Persona 4: Arena – Persona 4: Arena

Finalmente!

L’arrivo di Persona 4 Arena in Europa è stato parecchio sofferto, non solo perché è arrivato con più di un anno di ritardo rispetto alle versioni giapponesi e americane, ma anche in quanto durante questo lasso di tempo le informazioni riguardanti l’uscita della versione europea non sono state mai certe se non quando Zen United ha confermato che “prima o poi” sarebbe uscito. A questo aggiungiamoci un particolare blocco regionale, il primo e unico addirittura se si considera la versione PS3, che rendendevano di fatto inutile anche l’import del titolo.
Il 10 Maggio 2013, però, l’attesa è stata ripagata e finalmente abbiamo potuto mettere anche noi le mani su P4 Arena, un picchiaduro 2D sviluppato dagli Arc System Works (gli stessi di BlazBlue), in collaborazione con Atlus, nel quale i protagonisti di Persona 3 e 4 se le danno di santa ragione.


Visual Novel Arena

Persona 4 Arena si svolge esattamente due mesi dopo gli eventi di Persona 4 e tre anni dopo quelli di Persona 3 FES (quindi, dopo l’arco narrativo di The Answer). Yu Nurakami, protagonista del quarto capitolo, è tornato a Inaba per la Golden Week e per rivedere tutti i suoi amici, ma purtroppo brutte sorprese lo attendono al suo arrivo: Teddie, Rise e Kanji sono misteriosamente spariti, il Midnight Channel è tornato e i nostri eroi si trovano coinvolti in uno strano torneo chiamato P1 Grand Prix, che li obbligherà a combattere l’uno contro l’altro. Parallelamente, Mitsuru, Aigis e Akihiko (alcuni dei personaggi principali di Persona 3) sono alla ricerca di un pericoloso vecchio modello di arma anti-shadow, come Aigis, che pare proprio essersi nascosta a Inaba, all’interno della TV World.
La trama di Persona 4 Arena è raccontata tramite una story mode atipica per il genere picchiaduro, in quanto si pone come una sorta di visual novel (ovvero una storia interattiva narrata esclusivamente tramite immagini statiche e dialoghi) in cui i combattimenti rappresentano solo una minima parte del racconto. Se è vero che per molti questo sarà un deterrente, specie per tutti i giocatori che non hanno mai giocato il terzo e quarto capitolo, è anche vero che questo era l’unico modo per raccontare una trama piuttosto corposa piena di dialoghi, pensieri e descrizioni.
Nel gioco affronteremo inizialmente la storia di 4 personaggi, successivamente verranno sbloccate quelle degli altri che si andranno a intrecciare tra loro fino ad avere un quadro completo delle vicende. In alcuni casi potremo addirittura compiere delle scelte che andranno a sbloccare dei finali alternativi (tutti di stampo umoristico).
Se inizialmente la trama potrebbe sembrare leggera e scontata, andando avanti la storia prenderà tutt’altra piega, svelando retroscena tutt’altro che banali e spianando la strada ad un possibile Persona 5, visto che il finale lascia intendere quello, soprattutto per quanto riguarda la storia di Elizabeth.



Scontro tra Persona

Arc System Works ha fatto un ottimo lavoro con Persona 4 Arena, riuscendo a sviluppare un gioco dal facile apprendimento e accessibile a qualsiasi tipo di giocatore, ma allo stesso tempo infarcito di piccole meccaniche che, se maneggiate, lo rendono incredibilmente profondo e tecnico.
Il roster dei personaggi è abbastanza povero, 13 personaggi (di cui due sono praticamente identici) presi rispettivamente da Persona 3 e 4 più una new entry del tutto inedita, ma fortunatamente ognuno di essi combatte con un suo stile e un parco mosse differenti rendendoli più o meno vari e adattandoli alle esigenze di giocatori che magari preferiscono i combattimenti ravvicinati piuttosto che quelli a distanza, oppure quelli aerei.
Gli attacchi base a disposizione sono essenzialmente 4, due per quelli fisici (forte e debole) di cui uno, se premuto tre volte di fila, serve per dare vita ad una combo automatica, e due per le evocazioni dei Persona, i quali però richiedono spesso degli SP (rappresentati da una barra posta in basso nello schermo) per compiere determinate mosse speciali.
I Persona sono un ottimo supporto, soprattutto per infierire status negativi (esattamente come nei capitoli originali) come paralisi, veleno e confusione, ma non sono invulnerabili. Se colpiti un tot di volte, infatti, si otterrà un Persona Break e il giocatore non potrà evocare per un certo periodo.
Ovviamente in un picchiaduro che si rispetti non possono mancare aspetti importanti come le prese, le parate, le schivate e i contrattacchi, soprattutto quest’ultimi che richiedono un tempismo perfetto per essere eseguiti.
L’unico neo che ci sentiamo di segnalare è la presenza delle instant kill, ovvero mosse speciali, di facile esecuzione, che, se portate a segno, eliminano istantaneamente l’avversario indipendentemente dalla quantità di energia a disposizione. Siccome queste mosse sono facilmente attivabili (generalmente dopo un burst attack, ovvero un colpo che spazza via il nemico) la semplicità con cui si termina uno scontro è altissima, soprattutto contro la CPU.



