlio di Susano’o a salvare nuovamente Nippon dalle forze malefiche?


  Qualcuno vuol permettersi di dire che Chibi non è puccioso?

Forze divine a due schermi

Il sistema di gioco funziona alla perfezione su Nintendo DS, dove, nonostante il numero più esiguo di pulsanti rispetto che su Playstation 2 e Nintendo Wii, abbiamo il più totale controllo di Chibiterasu e delle sue azioni. Ci accorgeremo subito che stavolta però, causa la mancanza di uno stick analogico destro, non potremo cambiare visuale della telecamera, che invece si limiterà a seguirci in maniera comunque sempre intelligente e quasi mai fastidiosa.
Per chi non avesse mai giocato a Okami, Okamiden è, come il suo predecessore, un gioco di ruolo action, sulla riga di quello che è, per esempio, Kingdom Hearts. Visuale alle spalle del personaggio che controlliamo, pulsanti per attaccare e saltare, mosse speciali e così via. E fin qui non sembra esserci niente di nuovo o di particolare rispetto ai normali action. La differenza sostanziale si trova in un particolare potere che possediamo: il Pennello Celestiale. Grazie a questo Chibiterasu (così come faceva Amaterasu) ci permetterà, con la pressione di un pulsante, di fermare il tempo e disegnare letteralmente sullo schermo inferiore del DS dei segni, producendo un potere e un effetto diverso a seconda di cosa avremo disegnato. E ce ne sono molti, di poteri celestiali, a disposizione. Per esempio disegnare una riga orizzontale ci permetterà di tagliare a metà alberi, rocce, e anche nemici; un cerchio disegnato in cielo farà spuntare il sole così da far nascere prematuramente la mattina; marcare il contorno di un oggetto rotto lo riparerà. Utilizzare i poteri divini però non è gratuito, utilizzeremo infatti degli indicatori di inchiostro per averli a nostra disposizione. Chibiterasu, oltretutto, è solo un cucciolo e non possiede tutta la potenza della madre: mentre Amaterasu infatti non aveva problemi a usare il Pennello Celestiale quando e quanto voleva, con gli indicatori di inchiostro che oltretutto si rigeneravano da soli con il tempo, Chibi avrà un limite di tempo ogni volta per disegnare ciò che vuole, e sarà costretto a cercare fiale di inchiostro qua e là per ripristinare il proprio potere che non si rigenera automaticamente.
Inizialmente il lupacchiotto avrà solo il potere che si confà alla Dea del Sole Amaterasu, ovviamente, e cioè quello di far spuntare la mattina. Per ottenere tutti gli altri poteri dovrà trovare, sparse per i cieli, le varie costellazioni rappresentati le varie divinità che hanno aiutato la madre durante il suo viaggio. Disegnandone il contorno, appariranno stavolta i figli di quelle divinità, che doneranno a Chibi le loro forze. Già da qui si può notare una particolare scelta stilistica del gioco: tutti i personaggi principali della storia, comprese le divinità, sono bambini.
I leggendari punti esperienza si ottengono in vari modi, ma quelli principali sono il finire quest dateci dagli esseri umani, o usare i nostri poteri per rendere rigogliosa la natura che ci circonda e purificando le zone maledette. Sì, perché al posto dei punti esperienza ciò che potenzierà Chibiterasu saranno i punti fede, cioè il riconoscimento degli umani e della natura verso le divinità. Ogni livello darà al cucciolo un boost in qualche caratteristica, ma principalmente nel numero di punti vita e di punti inchiostro.
Per quanto riguarda il combattimento, come in Okami ci ritroveremo in una zona separata mentre sfideremo le bestie demoniache. Rinchiusi da mura di energia malefica (dalle quali potremo comunque fuggire, volendo, trovando su di esse una breccia), dovremo batterci con i nemici usando combinazioni di attacchi fisici e arti del Pennello Celestiale. Ma non è tutto: in Okamiden è stata inserita infatti la novità del partner. Mentre in Okami Amaterasu poteva contare solo sulle sue forze, qui Chibi avrà a disposizione anche gli attacchi di assistenza che sferrerà il suo compagno di avventure. Kuni, il figlio di Susano’o, ne è un esempio, ma vi sono anche altri importanti personaggi che troveremo nella nostra avventura e che ci accompagneranno nel viaggio contro il male che tiene il Nippon sotto scacco.

 

  Le battaglie si svolgeranno in spazi chiusi dall’energia malvagia, quindi Chibiterasu e il suo partner saranno tutti soli contro i demoni maligni.

Bello come il Sole

Okamiden raggiunge probabilmente la perfezione tecnica sotto ogni singolo aspetto, spremendo le possibilità del DS a più non posso. La grafica in cell shading, che ricorda un antico quadro giapponese con le sue pennellate forti e colori tenui, è probabilmente la migliore mai vista su un gioco del Nintendo DS. Le animazioni, i modelli poligonali e le texture, sono tutti realizzati ottimamente, sempre tenendo conto delle limitazioni dell’hardware, naturalmente. Il comparto audio presenta musiche molto profonde e ben orchestrate, tutte pienissime di strumenti caratteristici del Giappone come flauti e tamburi Taiko, mentre il parlato è, come il predecessore Okami, colmo di soli strani versi che contribuiscono a rendere il tutto più fiabesco. La storia, nonostante per la prima decina di ore non decolli, si dimostra poi assolutamente eccezionale e ricca di colpi di scena, e naturalmente la longevità non è da meno, grazie ad una storia lunga parecchie ore e la possibilità di tornare sui propri passi per ottenere oggetti che prima non potevamo raggiungere a causa di poteri che ci mancavano, un po’ come accade nei vari Zelda e Metroid.

 

  Spesso dovremo usare il Pennello Celestiale per risolvere enigmi. Qui dovremo per esempio far rifiorire gli alberi con il potere della Rejuvenation. Ma attenzione a non finire l’inchiostro!

 

  Esattamente in questo modo! E nel farlo, ci accaparreremo anche un bel po’ di Fede per potenziare le nostre stat!

In conclusione

Okamiden fa lo stesso errore del suo predecessore Okami. Okami uscì nel periodo finale della Playstation 2, quando gli occhi erano tutti sulla Xbox360. Okamiden esce quando arriva nei negozi il 3DS. Sembra quasi fatto apposta, eppure queste scelte di mercato hanno reso molto problematico il diffondersi di questi giochi. Okami fu un capolavoro indiscusso, chiunque non ci abbia ancora giocato deve assolutamente provare il suo porting ulteriormente migliorato su Nintendo Wii. Okamiden è invece probabilmente il miglior titolo in assoluto disponibile su Nintendo DS, ma per non sbilanciarci ci limiteremo a dire che è tra i migliori, cosa indiscutibile. Tecnicamente il DS non può dare di più in alcun modo, i personaggi sono bellissimi, pucciosi e ben caratterizzati, come longevità vi porterà via svariate ore di gioco, mai noiose, e la storia, non appena prende il volo, è eccezionale.
Non permettete quindi che Okamiden faccia la fine di Okami, fine che ha segnato al tempo anche la chiusura del suo studio di realizzazione, perché fareste anche male a voi stessi a non giocare questo titolo. Adottate un Chibiterasu. Ora.

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