Out There Ω Edition – Hands On

Out There è un gioco uscito lo scorso anno su iOS e Android, ottenendo ottimi risultati di vendita e la curiosità di molti giocatori PC. In risposta a questa curiosità, Out There Ω Edition è la conversione per PC, Mac e Linux, graficamente aggiornata e con nuovi contenuti. Abbiamo provato la beta, e questa è la nostra impressione.

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Arrivato su Steam tramite il programma Greenlight, Out There Ω Edition ha attirato anche noi sin da quando l’avevamo visto alla Gamescom 2014. Ai suoi sviluppatori, presenti sul posto, non abbiamo potuto fare a meno di far notare la stessa cosa che ha probabilmente pensato ogni altra persona che si è trovata di fronte a questo titolo: “somiglia a FTL“. La replica: “è vero, ma nel nostro gioco non ci sono combattimenti, è tutto basato sull’esplorazione“. Questa frase è estremamente realistica e riassume a grandi linee l’approccio da usare nei confronti di questo titolo.

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Lanciata una nuova partita, la breve introduzione rivela che il protagonista è un astronauta ibernato e lanciato da solo verso Ganimede, il principale satellite di Giove, in cerca di nuove risorse minerarie per l’umanità. Ma qualcosa va storto, e al suo risveglio si ritrova lontano non solo da Giove ma dall’intero sistema solare, abbandonato a sé stesso “là fuori“. Segue un tutorial, che porta il giocatore a ritrovare un manufatto alieno che pare indicare una stella lontana e fornisce al giocatore la tecnologia per viaggiare nell’iperspazio. Le meccaniche di gioco sono semplici: ci sono tre parametri da controllare, ovvero l’integrità dello scafo, l’ossigeno e il carburante, e ogni azione del gioco consuma almeno due di queste risorse, che vanno reperite tramite sonde da pianeti e corpi gassosi.

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A primo impatto la sopravvivenza pare cosa facile, illudendo il giocatore che basti trovare il giusto compromesso tra consumo e raccolta di risorse per poter arrivare a fine gioco senza problemi. Niente di più sbagliato, in quanto la casualità fa da padrona: ogni salto nell’iperspazio può portare un nuovo evento dove il giocatore deve scegliere cosa fare, e trovarsi a corto di carburante di fronte a un’entità spaziale sconosciuta e minacciosa può rivelarsi fatale. Non solo sfortune: può anche capitare di trovarsi di punto in bianco di fronte a una nave abbandonata e pienamente funzionale che non aspetta altro che di accoglierci, magari persino più potente e capiente. Non mancano inoltre gli incontri alieni: l’universo è pieno di sistemi abitati, dove poter non solo riempire le riserve di ossigeno ma anche entrare in contatto con nuove razze, le quali potrebbero condividere risorse o addirittura nuove tecnologie per potenziare la nostra nave.

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La nostra prova si conclude abbastanza in fretta, in quanto la beta mostra solo una parte limitata del gioco senza permetterci di superare determinati eventi che sviluppano la trama. Il tempo dedicatogli però è stato sufficiente per capire che la curiosità iniziale non solo era giustificata, ma aumenta man mano che si prosegue col gioco. Il gameplay basato sulla casualità degli eventi è estremamente punitivo, ma invece di far passare la voglia di giocare spinge a ritentare continuamente, così come l’accattivante stile grafico e, soprattutto, l’accompagnamento musicale, creato dal compositore Siddhartha Barnhoorn, già autore delle colonne sonore di Antichamber e The Stanley Parable. Per chi volesse addentrarsi nella nostra stessa prova, Out There Ω Edition è già disponibile in beta sul sito dello sviluppatore. A tutti gli altri, consigliamo di attendere la versione completa, che uscirà tra marzo e aprile su Steam.

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