Modalità per tutti

P4A mette a disposizione diverse modalità di gioco, anche se nessuna particolarmente innovativa per il genere. Oltra alla corposa e atipica modalità storia (che richiederà tra le 30 e 40 ore di gioco per essere portata a termine al 100%), infatti, ci sarà la solita modalità versus, una modalità arcade, il quale altro non è che una modalità storia ridotta a 4 dialoghi in croce, una modalità di allenamento, una modalità sfida, in cui verrà richiesto di portare a termine determinati obiettivi come eseguire specifiche mosse o combo di un certo tipo, una modalità score, in cui bisognerà ottenere i punteggi più alti in una serie di scontri particolarmetne difficili, e infine una modalità online.
La modalità online, sia su PS3 che su X360, fortunatamente non soffre di alcun lag, merito di un net code pulito e stabilizzato soprattutto dopo i problemi riscontrati con le versioni Giapponesi e Americane, uno dei pochi vantaggi derivati dal ritardo qui in Europa. Giocando online è possibile fare le classiche partite veloci oppure quelle classificate per ottenere riconoscimenti come livelli e rank, utili soprattutto per i matchmaking che permette di affrontare scontri quasi sempre equilibrati. Doveroso citare la possibilità di salvare i replay dei match per poi rivederseli e studiarseli in un secondo momento.



Benvenuti al Midnight Channel

La grafica di P4A ricalca perfettamente quanto di buono era stato fatto con la saga di BlazBlue, proponendo dunque dei personaggi con sprite 2D ben realizzati e animati con cura, e rispecchiando egregiamente il character design del sempre bravo Shigenori Soejima, tra cui spicca ovviamente la new entry, Labrys. Di grande impatto e pathos anche le sequenze animate, che ricalcano già l’ottimo lavoro fatto con la serie animata di Aniplex dedicata, per l’appunto, a Persona 4, anche se forse il gioco ne meritava qualcuna in più per accentuare alcuni avvenimenti.
I background sono anch’essi realizzati con cura, anche se giusto un paio riescono a spiccare veramente, in quanto le arene sono ambientate quasi tutte all’interno della scuola, con qualche rimando ad alcune location viste in P4, ma nulla di più.
Il vero plauso va fatto, però, a Shoji Meguro e al comparto sonoro da lui creata, che presenta un remix dei brani più celebri di Persona 3 e 4 con qualche traccia inedita composta appositamente per questo titolo.
Tra le altre cose, per chi si vuole godere tutti gli artworks, le musiche e le scene animate, potrà tranquillamente godersele nella modalità teatro, a patto di aver sbloccato tutto man mano che si progredisce nella modalità storia e arcade.
 


Rotta verso Persona 5

Persona 4 Arena si è rivelato un ottimo picchiaduro, che conferma gli Arc System Works dei veri maestri del genere, capace di essere apprezzabile sia dai neofiti del genere che da quelli che magari cercano qualcosa di più tecnico e profondo. Rimaniamo però ancora dubbiosi da parte loro e di Atlus nell’aver proposto un roster così ridotto (facilmente risolvibile se avessero aggiunto tutto il resto del cast di Persona 3, per raggiungere così un numero adeguato) e sull’introduzione delle instant kill, che sarebbero potuto essere tranquillamente catalogate come mosse ultra speciali, visto che sbilanciano l’equilibrio del gioco considerando sia quanto sia semplice ottenere i requisiti per usarle sia la facilità di esecuzione stessa.
Potremmo anche discutere sulla decisione di raccontare la trama attraverso una Visual Novel di oltre 30 ore, ma il risultato finale ci è piaciuto cosi tanto che abbiamo preferito chiuderci un occhio, anche perché in alternativa c’è sempre un’interessante modalità Arcade pensata apposta per tutti coloro a cui della trama importa poco o nulla.
Tutti gli amanti di Persona 3 e 4, invece, troveranno un vero e proprio paradiso, ritrovandosi subito a casa tra personaggi vecchi e nuovi, gag, musiche e con una trama degna della serie, soprattutto in vista della tangibile possibilità che P4A sia a tutti gli effetti il capitolo introduttivo agli eventi di Persona 5.

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