Operation Flashpoint (Game of the Year Edition) – Recensione Operation Flashpoint (Game of the Year Edition)

Realismo, un termine oramai lontano anni luce da quelli che sono oggi gli FPS bellici… Un’affermazione simile potrebbe far storcere il naso a molti videogiocatori, pensando alle loro serie videoludiche preferite, come ad esempio il celeberrimo Call of Duty, il rinomato Battlefield, l’adrenalinico Medal of Honor, o l’arduo Ghost Recon.

Facciamo un salto nel tempo e spostiamoci a qualche anno fa, precisamente nel 2001. Un modesto team di sviluppatori, sotto il nome di Bohemia Interactives, cominciò ad elaborare un titolo ambientato nel periodo subito seguente al Secondo Conflitto Mondiale, precisamente durante il periodo storico noto come Guerra Fredda. Una lotta armata che vede prender parte membri della Nato, guerriglieri russi, membri della resistenza e civili stessi. Bohemia, ambientandolo in quei fatidici anni, sviluppò il più grande titolo di guerra nella storia dei videogames, dando vita ad Operation Flaspoint, comprensivo di due espansioni.
 

Un uomo in fin di vita sotto soccorso dei compagni: Operation Flashpoint.

Game Of The Year Edition

Originariamente, il titolo nacque come Operation Flashpoint: Cold War Crisis. L’anno seguente uscirono poi due nuove espansioni a completare il primo vero capitolo: Red Hammer e Resistance.
Premesso ciò, l’elemento che distingue dunque Cold War Crisis rispetto alla GOTY edition è l’unione del titolo originario alle due espansioni sopra citate, regalando al videogiocatore un’esperienza di gioco unica e particolareggiata.

Cominciamo ad analizzare in breve le novità introdotte dalla prima espansione, ovvero Red Hammer. Innanzitutto, il giocatore si vedrà nei panni dei militanti russi, rigiocando la stessa campagna di Cold War Crisis sotto un punto di vista opposto. Da subito cominceremo al comando della propria squadra, con i conseguenti ed immutati ordini da impartire alla stessa. Il gameplay rimane nel complesso immutato, seppur si possa suddividere il proprio team di soldati in sottogruppi, aumentando l’esperienza tattica di gioco assieme ad una maggiore coordinazione e relativa semplicità nel gestire gli attacchi e i movimenti in campo aperto.

Sono inoltre stati inseriti nuovi veicoli, come alcuni modelli di elicotteri, spaziando tra quelli d’attacco e quelli di trasporto, nuovi carri armati, armi contraeree e quant’altro. Non sono dunque state introdotte numerose novità al titolo targato Bohemia, che ha dovuto attendere l’arrivo di Resistance alla fine dello stesso anno per fare un vero passo in avanti. Nella seconda espansione si può subito notare l’aggiunta di una nuova isola ampia circa 100km², denominata Nogova. Qui il giocatore si troverà a vivere i fatti precedenti al 1985, giocando come un ex soldato delle forze speciali, che proprio per trascorrere una vita serena, ha deciso di ritirarsi nella tranquilla Nogova, poco distante da Everon, isola protagonista di Cold War Crisis.

La tranquillità viene interrotta dai medesimi sovietici, che con una sanguinolenta invasione, sterminano chiunque provi ad opporsi alla loro avanzata, proseguendo come antagonisti in Operation Flashpoint. Dopo una serie di filmati introduttivi, il nostro ex agente ritornerà in campo cercando di sopravvivere all’avanzata sovietica, entrando a far parte della resistenza e lottando in una missione suicida verso la liberazione dell’isola.

Da subito dovremo gestire il nostro team di uomini secondo le consuete meccaniche di Operation; è stata però aggiunta una caratteristica che conferisce ulteriore realismo al titolo: ogni fatto che accadrà in una certa missione si ripercuoterà sulla seguente: ad esempio, un carro non abbattuto potrà tornare da noi durante il “livello” (se così può definirsi) successivo; lo stesso vale per armi e munizioni, pertanto sarà sempre meglio recuperarne in abbondanza dai compagni deceduti. Il tutto si amalgama in un nuovo aspetto che di certo regala attimi di inaspettata difficoltà, creando un’esperienza realistica ad alti livelli.
E’ infine da citare il multiplayer, sempre maestoso, immenso ed infinitamente longevo, che con le sue numerose possibilità di svolgimento di obiettivi nel corso di stesse missioni, regala attimi di puro divertimento e grandioso tatticismo.

 

 Sdraiati sul suolo in cerca di qualche riparo sarà un’azione consueta per sfuggire ai proiettili nemici.

 

Nuove Texture!

Tutti ben sapranno come Operation Flashpoint, all’origine, non disponesse di un motore grafico all’avanguardia. In particolar modo oggi, molti potrebbero rimanere delusi dallo stesso, data la pochezza di particolari che si può notare a volte nell’immensa area di gioco. Con Red Hammer e Resistance (principalmente nel secondo), numerosi bug sono stati corretti, e le texture di Nogova sono state modernizzate rispetto a quelle dei primi due capitoli. Di certo un regalo davvero allettante verso i fan di OP, che tanto hanno atteso per una maggiore risoluzione in quell’ammasso di pixel che vanno a coprire l’intero scenario di gioco. Da notare però ancora alcune incertezze e casi di Bad Clipping, seppur trascurabili pensando all’esperienza videoludica.

Sonoro sempre ad alti livelli di immersività e sempre molto realistico. Alcuni intermezzi saranno sottolineati da brevi colonne sonore, lasciando il resto da un silenzio agghiacciante, interrotto da spiragli di vento, spari ed urla di dolore e sofferenza. Sarà possibile usufruire inoltre dell’EAX, aumentando ancor più la qualità sonora del titolo.
 

Non mancheranno missioni in elicottero e a bordo di tanti altri veicoli, liberamente utilizzabili.

 

Conclusione

Operation Flaspoint: Game Of The Year Edition è dunque un titolo completo, titanico nel suo genere, con livelli di realismo irraggiungibili. OP rimane un gioco hardcore, ristretto ad una limitata fascia d’utenza capace di sopportare l’alta difficoltà dovuta all’intenso realismo del prodotto. Di certo un titolo tattico, estremamente longevo, ma che si discosta totalmente dalle serie videoludiche a contesto bellico odierne. Un must have per i fan di Operation Flashpoint, macchiato solamente dalla pochezza grafica del titolo originale.

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