Pokemon Platinum Version – Recensione Pokemon Platino

Acchiappali tutti! (per la quarta volta)

Il franchise dei Pocket Monster ha ormai raggiunto livelli di popolarità che forse nemmeno il suo creatore riteneva possibili: nati negli anni ’90 proprio come videogiochi su Gameboy, l’idea di base che contraddistingueva la serie era molto semplice: andare in giro a catturare mostri di vario tipo per poi allenarli facendoli combattere e arrivare così ad essere l’allenatore di Pokèmon più forte del mondo. Se Rosso e Blu, i primi episodi della serie, non offrivano molto da fare oltre a questo, è anche vero che la serie si è da allora adattata in continuazione ai gusti dei fan più accaniti, che esigevano sempre qualcosa di nuovo, senza per questo estraniarsi i favori di coloro che si affacciavano a questo mondo per la prima volta. Qual è il segreto dietro al successo di questa serie? Le grafiche colorate, che attirano il pubblico più giovane? La varietà dei Pokèmon, che ormai hanno raggiunto un numero tale che non è possibile non trovarne almeno 6 che piacciano? O è l’apparente semplicità del gameplay, che riesce comunque a soddisfare i giocatori più hardcore grazie alle sue meccaniche nascoste? E soprattutto, Platino, "Director’s Cut" dell’ultima generazione di giochi per console portatili, riesce nell’impresa di proporre qualcosa di nuovo? Andiamolo a scoprire.


Fra sfere e livelli

Come menzionato, a un’analisi superficiale le meccaniche che dalle origini contraddistinguono il gameplay della serie potrebbero apparire estremamente semplici: una volta iniziato il gioco, al giocatore verrà donato un pokèmon a scelta fra tre; con quel pokèmon bisognerà quindi farsi strada nell’erba alta, dove, come è risaputo, si incontrano altri pokèmon: starà quindi al giocatore decidere se fuggire, tentare di combatterli o catturarli. Ogni pokèmon ha delle caratteristiche che lo rendono unico: ce ne sono di molto veloci, molto potenti o molto abili nella difesa; c’è chi ha montagne di HP e chi ne ha pochi ma non può essere toccato. Senza contare che ogni pokèmon appartiene a un diverso elemento, e ogni elemento ha debolezze e resistenze verso gli altri. L’introduzione dei poteri speciali e delle nature, avvenuta in Rubino e Zaffiro, ha ulteriormente approfondito le possibilità: a seconda della natura (che può essere gioiosa o annoiata, prepotente o amichevole) di un pokèmon, certe mosse che potrà eseguire saranno più o meno efficaci di altre: la sfida per il vero pokèmon master consiste quindi non solo nel catturare tutti i pokèmon, ma anche nell’assegnarli il set di mosse più efficace a seconda della loro natura. I poteri speciali sono di tre tipi: poteri che intervengono appena prima della battaglia, poteri che durano tutta la battaglia o poteri che sono attivi al di fuori della battaglia; inutile dire che sono diversi per ogni pokèmon e che la loro influenza sulle battaglie, soprattutto nei livelli di gioco più avanzati, è notevole.
Oltre a collezionare e allevare pokèmon il giocatore dovrà affrontare varie "Palestre", ovvero le sedi di un potente allenatore specializzato in un certo tipo di pokèmon, che se sconfitto farà dono di una medaglia. Oltre a consentire a pokèmon oltre un certo livello di obbedirci, le medaglie ci autorizzano a utilizzare determinate tecniche nel mondo in cui ci aggiriamo: potremo esplorare sempre di più a seconda della quantità di medaglie conquistate. L’ultima funzione delle medaglie, ma non la meno importante, è il fatto che una volta collezionate tutte, consentono l’accesso alla Lega Pokèmon, dove potremo affrontare i quattro allenatori in assoluto più forti del mondo più un campione finale. Ci si aspetterebbe che un evento del genere, una volta completato, segni la fine del gioco, ma non è mai stato questo il caso con Pokèmon: in ogni capitolo infatti tocca al giocatore sventare le minacce mondiali messe in atto dal malvagio gruppo di cattivi di turno..


