Onimusha: Warlords – Recensione

Recensito su PlayStation 4

Il 2019 di Capcom, che si preannuncia roboante come pochi, parte con l'arrivo dei una versione rimasterizzata di uno dei più grandi capolavori della compagnia nipponica, Onimusha: Warlords.

Il 2019 videoludico – ci piace ripeterlo ancora e ancora – sarà l’anno di Capcom. Pericolosamente finita sull’orlo di una débâcle dalla quale sembrava impossibile riprendersi, la compagnia nipponica ha saputo tirar fuori i denti, dimostrando di non aver ancora smarrito del tutto quell’estro creativo che l’aveva resa un vero e proprio colosso dell’industria nella decade passata.

E così, cavalcando l’onda dell’entusiasmo del successo clamoroso di Monster Hunter: World, che ha reso il 2018 di Capcom un vero e proprio trionfo, sia economico sia mediatico, l’azienda ha deciso di mettere al segno il colpo del KO per questo 2019, presentandosi ai nastri di partenza con più di una freccia al proprio arco. E che frecce! Accanto all’acclamatissimo ritorno di Dante, con quel Devil May Cry 5 che arriverà a marzo e l’attesissimo remake di Resident Evil 2, che vedrà la luce tra pochissimi giorni, il colosso giapponese ha deciso di rispolverare un altro dei suoi prodotti di punta degli anni passati. Parliamo di un’opera che all’inizio del nuovo millennio ha saputo stregare milioni di videogiocatori da ogni parte del mondo: stiamo parlando di Onimusha: Warlords, primo e storico capitolo di una saga spettacolare, forse sparita dalle scene in modo fin troppo precoce e immeritato. L’anno di Capcom parte proprio così: con una versione riveduta e corretta, e soprattutto adattata ai tempi correnti, del titolo con protagonista Samanosuke Akechi che, per l’occasione, approda anche sui lidi “nintendari”, grazie alla versione Nintendo Switch.

Tutto bene quel che finisce bene? In parte sì, ma il lavoro sulla remastered di Onimusha: Warlords ci ha convinti soltanto a metà. Volete sapere il perché? Allora sguainate la vostra spada della domenica e rispolverate la vecchia armatura di quando eravate 10 kg in meno: è tempo di balzare nell’epoca Sengoku e fare a fatte orde infinite di demoni!

Il paradiso del divertimento

Il primo aggettivo attribuibile a Onimusha: Warlords, che sia in versione originale o in quella rimasterizzata, è sicuramente questo: divertente. Seppur non presenti una narrativa imponente, ma sempre  e comunque ben delineata, fatta eccezione per alcuni buchi nella progressione, il lavoro di Capcom è encomiabile sotto il profilo ludico.

Onimusha: Warlords, oggi come ieri, è un gioco d’azione con gli attributi, capace di offrire al videogiocatore una sensazione di appagamento costante e un livello di sfida ben bilanciato, mai frustrante, piazzandosi tra le fila d’élite del genere, e ci riesce alla grande, al netto di un sistema di sviluppo del protagonista soltanto abbozzato e di una longevità complessiva esigua. Quel che colpisce della produzione targata Capcom è proprio la perfetta fusione tra un sistema di combattimento semplice e intuitivo e una grandissima importanza data al fattore esplorativo: tutta la vicenda narrata si svolge all’interno di un castello (il castello di Inabayama), con aree limitrofe ben interconnesse e caratterizzate da un cospicuo numero di scorciatoie e passaggi segreti. In questa peculiarità viene fuori l’anima “ruolistica” del titolo, con molti dei suddetti passaggi che si sbloccano soltanto grazie all’ausilio di potenziamenti e power up vari, arricchendo, non poco, l’esperienza complessiva. Sia chiaro: non si tratta di un prodotto perfetto né esente da problematiche di sorta – tra cui alcune boss fight dal livello mal bilanciate e fasi giocabili con un altro personaggio (la kunoichi Kaede) evitabili e dallo scarso mordente – ma, nel complesso, risulta piacevole dall’inizio alla fine.

Il tutto, poi, è impreziosito da enigmi ambientali ed elementi da puzzle game ben scanditi, alcuni dei quali di un certo spessore e che necessitano di una buona dose d’attenzione per essere risolti. Nulla di clamoroso, certo, ma se volete sbloccare tutte le armature, le armi e tutti i segreti vari, sarà bene che mettiate in conto di dover aguzzare il vostro ingegno più di una volta.

Giù le mani dalla principessa!

Trattandosi di un prodotto uscito originariamente quasi vent’anni fa e appartenente a una diversa generazione di videogiocatori, è bene fare un piccolo ripasso della trama di Onimusha: Warlords, anche se ci troviamo di fronte a un remaster.

Il valoroso samurai Samanosuke Akechi, insieme al proprio clan, sconfigge il grande generale Oda Nobunaga (personaggio storico realmente esistito), il quale, per evitare la cattura, decide di suicidarsi. Ci troviamo in piena epoca Sengoku, nel Giappone del 1582, e la vena folkloristica ed esoterica tipica del periodo si fa subito sentire: un gruppo di misteriosi guerrieri, dalle fattezze tutt’altro che umane, tramite un oscuro rituale – che si scoprirà essere un vero e proprio patto col Diavolo – riporta in vita il “Signore della Guerra” che, una volta resuscitato, darà subito il via ad una vera e propria caccia all’uomo, o meglio alla donna: per portare a compimento i suoi oscuri piani, infatti, l’uomo ha bisogno di due donne “speciali”, e una di loro è la principessa Yuki che, proprio nelle primissime battute di gioco, incrocia i propri passi con quelli del nostro eroe. In compagnia della fidata kunoichi Kaede, Samanosuke partirà alla ricerca della bella principessa, tristemente destinata a un epilogo sventurato e oscuro come la notte in cui si svolgono le vicende. Tra demoni, creature infernali e strani esseri, l’avventura, della durata di circa cinque ore, saprà comunque coinvolgervi quanto basta, nonostante risulti abbastanza scontata e ricca di cliché, sparsi sapientemente un po’ ad ogni angolo.

Tutto sommato, comunque, la trama di Onimusha: Warlords accompagna quanto necessario il flusso del gameplay, frenetico e senza attimi di respiro, così come la corsa disperata alla ricerca della principessa perduta.

Onimusha: Warlords

Il guanto di Tha- degli Oni!

La meccanica fondamentale alla base della crescita del nostro alter ego è senza dubbio quella legata all’utilizzo del Guanto degli Oni. All’inizio, infatti, Samanosuke entra in contatto con un’entità ultraterrena, la quale, senza giri di parole, lo metterà a conoscenza dell’oscurità che alberga intorno al castello e che Samanosuke pare essere intenzionato a sfidare. Chiaramente, con le sue sole forze, il valoroso guerriero non può fronteggiare i demoni: per questo motivo gli viene offerto il guanto degli Oni, fondamentale ai fini della battaglia contro le temibili forze oscure. Tale soluzione si rivela un’opzione ludica affascinante e, se vogliamo, pionieristica quanto basta. Il guanto in questione ha la capacità di assorbire le anime delle creature sconfitte, offrendoci diverse soluzioni ludiche. Le anime assorbite, infatti, sono di diverso tipo e colore, e possono ripristinare salute e mana (o ki) o, “semplicemente”, potenziare i vari sigilli (in tutto ce ne sono tre), necessari per progredire nell’avventura, e/o le armi. L’assorbimento delle anime, che avviene tramite la pressione continua del tasto O (o B, o A, dipende dalla console), è una caratteristica unica e importantissima ai fini di una corretta progressione, e potenziarsi il più possibile è tanto semplice quanto discretamente veloce, nonché decisivo.

Onimusha: Warlords

La bellezza, quando non la vedi, cercala dentro

La versione rimasterizzata di Onimusha: Warlords, pur trattandosi di un lavoro a basso budget (e soprattutto a basso costo di mercato), si poneva l’obiettivo principale di andare a sistemare elementi come i comandi e la risoluzione generale, nel tentativo di offrire un prodotto quantomeno presentabile e al passo coi tempi.

Ebbene, purtroppo, l’obiettivo è stato centrato soltanto in parte, grazie soprattutto a un buon settaggio dei comandi, resi molto più fluidi e, soprattutto, adibendo l’analogico sinistro alla funzione motoria, una caratteristica scontata, al giorno d’oggi ma non all’epoca. E va anche bene, se vogliamo, la pulizia generale dell’immagine, grazie anche al supporto all’alta definizione e agli schermi con formato 16:9, ma i modelli poligonali di personaggi, mostri e oggetti vari sono rimasti tristemente immutati. Non ci aspettavamo grandi passi avanti sotto questo profilo, ma doverlo mettere nero su bianco è una nota dolente che avremmo voluto volentieri risparmiarci. La versione da noi testata, quella PlayStation 4 Pro, si rivela un lavoro abbastanza approssimativo, che lascia anche trasparire – passateci il termine – la natura “sperimentale” del progetto, destinato più che altro alla rinascita di un brand creduto ormai morto e che, a quanto pare, può ancora dire la sua.

E lasciateci fare anche un appunto finale: il doppiaggio, ma soprattutto alcune descrizioni degli oggetti (vedi l’arco “lungo circa 2 metri”), oggi come ieri, risultano obsoleti e inadeguati, e siamo veramente felici di poter affermare che, al giorno d’oggi, tutto questo non avviene più o, comunque, molto di rado. Peccato anche per la resa grafica delle cutscene: non solo non sono state toccate in alcun modo, solo adattate al formato 16:9, ma sono presenti dei fastidiosi micro-scatti nei movimenti dei personaggi che non avremmo voluto vedere.

Onimusha: Warlords

Onimusha: Warlords è un titolo imperdibile, sia per chi l’ha giocato all’epoca sia per chi è desideroso di avvicinarsi alla saga, ma non per la qualità di questa versione rimasterizzata, sia chiaro: il gioco in sé è una perla del panorama ludico, ma il lavoro svolto in fase di riproposizione del primo capitolo è tutt’altro che lodevole, anzi, si dimostra fin troppo abbozzato e, se vogliamo, deludente. I modelli poligonali, rimasti totalmente immutati, lasciano storcere il naso con estrema facilità, e l’adattamento in alta definizione riguarda esclusivamente la risoluzione, tirata forzatamente verso il full HD in modo, però, alquanto svogliato. Non ci aspettavamo chissà quali miracoli in tal senso ma, data l’importanza dell’opera, un piccolo sforzo in più l’avremmo gradito. Resta comunque un titolo da provare assolutamente, sorretto da un sistema di combattimento divertente e appagante e una progressione piacevole, seppur semplice. La storia è breve ma, nel complesso, risulta apprezzabile. 

7.3

Pro

  • Onimusha è sempre Onimusha
  • Stile da vendere
  • Sistema di combattimento divertente ed appagante
  • La versione rimasterizzata cerca di adattarsi ai tempi correnti...

Contro

  • ... ma non ci riesce del tutto
  • Longevità esigua
  • Doppiaggio e alcune traduzioni davvero dimenticabili
Vai alla scheda di Onimusha: Warlords
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