Il Dio dei pokèmon

In Pokèmon Platino dovrete sventare le malvagie manovre del Team Galassia, che come da tradizione si appresta a conquistare il pianeta grazie a un uso malvagio dei pokèmon. Ma il team Galassia è un passo avanti rispetto ai cattivi dei precedenti capitoli, e non si accontenta di conquistare il mondo: il capo di questo gruppo criminale mira ad attirare allo scoperto i pokèmon creatori dello spazio e del tempo, Dialga e Palkia, per assogettarli e fare sua la realtà stessa. Sta ovviamente al giocatore impedire che il suo nefasto progetto si realizzi sconfiggendo lui e i suoi generali in un regolare combattimento di pokèmon e catturando poi il pokèmon leggendario da lui scatenato. E’ inoltre possibile catturare vari altri pokèmon leggendari, come Giratina, mascotte di Platino, che per l’occasione è stato dotato di una forma addizionale, la "Altered forme", così come Shaymin, altro leggendario di tipo erba/volante. E’ un caso che sia Giratina che Shaymin appaiano nell’ultimo film d’animazione dei pokèmon "Giratina e il guerriero del cielo"? Probabilmente no.
Una particolarità dei leggendari di questa generazione è che se a differenza dei precedenti capitoli, dove potevano essere responsabili solamente di cataclismi locali, qui si va molto oltre, arrivando ad esplorare il territorio religioso: tramite evento speciale è infatti possibile catturare il dio dei pokèmon, Arceus (che ha persino una chiesa in una delle città del gioco), che prevedibilmente ha le statistiche più alte di tutti gli altri mostriciattoli. A voi la ponderazione sulle implicazioni simboliche di catturare il creatore dell’universo con una pokèball.
 

 

 

Giratina è davvero imponente

 


Passi avanti e passi indietro

Platino apporta varie innovazioni e miglioramenti alla formula proposta da Diamante e Perla: una trama leggermente modificata in favore dell’immediatezza dell’azione, battaglie leggermente più veloci e ovviamente nuove funzioni come la possibilità di giocare ai minigiochi insieme agli amici e via connessione Wi-fi mondiale e persino la possibilità di fare dei video delle battaglie con gli amici. Sono anche stati fatti dei cambiamenti che influiscono poco sul gameplay generale, come i pokèmon che si muovono prima di un combattimento (caratteristica assente fin da Pokèmon Cristallo).
Quasi nessuna miglioria invece è stata apportata ai comparti grafici o sonori, che più o meno ripropongono lo stesso materiale già visto in Diamante e Perla: ambienti semi-3D e grafica più che altro 2D, con degli effetti speciali nell’ambito delle battaglie. I cambiamenti, veramente di scarsa importanza, riguardano le battaglie contro i Super-quattro, che hanno adesso delle introduzioni diverse, e il rifacimento di alcune mosse. Il comparto sonoro è invece rimasto invariato, ma non è una pecca: nonostante la qualità dei brani si mantenga su livelli da GBA, sono comunque di buona fattura e orecchiabili, oltre che molto vari.
 

La grafica pixellosa è da sempre una caratteristica della serie

 


Il platino meno prezioso

Pokèmon Platino è tutt’altro che un acquisto obbligato: le migliorie apportate, sebbene si vedano, sono poche, e se avete già completato Pokèmon Perla o Diamante non c’è nessuna ragione per comprare questo gioco, a meno che non siate dei fan sfegatati. D’altra parte, se non avete avuto occasione di scoprire la quarta generazione di pokèmon o semplicemente non l’avete fatto in attesa proprio di un’edizione speciale come Platino, non rimarrete delusi dall’acquisto: sarà un ritorno a casa con tanto di festa di benvenuto.

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